Niente
Dopo
che Goku aveva pronunciato quella strana frase, l’idea del matrimonio
continuava a ripresentarsi nella sua testa molto più del previsto.
Stava
insieme a Bulma praticamente da una vita, si erano conosciuti quando
erano
appena adolescenti, vivevano insieme, ma Yamcha non aveva mai pensato
al
matrimonio.
Risentiva
la voce di Goku esclamare: “Fai un bel bambino!” mille volte nella sua
testa e
non riusciva ancora a crederci: non si sarebbe mai aspettato un
suggerimento
del genere da lui, troppo preso da lotte e combattimenti. Intanto, si
era già
sposato, nonostante fosse più piccolo, e aveva anche un figlio.
L’idea
di poterlo imitare, se da un certo punto di vista lo spaventava,
dall’altro lo
dilettava non poco, e scoprirlo l’aveva sorpreso parecchio: aveva
sempre
desiderato sposarsi, ma, alla fine, nella sua vita aveva trascorso più
tempo a
cercare di affinare le proprie tecniche e la propria forza e
quell’obiettivo
era passato silenziosamente in secondo piano. Adesso, invece,
all’improvviso si
era rifatto strada con quello strano invito di Goku e Yamcha sentiva
che
sarebbe stato davvero possibile.
Finalmente
meno agitato di quanto lo era stato dal giorno in cui quello strano
ragazzo
giunto dal futuro aveva portato loro notizie funeste, poté guardarsi di
nuovo
nello specchio, dove l’immagine di un guerriero coraggioso e deciso gli
sorrise
di rimando: ad un tratto si sentì di nuovo pieno di energie e pronto a
combattere come a sedici anni, quando aveva incontrato Bulma e Goku.
Avrebbe
chiesto alla ragazza di sposarlo non appena avesse terminato gli
allenamenti
per diventare più forte e poter competere con gli androidi che
sarebbero giunti
tre anni dopo, così il suo desiderio si sarebbe finalmente realizzato.
Aveva
preparato un piccolo fagotto con il necessario, tutto il resto se lo
sarebbe
procurato sul posto, ed era pronto a partire. Aveva dato appuntamento a
Tenshinhan poco fuori dalla città per farsi scortare in un luogo che
non
conosceva per allenarsi con lui e Jiaozi e sarebbe stato via per un
po’. Tre
anni. A Bulma, che lo rimproverava sempre di lasciarla sola, sarebbero
sembrati
un’eternità. Ma non appena fosse ritornato…
“Allora,
vai davvero via di nuovo?”
Yamcha
incontrò la ragazza nel corridoio del secondo piano, mentre si
affrettava ad
avviarsi all’uscita per salutare tutti. Bulma lo guardò in tono di
sfida come
per vedere se lui avesse il coraggio di ribattere. Il ragazzo sospirò
in
silenzio e replicò: “Vado ad allenarmi per difendere la Terra dai
cyborg di cui
ci ha parlato quel ragazzo.”
“Appunto,
mi abbandoni di nuovo.” Ormai la voce di Bulma fremeva, incapace di
fingersi
ancora calma, e la ragazza sbottò con voce stridula: “Come puoi
lasciarmi qui
ancora una volta? Cosa te ne importa degli androidi? Ci penseranno Goku
e gli
altri a farli fuori! Non-”
“Non
potrei mai abbandonare Goku.” la interruppe Yamcha guardandola negli
occhi,
serio. “Devo tanto a Goku e non potrei mai abbandonarlo. Certo sarà
dura, ma…”
Rise
nervosamente sotto il suo sguardo accusatore, portandosi una mano alla
nuca.
Come poteva dirle che aveva pianificato tre anni di allenamenti
intensivi al di
fuori del mondo? Bulma lo avrebbe ucciso.
“Non
sparirò di certo! Tornerò appena possibile.” concluse in tono smorzato
quella
mezza verità. Soltanto allora la ragazza sembrò calmarsi e i suoi occhi
brillarono di nuovo, come avessero visto un marchingegno
complicatissimo e
sconosciuto.
“Devi
farlo!” esclamò, rinfrancata “Non voglio restare da sola troppo a lungo
con
Oolong. E quel Vegeta non mi piace per niente, lo sai… Prometti che non
sparirai!”
“Promesso!”
replicò Yamcha con un sorriso: era l’unica cosa che avrebbe potuto
giurarle
senza sentirsi un peso sulla coscienza, perché sarebbe davvero
ritornato per
chiederle di sposarlo.
“Torna
presto.” disse Bulma improvvisamente a voce più bassa, quasi
incomprensibile,
e, inaspettatamente, si sporse verso di lui per posare le labbra sulle
sue.
I primi
giorni, Yamcha pensò più volte a Bulma, immaginandola impaziente, ma
fiduciosa.
Il secondo mese, già vedeva il suo sorriso incrinarsi; il quinto mese
il suo
volto era soltanto un ricordo lontano, il nono mese non lo ricordava
più. Di
notte, vedeva solo calci e pugni e gli androidi che lo inseguivano nei
suoi
sogni. Anche se sapeva che era impossibile, sperava ancora che la
ragazza lo
stesse aspettando, perché lui non era sparito, non aveva soltanto il
coraggio
di affrontarla dopo tutte quelle belle parole che le aveva lasciato,
consapevole che non corrispondevano alla realtà. Nonostante tutto stava
lottando per lei, era questo l’unica certezza che lo mandava avanti.
Combatteva
per lei, si feriva per lei, viveva come un animale senza cibo e senza
casa per
lei. Voleva creare un mondo pacifico prima di chiedere a Bulma di
sposarlo, un
mondo in cui avessero potuto vivere senza dover sempre temere qualcuno
più
forte.
Sono
scomparso dalla faccia della terra per lei, continuava a ripetersi con dedizione e
colpiva Tenshinhan più forte. Il suo pugno, ormai, era di acciaio.
Poteva
davvero battere i nemici che sarebbero giunti.
Quando
l’alba colorò il cielo, immediatamente tutti aprirono gli occhi:
attendevano
quel momento da tre anni. Mancavano soltanto due settimane all’arrivo
degli
androidi. Mentre consumavano qualche frutto trovato qua e là, né
Tenshinhan, né
Jiaozi, né Yamcha dissero nulla. Avevano deciso di trascorrere gli
ultimi
giorni prima della battaglia ognuno per conto proprio a meditare.
Yamcha, però,
non lo avrebbe fatto: doveva adempire alla sua promessa.
Dentro
di sé, temeva di presentarsi davanti a Bulma come se nulla fosse
accaduto. I
capelli e la barba ormai gli sfioravano il petto, si sentiva lacero,
era sporco
e non si era fatto vivo per tre anni, però in quel momento era
finalmente più
forte. Poteva lottare alla pari insieme a Goku e sconfiggere gli
androidi.
Finalmente poteva chiedere a Bulma di sposarlo.
Raccolse
le sue cose in un fagotto e spiccò il volo verso est. Voleva fermarsi
prima di
tutto sull’isola del maestro Muten per salutarlo e chiedere notizie
degli
altri. Atterrò sulla riva, bagnandosi le scarpe, e sorrise: finalmente
a casa.
Corse verso la porta della casa del maestro trattenendo a stento la
felicità e
cominciò a bussare forte. Con un lieve cigolio l’uscio fu aperto
dall’unica
persona che, in quelle condizioni, non avrebbe mai voluto vedere.
“Che ci
fai qui?” esclamò Bulma con un tono di voce che non gli piacque per
niente.
Sembrava pieno di irritazione. Cercando di non scoraggiarsi e di
guardarla
fisso negli occhi, Yamcha le rivolse un sorriso e replicò: “Sono qui
per
mantenere la mia promessa. Sono tornato.”
“É questo che odio di
te.” sibilo lei
duramente, senza l’ombra di felicità nello sguardo e lui non riuscì a
non fare
vagare lo sguardo più in basso. “Cerchi sempre di sdrammatizzare.
Credi che ci sia qualcosa da sdrammatizzare dopo tre anni che non ti
fai vivo?”
Yamcha
serrò le labbra, incapace di trovare le parole per risponderle.
Bulma
lo fissò con un sorriso di scherno più simile ad un ghigno e continuò:
“Eri
davvero convinto di tornare e trovarmi a braccia aperte ad aspettarti? Mi
sono stancata di stare sola!”
Gli
occhi del ragazzo indugiarono finalmente per un attimo lunghissimo sul
suo
ventre stranamente rigonfio. Non avrebbe mai voluto vederla in quelle
condizioni sapendo che ormai erano estranei.
“Mi
dispiace.” mormorò senza aver il coraggio di guardarla più in faccia.
Si
sentiva più debole che mai. “Non volevo lasciarti sola. Prima di
partire, avevo
pensato che al mio ritorno…”
“Cosa?”
“Niente.
Ormai non è più importante.”
Mentre
ripensava ai suoi piani, nonostante si sentisse sconvolto, Yamcha non
riuscì a
trattenere un sorriso amaro nel pensare che aveva osato credere che tre
anni
non sarebbero stati importanti, che nulla sarebbe cambiato.
“Quando
nascerà?” le chiese ancora accennando al ventre con la testa. Non
riusciva a
spostare lo sguardo, come se una strana forza lo stesse costringendo a
fissare
per sempre la prova della sua debolezza.
“É questione
di giorni” replicò la ragazza, improvvisamente triste “e sarò di nuovo
sola,
perché Ve-”
“Mi
dispiace.” ripeté a voce alta Yamcha per sovrastare le sue parole. Non
si
sentiva ancora pronto a sentire il nome di colui che aveva distrutto il
suo
sogno di una vita felice costringendolo alla solitudine. E non solo
lui, anche
la donna che amava. Avrebbe voluto ucciderlo.
Senza
dire niente, lasciò Bulma sola ancora una volta sulla soglia della Kame
House,
incapace di pensare lucidamente. Raggiunse nuovamente in volo il luogo
in cui,
in quegli ultimi tre anni, si era allenato con Tenshinhan e lasciò
fluire la
sua rabbia.
Aveva
osato pensare che niente sarebbe cambiato… Era stato uno stupido.
Prese a
pugni ogni singola parte della natura che glielo permetteva finché non
gli
sanguinarono le mani. Trovò un coltello che Tenshinhan o Jiaozi avevano
dimenticato e si tagliò barba e capelli senza smettere di urlare dal
dolore.
Avrebbe voluto che anche Vegeta urlasse in quel modo di dolore, avrebbe
voluto
ucciderlo con le sue mani, ma la sua coscienza gli diceva che non
poteva
privare la Terra di uno dei suoi più forti difensori.
Non era
stato neppure capace di proteggere la donna che amava… In confronto a
lui, non
era niente. Non meritava di avere niente.
Note:
Questo
contest mi ha messa davvero a dura prova, ma mi ha dato anche la
possibilità di
scrivere di Yamcha, un personaggio bistrattato da tutti, ma che io
adoro. E’
anche per questo motivo che sono fiera del dieci all’IC e di aver vinto
il
premio per il personaggio meno trattato del fandom. *__*
Ho
cercato di ideare un missing moment dove il punto di vista principale
fosse di
Yamcha e dove gli avvenimenti facessero da contorno. L’ambientazione è
collocata quando il ragazzo scopre che Bulma aspetta un bambino da
Vegeta. Ho
cercato di fare due conti per il tempo che potesse essere passato e
spero che
si avvicini a quello della serie: nella prima stesura, che poi è quella
corretta dalla giudice, avevo scritto che si trattava di una settimana,
ma
adesso ho corretto in modo da rendere il tutto più veritiero. Ringrazio
ancora
una volta la giudicia per avermelo
fatto notare, oltre che per tutto il resto! ;)
Che
altro dire? Spero che chi legga possa apprezzare almeno un po’ questa
fic. So
che la coppia non è molto comune, perché metà fandom tifa per Bulma e
Vegeta,
ma a me questi due insieme piacciono davvero tanto! *___*
Vi sarò
grata se vorrete lasciare un parere.
Alla
prossima! ^^
Questo splendido banner è stato realizzato dalla giudicia. Grazie mille! *__*