Fanfic su attori > Cast Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Antilla    11/11/2012    4 recensioni
Ed è per questo che sono qui, seduto sul marciapiede sotto casa sua, aspettando che esca, per fare la pazzia più grande della mia vita, per mettere un punto a tutto questo.
Sto mettendo a rischio la mia immagine, la mia carriera e in un certo senso anche la sua, ma non mi importa. Potrei perderlo, lo so bene, potrebbe arrabbiarsi a morte con me e dirmi che non mi merito di stare con lui, e forse avrebbe anche ragione; ma preferisco non averlo affatto che averlo a metà.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I love you, but I can't do this anymore.


“Dare, ma non hai le chiavi?”

“Chris scendi, per favore?”

“Perc-“

“Scendi e basta.”

Sto per fare una pazzia, ne sono più che consapevole, ma non ho altra scelta: i miei livelli di sopportazione sono ormai ai minimi storici e non posso più andare avanti così.

Chris probabilmente mi odierà, mi darà dell’egoista e forse non vorrà più parlarmi, ma io non vedo altra alternativa a questa, oltre a quella di impazzire poco a poco.

Nasconderci non sembrava poi così difficile in principio: all’inizio, era qualcosa che mi piaceva, che mi faceva sentire in una maniera ‘perversa’ speciale, ma con il passare del tempo la cosa è diventata sempre meno affascinante e sempre più stressante.

Non è facile, non lo è affatto. È stato molto più semplice per entrambi accettare la cosa, piuttosto che viverla.

Io e Chris stiamo insieme e niente nella mia vita mi ha mai reso più felice: lui mi fa sentire bene, completo come non mi sono mai sentito con nessun altro. Per il primo periodo della nostra relazione abbiamo vissuto di questo, di momenti solo nostri, di attimi in cui il resto si annullava, in altre parole di sogni, di cose reali solo per noi. Di momenti in cui i miei sogni venivano riflessi in quelle iridi color cielo, e non c’era nulla che avesse potuto annullarli. Di momenti in cui il gelo ci pervadeva e lui mi diceva di riuscire a scaldarsi semplicemente guardandomi o stando tra le mie braccia.

Non so di preciso quando mi sono svegliato, quando ho realizzato che non potevo, anzi, non potevamo, continuare a ignorare il mondo. Forse dopo l’ennesima volta che mi ha detto di no, quando gli ho chiesto di farci una foto insieme ad una festa o forse dopo l’ennesima volta che mi ha chiesto di allontanarmi quando eravamo troppo vicini sul set.

La verità è che sono stanco e non è solo una frase fatta questa.

Sono stanco davvero, fisicamente e psicologicamente.

Per stare insieme il maggior tempo possibile, ci siamo abituati a orari inaccettabili, che spesso prevedono che io esca di casa ad ore improponibili della notte. Per non parlare dello stress psicologico che comporta l’evitarlo accuratamente in ogni situazione pubblica: sarebbe più semplice se di pubblico noi non avessimo anche l’anima.

Semplicemente, non ce la faccio più: non riesco più a sostenere tutto questo, a far finta di stare con qualcuno per cui in realtà non provo altro che bene, a fingere che di Chris mi importi poco e niente.

Che poi, parliamoci chiaro, lo sanno tutti che non faccio che recitare anche quando dovrei essere me stesso.
 

Io e lui ne abbiamo parlato, per ore e ancora ore, finché la gola non ci diventava secca.

Ne abbiamo parlato notti intere, cercando soluzioni che stesso bene ad entrambi.

Ne abbiamo discusso animatamente e il mio camerino è pieno di liste dal titolo “Pro e Contro”.

Ci abbiamo persino litigato su una volta, per poi non parlarci per cinque giorni.

Dopo esserci chiariti e dopo aver fatto l’amore, gli ho promesso che avrei messo da parte il mio stress e la mia tensione almeno per qualche altro mese.

Da allora sono passati 95 giorni, sì, li ho contati, e credo di stare anche peggio di prima.

Io non voglio ferire Chris, non lo voglio affatto, anche perché farei del male anche a me stesso, ma non riesco più a vivere in equilibrio su un filo invisibile, con la costante paura di poter cadere giù.
 

***

Ieri sera sono scoppiato e gli ho detto come stanno le cose. Non ne abbiamo parlato, perché con una frase  sono stato capace di freddarlo.

“È stato divertente vestirci così, non trovi? Fingerci qualcuno che non siamo, intendo. È divertente qualche volta”. Così mi ha detto a fine serata, dopo la festa di Halloween, mentre gli invitati iniziavano ad andarsene, rimanendo ovviamente a debita distanza da me.

Mi sono avvicinato a lui, infrangendo quella barriera immaginaria che siamo soliti porci, e gli ho parlato direttamente all’orecchio.

“Forse non te ne sei accorto, Chris, ma noi fingiamo di essere diversi da quelli che siamo ogni fottutissimo giorno. “

Non gli ho dato il tempo di rispondere, ma solo quello di guardarmi mentre mi allontanavo, prendevo la mano di Mia e lasciavo la festa, con lo sguardo più incredibilmente triste e angosciato che io abbia mai avuto.

So bene che non avrei dovuto trattarlo così, lui sta solo cercando di proteggermi, di proteggerci. Non gli importa di sé stesso, solo non vuole che io non stia male, non vuole che io soffra; non so come non faccia a non capire quanto tutta questa situazione, alla quale non vuole porre una fine, mi ferisca.

Ed è per questo che sono qui, seduto sul marciapiede sotto casa sua, aspettando che esca, per fare la pazzia più grande della mia vita, per mettere un punto a tutto questo.

Sto mettendo a rischio la mia immagine, la mia carriera e in un certo senso anche la sua, ma non mi importa. Potrei perderlo, lo so bene, potrebbe arrabbiarsi a morte con me e dirmi che non mi merito di stare con lui, e forse avrebbe anche ragione; ma preferisco non averlo affatto che averlo a metà.

Sento il rumore di un portoncino che si apre e riconosco il cigolio, quello che mi sembra possa svegliare l’intero quartiere quando lo causo alle 3 di notte.

Mi alzo di scatto e mi volto per guardarlo: è bello come sempre, nonostante indossi una t-shirt banale e i pantaloni del pigiama.

Faccio qualche passo, le gambe sembrano non reggermi e le mani mi tremano.

Rischio un infarto, anche più forte di quello che ho avuto la prima volta che i miei occhi hanno incontrato i suoi, ma non voglio tirarmi indietro.

“Perdonami, se puoi.” sussurrò talmente piano che non riesco a sentirmi.

Gli prendo la mano e lo tirò fuori, facendolo scendere in strada.

“Dare ma ch-“

Non termina la frase, perché l’ho appena stretto a me e ho posato le mie labbra sulle sue.

Porta istintivamente le mani sul mio petto, nel tentativo di spingermi via, ma non lo fa.

Le poggia lì, arricciando le dita che stringono sempre più forte la mia maglietta.

Mai e poi mai mi sarei aspettato che rispondesse al mio bacio, ma lo sta facendo.

È come se si fosse accorto di quanto sia disperato, di quanto ne senta bisogno.

Ci stiamo baciando per strada e non mi sembra vero: è fantastica la sensazione del vento che tocca le nostre bocche unite, come lo è quella di poter essere finalmente libero e, allo stesso tempo, irrimediabilmente suo.

Quando le nostre bocche si allontanano, mette la testa dove fino a qualche attimo fa aveva le mani, stringendosi ancor più forte. Sento lacrime bagnarmi la maglietta e capisco che ho rovinato qualsiasi cosa.

“Mi dispiace, Chris! Davv-”

Stavolta sono io a non poter parlare, perché la sua voce tremante mi ferma.

“Dovrei odiarti adesso, lo sai? Hai fatto esattamente quello che ti avevo chiesto di non fare. Dio mio, è assurdo”.

Ho perso lui. Ho perso tutto. Sei una merda, Darren, una merda.

“Non avrei dovuto, lo so. È stato stupido e immaturo, ma i-”

“Non intendevo che è assurdo quello che hai fatto. Intendo che è assurdo che io ti ami più di prima.”

Non riesco a crederci. Non riesco proprio a farlo.

 

È mio.

È finalmente mio.
 

Non so cosa dire e, da buon attore, cerco di sdrammatizzare.

“Questo significa che posso dire a Mia che non ho più bisogno di lei?”

Ridacchio, mentre i suoi capelli mi solleticano il collo.

“No, non puoi. Devi. Non te l’ho mai detto, ma quella ragazza non mi sta simpaticissima.”

 

Sono suo.

Sono finalmente suo.

 

Ci baciamo ancora davanti casa sua, ci stringiamo forte e respiriamo la dolce aria di libertà.

Quando il suono dei click diventa troppo forte per essere ignorato, gli chiedo se è il caso di entrare in casa.

“Ma sei pazzo? Ora che posso vantarmi di avere il ragazzo più bello del mondo, vuoi farmi nascondere in casa?”

Ora che il mondo sa di noi, mi sento più libero di ignorarlo.
 

Noi ci apparteniamo, il resto viene dopo.
 


 

Angoletto di Pè.

Non aggiorno la long Klaine da 10 giorni e mi presento con una CrissColfer. Sono alquanto pessima, lo so.

Tra l’altro non la sto pubblicando nemmeno io direttamente, perché non ne avevo il coraggio.

Di conseguenza, se vi è piaciuta, ringraziate la mia Blaine, Nali <3, per avervi dato la possibilità di leggerla.

È la prima CrisscColfer che scrivo e mi sembra stranissimo: è troppo complicato da spiegare quello che sento.

Ritornando alla long Klaine, arriverà presto il prossimo capitolo.

Dovete perdonarmi, ma sto avendo alcuni problemi nello scriverla.

Non l’abbandonerò, promesso.

I’m sorry.

Vostra, Pè.

PS. Le parole in corsivo sono di Nali.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Glee / Vai alla pagina dell'autore: Antilla