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Autore: Ayumi Yoshida    10/11/2012    3 recensioni
Stava insieme a Bulma praticamente da una vita, si erano conosciuti quando erano appena adolescenti, ma Yamcha non aveva mai pensato al matrimonio.
( Seconda classificata al contest "Fuori dai propri schemi" di LadyGrinningSoul91 e Akamint e vincitrice del premio "miglior personaggio meno trattato nel fandom" )
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Yamcha | Coppie: Bulma/Yamcha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Niente

 

Dopo che Goku aveva pronunciato quella strana frase, l’idea del matrimonio continuava a ripresentarsi nella sua testa molto più del previsto. Stava insieme a Bulma praticamente da una vita, si erano conosciuti quando erano appena adolescenti, vivevano insieme, ma Yamcha non aveva mai pensato al matrimonio.

Risentiva la voce di Goku esclamare: “Fai un bel bambino!” mille volte nella sua testa e non riusciva ancora a crederci: non si sarebbe mai aspettato un suggerimento del genere da lui, troppo preso da lotte e combattimenti. Intanto, si era già sposato, nonostante fosse più piccolo, e aveva anche un figlio.

L’idea di poterlo imitare, se da un certo punto di vista lo spaventava, dall’altro lo dilettava non poco, e scoprirlo l’aveva sorpreso parecchio: aveva sempre desiderato sposarsi, ma, alla fine, nella sua vita aveva trascorso più tempo a cercare di affinare le proprie tecniche e la propria forza e quell’obiettivo era passato silenziosamente in secondo piano. Adesso, invece, all’improvviso si era rifatto strada con quello strano invito di Goku e Yamcha sentiva che sarebbe stato davvero possibile.

Finalmente meno agitato di quanto lo era stato dal giorno in cui quello strano ragazzo giunto dal futuro aveva portato loro notizie funeste, poté guardarsi di nuovo nello specchio, dove l’immagine di un guerriero coraggioso e deciso gli sorrise di rimando: ad un tratto si sentì di nuovo pieno di energie e pronto a combattere come a sedici anni, quando aveva incontrato Bulma e Goku. Avrebbe chiesto alla ragazza di sposarlo non appena avesse terminato gli allenamenti per diventare più forte e poter competere con gli androidi che sarebbero giunti tre anni dopo, così il suo desiderio si sarebbe finalmente realizzato.

Aveva preparato un piccolo fagotto con il necessario, tutto il resto se lo sarebbe procurato sul posto, ed era pronto a partire. Aveva dato appuntamento a Tenshinhan poco fuori dalla città per farsi scortare in un luogo che non conosceva per allenarsi con lui e Jiaozi e sarebbe stato via per un po’. Tre anni. A Bulma, che lo rimproverava sempre di lasciarla sola, sarebbero sembrati un’eternità. Ma non appena fosse ritornato…

“Allora, vai davvero via di nuovo?”

Yamcha incontrò la ragazza nel corridoio del secondo piano, mentre si affrettava ad avviarsi all’uscita per salutare tutti. Bulma lo guardò in tono di sfida come per vedere se lui avesse il coraggio di ribattere. Il ragazzo sospirò in silenzio e replicò: “Vado ad allenarmi per difendere la Terra dai cyborg di cui ci ha parlato quel ragazzo.”

“Appunto, mi abbandoni di nuovo.” Ormai la voce di Bulma fremeva, incapace di fingersi ancora calma, e la ragazza sbottò con voce stridula: “Come puoi lasciarmi qui ancora una volta? Cosa te ne importa degli androidi? Ci penseranno Goku e gli altri a farli fuori! Non-”

“Non potrei mai abbandonare Goku.” la interruppe Yamcha guardandola negli occhi, serio. “Devo tanto a Goku e non potrei mai abbandonarlo. Certo sarà dura, ma…”

Rise nervosamente sotto il suo sguardo accusatore, portandosi una mano alla nuca. Come poteva dirle che aveva pianificato tre anni di allenamenti intensivi al di fuori del mondo? Bulma lo avrebbe ucciso.

“Non sparirò di certo! Tornerò appena possibile.” concluse in tono smorzato quella mezza verità. Soltanto allora la ragazza sembrò calmarsi e i suoi occhi brillarono di nuovo, come avessero visto un marchingegno complicatissimo e sconosciuto.

“Devi farlo!” esclamò, rinfrancata “Non voglio restare da sola troppo a lungo con Oolong. E quel Vegeta non mi piace per niente, lo sai… Prometti che non sparirai!”

“Promesso!” replicò Yamcha con un sorriso: era l’unica cosa che avrebbe potuto giurarle senza sentirsi un peso sulla coscienza, perché sarebbe davvero ritornato per chiederle di sposarlo.

“Torna presto.” disse Bulma improvvisamente a voce più bassa, quasi incomprensibile, e, inaspettatamente, si sporse verso di lui per posare le labbra sulle sue.

 

I primi giorni, Yamcha pensò più volte a Bulma, immaginandola impaziente, ma fiduciosa. Il secondo mese, già vedeva il suo sorriso incrinarsi; il quinto mese il suo volto era soltanto un ricordo lontano, il nono mese non lo ricordava più. Di notte, vedeva solo calci e pugni e gli androidi che lo inseguivano nei suoi sogni. Anche se sapeva che era impossibile, sperava ancora che la ragazza lo stesse aspettando, perché lui non era sparito, non aveva soltanto il coraggio di affrontarla dopo tutte quelle belle parole che le aveva lasciato, consapevole che non corrispondevano alla realtà. Nonostante tutto stava lottando per lei, era questo l’unica certezza che lo mandava avanti. Combatteva per lei, si feriva per lei, viveva come un animale senza cibo e senza casa per lei. Voleva creare un mondo pacifico prima di chiedere a Bulma di sposarlo, un mondo in cui avessero potuto vivere senza dover sempre temere qualcuno più forte.

Sono scomparso dalla faccia della terra per lei, continuava a ripetersi con dedizione e colpiva Tenshinhan più forte. Il suo pugno, ormai, era di acciaio. Poteva davvero battere i nemici che sarebbero giunti.

 

Quando l’alba colorò il cielo, immediatamente tutti aprirono gli occhi: attendevano quel momento da tre anni. Mancavano soltanto due settimane all’arrivo degli androidi. Mentre consumavano qualche frutto trovato qua e là, né Tenshinhan, né Jiaozi, né Yamcha dissero nulla. Avevano deciso di trascorrere gli ultimi giorni prima della battaglia ognuno per conto proprio a meditare. Yamcha, però, non lo avrebbe fatto: doveva adempire alla sua promessa.

Dentro di sé, temeva di presentarsi davanti a Bulma come se nulla fosse accaduto. I capelli e la barba ormai gli sfioravano il petto, si sentiva lacero, era sporco e non si era fatto vivo per tre anni, però in quel momento era finalmente più forte. Poteva lottare alla pari insieme a Goku e sconfiggere gli androidi. Finalmente poteva chiedere a Bulma di sposarlo.

Raccolse le sue cose in un fagotto e spiccò il volo verso est. Voleva fermarsi prima di tutto sull’isola del maestro Muten per salutarlo e chiedere notizie degli altri. Atterrò sulla riva, bagnandosi le scarpe, e sorrise: finalmente a casa. Corse verso la porta della casa del maestro trattenendo a stento la felicità e cominciò a bussare forte. Con un lieve cigolio l’uscio fu aperto dall’unica persona che, in quelle condizioni, non avrebbe mai voluto vedere.

“Che ci fai qui?” esclamò Bulma con un tono di voce che non gli piacque per niente. Sembrava pieno di irritazione. Cercando di non scoraggiarsi e di guardarla fisso negli occhi, Yamcha le rivolse un sorriso e replicò: “Sono qui per mantenere la mia promessa. Sono tornato.”

 “É questo che odio di te.” sibilo lei duramente, senza l’ombra di felicità nello sguardo e lui non riuscì a non fare vagare lo sguardo più in basso. “Cerchi sempre di sdrammatizzare. Credi che ci sia qualcosa da sdrammatizzare dopo tre anni che non ti fai vivo?”

Yamcha serrò le labbra, incapace di trovare le parole per risponderle.

Bulma lo fissò con un sorriso di scherno più simile ad un ghigno e continuò: “Eri davvero convinto di tornare e trovarmi a braccia aperte ad aspettarti? Mi sono stancata di stare sola!

Gli occhi del ragazzo indugiarono finalmente per un attimo lunghissimo sul suo ventre stranamente rigonfio. Non avrebbe mai voluto vederla in quelle condizioni sapendo che ormai erano estranei.

“Mi dispiace.” mormorò senza aver il coraggio di guardarla più in faccia. Si sentiva più debole che mai. “Non volevo lasciarti sola. Prima di partire, avevo pensato che al mio ritorno…”

Cosa?

“Niente. Ormai non è più importante.”

Mentre ripensava ai suoi piani, nonostante si sentisse sconvolto, Yamcha non riuscì a trattenere un sorriso amaro nel pensare che aveva osato credere che tre anni non sarebbero stati importanti, che nulla sarebbe cambiato.

“Quando nascerà?” le chiese ancora accennando al ventre con la testa. Non riusciva a spostare lo sguardo, come se una strana forza lo stesse costringendo a fissare per sempre la prova della sua debolezza.

“É questione di giorni” replicò la ragazza, improvvisamente triste “e sarò di nuovo sola, perché Ve-”

“Mi dispiace.” ripeté a voce alta Yamcha per sovrastare le sue parole. Non si sentiva ancora pronto a sentire il nome di colui che aveva distrutto il suo sogno di una vita felice costringendolo alla solitudine. E non solo lui, anche la donna che amava. Avrebbe voluto ucciderlo.

Senza dire niente, lasciò Bulma sola ancora una volta sulla soglia della Kame House, incapace di pensare lucidamente. Raggiunse nuovamente in volo il luogo in cui, in quegli ultimi tre anni, si era allenato con Tenshinhan e lasciò fluire la sua rabbia.

Aveva osato pensare che niente sarebbe cambiato… Era stato uno stupido.

Prese a pugni ogni singola parte della natura che glielo permetteva finché non gli sanguinarono le mani. Trovò un coltello che Tenshinhan o Jiaozi avevano dimenticato e si tagliò barba e capelli senza smettere di urlare dal dolore. Avrebbe voluto che anche Vegeta urlasse in quel modo di dolore, avrebbe voluto ucciderlo con le sue mani, ma la sua coscienza gli diceva che non poteva privare la Terra di uno dei suoi più forti difensori.

Non era stato neppure capace di proteggere la donna che amava… In confronto a lui, non era niente. Non meritava di avere niente.

 

Note:

Questo contest mi ha messa davvero a dura prova, ma mi ha dato anche la possibilità di scrivere di Yamcha, un personaggio bistrattato da tutti, ma che io adoro. E’ anche per questo motivo che sono fiera del dieci all’IC e di aver vinto il premio per il personaggio meno trattato del fandom. *__*

Ho cercato di ideare un missing moment dove il punto di vista principale fosse di Yamcha e dove gli avvenimenti facessero da contorno. L’ambientazione è collocata quando il ragazzo scopre che Bulma aspetta un bambino da Vegeta. Ho cercato di fare due conti per il tempo che potesse essere passato e spero che si avvicini a quello della serie: nella prima stesura, che poi è quella corretta dalla giudice, avevo scritto che si trattava di una settimana, ma adesso ho corretto in modo da rendere il tutto più veritiero. Ringrazio ancora una volta la giudicia per avermelo fatto notare, oltre che per tutto il resto! ;)

Che altro dire? Spero che chi legga possa apprezzare almeno un po’ questa fic. So che la coppia non è molto comune, perché metà fandom tifa per Bulma e Vegeta, ma a me questi due insieme piacciono davvero tanto! *___*

Vi sarò grata se vorrete lasciare un parere.

Alla prossima! ^^

 

 



yamcha

Questo splendido banner è stato realizzato dalla giudicia. Grazie mille! *__*
   
 
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