Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Ionny    10/11/2012    12 recensioni
C'è un vecchio detto: "Le unche cose che hai bisogno per giocare a questo gioco sono le chips e una sedia. Ma per sedersi e vincere è necessario molto di più. Nel poker in realtà non si tratta di vincere o perdere. Il poker è fare la scelta giusta; devi sapere quando chiamare, quando a volte foldare, quando spingere tutto in all-in".
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chaz , Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Bondage
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 Una stanza bianca.
Una stanza bianca è tutto quello che vedo, pareti bianche, sedia bianca, tavolo bianco, tutto di un fottuto bianco candido, freddo.
Nessun'altro colore, solo bianco. 
E' questo il paradiso? No.
Il paradiso mi hanno insegnato che è diverso, con nuvole candide, che danno senso di calore, angeli.
Tutto uno schifo, il paradiso non esiste. Questa è solo una fottuta stanza bianca, un'altra fottuta stanza bianca. 
Rimango a fissare il soffitto, cercando di trovare una qualche imperfezione, ma niente, tutto fottutamente a posto. 
Non so per quanto tempo rimasi così, nemmeno quando la porta si aprì, io non distolsi lo sguardo, ma rimasi a fissare quella macchia.
Una macchia, come ero io, una fottuta macchia che non centra niente con tutto il resto.
Ormai ero abituata a ritrovarmi in posti che non conosco. Sopratutto in stanze come questa. 
Una voce richiamò la mia attenzione, però io rimasi con lo sguardo su quella fottuta macchia. Era un dottore.
« Nina, ci rivediamo a quanto pare » Frank, ecco chi era. 
« Buongiorno anche a te Frank, allora, questa volta quando potrò uscire, oggi stesso o doma- » non riuscii a finire la frase che lui mi interruppe.
« tu non esci, ne oggi ne domani, abbiamo deciso di tenerti sotto controllo, perchè non è la prima volta, e non puoi continuare così, e tu lo sai, ti stai rovinando Nina, stai solo rovinando la tua vita! » alzò le braccia con la mia cartella in alto, esasperato.
« come se non fosse già rovinata di suo » borbottai in risposta, pensando che non mi abbia sentitto.
« Allora, iniziamo da oggi pomeriggio alle 2, andrai con la dottoressa Malive, e lei cercherà di... aiutarti. » aprì le tapparelle della piccola finestra, per far entrare un po' di luce, con scarsi risultati.
 
«Aiutarmi, certo, come tutti gli altri tre dottori, ma cosa hanno concluso alla fine? un cazzo, niente di niente, nada. Io non voglio essere aiutata,
io sto bene, non vedi? sto alla perfezione! » dissi cercando di alzarmi, ma non riuscendoci essendo attaccata a dei tubi vicino al letto, di cui non mi ero accorta prima. 
« No Nina, tu non stai bene... » si avvicinò ai tubi, e inserì qualcosa nella flebo, un liquido bianco, cercai di oppormi, ma niente, dopo qualche secondo tutto diventò sfumato, indecifrabile, non distinguevo più le figure, i suoni e poi tutto buio. 
Rimasi incosciente per molto tempo, credo. Vedevo immagini che non avevano alcun collegamento tra di loro, senza senso, come se la mia mente fosse sotto comando,
non vedevo veri e propri avvenimenti, ma solo immagini, di fiori, case, bambini, una bottiglia di plastica, tutto strano, ricordo solo questo. 
Quando mi svegliai non ero più nella stanza bianca, ero in una camera, come quella di casa mia, se cos' la possiamo chiamare, ma c'era qualcosa di diverso.
La scrivania era quella, il letto anche, il lampadario pure, ma c'era qualcosa che non quadrava.
Mi guardai ancora in giro, cercando la flebo e i tubi che avevo attaccato alle braccia, ma niente.

Mi misi a sedere, con un po' di fatica, ma ce la feci.
Fissai le mie braccia, le mie gambe. Poi alzai lo sguardo.
Quella non era la mia camera.
Camera mia non ha una porta verde/gialla con una finestra, no. Mi guardai in giro, cercando di capire sattamente dove ero. Niente.
Mi alzai, andando in giro per la stanza, senza sapere esattamente quello che stavo facendo, volevo solo trovare qualcosa di letteralmente mio.
Guardai le foto sulla scrivania, i quadri. Niente era mio, era solo una brutta imitazione della mia stanza. 
Fui catturata da un piccolo peluche che non era assolutamente mio, non ricordo di averne mai avuto uno così, bianco, candido.
Lo presi in mano, ma poi la porta si aprì di colpo, e io lo lascia cadere.
Una giovane donna entrò nella stanza, e solo allora mi resi condo che stavo indossando un camice azzurro. 
« Ciao Jennel » mi salutò. Io non risposi, mi limitai a fissarla, non capendo. 
« ti starai chiedendo chi sono e che cosa ci fai qui, beh ecco, io sono la dottoressa Malive, e questa è la tua nuova stanza,
abbiamo cercato di renderla uguale a quella che avevi a casa tua, il più possibile, vogliamo che tu ti senta a tuo agio qui. » non dissi di nuovo niente, mi guardai solo in giro.
« Quando potrò andare a casa? » chiesi poi.
« A casa? beh, tutto dipende da te. » mi sorrise. Perhcè sorride?  cosa c'è da sorridere? Io voglio soltanto tornare a casa, nel MIO letto, nella MIA stanza.
« E i miei genitori? dove sono i miei genitori?  » domandai, un po' frettolosa.
« I tuoi genitori stanno bene, sono di là, hanno deciso loro di mandarti qui » Cosa? loro hanno fatto cosa? 
« Credo che tu voglia parlare da sola con loro, io adesso me  ne vado e li farò entrare » si avvicinò verso la porta.
« No! » quasi urlai. « Io non li voglio vedere! voglio rimanere sola, anzi, voglio uscire, voglio andare a casa! » continuai.
« Va bene, adesso tu ti vesti, li -disse indicando un armadio alle mie spalle- ci sono alcuni vestiti che i tuoi genitori hanno portato da casa; poi andiamo fuori, a prendere un po' d'aria e voglio farti anche vedere il centro. » Annuii dirigendomi, un po' incerta, verso l'armadio.
Quando l'aprii tutta la mia roba era li, i miei vestiti. Tutti.
Non feci caso a quello che indossai, può essere stato un paio di leggins, come un paio di pantaloni della tuta. 
Quando fui pronta, aprii la porta da cui La dottoressa Malive uscì poco prima. La vidi parlare con qualcuno e la raggiunsi. Mi sorrise, io non ricambiai.
Mi mise una mano dietro la schiena, per indicarmi la strada, avanzai incerta.  
Arrivammo ad un portone, che lei aprì con una spinta, lasciando entrare una forte luce, e un calore accoglievole.
Era un giardino.
 
No sbagliato. Era una specie di gabbia. Era circondato da mura, e all'interno c'erano alcuni alberi e dell'erba. 
 
Volevo tornare a casa, Volevo tornare al mio tavolo, alla mia sedia.
La dottoressa MAlive mi condusse in un'altra parte dell'edificio, dove c'era una specie di salone, con altre persone dentro. C'erano vecchi e ragazzi della mia età che se ne stavano tutti per i fatti loro, li guardai un po', finche uno non attirò la mia attenzione. Aveva delle carte in mano, le maneggiava con destrezza, come se fosse abituato, come se lo avesse fatto per tutta la vita.
Era un ragazzo dai capelli color caramello, il volto coperto dalla visiera di un capellino dei Guelph Storm e se ne stava chino sul tavolo, fissanod le carte. Sembrava come attratto da loro. Poi rivolsi il mio sguardo agli altri, che sembravano quasi non fossero vivi, sembravano, strano a dirsi.
La dottoressa mi presentò un po' tutti, e scoprii che il ragazzo con le carte si chiamava Justin, Justin Bieber. 
Dopo le presentazioni mi portò a finire il giro dell'istituto, ma io continuavo a pensare a quel ragazzo. 
Era mezz'ora che la dottoressa mi aveva riportato in camera mia, e io stvao stesa sul letto a fissare il muro. Perchè i miei genitori mi avevano portata qui? non avevo fatto nulla di male, credo. Fissai le rientranze del muro, finendo con l'addormentarmi.

Mi risvegliai, guardando l'orologio constatando che cherano le 11 di sera, bene. Mi alzai dal letto decidendo di andare a fare il giro da sola dell'istituto, volevo vedere non solo l'apparenza, ma cosa si nascondeva veramente dietro. 
Mi incamminai per i corridoi quasi bui, illuminati qua e la da picccole luci. Girovagai per un bel quarto d'ora, trovando solo stanze vuote o camere da letto, poi fui distratta da un rumore che proveniva da in fondo ad un corridoio buio, e, senza pensarci due volte, mi ci incamminai. Erano schiamazzi che provenivano da dietro una porta, e da sotto l'uscoi si vedeva una luce.
Erano molte più persone, da quello che sentivo. Decisi di aprire la porta, rimanendo senza parole.
C'erano alcuni ragazzi e vecchi riuniti attorno ad un tavolo, ma non un semplice tavolo, bensì uno da gioco. Rimasi a guardarli e anche loro si accorsero di me, e mi fissavano, con le carte in mano. 
« John, cosa cazzo stai facendo? perchè non stai sorvegliando la porta? » urlò un vecchio alzandosi dalla sedia. io rimasi impassibile.
« Ragazzina che vuoi? » sempre los tesso vecchio mi parlò, aveva i capelli bianchi, indossava una camicia a quadri con sotto una canotta bianca, che gli lasciava vedere i peli del petto e delle ascelle. Era un uomo grassoccio, che camminava a stento, ma riuscì comunque ad alzarsi. Senza paura mi avvicinai a loro e dissi
« Voglio giocare anche io » loro mi guardavano quasi divertiti. 
« Questo non è un gioco per te ragazzina, tornatene nella tua stanza, e guai a te se dici a qualcuno quello che hai visto stanotte » mi ammoni sempre il vecchio.
« Ripeto : voglio giocare anche io » mi impuntai, guardandolo fisso.
« Non dire cazzate, torna a giocare con le bambole, questo non fa per te! » « e chi lo dice? Ti sfido » lo sfidai, guardando anche gli altri, che rimasero a bocca aperta.
« a si? Bene dai, fategli posto, la ragazzina mi ha sfidato! bene ragazzina ne sei sicura? non voglio che tu pianga perchè hai perso » mi sedetti sulla sedia chemi liberarono pochi secondi prima.
« Stai certo che non piangerò per la mia vittoria. » Il vecchio si sedette al tavolo, e altrepersone con lui. 
 
Questo posto iniziava a piacermi. 



Hello pipol.

Questa è la mia nuova FF.
Justin non sarà il solito cantante urlafamoso, Sarà diverso, però lo scoprirete nel corso della storia.
Spero vi possa piacere, anche se non so se come primo capitolo faccia incuriosire almeno un po'.
Comunque, spero di trovare qualche recensione, per sapere se ne vale la pena di andare avanti o meno.
Ionny.

PS: ho provato a fare il trailer ma è venuto una merda e non ha un senso logico, mentre il banner l'ha fatto una mia amica :)
   
 
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