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Autore: LostInStereo_GD    10/11/2012    2 recensioni
Una fanfiction che parla di una ragazza comune, che si ritrova a fare i conti con le emozioni e le conseguenze causate da una notte con il frontman del suo gruppo preferito, Billie Joe Armstrong dei Green Day.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Ventidue anni. La delusione più grande per la tua famiglia. Si aspettavano una laurea in medicina o chissà cosa, e si sono ritrovati una figlia, cugina o nipote (a seconda delle parentele) adulta, in cerca di fortuna in America.
Cazzo, mai contenti, loro.
Intanto però, è importante che sia felice tu. E, in effetti, lo sei.
Sono le undici e mezzo di sera.
-We fucking love you, guys!- urla Billie Joe Armstrong dal palco.
Nelle prime file della piccola sala ti sei goduta il concerto dei tuoi idoli, i Green Day, alla grande, e adesso esci. Sali in macchina, ma invece di imboccare la strada per il tuo piccolo appartamento, scegli quella opposta. Sarai pazza, o qualcosa di simile, ma devi, vuoi parlarci. E per una fottutissima (e fortunata) soffiata ricevuta da Amber, la tua amica responsabile del teatro, sai dove abita Billie Joe Armstrong.
…..
Okay, è vero. Magari Amber non è una “tua amica”, soltanto una donna che, parlando al telefono con il marito, si è lasciata sfuggire l’indirizzo del cantante mentre tu eri di passaggio.
Però intanto, sai dove vive.
Premi al massimo sull’acceleratore, ripetendoti in testa l’indirizzo.
Stop. Freni e scendi.
Una grande villa bianca si para davanti ai tuoi occhi. Ora si che si vedono tutti i soldi che ha… Cammini lungo un giardino secco, senza fiori e quasi completamente privo di erba, e arrivi sotto il porticato dell’abitazione, grande ma incredibilmente spoglio. Solo allora noti che non c’è nessuna macchina lungo il vialetto d’ingresso. Lui ancora non c’è. Ti siedi su una sdraio mezza congelata, ma fa lo stesso. Lo aspetterai a costo della tua vita.
Le ore però passano, e arriva anche il sonno. Magari chiudere gli occhi per un minuto non farebbe male… Ma ti ritrovi subito addormentata come un sasso.
Non fai nemmeno caso alle braccia che, ad un certo punto, ti circondano e ti sollevano di peso.
Senti il clima cambiare. Dal freddo, entri in un’atmosfera calda, accogliente. Sotto di te, la morbida consistenza di un divano. Spalanchi gli occhi, balzi a sedere. Ti guardi intorno. Vedi un enorme salone dai colori spenti. Dalla parte opposta del divano, un uomo ti fissa.
Shock totale. Billie Joe Armstrong.
-Oh, cazzo, credevo tu fossi morta!- esclama portandosi una mano al petto. Lo guardi di traverso. Si accorge del tuo smarrimento. I suoi occhi verde bosco ti scrutano attenti e dolci, le sue labbra carnose si dischiudono e si richiudono in un curioso gesto, come quelle di un pesce. Le sue guance, piuttosto pallide, arrossiscono all’improvviso non appena i tuoi occhi si fissano nei suoi.
C’è odore di alcol nell’aria, scommetti che è lui, ha bevuto troppo.
Il rossore e lo sguardo imbarazzato svaniscono, e con un’espressione brilla ti si avvicina sorridente. Ti accarezza la fronte.
-Sei maggiorenne?- ti fa. Capisci che non è una cosa normale da chiedere ad una sconosciuta, e capisci anche dove vuole andare a parare. E’davvero ubriaco o semplicemente pervertito di natura?
-Sì. Ventidue anni. - rispondi tu. Annuisce e sbadiglia. Scuote la testa.
-Dio, che sonno…- sussurra. -Devo smetterla di ubriacarmi. Penso di essere l’unica persona nell’universo che si stanca bevendo.-
Guarda verso il soffitto e ti fissa di nuovo.
-Ti posso dare del tu?- gli domandi. Scoppia in una fragorosa risata.
-Certo! Chi sono io, Obama? Un professore palloso delle scuole medie? Chiamai direttamente Billie, facciamo prima.-
-Okay, Billie, ma…- mi guardo intorno, un po’imbarazzata. -Non avevi una famiglia?-
Si oscura in viso.
-Hai detto bene. Avevo. Questo vizio di merda dell’alcol mi ha fatto perdere tutto. Mia moglie, i miei figli. Dio, come sono depresso.-
Si sdraia sul divano accanto a te. Siete davvero vicinissimi. Giri lo sguardo verso lui.
Dio, possibile che possa essere così bello un uomo quasi quarantenne?
Ti guarda. Senza sapere come, vi ritrovate aggrovigliati a pomiciare senza ritegno. Non sarà mica illegale? Ma no, siete tutti e due maggiorenni e consenzienti. O almeno… Tu lo sei. Non hai idea di come gli abbia annebbiato il cervello quella sbornia, e onestamente… Non è che adesso sia proprio il primo dei tuoi pensieri…
 
***
Mattina. Il sole entra dalle persiane socchiuse. Ti vuoi alzare, ma ogni centimetro del tuo corpo è dolorante. Poi ti ricordi della sera prima.
La passione ti scioglie di nuovo, ricadi sul letto accanto a lui, addormentato. Lo svegli, anche se sai che potrebbe cacciarti via, dato che non si ricorderà niente della sera prima. Lo baci. Socchiude gli occhi, assonnato.
- Ciao. - sussurra.
- Ehi. - fai tu. -Nel caso in cui tu non te lo ricordassi, dato che eri davvero sbronzo, io e te abbiamo…- Ti zittisce con un gesto.
-Mi ricordo tutto.-  sussurra.
Sei turbata.
-Tutto? Ma… E l’alcol?-
-Ma se fosse stata tutto un’emerita stronzata?- sorride sornione lui.
Cosa? Non ci arrivi, ma poi…
-Oh, cazzo! Ti sei inventato tutto solo per portarmi a letto? Dio, come sei… Sei…-
-Incredibilmente bravo a sedurre le donne?- si vanta.
-Stavo per dire viscido, ma sì, anche quello. E comunque, adesso me ne vado, torno a casa, non è successo niente ed e tutto come…-
Sbuffa.
-Ma che palle, ci stai un po’zitta, ogni tanto?- ti tira per il braccio e ricadi sul letto. Ti dà un altro bacio, come dirgli di no? Si alza, si riveste e va in cucina.
Scandalizzata (e ancora tremendamente eccitata), siedi sul letto pensierosa.
-Comunque,- urla lui dalla cucina. –Com’è che ti chiamavi?-
Ridi e ti sdrai. Stupide rockstar.

 
  
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