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Autore: DelilahAndTheUnderdogs    10/11/2012    2 recensioni
Come sarebbe se tutto ciò che credi si sgretolasse intorno a te? questa è la storia di una ragazza ironica e sarcastica (la citazione? un must) che andrà incontro alla vita sbattendo il naso tante di quelle volte che neanche lei riesce a tenere il conto.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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C’era una volta, ogni storia dovrebbe iniziare così. Ma non questa. Perché tutte le storie hanno un inizio strabiliante, un mezzo turbolento e un tragico finale. Ma io non seguirò questo schema: ci sarà un tragico inizio, un mezzo turbolento (questo è sempre gradito) e un finale strabiliante. Ma forse non seguirò nemmeno questo, di schema. Me lo dice anche mia sorella Junebug, non pianifico mai ciò che faccio. Vado sempre per istinto ed intuito. Se mi faccio male, non bado a cerotti o fasciature. Non sono come Junebug, lei per ogni caduta si deve fasciare. Anche per la storia della nostra famiglia, anche quella la voleva fasciare.   


I.

Sono nato in un giorno di novembre (a Woodbury, Minnesota, dove vivo ancora) ‘piuttosto frizzante’, a detta di mia madre. Lei è la donna più dolce, fragile e paziente che conosca: è la fusione fra la signorina Dolcemiele di ‘Matilde’ e la mamma di ‘The tree of life’. Ma sa essere prorompente quanto Lorelai Gilmore di ‘Una mamma per amica’. Ma da quel giorno mi sento strappato da qualcuno, qualcuno che avevo bisogno di conoscere, forse litigare ma soprattutto volere bene. Sono nato troppo in fretta, mamma sapeva che dopo la quiete (Junebug) c’era la tempesta (io). Mamma mi voleva dare un nome strabiliante, come aveva fatto per Junebug ma papà glielo impedì: aveva già fatto una sciocchezza a chiamare mia sorella con un nome eccentrico, e io dovevo chiamarmi con un nome normale. Così mi chiamarono Margaret Suzanne Wilson. Questo sì che era un nome stupido. Sì è stupido perché un nome così romantico non è adatto  a me, maschiaccio come sono. Infatti, vesto sempre con camicia e salopette, e porto i capelli come quelli di Scout in ‘Il buio oltre la siepe’.  Beh, non proprio così: un po’ più corti e senza frangia. Alla maschietta, ecco.                                                                                                                                                    
Vengo comunemente chiamato Scott o Scotty quindi non è raro riferirsi a me al maschile, mia sorella invece è l’unica che mi chiama Peggy Sue come quella canzone di Buddy Holly.                                                                                                                                  
Papà se ne andò all’improvviso, in un afoso pomeriggio d’estate di sette anni fa. Avevo solo sette anni e stravedevo per lui. Junebug non fa altro che ripetermi che se c’era papà c’ero io. Per un anno ho aspettato davanti alla porta di casa nella speranza che si decidesse a tornare. Ma un freddo giorno di dicembre Junebug mi prese per le spalle e mi scosse: “Svegliati, quell’uomo non tornerà”. E mi svegliai da quel torpore che il mio corpo aveva. E mi arrabbiai con lui. Ma avevo capito perché se ne era andato: la scusa che aveva un'altra donna non reggeva. Papà non aveva altro che noi e poi voleva bene a mia madre. No, aveva scoperto qualcosa di sconcertante. Qualcosa che avrei scoperto a mio malgrado. Fino ad allora avevo nuotato nel mare dell’amore.
 
   
 
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