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Autore: Beckss_    09/11/2012    3 recensioni
Lo sentiva espandersi come una fiamma nata piccola e poi esplosa.
Lo sentiva divampare dentro di se, immenso, potente e devastante.
Lo sentiva scendere nelle viscere e colpire lo stomaco con dei pugni e poi afferrarlo e contorcerlo.
Il dolore che ti strazia e l'unico punto di riferimento che rimane è sempre lì a proteggerla.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Perchè mi porto un dolore che sale, che sale e fa male.


Lo sentiva espandersi come una fiamma nata piccola e poi esplosa.
Lo sentiva divampare dentro di se, immenso, potente e devastante.
Lo sentiva scendere nelle viscere e colpire lo stomaco con dei pugni e poi afferrarlo e contorcerlo; gli faceva così male che sentiva il bisogno di vomitare.
Piangeva e le lacrime fredde solcavano zigomi incandescenti.
Era piegata in un angolo, con il respiro affannato e non riusciva a calmarsi. 
Lo sentiva impadronirsi di se e lacerarle la mente. 
Ripassava ricordi belli e brutti, momenti tristi e felici e si convinceva che era stato tutto uno sbaglio.
Non si sarebbe dovuta mai fidare. Menzogne.
Tutta la sua vita con lui era stata piena di menzogne.
Lo sentiva aumentare il dolore, sempre di più, sempre più forte.
Se si potesse osservare l'anima, la si vedrebbe ora nera, nera come la pece. Nera d'ira. Nera come la notte.
Il dolore non la faceva più piangere, ora la faceva arrabbiare, la faceva distruggere.
Si sentiva implodere, voleva urlare, voleva gridare, ma la voce non usciva dalla bocca.
Avrebbe voluto distruggere con i pugni il muro, ma era troppo stanca e disperata per farlo. Tutta quella rabbia che non riusciva ad uscire.
Il fuoco ora le bruciava in petto, doloroso, le inviava impulsi di rabbia, ma poi le faceva abbandonare ogni forza. 
Ricominciava a piangere, ansimante, come prima, per buttare definitivamente via ogni singola forma di lacrima. Non avrebbe più pianto da lì in poi. Le aveva finite tutte le lacrime.
Si alzò, si guardò allo specchio. Le dicevano sempre che era stupenda, sempre, a prescindere dalle lacrime.
Cazzate, immense cazzate. Lui le aveva sempre mentito, anche su questo. Cazzate. Si sentiva e faceva schifo mentre piangeva.
Tutta rossa, sembrava un pomodoro.
Stronzate.
Castelli di sabbia che crollano.
Il dolore ritorna, bastardo, più forte di prima. Le lacrime non riescono più ad uscire e sente il petto esplodere. Come poteva, lei così minuta, contenere così tanto dolore?
Sentiva che non si sarebbe mai più fidata di nessuno, che non avrebbe mai permesso a nessun altro di ridurla in quello stato.
Non avrebbe mai più permesso a nessuno di insinuarsi dentro di lei e poi distruggerla a suo piacimento.
Sentiva due braccia forti proteggerla ora, stringerla e cullarla.
La proteggeranno sempre, loro, così belle e così forti.
Lui, l'unico caposaldo della tua vita.
Lui, l'unico che era stato capace di non mentire.

Angolinomio.

Flashfic sentita da morire,scritta in 10 minuti, totalmente di getto.
Beckett ha litigato con qualcuno. Un Mr. X. Ma c'è sempre lui, Castle, dietro di lei. Ai fini della storia il Mr X non conta. Volevo solo descrivere il dolore sperando che questo possa smettere di uccidermi lo stomaco.
Semper fidelis..
Rebecca (conlachiomasempremenorossa)
  
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