11/11/2012
0 recensioniRating: PG
Warnings: Ambientata all'inizio del terzo libro, contiene riferimenti al quarto.
Word Count: 380 (fdp)
Disclaimer: Tutto di zio Steve, il Ka non voglia che io gli rubi anche solo un pelo dalla barba /o
N/A: Scritta per la Staffetta in Piscina @ piscinadiprompt, prompt “La Torre Nera, Eddie/Susannah, accanto al fuoco” e per 500themes_ita, prompt #468. Attraverso il fuoco
Through the fire
La prima volta che avevano fatto l'amore accanto al fuoco ormai morente del loro temporaneo accampamento, Eddie e Susannah si erano sentiti come due ragazzini alla prima cotta, troppo impazienti per trattenersi e costretti quindi a muoversi di nascosto per sottrarsi agli occhi di genitori troppo severi.
Avevano aspettato che le ombre della notte diventassero così fitte da sembrare quasi palpabili, come tende nere stese tutt'intorno a loro, e solo allora avevano trovato il coraggio di sfiorarsi.
Era stato divertente ridacchiarsi sulle labbra e poi zittirsi a vicenda, cercando di non svegliare il pistolero che dormiva poco lontano da loro (Eddie era abbastanza sicuro che lui li avesse sentiti lo stesso, ma si era ben guardato dal confidarlo a Susannah). Era stato dolce. E almeno per un po' aveva mandato via l'esasperazione di quella lunga giornata, uguale a decine di altre giornate prima di quella.
La notte dopo lo avevano fatto ancora. E così per quelle successive. Tutte le notti, accanto a quell'unica fonte di luce, distesi sulla sabbia, o sull'erba, o su sassi troppo appuntiti, facevano l'amore fino a rimanerne senza fiato, fino a quando i loro muscoli, già provati da un'intera giornata di fatiche, non cominciavano a tremare di stanchezza.
Senza che se ne rendessero conto appieno avevano fatto di quelle carezze un rito personale, un modo per sopravvivere a quella nuova strana vita, in quel nuovo strano mondo, accanto a quell'antico strano uomo che era il loro salvatore e che sarebbe probabilmente diventato anche il loro boia, e che entrambi un po' temevano e un po' amavano.
E dal canto suo, Roland, che non era un genitore severo, fingeva sempre alla perfezione quel sonno pesante e incosciente che non aveva mai davvero avuto.
Perché li capiva. Aye, oh sì, li capiva fin troppo bene.
Quindi lasciava che si amassero alla luce del fuoco, cercando speranza l'uno nell'altra, senza dire loro che di speranza non ce n'era più da molto tempo, e che il primo vero amore è noioso e pericoloso e li avrebbe feriti a morte.
E se qualche volta, nel guizzo delle fiamme che lo dividevano dai due amanti, gli capitava di vedere un ondeggiare di lunghi capelli biondi, Roland si rassegnava a lasciarsi accarezzare da quel fantasma così come dai gemiti di Eddie e Susannah.
Forse il Ka sarebbe stato più gentile, questa volta.