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Autore: Shari Deschain    11/11/2012    1 recensioni
[La Torre Nera]
«Henry pensava che fosse stupido. A volte lo pensavo anche io. Una volta però... non so, è stato davvero molto stupido, certo, ma avevo tredici anni e lui stava andando in guerra. Forse è per quello che non si è arrabbiato e non mi ha preso in giro», le sue parole sono caute, riflessive, come se stesse parlando a se stesso più che a loro. Roland sa che è proprio quello che sta facendo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pairing/Characters: Eddie, Susannah, Roland, Henry;
Rating: PG
Warnings: Ambientata all'inizio del terzo libro della serie.
Word Count: 827 (fdp)
Disclaimer: Tutto di zio Steve, il Ka non voglia che io gli rubi anche solo un pelo dalla barba /o
N/A: Scritta per la Staffetta in Piscina @ piscinadiprompt, prompt “La Torre Nera, Eddie&Henry, anche se Eddie lo considera stupido, Eddie intaglia per lui un ciondolo da portarsi in guerra” e per 500themes_ita, prompt #186. Ricordi che si srotolano nella mente.





Symbols





Il coltello danza tra le sue mani come una cosa liquida, ma Eddie quasi non ci fa caso, troppo assorto nel suo compito di liberare la chiave dalla sua trappola di legno.
Dall'altra parte del fuoco Roland lo osserva pensieroso, con un mesto sorriso ad inclinargli l'angolo della bocca.
Susannah pulisce la sua pistola senza dire nulla, sbirciandoli di tanto in tanto da sotto le ciglia.
«Cosa c'è di tanto divertente, Clint Eastwood?», domanda Eddie dopo qualche minuto. Non ha alzato lo sguardo dal suo lavoro di intagliatura, ma non gli serve vederlo per percepire il sorriso del pistolero.
Roland, che non ha la più pallida idea di chi sia questo Eastwood, ma che si è rassegnato al soprannome con la sua solita, placida, acquiescenza, sorride un po' di più.
Eddie e Susannah migliorano quasi troppo velocemente perfino per il suo sguardo attento, e l'orgoglio che prova per loro diventa sempre più solido e palpabile. Se Cort provava la stessa cosa per lui e i suoi compagni, Roland non può che ammirarlo per il modo in cui riusciva a nasconderlo. Lui non ci riesce molto bene, né, in fondo, ci si impegna più di tanto.
«Non rido di te, Eddie Dean. Trovo solo piacevole osservare un lavoro ben fatto», risponde serenamente.
Susannah sorride.
Eddie rialza finalmente lo sguardo, si sposta una ciocca di capelli troppo lunghi dal volto e poi lo fissa con occhi sospettosi per qualche istante, cercando di stabilire se il pistolero lo stia prendendo in giro o meno.
«Non è niente di che», ribatte infine, agitando vagamente la mano che regge il coltello di Roland. «Non sono molto bravo e non mi sono mai veramente applicato. Mio fratello...», la voce gli muore in gola. Non prosegue, limitandosi a stringersi nelle spalle con aria noncurante.
Tuo fratello, certo, pensa Roland. E se Henry Dean non fosse già morto, ci penserebbe volentieri lui a piantargli una pallottola nel cranio. Non lo dice, ed è meglio così.
Incoraggiato dal silenzio, Eddie torna al suo lavoro e intanto riprende a parlare, anche se in un tono così sottile che la sua voce supera di poco il crepitio delle fiamme.
«Henry pensava che fosse stupido. A volte lo pensavo anche io. Una volta però... non so, è stato davvero molto stupido, certo, ma avevo tredici anni e lui stava andando in guerra. Forse è per quello che non si è arrabbiato e non mi ha preso in giro», le sue parole sono caute, riflessive, come se stesse parlando a se stesso più che a loro. Roland sa che è proprio quello che sta facendo.
Susannah continua a non dire nulla, pur condividendo in silenzio il desiderio del pistolero di poter resuscitare Henry Dean solo per poterlo ammazzare di nuovo con le proprie mani.
Spaventoso quanto male possano farti le persone che ti amano, considera stancamente.
«Gli ho intagliato un ciondolo», spiega Eddie, ancora senza guardarli. «Una cosa semplice, davvero semplice, ma l'avevo vista, capite? Proprio come ho visto questa chiave. Era una acca maiuscola. Molto allungata, con gli angoli di poco piegati all'infuori. L'avevo vista in un pezzo di corteccia di un merdoso albero del nostro merdoso parco giochi, e non potevo smettere di pensarci. Così l'ho intagliata, l'ho attaccata ad un cordoncino e gliel'ho regalata», Eddie si blocca per un attimo per riprendere fiato e sbircia Roland da sotto la frangia troppo cresciuta. Ha uno sguardo a metà tra sfida e profonda vergogna, e sembra quasi aspettarsi un rimprovero. Che ovviamente non arriva.
«Credo gli sia piaciuta perché era l'iniziale del suo nome. Cioè, non me l'ha detto, ma se l'è messa al collo senza commenti, quindi... be'. Per me però significava altro, quella stupida acca. Non so bene cosa. Home, forse. Oppure Hope», Eddie si interrompe di nuovo, con una risata senza allegria. «Questo sì che è stupido, eh?»
Roland, che non capisce e non condivide il concetto di domanda retorica, scuote la testa.
«Non è stupido. Non c'è niente di stupido in un gesto del genere, Eddie. Se l'ha capito tuo fratello non dovresti avere difficoltà a capirlo anche tu», risponde.
Eddie si irrigidisce di colpo e Susannah scocca al pistolero uno sguardo di fuoco.
«Quello che Roland vuole dire», interviene la donna. «È che l'amore è una bella cosa da giurare e da provare, ma che qualche volta i gesti aiutano comunque», aggiunge, strizzandogli l'occhio in quello che Eddie decide di considerare come un invito ad aspettarsi qualche gesto d'amore anche da lei, quella notte.
Il sorriso malizioso che si scambiano non passa inosservato al pistolero.
«Comunque non importa, no?», conclude Eddie qualche istante dopo, sventolando di nuovo il coltello in aria.
«Sì che importa», lo contraddice Roland.
Eddie lo guarda torvo.
«Non dire che anche questo è Ka»
Roland sorride.
«Ma è Ka, Eddie», replica serafico.
Eddie sospira e rotea drammaticamente gli occhi.
«Vai a Ka-gare, Roland», ribatte poi allegramente, facendo ridere Susannah.
Roland non se la prende, giudicando il sorriso di Eddie una ricompensa più che sufficiente.
Se deve prendere il posto di Henry Dean nel cuore di Eddie, tanto vale mettere subito in chiaro anche le piccole cose, pensa il pistolero.



   
 
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