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Autore: _Alexis_    09/11/2012    4 recensioni
Perchè è difficile ragionare quando si porta un demone sulle spalle, perciò, Shunsui, se lo scrollava di dosso.
Sospirava, turbato, e se lo scrollava di dosso.

SPOILER megagalattico riguardo l'arco finale di Bleach.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ise Nanao, Kyouraku Shunsui, Ukitate Jyuushiro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Lo ripeto, non si sa mai... faccio riferimento a grossi, tristi, brutti, spoiler inerenti agli ultimi capitoli usciti di bleach, sappiatevi regolare u.u
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Un bambino, non uno shinigami.

Shunsui lasciò che il suo kimono colorato, che gli arrivava alle ginocchia, svolazzasse un attimo, mosso dal vento che lo rinfrescava.
Una sensazione fin troppo bella per poter essere descritta.
Si sarebbe lasciato cadere, per poi rotolare giù dalla collina e giungere alla riva del fiume, e li addormentarsi con un fiore tra le labbra.
Le sue corte braccina, forse lo erano troppo persino per permettergli di afferrare la sua infanzia.
Il vecchio lo aveva educato, cresciuto... sì, lo aveva anche amato.
Ma ogni tanto lui lo odiava, per aver detto a tutti di avere un grandissimo potenziale.
Shunsui, in tenera età, non era più un bambino, perchè poteva comportarsi come tale, ma il suo modo di vedere le cose, avrebbe cambiato persino l'aspetto di un fiore.

-Shunsui piccolo mascalzone! Quante volte ti ho detto che non puoi entrare nella mia stanza senza permesso?
Sentì i passi pesanti del vecchio lungo il corridoio, la schiena gli fu attraversata da un brivido di adrenalina che lo costrinse ad una risatina tremolante.
-Che cos'è quello? Un leggendario dio del fuoco o robe simili?
fece indicando il quadro appeso alla parete, raffigurante una figura avvolta dalle fiamme. Il vecchio gli rispose - Quello era... un mostro che comparve nella Soul Society molto tempo fa.
Arrivò quando la Soul Society era già nei guai, e peggiorò soltanto le cose. Ma non si farà più vivo.

il suo animo fu scosso da un'incredibile varietà di sensazioni.
L'idea di un mostro che sparava fuoco da tutte le parti lo terrorizzava incredibilmente, ma così ingenuamente... e pensava il vecchio Shigekuni, fortunatamente anche genuinamente.
Ma, addestrato da soldato a non temere la morte, manteneva un'espressione ferma.
E le sue sopracciglia contratte, tremolavano leggermente.

Un uomo, non un capitano.
Accarezzò velocemente i delicati lineamenti, la delicata pelle della sua elegante tenente, e velocemente si preparava a ricevere un sonoro gesto di rifiuto.
Lo faceva impazzire, era un gesto così femminile, così orgoglioso, e risvegliava in lui sensazioni molto spesso gelosamente sopite.
Poteva essere un uomo.

Si allontanarono dal Sokyoku.
Yama-jii in quel momento fece vibrare il Seiretei.
Riconobbe immediatamente quelle fiamme, le aveva già viste, secoli addietro, in un quadro.
Rabbrividì fino alle punte dei capelli, ma aveva addosso tanta di quell'adrenalina, che fu costretto ad un sorriso quasi tremolante.
Guardò Ukitake, e sapeva fosse sulla sua stessa lunghezza d'onda, fingeva soltanto, o forse era più bravo di lui a nasconderlo,
fatto sta che la percepiva bene, l'emozione che lo scuoteva dall'interno.
Tuttavia, qualcosa lo trattenne, e corse via, prima che un errore così stupido diventasse fatale.
Come non averci fatto caso, come aveva potuto trascurarlo?
La sua figura imponente la coprì per un attimo, e la portava lontano.
Odiava che ci fosse qualcosa che potesse farla sentire in pericolo, e perciò odiava essere costretto a proteggerla.
Doveva starci attento, non poteva permettersi di essere così sciocco.
Le accarezzò piano la testa e le sfiorò con le labbra i capelli.
La strinse a se e, sicuro ormani, tornò indietro.

Un amico, non un Comandante.
Riposa ancora un po' gli avevano suggerito più volte e insistentemente.
Nonostante l'occhio lacerato, l'orecchio squarciato, il corpo sofferente di quasiasi tipo di ferita, in ogni caso, pensava, se ne faceva poco del dolore fisico,
se tanto grande era quello che provava dentro di sé.
Kyoraku non era esattamente il tipo di persona che passava il tempo a preoccuparsi dei morti, ma quella per i vivi era un'altra storia, ed era difficile da soffocare.
E tanto grande, ancora, era lo sforzo per allontanare, di volta in volta, l'idea che Yama-jii, lo avesse abbandonato.
Se per gli altri era facile lasciarsi alla disperazione, di certo non era lo stesso per lui.
Doveva avere la forza che nessuno aveva in quel momento.
Perchè è difficile ragionare quando si porta un demone sulle spalle, perciò, Shunsui, se lo scrollava di dosso.
Sospirava, turbato, e se lo scrollava di dosso.
Per questo pensava di poterli aiutare tutti, più o meno.
-Tornate tutti in voi stessi... dopo questo pietoso spettacolo, Yama-jii avrebbe schiaffeggiato tutti quelli coinvolti nella discussione, come minimo...
Per prima cosa, aveva deciso di portarsi dentro la tristezza degli altri, solo dopo, ansi, in quel momento preciso, quando Soi Fon abbassò lo sguardo, imbarazzata dal suo stesso comportamento, 
lui capì il suo errore, ma era tardi e oramai avev stabilito il suo posto.
L'oscurità prima dell'alba, è sempre più difficile da superare.

Udì dei passi da lontano, e il possessore di quei piedi, un po' frettolosi, gli era già chiaro.
Al suo interno un po' sorrise, rasserenato, o meglio sollevato, non c'erano altri, in quel momento, che desiderasse di più.
I passi si arrestarono.
Ukitake si appoggiò totalmente alla sua schiena, la sua mano destra gli si appoggiò al petto.
Non seppe, lì per lì, a quali ragioni rispondesse quel gesto, se fosse semplicemente esausto, e poi anche esausto per cosa.
La sua testa vicina alla propria, respirava lentamente, era caldo, tanto caldo, una sensazione così accomodante.
La delicatezza dei movimenti di Jushiro, in certi casi, erano una soluzione efficace a tutto, e poggiò la proprio mano sulla sua.
-Ho portato da bere.
Mormorò con il viso che piano si allontanava dal suo orecchio, quello sinistro, quello ancora buono.
E non potè che sorridere ancora una volta solo dentro di sé.
-Vieni qui.
Una frase che non si sapeva bene se fosse rivolta all'amico o al contenitore  nel quale profumava il sakè.
Gli afferrò il braccio per farselo quanto più vicino poteva, a riscaldarlo ancora con il suo corpo, ma la sua espressione non era cambiata.
Ukitake rimase deluso, domandandosi come mai lui, con queste cose, non riusciva bene quanto Kyoraku

Perciò sono qui a bere, al buio alla fine della mia strada
E sono pronto a soffrire, e sono pronto a sperare
è un bicchere nel buio e va dritto alla mia gola
Perchè sono alla ricerca del paradiso, del diavolo in me...
Beh, che diavolo, lascerò che mi succeda.

 

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Quindi... ultimamente non sono al massimo della mia vena artistica (????) non so!
l'ultimo capitolo uscito questo mercoledì è stato tipo da suicidio, lasciamo da parte le incoerenze, tipiche dello zio Tite, comunque ho semplicemente notato che il personaggio di Kyoraku è l'unico ad avere un grande spessore psicologico, oltre che essere l'unico (insieme a quell'altro pirla di Kurosaki, ovviamente) che si è sviluppato parecchio... 
è stato tanto triste, ecco tutto .----.
e non so se si è capito... sono pro Kyoraku per nuovo Capitano Comandante :3

Shake it out: bellissima canzone di Florence and The Machine.

   
 
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