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Autore: _Atreius_    11/11/2012    7 recensioni
Gohan è morto.
La rabbia di Trunks si fa più viva.
Un dolore acuto lo dilania.
Sta per nascere un nuovo super saiyan.
Questa storia partecipa al contest "Un prompt per un personaggio." di babykit87l. (1^ classificata)
Nota: Gohan e Trunks sono versione Mirai.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nome su EFP e sul Forum: dark_light (_Atreius_ sul forum)
Titolo: Lux mea ira est.
Prompt scelto: luce
Personaggi/ pairing: Mirai Trunks, Mirai Gohan
Introduzione:  “La luce squarcia l’ombra, il dolore dilania l’anima”
Note: partecipa al contest “Un prompt per un personaggio” di babykit87l (1^ classificata)
 

 

Uno scenario apocalittico si stendeva all’orizzonte. Sulla città ormai distrutta si abbattevano incessanti i tuoni, la pioggia scrosciava instancabile e copiosa, i lampi squarciavano le nubi plumbee che ricoprivano d’un manto perlaceo gli edifici in rovina, le strade sconnesse, gli alberi e i cespugli sradicati.
Fra tutta quella desolazione, un cratere fumante si apriva tra alcuni palazzi collassati su se stessi, crollati come un castello di carte, sul cui fondo giacevano inerti due figure fradice, immobili nell’oscurità della pioggia che con il suo picchiettio cadenzato ritmava lo sconsolante silenzio che pervadeva le rovine.
La mano sporca di fango, ferita e sanguinante, di un ragazzo si mosse nella pozza d’acqua scura, alla disperata ricerca di qualcosa. Le dita sottili e graffiate si chiusero su un lembo di stoffa arancione, scivolando più volte a causa della fanghiglia viscida e stringendo finalmente il tessuto strappato, intriso di sangue, acqua e melma, aggrappandosi convulsamente ad esso, mentre il giovane si trascinava a stento presso il corpo immerso per buona parte nella polla gorgogliante.
Un viso pallido, magro e sfregiato da molteplici abrasioni si sollevò a fatica, i capelli appiccicati alla fronte di un indefinibile color lilla pallido sui quali scorrevano rivoli d’acqua e fango, gli occhi azzurro marino cercarono disperatamente un volto conosciuto e si posarono sui lineamenti quasi infantili, ma allo stesso tempo adulti e severi, della figura stesa accanto a lui.
Un lampo illuminò a giorno il cielo coperto, riflettendosi nelle iridi color pece dell’uomo disteso sul fondo del cratere, il corpo ferito e privo d’un braccio, la divisa da combattimento stracciata, il sangue che scorreva lento dalle numerose escoriazioni irregolari e profonde sparse su ogni centimetro di pelle, luccicando cupo di riflessi rossastri al brillio accecante dei lampi.
Il giovane guerriero sollevò con grande sforzo il torso rigido e inerte del maestro e gli prese il viso cereo e graffiato fra le mani, mentre lacrime amare si aggiungevano alla pioggia che già fluiva incessante sul suo volto, rigato di sangue e fango.
- Maestro … Gohan … t-ti prego … - sussurrò roco, chinandosi sul corpo esanime del saiyan.
 
Un fulgido brillio s’impadronì della sua mente, scacciando ogni pensiero, focalizzandosi su un ricordo ancora fresco e doloroso quanto una violenta pugnalata.
Il ragazzo rivide la gigantesca sfera, luminosa come una stella, venirgli incontro al rallentatore e lentamente la figura possente di Gohan avanzare come immersa nell’acqua, i movimenti resi più lenti e distanti, ma decisi. In pochi, lunghi passi l’aveva raggiunto, parandosi davanti a lui, l’unico braccio rimastogli spalancato nel remoto tentativo di riuscire a proteggerlo.
Al di là della barbagliante sfera d’energia, i ghigni crudeli dei due cyborg scintillavano, lame affilate nell’oscurità, e con la loro luce sinistra e malevola strappavano lentamente l’anima del giovane mezzosangue, incidendo a fondo fino ad imprimere nella sua mente quella visione terribile.
 
Il saiyan strinse le palpebre e una lacrima cadde assieme ad altre mille gocce sul viso esangue e sofferente di Gohan, facendogli schiudere di poco le labbra sanguinanti, vermiglie per i rivoli rossastri che scorrevano lenti, quasi a percepire e testimoniare l’agonia del guerriero.
- T-Trunks … - Un fiotto scarlatto ribollì dalla bocca semiaperta del giovane maestro e Gohan vomitò un grumo di sangue rappreso, purpureo e viscido, subito sciolto dalla pioggia torrenziale che continuava inarrestabile la sua caduta.
- Sono qui. Non preoccuparti: andrà tutto bene … - Trunks tentò di tranquillizzare il proprio amico e gli scostò dal viso le ciocche fradice.
Gohan sembrava fare uno sforzo tremendo ogni qualvolta doveva respirare; con un roco ed agonizzante rantolo richiamò l’attenzione del ragazzo: - N-No, Trunks … coff! Ora … io t-ti devo lasciare … - Il saiyan sputò un altro fiotto di sangue, che schizzò sul volto pallido di Trunks, macchiando la sua pelle cerea di piccole stelle rosse.
- P-Prometti-mi che n-non farai scioc-chezze … coff! Io … coff! Non posso p-più seguir-ti … - Gohan, la voce rauca e bassa e gli occhi semichiusi, pronunciò queste ultime parole con una fatica immane, divenendo sempre più pallido alla luce bianca e abbagliante dei lampi.
Trunks non riusciva a capacitarsi di quelle parole, così difficili da accettare e così dolorose, che ora avevano assunto lo stesso bagliore crudele che già lo dilaniava da quando, con orrore, aveva visto Gohan cadere sotto i suoi occhi, colpito in pieno dalla furia dell’attacco dei cyborg.
- No! No, Gohan! Ti prego … non andartene! Riusciremo a salvarti! I-Io … - Trunks tremava convulsamente, disperato, sconfitto, tormentato nell’anima dal dolore, le dita strette con forza sulla tuta arancione del maestro.
Gohan, tossendo sangue, si sollevò con un immenso sforzo di volontà, nonostante il dolore acuto che lo attanagliava, e prese per le spalle il giovane allievo, scostandogli le ciocche lilla infangate e insanguinate dal viso scorticato e guardandolo fisso negli occhi colmi di lacrime.
- I-Io ci s-arò sempre … coff! Trunks. Proteggi la T-Terra … No-n rendere v-vano tutto c-ciò che ti ho in-segnato … coff! Coff! – Il saiyan si accasciò tra le braccia del ragazzo. – A-ddio, Trunks … - rantolò, le iridi nero pece che già cominciavano a velarsi e l’ombra della morte che s’impadroniva delle sue membra, tramutandole in freddi arti di ghiaccio.
Trunks sentì il corpo di Gohan appesantirsi, farsi freddo e scivoloso, vide gli occhi color inchiostro divenire vacui e assenti, rimanendo fissi sul cielo plumbeo, stravolto dalla furia degli elementi. Un lampo brillò, squarciando la cappa grigia e illuminando i due saiyan; Trunks scorse con orrore l’ultima scintilla di vita abbandonare il maestro, a lui così caro quanto la madre, e l’alito gelido della morte spirare su di lui, conducendo nell’aldilà lo spirito di Gohan.
Un altro barbaglio di luce intensa rischiarò la volta celeste e un urlo disumano condensò l’aria attorno, arrestando persino i tuoni e la pioggia.
- NOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!! –
Il grido di Trunks riecheggiò a lungo sulla città deserta e distrutta, fra i cumuli di macerie e le foglie turbinanti nel vento.
Una rabbia immensa ghermì il suo cuore, artigliandogli l’anima e incidendo con artigli affilati nel profondo del suo essere, dilaniando e facendo a brandelli le catene invisibili che trattenevano i suoi sentimenti e l’avevano tenuto prigioniero fino a quel momento.
La collera del giovane saiyan crebbe a dismisura, una luce scintillante gli nacque in petto e si diffuse ad una velocità folle nei suoi arti come una liquida scia d’oro, portandosi appresso un dolore lancinante che a stilettate trapassava i muscoli del ragazzo, facendolo contorcere fino allo spasmo. Il bagliore bruciava all’interno delle sue vene, Trunks si sentiva ardere di rabbia, mille pugnali dorati che trafiggevano con atroce piacere le sue membra, decisi a distruggerlo, a piegare la sua volontà e costringerlo a lasciare andare le sue emozioni, a scatenare la sua furia.
Trunks posò con delicatezza il corpo di Gohan nella pozza d’acqua scura e gorgogliante, i muscoli tesi e guizzanti sotto la pelle bianca e lucente, le iridi azzurre accese di un furore indescrivibile.
Il lume che aveva in sé aumentò a dismisura, infondendogli nuove energie, trasformando la sua tristezza e il suo dolore per la perdita del maestro in ira feroce e vendicativa.
I lampi, con i loro scintillanti barbagli elettrici facevano da sfondo alla scena: Trunks, il viso al cielo e i pugni stretti fino a conficcarsi le unghie nella carne, urlava all’universo la sua rabbia, mentre il nitore all’interno del suo animo diveniva sempre più potente, cancellando il suo lato umano, facendo emergere l’istinto guerresco e ferino dei saiyan.
rancore … VENDETTA!!
Il bagliore stellato scavò in profondità fino al cuore del ragazzo, stracciando sentimenti, emozioni, estinguendo l’amore e portando a galla quell’oscura ira rimasta celata per tutta la sua vita nel profondo del suo essere, latente,  sconosciuta, onnipresente. La scia di luce non accennava ad arrestare il suo cammino e la sua furia distruttrice, con la quale torturava il giovane fino agli angoli più reconditi della sua anima, costringendolo un po’ per volta ad abbassarsi al suo dominio.
Trunks cominciò lentamente ad ascendere verso le nubi scure, dalle mani serrate iniziarono a fuoriuscire folgori argentate, gli occhi color mare divennero fulgidi, tutto l’essere del ragazzo emanava uno splendore accecante, il suo brillio interiore fuoriusciva in molteplici lame affilate dalla pelle, lacerandolo furiosamente e con piacere diabolico, senza arrestare la sua violenza al sentirlo contorcersi dal dolore e urlare la propria agonia.
Inarrestabile, scorreva in lui con tutto il potere dell’universo.
Le urla di Trunks coprivano il rombo dei tuoni, persino la pioggia sembrava non sentirsi più, mentre il ragazzo, sconvolto dalla luce furiosa che lo animava, gridava al mondo la sua sofferenza.
Un fiotto di luce abbacinante fluì dalle sue labbra dischiuse e sanguinanti e gli si avvolse attorno, tramutandolo in un bozzolo luminoso e sprizzante di energia. Tutti i lampi vennero attratti dal globo accecante, i loro barbagli si fusero in esso, scaricando la loro forza devastante nel corpo ferito e sfavillante di Trunks, alimentando il fiume di furia che dall’interno del suo animo lo rodeva.
Il bagliore racchiudeva in sé la rabbia ed il furore del giovane saiyan, si spandeva attorno in una fiammata dorata, creando un’aura pulsante e potente, che brillava nell’oscurità, stagliandosi contro il cielo scuro e roboante di tuoni.
Inesorabile, il nitore ruggente continuava la sua corsa folle, colmando l’anima del ragazzo, scindendo con una lentezza diabolica uno per uno i suoi sentimenti ed incrementando la furia distruttiva e vendicativa dei saiyan, rimasta sepolta per troppo tempo, ma che ora poteva finalmente scatenare la sua potenza.
Gli occhi stravolti di Trunks brillarono come stelle, i capelli divennero pura luce scintillante della più dirompente ira, si protesero verso l’alto, mentre le urla disumane del giovane non accennavano ad affievolirsi.
La corazza sfavillante che ancora lo circondava si rimpicciolì poco a poco, diventò grande quanto il palmo di una mano e si incastonò come un cuore dorato e palpitante al centro del petto del ragazzo, continuando ad infondergli la sua energia bruciante, quasi una pallida imitazione dei ciocchi di legno per le fiamme di un caminetto.
Trunks smise lentamente di emanare un chiarore tale da renderlo simile ad una stella: un’aura dorata, abbagliante e splendente, circondava il suo corpo stanco e ferito, frastagliandosi in alte creste tanto più maestosa ed imponente era la sua potenza, le iridi azzurre avevano assunto una sfumatura verde acqua, le pupille erano scomparse in un guizzo luccicante, i capelli color oro brillavano, scompigliati dal vento, ed il nucleo sprizzante di fulgida energia attraeva a sé i lampi, che tutt’attorno squarciavano le nubi plumbee con i loro intensi scoppi d luce.
Nell’oscurità infinita del cosmo, un nuovo super saiyan brillò della sua lucente potenza, raggiungendo persino i più remoti angoli dello spazio con il suo abbagliante scintillio dorato.
La rabbia l’aveva fatto nascere, la luce era la fiera testimonianza del suo dolore che, represso nel profondo, era divenuto ira spietata.
Trunks si posò lentamente a terra sul fondo del cratere,  gli occhi che rilucevano di un nitore vendicativo, e giurò, in una muta promessa, che avrebbe distrutto fino all’ultimo circuito imbevuto di crudeltà i due cyborg, la causa del suo dolore, della sua rabbia, della morte di Gohan.
Il nuovo, potente bagliore che ora lo animava sarebbe stata la sua vittoria, lo strumento con il quale avrebbe sconfitto una volta per tutte le creature che avevano portato solo morte e distruzione nella sua città e nell’intero pianeta, facendo razzia di vite innocenti, uccidendo senza pietà ogni creatura.
Ma ora tutto sarebbe cambiato.
Lui li avrebbe vinti.
La luce era divenuta la sua arma più potente.
La luce era la sua rabbia.
L’ira del guerriero super saiyan avrebbe trionfato.
 
 
Lux mea ira est. 

  
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