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Autore: sakuraelisa    10/11/2012    1 recensioni
Un piccolo stralcio del futuro di Kurt e Blaine nel loro terzo natale insieme :)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Loving in our imperfection

 

Blaine era in piedi di fronte a quella porta addobbata a festa con una ghirlanda natalizia da almeno un’ora, ed era indeciso se bussare o no.
Aveva fatto un lungo viaggio solo per poterlo rivedere e potergli dire che lo amava da morire e che senza di lui non sapeva vivere.
Era dimagrito molto, aveva perso circa cinque chili e il suo viso era più scavato, la sua pelle era meno olivastra e i suoi riccioli erano sempre in disordine da quasi due mesi.
Ma di certo la cosa peggiore erano i suoi occhi, non avevano più quella lucentezza che li distingueva dagli altri, erano diventati spenti.
Quel giorno, però, per andare dall’amore della sua vita, si era rasato la barba, si era sistemato i capelli, si era dato una ripulita generale mettendosi i suoi vestiti migliori e si era ripromesso di sorridere.
Prima di partire per New York aveva parlato con Burt Hummel, quello che sperava diventasse il suo futuro suocero. Il piano era semplice, lui sarebbe andato prima e avrebbe parlato con Kurt cercando di farlo ragionare e poi sarebbe arrivato lui con un anello e una proposta. Sembrava facile pensarlo ma farlo diventare realtà appariva complicato, ma lui ci credeva. Era della sua anima gemella che si parlava.
Quando era andato in gioielleria il giorno prima, il commesso lo aveva guardato sorpreso. Alla fine lui era solo un ragazzino agli occhi degli altri, ma Blaine era convinto che Kurt fosse la persona giusta, voleva passare il resto dei suoi giorni con lui, e voleva provarci, se lui gli avrebbe detto di no, ci avrebbe rinunciato, ma doveva tentare. Doveva farlo per non pentirsene in futuro.
Alla fine si decise a bussare, prima però strinse la scatolina di velluto blu all’interno della tasca della sua giaccia e fece un respiro profondo, era arrivata l’ora.
Poggiò delicatamente il dito sul campanello e bussò, prima una o poi due volte finché la porta non si aprì davanti ai suoi occhi rivelando la figura quasi stanca ma sempre bellissima del suo Kurt, se ancora poteva chiamarlo suo.

“B-blaine” disse lui lievemente, a bassa voce.

“Ciao Kurt” gli rispose lui, impacciato.

“Cosa fai qua?”

“Tuo padre è già andato via?”

“Un’oretta fa.”

“Vi siete parlati?” gli chiese tentennante

Kurt annuì poi si spostò dalla porta facendo cenno a Blaine di poter entrare in casa e lui non se lo fece ripetere, con un sorriso fiducioso in volto varcò la soglia.
Blaine lo oltrepassò e si diresse verso il divano, dove si sedette stando bene composto, posando le mani sul suo grembo, la scatolina deposta nella sua tasca stava iniziando a pesare e non vedeva l’ora di poter rivelare tutto a Kurt.
Lui lo raggiunse e si sedette nella sedia di fronte a lui, accavallando le gambe e incrociando le braccia al petto, aveva un’espressione indecifrabile.

“Allora… eccoti qua.” esordì Blaine

“Cosa sei venuto a fare, Blaine?”

“Kurt… ti prego ascoltami.”

“Due mesi Blaine, sono passati due mesi e tu ti ripresenti qua da me e pretendi che io ti ascolti.”

“Io ti amo, Kurt”

“Non è vero Blaine, lo dici ma non lo pensi.”

“Amore… ”

“Non chiamarmi così, non lo meriti e io sono stato male per colpa tua e tutt’ora sto male.”

“Ti chiedo solo di ascoltarmi.”

“A allora parla e poi vai via.”

Blaine abbassò il viso e guardò le sue mani intrecciate, in realtà non sapeva bene come iniziare, aveva preparato un discorso ma in quel momento aveva tanta paura che tutto fosse finito per davvero e che non ci fosse nessuna possibilità per lui.
Finalmente si decise, si era ripromesso che ci avrebbe almeno provato e così decise di fare, alzò il suo sguardo, in quel momento fiero, e iniziò a parlare.

“Allora, non so bene come iniziare, e che ho paura Kurt, tu lo sai che io ti amo tanto ma quando sono rimasto solo e sentivo la tua
mancanza era tutto difficile.”

“Lo era anche per me, Blaine.”

“Ma sai, tu hai Rachel e io invece non ho nessuno Kurt, e quando ho incontrato la prima persona che si è avvicinata a me e che mi ha fatto diventare importante ai suoi occhi allora ho capito che forse la solitudine era giunta al termine e…”

“… e hai pensato bene di tradirmi, allora.”

“Kurt, io non ti ho tradito.”

“Ma hai avuto la tentazione, Blaine”

“Non sono andato fino in fondo, però… e ci sei sempre stato tu nei miei pensieri.”

“E ti aspetti che io ti perdoni adesso?”

Blaine lo guardò con uno sguardo sconsolato, quello che Kurt conosceva sin troppo bene. Quegli occhi che in realtà stava cercando di ignorare da quando Blaine era apparso davanti a lui poco tempo prima. Gli erano mancati moltissimo.
Tutto gli era mancato, anche volendo lui non era mai riuscito a odiare Blaine per quello che gli aveva fatto. Sì, ovviamente era ancora arrabbiato, ma il suo amore per lui non era mai cambiato nemmeno un istante.
Si fissarono per un secondo che ad entrambi parve lunghissimo poi Blaine continuò a parlare cercando di non far notare l’incrinatura nella sua voce diventata all’improvviso leggermente più alta.

“Io voglio solo tornare a come eravamo.”

“Vuoi ricominciare?” gli domandò Kurt, facendo trasparire un po’ troppo la speranza che aveva nel cuore in quelle due piccole e misere parole.

“Non ho mai desiderato di meglio,” gli confermò Blaine

“Cosa possiamo fare allora? Non possiamo iniziare come prima, tu avrai di nuovo delle tentazioni stando lontani e io non voglio soffrire di nuovo.”

“C’è un modo per far sì che funzioni.” gli disse lui, deciso

Kurt non disse nulla, anzi attese che Blaine iniziasse a dirgli il suo piano, ma dentro la sua anima lo sentiva chiaro e distinto. Finalmente il buio era scomparso e anche se la luce era flebile, lui riusciva a vedere tutto cristallino, l’amore che univa lui e Blaine era davvero tornato a splendere.
Blaine dal canto suo, era diventato ancora più nervoso di quanto già non fosse e si stava agitando, lo stava per fare davvero, ma dopotutto quando si incontra la persona giusta bisogna fare in modo che tutto vada per il meglio.
Prese la scatolina dalla sua tasca e la mostrò a Kurt che spalancò la bocca per la sorpresa, coprendola poi con una mano e iniziando a piangere silenziosamente.

“Oh Dio Blaine, non è quello che penso vero?”

“Sì, Kurt, ho pensato che fosse il modo giusto per fare in modo che tutto funzioni tra di noi.”

“Siamo giovani…”

“Ti prego non mi fermare, lasciami finire il discorso che mi sono preparato e poi potrai dirmi quello che vuoi.”

Kurt annuì e cercò di trattenere le lacrime che volevano scivolare dal suo viso.

“Io… io lo so che siamo giovani Kurt, abbiamo solo diciannove anni e tutta la vita davanti, ma sai… io quando provo ad immaginare la
mia vita tra cinque, dieci o vent'anni io vedo solo il tuo viso. Ti amo tanto, e non so vivere senza di te, ci ho provato ed è andata male... allora nei giorni che passavo rinchiuso nella mia stanza e piangevo per te, ho pensato ad una soluzione, e sono giunto alla conclusione che la soluzione per risolvere tutto era la più semplice… ” respirò un’altra volta cercando di trovare il coraggio per la confessione finale e continuò

“Ti ricordi la promessa che ti feci lo scorso Natale? Ecco, adesso voglio farti una vera promessa, Kurt, con un vero anello. Ho messo insieme i miei risparmi e ti ho comprato una piccola fedina… e ho fatto incidere una piccola parola che ci lega amore mio, ti prego posso chiamarti ancora così vero? Dimmi di sì, Kurt,”

“Sì, Blaine, puoi chiamarmi così.” gli disse e le lacrime in quel momento stavano iniziando a cadere in quel viso fatto di porcellana

“Sai, fidanzarci può essere da pazzi, ma io sono sicuro che con un anello al dito tutto sarà più facile. Non nego che avrò ancora delle tentazioni ma sapere che un giorno ci sposeremo mi farà ricordare che nonostante la distanza tu sarai sempre il primo pensiero nella mia mente, ad ogni secondo e ad ogni minuto del giorno… quindi te lo chiedo ufficialmente, vuoi sposarmi Kurt Elizabeth Hummel? Vuoi rendermi il ragazzo più felice di tutto l’Ohio? Sai se dirai di sì, sarò fierissimo di mostrare al mondo la fedina che ci unisce.”
Blaine attese pazientemente che Kurt gli rispondesse, lo stava osservando con attenzione cercando di cogliere ogni minima emozione che poteva trasparire dal suo viso, ma vedeva solo tante lacrime cadere inesorabili e forse tutto era davvero finito. Comunque, decise di aspettare una sua mossa.
Kurt si alzò dal suo posto e lo raggiunse sul divano, si sedette di fianco a lui e anche se all’inizio era riluttantealla fine lo abbracciò stretto. Blaine non riusciva a credere a quello che stava succedendo, era sorpreso, pensava che lui lo avrebbe rifiutato e che tutto sarebbe finito e invece lo stava abbracciando.
Con un sorriso apparso sul suo volto ricambiò il suo abbraccio, stringendolo a se con le sue braccia.
Lo sentì aggrapparsi a lui, senti le sue mani afferrargli forte le spalle e le unghie delle mani graffiare la sua pelle coperta dalla giacca e lo sentì staccarsi.
Si guardarono negli occhi e Blaine lo vide, quel silenzioso che Kurt voleva tanto sussurrare, ma che per una strana ragione non voleva dire, non in quel momento.
Con le mani ancora poggiate sulle sue spalle gli tolse la giacca e gli sistemò meglio il colletto della camicia. Blaine sentì le sue dita sfiorargli il collo e percepì un brivido lungo la schiena che lo fece ridestare.

“Sì”

“Come?” gli domandò iniziando a diventare euforico

“Ho detto tesoro… sì Blaine, facciamolo.”

Lui non ce la fece a trattenersi, lo abbracciò di slancio fino a farlo cadere all’indietro facendolo così sdraiare sul divano con il corpo sotto al suo.
Gli accarezzò dolcemente le guance diventate rosse, proprio come piacevano a lui, adorava quel colore sul suo Kurt. Ora in cuor suo sapeva che poteva di nuovo chiamarlo così.

“Puoi dirlo ancora?”

Kurt sorrise a quella domanda, alzò lievemente il viso e si sporse verso di lui, lasciandogli un bacio a fior di labbra sulla fronte.

“Sì, voglio sposarti Blaine.”

Blaine si sollevò da lui e lo fece alzare. Prese in mano la scatolina che era caduta prima nel divano a causa di quell’improvviso abbraccio e l’aprì davanti agli occhi lucidi ed emozionati del suo fidanzato.
Estrasse la fedina stando bene attento a non rompere nulla e poggiò la scatolina nel tavolino di fianco a loro.
Kurt gli porse subito la mano destra e lui con le mani tremanti gli infilò l’anello al dito, stringendogli poi la mano, dolcemente.
Si sorrisero per un minuto che stava diventando quasi eterno, Kurt continuava a guardare quanto stesse bene la fedina al suo dito destro e Blaine continuava a pensare che finalmente tutto era tornato come prima, anche se adesso era tutto più bello.
Kurt sollevò il suo sguardo e levò la mano dalla sua, con un sorriso felice stampato in volto circondò con le dita le guance del suo Blaine e avvicinò le labbra alle sue, baciandolo per la prima volta dopo mesi di lontananza.
Come gli erano mancate quelle labbra, come gli era mancato quel contatto che tra di loro era sempre stato cosi intimo e personale, baciare Blaine in quel momento, dopo quella dichiarazione era la cosa più giusta da fare e vedere che anche lui stava ricambiando rendeva tutto perfetto.
Ma come gli aveva detto lo scorso Natale il suo Blaine, lui lo amava per la sua imperfezione. Infatti loro non erano perfetti, ma erano giusti l’uno per l’altro. Si amavano anche per i loro difetti e sapevano che entrambi avevano commesso molti errori, ma erano disposti a vivere la loro vita insieme cercando di non fare più sbagli e correggendosi a vicenda.
In quel bacio era racchiuso un sentimento che stava rinascendo, che stava ritornando alla luce e che sarebbe rimasto in vita almeno fino a quando il loro amore ci sarebbe stato.
In quella stanza ora c’erano Kurt e Blaine, seduti in quel divano, persi nel loro primo bacio dopo mesi, si stavano promettendo qualcosa d’importante, qualcosa che entrambi erano disposti a promettersi. Una promessa che avrebbero cercato di mantenere, sapevano che sarebbe stato difficile ma in quel momento per loro contava solo il loro amore. Le loro labbra unite e una fedina posta al dito di uno dei due che poteva dire tante cose, ma che infondo ne diceva solo una: courage.
  
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