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Autore: amelie_K    09/11/2012    2 recensioni
He looked just like you'd want him to| Some kind of slick chrome American prince| A blue jean serenade, and moon river, what you do to me.. *[A DustLand Fairytale - The Killers]
Okay...che dire, che dire, che dire.
Ah, sì. È la mia prima storia a capitoli. Non ho mai scritto niente di simile, c'è qualcosa che mi convince, qualcosa che proprio no (i titoli, i titoli ho ADORATO inventarli!). Mettiamola così, è un esperimento, va...
La storia è ambientata ad inizio terza stagione, e tranne sporadici episodi e riferimenti, non ha quasi nulla a che vedere con la serie. Gli autori avevano detto di voler creare il rapporto tra Dan e Blair già in questa serie - poi gli hanno preferito il triangolo Olivia-Dan-Vanessa ovviamente -.-
La mia storia parla di cosa sarebbe potuto succedere e -molto, ma molto fantasiosamente- come sarebbe andata a finire.
Vi avviso: pretenziosa, è pretenziosa, perché ci ho ficcato dentro tutti i riferimenti letterari possibili che mi venivano in mente. Ma del resto, Dan e Blair lo sono.
Oh, e ho trattato bene tutti i personaggi. ♥
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Dan Humphrey, Quasi tutti | Coppie: Blair Waldorf/Dan Humphrey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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10 10. Somewhere Out of Time. [1]


Protect me from what I was.
Getting the hang of it, getting the hang of it,
Timing is everything.

Is that what we want?
Is everything shot?
Is that what you ask for?
'Cause that's what we got.
Nothing stands still.

[River of Brakelights – Julian Casablancas]



Blair guarda l'amica preparare le valigie – Un'improbabile e prematura luna di miele con Nate? Sei davvero l'incarnazione dell'avventatezza, Serena Van Der Woodsen! – si abbandona sul letto e ad un sorriso – In un corpo da top model, fortunatamente per te.
Serena serra le labbra – Veramente no, nessuna luna di miele, dal momento che abbiamo rotto. Mi ha mollata lui, riesci a crederci?
– Oh. Non pensavo...Mi dispiace, S...
– E come se non bastasse dice che gli ho spezzato il cuore, ma...si riprenderà. È un ragazzo d'oro...in tutti i sensi, ad essere sinceri.
Blair annuisce. E sembra triste, è triste? – E con Humphrey? Il vostro incontro potrebbe essere in qualche modo collegato? – chiede a Serena, mentre Serena chiede a sé stessa come faccia la sua amica a sapere sempre tutto. Beh, quasi tutto.
– No, niente ragazzi per un po'. Almeno non quelli del passato. Ho capito che se ci ostiniamo a tornare indietro è perché commettere sempre gli stessi errori fa meno paura che sperimentarne dei nuovi.
– Non ci crederai, ma sono arrivata alla stessa conclusione. Dove te ne vai, allora?
– Da qualche parte. Mi prendo i vantaggi dell'essere una Van Der Woodsen: prima di trovare la mia strada, posso trovare una s.p.a in qualche meravigliosa città europea per un mesetto...a tutto il resto penserò dopo l'estate...
– Già, niente aiuta a raggiungere il Nirvana più di una buona preparazione fisica e...gli oli giusti. A meno che uno non intenda la band, in quel caso buona fortuna...non sono sicura di poter essere d'aiuto.

Serena ride – Vieni con me! B, è proprio quello che ci vuole: io, te e una via per lo shopping decente...è tutto quello che ci serve!
– Perché no...Al diavolo, sì!

Si abbracciano a lungo, indecise se ridere o piangere. Serena dice – Non lasciare conti in sospero, però...
– Sono pronta...caso vuole che abbia avuto modo di parlare con Chuck subito prima di tornare a casa...
– E Dan?
– Dan...ci ha pensato lui a chiudere i conti con me... almeno non ho avuto la seccatura di dovermi chiedere se provassi qualcosa per lui...
– Ne sei sicura? – le dice indicando qualcosa sul letto di Blair.

La ragazza si avvicina e la coglie un batticuore nel momento in cui si accorge che si tratta di una busta. Una lettera? È il meglio che poteva fare? In un secondo ha buttato veleno su di me, su di noi, e tutto quello che sa fare è scrivermi una lettera?

Blair odiava le lettere. Le lettere mentono meglio degli occhi. E dicono quello che vogliono dire, non quello che uno vorrebbe sapere.

La apre, e si propone di leggerla il più velocemente possibile, prima di strapparla via.

Voglio che sia chiaro.
Tu sei realmente una bambina viziata, volubile e masochista.
Ma hai ragione: ero arrabbiato, ero frustrato, ero confuso. Mi dispiace.
Non mentirò: il mio discorso di questo pomeriggio era
quasi accurato, nonostante credo di aver sbagliato un paio di vocaboli che magari avrebbero fatto la differenza, magari no. Non ti biasimo se oggi hai chiuso la porta alla nostra amicizia, conoscenza...qualsiasi cosa fosse (giacché è qualcosa di concluso, spero non ti dispiaccia se mi piacerebbe definirla – nella mia mente – calamita).
Solo che, una volta che sarai andata avanti, e l'unico ricordo che ti rimarrà di me sarà quel terribile discorso
[2], vorrei che lo ricordassi per quello che intendevo dire realmente, non per i termini che mi sono usciti fuori: è facile, devi ricordare ogni singola parola che ti ho detto... solo sostituendo ogni voce del verbo “detestare” con quelle di desiderare, perché è questo quello che provo. I tuoi pregi e i tuoi difetti, desidero il pacchetto completo.
L'unica cosa che detesto è che tu non lo abbia capito.

Per questo ti scrivo, ed ho imparato da te. Ecco il poco che mi hai dato, Blair: mi hai insegnato a non scappare. E che tutte le scelte che fai, le occasioni che perdi... conta poco siano giuste, se sono dettate dalla paura.[3] 
Spero tu ti renda conto che si tratta di un antifrasi, per dire che è tutto tranne che poco.

Domani, nove del mattino, a casa mia.
So che non ti piace aspettare, ma c'è una cosa che vorrei mostrarti.

Dan.

***

È almeno una buona mezz'ora che Rufus Humphrey non può fare a meno di sentirsi osservato. Era andato nel loft cercando un po' di pace per comporre una nuova canzone, un regalo a Lily per il loro primo mese insieme da marito e moglie, ma è praticamente impossibile con suo figlio che non fa altro che fare la spola tra la cucina e la camera da letto.

All'inizio aveva detto "Prendo solo un bicchiere d'acqua, scusa il disturbo". Due minuti dopo aveva rifatto capolino avvisandolo che "Sai che ti dico? Prendo anche il computer, magari mi metto a scrivere qualcosa, magari si crea una sorta di aurea padre-figlio d'ispirazione creativa!" Poi era stata la volta della merenda. "Anzi no, non ho fame" "Magari qualcosa di dolce." "Anzi no." "Magari salato." "Ordino cinese, tu vuoi qualcosa?" Dopo di che, aveva sentito il bisogno impellente di recuperare (nell'ordine) un dvd, diversi libri, un altro bicchiere d'acqua, la saliera. 

Negli ultimi dieci minuti si limita ad andare avanti e indietro, senza più nemmeno impegnarsi a trovare scuse.
Così suo padre molla coscienziosamente spartiti e penna sul tavolo per sospirare:  – Avanti, cos'hai?
– Niente, sto solo prendendo...questo. –, risponde il ragazzo con l'aria di chi è appena caduto dalle nuvole e in mano un maneki-neko [4] che giaceva impolverato sulla mensola dai tempi in cui Alison viveva ancora lì.
– Figliolo, normalmente sarei intenerito dalla tua timidezza e, da buon genitore, farei finta di crederti finché non ti saresti sentito pronto a parlarmene ma...ho davvero bisogno di scrivere questo pezzo, quindi proverò a indovinare...Blair? – il ragazzo non dice niente  – Ne ha fatta una delle sue... – il ragazzo distoglie lo sguardo, l'uomo lo fissa con aria investigativa, conclude  – ....e tu...hai avuto una reazione esagerata.
– Non vale! Come fai a saperlo? Hai letto il mio diario? Come hai potuto leggere il mio diario...
– Dan, non ho bisogno di leggere il tuo diario, per fare due più due. A diciannove anni tutte ansie di un ragazzo sono strettamente collegabili agli ormoni. E conoscendo te e Blair...beh, ho semplicemente unito i puntini.
– Okay, okay, risparmiami la parte sull'ape e l'impollinazione però.
– Avanti, parlamene.
– A cosa servirebbe? So già che dirai che ora mi sembrano tutti grandi amori ma quando sarò grande ci riderò su e che...
– Dan. Quanti anni pensi di avere, tredici? Solo perché tieni un diario non vuol dire che tu sia ancora adolescente. Sei abbastanza grande. Da non dare più conto a tuo padre? Assolutamente no. Da sposarti e mettere su famiglia? Non prima di aver finito il college, ma...sei abbastanza grande da sapere quali persone contano e quali no, nella tua vita. E io non potrei mai decidere per te o sindacare le tue scelte.
– Proprio non ti piace Blair.
– Io non conosco Blair. Conosco te. So cosa vuol dire quando guardi qualcuno in quel modo.
– Non è il momento per essere diplomatico, papà.
– Senti, ricordi quella volta che è venuta a cena da noi?
– Come dimenticarlo? Abbiamo rischiato più incidenti diplomatici quella sera che in vent'anni di guerra fredda.
– Non sarà stata entusiasta probabilmente, ma, alla fine, lei è rimasta lì. Accanto a te. E ti guarda come la guardi tu. Può bastare per darti la mia benedizione.
– Sembra perfetto, se non fosse che credo di essere ufficialmente diventato la sua ruota di scorta di fiducia. Ha parlato con Chuck oggi, ma tra lei e Chuck è andata male, quindi è venuta da me. Ecco perché è mi è rimasta accanto quella sera, ed ecco perché continua a farlo: senza di me è sola.
– È proprio questo il punto, Dan: tu credi che lei e i suoi amici si siano allontanati per colpa degli altri, ma hai mai preso in considerazione che possa non essere così? Quella ragazza è sempre stata la regina dei rapporti sociali di facciata, si è sempre saputa circondare di ragazzine adulanti e ragazzini altolocati. Credi che sia più probabile che abbia smesso di riuscire a farlo o che lo abbia scelto? Per quello che ne so, figliolo, abbiamo tutti bisogno di qualcuno che non sia chiunque, qualcuno con cui nasca quella complicità particolare per cui si riesca a condividere effettivamente un momento, uno stato d'animo, un evento.  Se è amore o amicizia, non so dirtelo. Ma la verità è che senza quel qualcuno, siamo tutti soli.
Il ragazzo resta in silenzio, così gli dà una pacca d'incoraggiamento sulla spalla – Forse la sua è solo paura. Devi rassicurarla, devi dimostrare di avere fiducia in lei, in voi.
– O forse è una gran bella messa in scena per pugnalarmi alle spalle. – scherza Dan. Per lo più scherza, a dirla tutta.
– Non ti mentirò, è una possibilità.  – ridacchia Rufus  – Smascherala prima tu: mettila davanti a una possibilità reale, invece dei soliti giochetti mentali. E quando ti dirà di sì, riuscirai a fidarti di lei.
– Se, se mi dirà di sì. E vorrei avere il tuo ottimismo, perché se non lo farà, quello che ho organizzato per domani sembrerà il gesto più stupido e autolesionista della storia, non il più romantico.
– Beh, allora effettivamente questo qui farebbe bene a restare nei paraggi, nelle prossime ore. – dice il padre sventolando il maneki-neko.

***

Se qualcuno avesse dubbi, Blair ha finito con il rileggerla parecchie volte, quella lettera.

– Cosa pensi dovrei fare? – chiede a Serena.
– Essere onesta riguardo a come ti senti. Poi ogni scelta verrà da sé.
Blair annuisce e strappa la lettera in due – Mi sento forte, autosufficiente, indipendente...ho solo una gran voglia di partire.
Serena la fissa perplessa: – Non devi farlo per me...
– Sto bene.
– Dovresti andare a sentire almeno cosa vuole, possiamo partire nel pomeriggio.
– Serena... – la guarda decisa – ormai è tardi.
– Non sono passate neanche ventiquattr'ore!
– Dopo tutte le cose orribili che mi ha detto, mi sono fermata un secondo, prima di andarmene da casa sua, d'accordo? Se n'è accorto, ma non ha detto niente. Mi ha lasciata andare via senza una batter ciglio, dopo aver distrutto tutto. Qualsiasi istante che non fosse stato quello, è tardi.
– Blair...
– L'argomento è chiuso.

***

Se qualcuno avesse dubbi, Blair ha finito con lo svegliare Serena alle tre di notte.

– Blair! Che ora è? – chiede l'amica in uno sbadiglio.
– Le tre – sussurra con aria innocente – solo una cosa...mi chiedevo, possiamo ancora spostare quel volo nel pomeriggio? Credo di aver dimenticato il mio
dodo a Brooklyn, l'umidità lo ossiderebbe...
Hmmmm-hmm
– Era un sì?
Hm-m
– Era un no? Serena!
– Sì, era un sì! Ora dormi, però...o almeno lascia dormire me.
– Non farti illusioni, Serena. Non è una visita di cortesia. Io parlerei di un'esplorazione prima della missione vera e propria. Ho intenzione di distruggere Dan Humphrey.

Serena non sembra crederle, ma Serena ha sempre sottostimato il limite dell'amica.

E forse se n'è appena resa conto anche lei, se poco dopo si tira su dal letto con uno strano cruccio ed un pensiero che cerca di reprimere. Forse il motivo è quello, forse è qualcos'altro.

È tardi, si dice. E anche se sta guardando la radiosveglia, non vuol dire che stia parlando dell'orario.

*TBC  

***
Angolo dell'autore (o così dicono):

1. Da Qualche Parte Fuori Tempo - titolo estrapolato da Somewhere in Time, ossia Ovunque nel Tempo, film di Jeannot Szwarc.

2.
vedi cap. precedente.


3. Ebbene sì, spudoratamente ispirato ai voti scritti da Dan per conto di Louis nella serie televisiva.

4. maneki-neko: soprammobile portafortuna di tradizione cinese a forma di gatto.


PS: so di essere in ritardissimo e so anche che non è una novità, ma stavolta ho una buona scusante: ho dovuto formattare il pc e l'ho appena riavuto!


  
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