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Autore: mybrownhaiir    11/11/2012    2 recensioni
«Jon, lei ti ama. Ora lei si arrabbierà con me perché te l'ho detto ma qualcuno doveva farlo...»‏
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: Yavanna è un personaggio che non esiste nella storia originale.

Il sole riscaldava Grande Inverno quel giorno e tutto era in subbuglio.
Si respirava un'aria davvero pesante. Ognuno dei suoi abitanti aveva le sue preoccupazioni e la serenità era sparita.
Tutti erano a conoscenza del fatto che Eddard Stark era stato incaricato di diventare Primo Cavaliere del Re e la sua partenza per Approdo del Re era imminente.
Eddard era sempre stato un buon Lord per Grande Inverno e questo faceva sì che tutti fossero molto preoccupati, dal momento che il Primo Cavaliere del Re era sempre stato un ruolo difficile da ricoprire.
A tutto ciò si sommava il fatto che l'inverno stava arrivando: nessuno sapeva quanto sarebbe durato così tutti erano impegnati con le provviste. 
Eddard non era l'unico che stava preparando la sua partenza.
Jon Snow, il figlio bastardo di Eddard, aveva appena deciso di entrare a far parte dei Guerrieri della notte, sarebbe quindi partito insieme al padre per raggiungere la Barriera.
I Guerrieri della notte sono un'antica confraternita che si occupa della difesa della Barriera da animali feroci e dagli Estranei.
Jon era pronto ad abbandonare tutto, stanco forse di sentirsi sempre sbagliato eppure aveva un ottimo rapporto con i suoi fratelli e con le sorelle, inoltre c'era lei, Yavanna.
Yavanna era la figlia del fabbro, si conoscevano da quando erano bambini e passavano insieme la maggior parte del loro tempo.
Era mora, capelli lunghi e mossi, occhi azzurri, di media statura e magra.
Rimase orfana di madre appena nata, questo le permetteva di essere molto legata a Jon che la considerava come una sorella.
Era probabilmente l'unica che riusciva a capire tutti i suoi stati d'animo ed altrettanto faceva lui.
Lui, però, non riusciva ad interpretare lo sguardo di lei quando lo guardava.
 
Quel giorno erano tutti al castello a tirare con l'arco.
Robb insegnava ai piccoli di casa Stark, Bran e Rickon, con la compagnia di Jon che si godeva il suo ultimo giorno.
Sansa, come sempre, non c'era: sicuramente era in qualche parte del castello a pensare al suo Joffrey, figlio del Re Robert Baratheon, ragazzo decisamente insopportabile.
Arya e Yavanna erano sedute sulla staccionata a contemplare i quattro fratelli e a deriderli della loro goffaggine.
Il viso di Yavanna però era ricoperto da un velo di tristezza ed anche Arya non era molto a suo agio, era la più legata a Jon ed essendo ancora una bambina, forse, era quella che soffriva di più della sua decisione di andarsene.
 
"Ti mancherà?"
 
Yavanna sentì arrivare la domanda all'improvviso e non aveva ancora affrontato l'argomento.
 
"Moltissimo."
"Tutti sappiamo cosa provi realmente per lui."
 
Arya era una ragazzina davvero molto sveglia per la sua età e Yavanna si sentiva a proprio agio ad affrontare con lei certi argomenti.
 
"Tutti, tranne lui."
 
Sospirò quasi sconfitta. Aveva scoperto cosa significava amare qualcuno solo qualche anno prima ed era completamente sicura di provare quel sentimento per Jon.
 
"Forse non ti interesserà cosa penso ma secondo me dovesti dirglielo"
"Oh Arya! Non posso mica andare da lui il giorno prima della sua partenza e dirgli 'Jon, ho scoperto di amarti!' "
"Perché no?"
"Perché ormai ha preso la sua decisione"
"E ti tiri indietro così?"
 
Yavanna non sapeva la risposta a quella domanda.
In quel momento lo guardava sorridere e l'idea di non sapere quando lo avrebbe rivisto le spezzava il cuore.
Gli sarebbe mancato tutto di lui, quel sorriso che raramente faceva vedere in pubblico, quei suoi capelli ricci che non stavano mai al loro posto e quegli abbracci che le dava quando aveva bisogno di sicurezza.
 
"Mi sono appena ricordata che ho delle cose da sbrigare! Ci vediamo più tardi Arya!"
"Ma..."
 
Prima che Arya potesse rispondere, Yavanna era scesa dalla staccionata e si dirigeva fuori dalle mura del castello.
 
Più tardi Jon decise di far visita alla piccola di casa.
Bussò alla porta della sua stanza e Arya lo invitò ad entrare mentre era intenta a giocare con la sua meta-lupa, Nymeria.
 
"Jon!"
 
Appena vide il ragazzo le saltò fra le braccia felice che lui fosse lì.
Si strinsero in un forte abbraccio e si staccarono solo dopo alcuni minuti.
 
"Mi raccomando fai la brava senza di me."
"Vorrei che restassi."
 
La ragazzina tornò ad essere triste. Non riusciva a capire la scelta che Jon aveva fatto ma lui sapeva di averne bisogno.
 
"Sai Arya, ci sono cose che non puoi capire perché sei troppo piccola ma un giorno capirai anche tu. Inoltre hai un sacco di persone che penseranno a te."
"Anche tu hai qualcuno qui."
 
Jon non capiva cosa voleva dire la sorella con quell'affermazione.
Era un ragazzo intelligente ma non per le cose evidenti e Arya capì che gli doveva delle spiegazioni.
 
"Yavanna ha bisogno di te."
"Lei sa cavarsela benissimo da sola. È forte."
"Non era questo che intendevo."
 
Arya sospirò profondamente e cercò di trovare le parole giuste per non combinare un guaio.
 
"Davvero ancora non l'hai capito?"
"Cosa?"
"Jon, lei ti ama. Ora lei si arrabbierà con me perché te l'ho detto ma qualcuno doveva farlo e lei..."
"Lei cosa?"
 
Il ragazzo era chiaramente turbato da quella improvvisa e inaspettata notizia.
 
"Lei non voleva che tu lo sapessi."
"Piccola, lei non si arrabbierà con te."
 
Nonostante la confusione che aveva in testa, rassicurò la sorella tornando ad abbracciarlo, la baciò sulla fronte, la salutò e si diresse verso la porta per andarsene.
 
Jon non riusciva a credere a ciò che Arya le aveva appena confidato, soprattutto non riusciva a capire perché proprio in quel momento.
Quando si mise a riflettere sulla cosa capì che non era così tanto impossibile.
Yavanna le aveva sempre dimostrato il suo amore attraverso piccoli gesti quotidiani che alle altre persone potevano sembrare banali.
Lei lo difendeva sempre e ricorda di avercela avuta accanto in ogni istante brutto della sua vita.
Era inutile, però, continuare a riflettere. Doveva andare a parlarle e l'unico posto dove avrebbe potuto trovarla era sulle sponde del fiume che scorreva a Grande Inverno.
 
Si munì in fretta di un cavallo e cavalcò all'interno della foresta.
Voleva a tutti i costi capire se quello che Arya gli aveva detto era vero.
 
Lei era bellissima, lui lo aveva sempre saputo, ma seduta sotto quell'albero, con il sole che le faceva brillare i capelli, era assolutamente stupenda.
 
Jon cercò di fare il più piano possibile, scese da cavallo e molto lentamente le si avvicinò. Si chinò e la fece sobbalzare mentre era intenta a leggere un libro.
 
"Jon! Mi hai messo paura."
"Fifona."
 
Yavanna si alzò con l'aiuto di Jon che le prese una mano.
Si sistemò il vestito di velluto azzurro e lo guardò sorridendo.
 
"Che ci fai qui Jon Snow? Non mi aspettavo di vederti."
"Beh! È il nostro ultimo giorno insieme e non volevo sprecato."
 
A quelle parole lei abbassò lo sguardo verso il terreno e diventò triste. Non era solo tristezza, era quasi dolore.
Sentiva un vuoto dentro e le mancò improvvisamente il respiro.
 
"Sai, poco fa sono passato da Arya che diceva cose strane."
 
Lei lo guardò confusa.
 
"Tipo?"
"Diceva che tu hai bisogno di me e che mi ami. Pazzesco vero?"
 
Jon ridacchiò. A lei, invece, le si gelò il sangue nelle vene. Iniziò a sudare e si voltò di spalle incredula.
Jon diventò, improvvisamente, serio.
 
"Si. Pazzesco."
 
La ragazza non aveva la più pallida idea di come avrebbe potuto affrontare quella situazione. Non le era mai capitato ed era terrorizzata.
 
"Per fortuna anche tu trovi tutto ciò incredibile. Per qualche minuto ho pensato che fosse davvero così."
 
Jon si sentì molto sollevato.
Yavanna sentì le lacrime scorrerle lungo il viso ma se le asciugò in fretta e cercò di tornare in sè.
Si voltò verso il ragazzo e gli fece un sorriso rassicurante.
Gli si avvicinò e con una mano gli accarezzò il viso ruvido per colpa della barbetta che lui ostinava a far crescere.
I loro occhi si scrutavano con attenzione sotto quel sole caldo e con il rumore del fiume che dava tranquillità.
 
"Mi mancherai, Jon"
 
La ragazza lo abbracciò nascondendo il viso nel petto del ragazzo che ricambiò quel gesto stringendo la forte a sè.
Lei non riuscì a trattenere le lacrime e, questa volta, le lasciò libere di scenderle lungo il viso.
 
Jon si staccò e le prese il viso tra le mani e con i pollici le asciugò le lacrime.
 
"Non piangere ti prego. Non voglio vederti stare male per me."
"Non te ne andare. Ho bisogno di te."
 
Yavanna era sconvolta e non riusciva più a smettere di piangere.
 
"Sai che devo farlo."
"No Jon! Non so niente. Hai preso questa decisione da solo senza preoccuparti del fatto che qualcuno ne avrebbe sofferto."
 
Ora era arrabbiata e nonostante continuasse a piangere avrebbe voluto prenderlo a schiaffi.
Si allontanò da lui di circa un metro ed era furiosa. Non riusciva a capire come il ragazzo potesse dire una cosa simile.
Jon notò la sua rabbia ed avrebbe voluto dire qualcosa di sensato.
 
"Yavanna! Io..."
"Non provare a dire che l'hai fatto. Non venirmi a dire che hai pensato a me perché non ci credo. Sai da chi sono venuta a sapere che te ne saresti andato? Da Sansa."
 
Per colpa del pianto non riusciva più neanche a parlare.
 
"Mi dispiace! Io..."
"Lascia stare."
 
La ragazza raccolse il suo libro che aveva lasciato sotto l'albero, si diresse verso il suo cavallo bianco, salì e cavalcò via in lacrime lasciando Jon senza parole.
Le parole della ragazza lo avevano distrutto: aveva ragione e questo rendeva il tutto più tragico.
Continuò a sfrecciare tra gli alberi fino al calare del sole e ad un certo punto il tempo cambiò.
Arrivarono le nubi e una fredda pioggia iniziò a cadere.
Lui si sentì improvvisamente perso.
 
Yavanna era nella sua piccola casa fuori dalle mura del castello. Era sola perché il padre era partito qualche giorno per andare a comprare dei nuovi attrezzi da lavoro.
Era completamente assente e la sua mente continuava a vagare.
Si tolse il suo vestito azzurro e si mise quello bianco per la notte che più che un vestito era un pezzo di stoffa finissimo.
Si accovacciò sul letto e rimase a contemplare la stanza.
La sua casa era composta da solo una stanza grande dove c'era tutto. Guardando dalla porta si poteva notare un tavolo di legno quadrato al centro della stanza, la piccola cucina in fondo a destra e il bagno in fondo a sinistra, a destra e a sinistra della porta c'erano rispettivamente il letto del padre e il suo.
Era una ragazza povera ma aveva sempre detto che non aveva bisogno di altro per essere felice.
 
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta.
Lei si alzò dal letto pensando che non voleva vedere nessuno in quel momento, si infilò la vestaglia grigia e andò ad aprire.
Jon era sulla soglia completamente bagnato.
 
"Oh mio Dio, Jon! Entra, ti prenderai qualcosa." 
 
Il ragazzo entrò con le braccia strette a sè per il freddo.
Lei, in quel momento, pensò solo a prendersi cura di lui così andò a prendergli una coperta.
 
"Avanti. Togliti i vestiti e avvolgiti qui."
 
Gli porse la grande coperta marrone. Lui si spogliò e se la girò intorno a sè.
Era lì, di fronte a lei, con solo una coperta addosso e lei si sentiva imbarazzata e confusa.
Si guardavano e nessuno dei due osava dire niente.
 
"Vado a farti un Tè caldo."
 
Yavanna si voltò per andare verso la cucina ma Jon la fermò afferrando la per un braccio e attirandola a sè.
Erano talmente vicini che potevano sentire i loro fiati sui loro visi.
Alla ragazza le si fermò il cuore.
Jon le mise un braccio dietro la schiena stringendola e la baciò.
Yavanna alzò le braccia e gliele mise intorno al collo.
Fu un bacio lungo ed appassionato che durò almeno per cinque minuti alla fine dei quali si staccarono ma rimasero abbracciati, fronte contro fronte, con gli occhi chiusi.
 
"Jon, passa la notte con me."
 
La ragazza non sapeva dove aveva trovato il coraggio di chiedergli una cosa simile ma, senza pensarci, lo fece.
 
"Non posso!"
 
La risposta la spiazzò completamente. Il ragazzo la allontanò da lui, prese i suoi abiti bagnato appoggiati su una delle sedie del tavolo e uscì in fretta dalla casa.
Yavanna crollò a terra in ginocchio e venne travolta dai suoi stessi singhiozzi.
Pianse lì, sul pavimento, fino ad addormentarsi esausta.
 
Jon entrò nella sua camera con l'adrenalina a mille.
Pieno di rabbia verso se stesso prese un libro sul suo comodino e lo scagliò sul muro con tutta la forza che aveva.
Si buttò sul letto ed anche lui scoppiò in lacrime, cosa che non era abituato a fare. Nessuno lo aveva mai visto piangere ma aveva fatto del male alla persona più importante della sua vita, alla ragazza che amava e questo non se lo sarebbe perdonato.
Alla fine, anche lui, si addormentò.
 
Il temporale passò e la mattina seguente il sole splendeva nuovamente ma era anche arrivata l'ora della partenza e il dolore si fece più profondo.
 
Yavanna si alzò, fece colazione, si mise il suo abito più bello - un abito di velluto rosso con dei fiori color oro disegnati - e si guardò allo specchio.
Il suo sorriso non c'era e i suoi occhi erano spenti e rossi per colpa del pianto. Fece un lungo respiro e uscì di casa.
 
Jon si alzò, fece colazione, si mise i suoi abiti neri da viaggio, prese la sua spada, fece un lungo respiro e uscì dalla camera.
 
Tutta la famiglia Stark era in strada per salutare Jon ed Eddard che avrebbero percorso metà strada insieme.
All'arrivo di Yavanna, Jon la guardò è continuò a farlo per un bel po'.
Eddard si accorse che qualcosa non andava ma non disse niente.
Iniziarono i saluti e nella famiglia non mancarono neanche le lacrime.
Quando arrivò il momento di Yavanna, Jon le si avvicinò e non riusciva a parlare.
 
"Fai un buon viaggio."
 
La ragazza gli disse ciò è facendosi forza gli sorrise e gli diede un piccolo bacio sulla guancia.
 
"Yavanna, prenditi cura di te."
 
Il ragazzo le accarezzò la guancia e si allontanò.
 
Salirono tutti a cavallo e si allontanarono da Grande Inverno.
Durante il viaggio Eddard stava esaminando il ragazzo che aveva lo sguardo assente e triste, così ad un certo punto gli si avvicinò alla sua destra.
 
"Jon torna indietro."
 
Il ragazzo guardò il padre e non capiva.
 
"Sei troppo giovane per prendere questa decisione e quella ragazza ha bisogno di te come tu hai bisogno di lei."
"Padre ormai è tardi."
"Non è ma tardi, Jon! Vai da lei è sulle cosa provi. Siate felici. Ve lo meritate."
 
Eddard gli diede una pacca sulla spalla e in quell'istante Jon capì che aveva ragione.
 
"A presto, Padre!"
"A presto, figliolo!"
 
Tirò le redini del cavallo e iniziò a ripercorrere la strada al contrario con tutta la velocità che poteva raggiungere.
All'arrivo a Grande Inverno la prima persona che incontrò fu Arya che appena lo vide non riuscì a trattenere la felicità.
 
"Jon sei tornato!"
"Arya, dov'è Yavanna?"
"È andata al fiume."
"Grazie, piccola."
 
Tutto ciò avvenne senza neanche il bisogno di scendere da cavallo e si diresse verso il fiume.
 
Lei era lì, a fissare il vuoto, appoggiata su quell'albero, con il sole che la illuminava.
Appena sentì un cavallo si voltò e lo vide rimanendo incredula.
Jon scese da cavallo quasi cadendo per la fretta, andò verso di lei e senza dire niente le prese il viso fra le mani e la baciò.
Il bacio stavolta durò solo pochi secondi e, quando si staccarono, lui la guardò negli occhi.
 
"Ti amo. Non ti lascerò mai più. Lo prometto!"
 
Yavanna aveva gli occhi pieni di lacrime e senza pensarci saltò in braccio a Jon che l'alzò da terra come se fosse una bambina.
 
"Ti amo anche io, Jon!"
 
FINE
 
Note dell'autrice:
Non so se questa storia vi sia piaciuta oppure l'avete odiata ma qualunque sia l'esito vi ringrazio anche solo di aver perso minuti preziosi della vostra vita per leggerla.
   
 
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