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Autore: Prue786    11/11/2012    0 recensioni
“Ciao, sono Yuri Miller, frequento la stessa scuola di pianoforte di Jennifer e Alissa, ma credo che tu l’abbia capito già!” Sorride il giovane porgendo la mano a Sean che la stringe annuendo. [...] "Ti assicuro che riuscirò a trovare il brano in grado di commuoverti fino alle lacrime.” Asserisce Miller con fare sicuro.
“Ma piantala.” Mormora il biondo, muovendo un passo verso la porta.
“Scommettiamo?”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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VII Movimento-  Marcia moderato

 

Una settimana prima

 

 

Lo squillo del cellulare lo scuote dal sonno narcolettico.

Con una smorfia infastidita si volta dall’altro lato, tirando le lenzuola sulla testa, ma il trillo non sembra voler mettere.

“Che palle!” Biascica Sean, allungando un braccio sul comodino per afferrare l’oggetto e portarlo all’orecchio “Pronto?” sussurra con voce rauca e impastata.

Inarca un sopracciglio socchiudendo piano gli occhi, ritrovandosi a guardare il soffitto.

“Yuri?” Domanda per esser sicuro di chi stia parlando all’altro capo “Uhm…” mugugna, accigliandosi “Sì, effettivamente mi hai svegliato…” Con una smorfia alza il braccio per guardare l’ora. Le lancette nere del suo orologio segnano le 3 e 20 del pomeriggio “Tranquillo, parla pure, mi sarei comunque dovuto alzare, è un’ora indecente.” Farfuglia debolmente.

Davies copre gli occhi con il braccio e ascolta quello che gli viene detto, limitandosi a mugolare di tanto in tanto. “Ok, non ci sono problemi, dammi solo il tempo di fare una doccia e di ricordare a me stesso chi sono. Ci vediamo fra poco, ciao!” Conclude con un borbottio abbandonando il cellulare sul letto e tirandosi a sedere con un lamento; sbatte più volte le palpebre per mettere a fuoco e, a piedi scalzi, si dirige in bagno.

 

L’acqua gli scivola sul volto, accarezzando il corpo ancora intorpidito, riuscendo a  svegliarlo completamente e a restituirgli la piena lucidità.

“Maledetta insonnia.” Mormora il ragazzo afferrando il bagnoschiuma e aprendolo con un gesto stizzito al ricordo della notte passata a rigirarsi nel letto senza alcuna possibilità di spegnere il cervello e addormentarsi.

“Ho continuato a pensarci nonostante mi fossi imposto di ignorare la questione, almeno per un po’… almeno finché non fosse stato giorno, dannazione.” Sbuffa, chiudendo gli occhi e lasciando che l’acqua ritorni a coccolarlo.

Il pensiero di Yuri ritorna implacabile nella sua mente. Scuote forte la testa e sorride con fare ironico “Questa è la punizione per averlo evitato per due settimane… due giorni e il mio infallibile piano è andato in fumo: è l’ultima persona che ho visto ieri, la prima che vedrò oggi e nel frattempo non ha fatto altro che insinuarsi nella mia mente… questa è violenza psicologica.” Sean lascia andare il fiato e con un gesto stizzito chiude l’acqua.

 

“Accidenti che brutta cera, Sean. Sicuro di non aver fatto deviazioni stanotte?” Yuri sale in macchina fissando l’amico con un cipiglio.

“Uhm, vediamo… appena ti ho mollato nel letto in stato comatoso credo di esser entrato nel primo bar aperto per darmi alla pazza gioia.” Sibila Davies con un’occhiata torva di fronte al viso riposato di Yuri “Inutile chiedere a te come stai dal momento che sembro io quello con i postumi di una sbronza; tu, invece, mi sembri fresco coma una rosa.” Con un movimento brusco della mano mette in moto l’auto.

“Fortunatamente sembra che abbia smaltito abbastanza bene…” Il giovane rimane in silenzio qualche secondo prima di continuare, abbassando un po’ la voce “Grazie per avermi riportato a casa e…” abbassa lo sguardo sulle mani “Scusa per le cose senza senso che ho detto…” mormora lentamente “Purtroppo ricordo tutte le stronzate che sono riuscito a buttar fuori in poco più di mezz’ora.” Miller sorride debolmente.

“Ricordi tutto quello che è successo?” La voce di Sean suona distante e poco interessata.

“Sì, credo di sì… per lo meno non mi sembra di esser andato in giro nudo, per fortuna.” Ridacchia il moro mentre Davies inspira bruscamente, l’espressione del viso un po’ tesa.

“Ehm, ascolta, io…”

“Ho fatto qualcosa?” Lo interrompe Yuri, allarmato.

Sean scuote la testa “No, vedi, io...”

“Ti prego, dimmi che non ti ho insultato!” Esclama il giovane con gli occhi spalancati, facendo irritare il biondo che inspira profondamente e stringe il volante fra le mani prima di sbottare “No, tranquillo, mi hai solo fatto una proposta indecente!”

Le parole di Sean rimbombano all’interno dell’abitacolo e il giovane lancia un’occhiata furiosa al ragazzo accanto a lui, cambiando espressione nel vederlo impallidire.

“Quando Alissa mi ha detto di non fare cavolate… intendeva, forse, una cosa tipo questa?” Si chiede Davies irrigidendosi e avvertendo un fastidioso rimescolio nello stomaco.

Una risata nervosa riempie il silenzio “Dici davvero?” Yuri sorride un po’ a fatica “Credo di aver dimenticato la cosa più imbarazzante… furbo, no?” Continua spostando lo sguardo fuori dal finestrino.

Sean lo guarda di sfuggita, riuscendo a notare il repentino cambio di espressione e di colorito.

“Spero almeno di essermi solo limitato a parlare…” La risata di Yuri è un po’ isterica.

Davies trattiene il fiato; non ha più guardato l’altro ma percepisce chiaramente gli occhi scuri puntati su di lui.

“Stavo scherzando…” mormora debolmente, avvertendo un acuto senso di colpa stringergli il petto.

“Cosa…?”  la voce dell’altro è poco più di un sibilo.

Sean lancia un’occhiata alla strada e parcheggia nelle vicinanze del pub; chiuso non sembra diverso da una casa qualunque.

“Ho detto che ti stavo solo prendendo in giro. Scusa, è stato immaturo da parte mia.” Borbotta nuovamente, fissando lo sterzo.

“Ah…” Yuri rimane a guardarlo in silenzio per un attimo “Se è così va bene.” Dice con voce calma, facendo girare il biondo.

“Grazie per avermi accompagnato.” Esclama velocemente, con un sorriso, aprendo la portiera “Cerca di riposare un po’.” Aggiunge muovendo la mano in segno di saluto, prima di allontanarsi.

Sean lo segue con lo sguardo, con aria confusa e accigliata. “Perché?” Si domanda con una punta di irritazione “Perché diavolo fa così?” Urla colpendo con violenza lo sterzo e scendendo dal mezzo.

“Se la cosa ti infastidisce dovresti dirlo!” Sbotta il biondo raggiungendo Yuri che si limita a lanciargli un’occhiata.

“Che ci fai ancora qui?”  

“Smettila di comportanti in questo modo!” Il giovane afferra Miller per un braccio, trattenendolo.

“Comportarmi come, Sean? Non so di cosa tu stia parlando.” Borbotta Yuri inspirando e lasciando vagare lo sguardo oltre il ragazzo, che stringe la presa.

“Guardami! E una buona volta dì quello che pensi veramente, senza prendere in giro chi ti circonda con quell’aria bonaria. Se sei incazzato dillo, maledizione!” Esclama Sean con aria accigliata, avvertendo l’improvvisa tensione dell’amico.

Miller respira velocemente “Chi ti dice che la cosa mi causi problemi?” Sibila prima di puntare gli occhi scuri sull’altro “Chi ti dice che quello che mi hai detto mi abbia anche solo minimamente scalfito? Chi pensi di essere per impormi cosa dire e cosa pensare?” Yuri stringe i pugni, facendo una smorfia ironica “Sto bene, anzi, benissimo e non mi sembra il caso di fingere una rabbia che non ho solo per farti un piacere.”

“Stronzate.” Mormora Sean fra i denti “Sono solo un mucchio di stronzate e ne sei perfettamente consapevole. Non capisco perche ti ostini con questa farsa… non sei stato tu a dire che a volte è meglio sfogarsi piuttosto che trascinarsi dietro dei fantasmi? O forse… forse per questo non ne vale la pena…” Davies lascia andare il braccio del ragazzo “Sì, penso che sia questa la risposta… che idiota.” Accenna un sorriso “Tante parole per nulla…”

“Lasciamo perdere.” Sbotta Yuri prima di abbassare il tono della voce “Vado a riprendere l’auto… e tu dovresti andare a riposare, hai davvero un’aria stanca.” Sussurra il moro prima di allontanarsi.

Sean continua a fissarlo finché non riesce più a distinguerlo dal resto del panorama; deglutisce a fatica e serra i pugni, avvertendo una dolorosa morsa alla bocca dello stomaco. “Sì, hai proprio ragione.”

 

“Grazie e arrivederci!” Esclama Sean con un lieve sorriso prima di togliere la tazzina da caffè dal bancone e pulirlo con uno straccio.

“Davies, due espressi, uno decaffeinato e un succo d’arancia.” Una ragazza con un grembiule nero attorno alla vita poggia davanti al giovane un vassoio con tre bicchieri vuoti.

“Subito.” Annuisce Sean, cominciando a trafficare con la macchina del caffè.

“Questo è l’orario che odio di più.” Mormora il biondo, lanciando un’occhiata al bar pieno.

“Non c’è un attimo di respiro.” Afferra due tazze e preme il pulsante per l’erogazione del caffè.

“Sean, tre macchiati, un cappuccino, una brioche e due ristretti.”

Il ragazzo si volta di scatto “Ehi, un attimo, mi sono perso al cappuccino.”

La ragazza si ferma e torna indietro, ripetendo nuovamente l’ordine prima di allontanarsi verso un tavolino che è stato appena occupato.

“Dannazione.” Sean scuote la testa, ripentendosi mentalmente quello che serve prima di sbuffare.

“Possibile che non abbia ancora recuperato? Ormai sono passati due giorni dalla nottataccia, perché mi sento ancora fisicamente a pezzi?” Pensa con un cipiglio, adagiando sul bancone il vassoio con ciò che gli è stato chiesto e passando un braccio sulla fronte.

Lancia uno sguardo nel locale sussultando lievemente “Ma porca…” biascica nel riconoscere  la chioma rossiccia di Alissa; con lei ci sono Lilian, Yuri ed Eric. 

“Ma proprio qui dovevano venire…” Sospira, cercando di concentrarsi sul lavoro da svolgere.

“Non che potessi sperare di evitarlo per sempre però, dopo la discussione dell’altro giorno…” Sean chiude un attimo gli occhi “Che discorsi stupidi, non sono più un moccioso, sono in grado di affrontarlo senza crisi isteriche.”

“Sean?”

Il ragazzo scatta ritrovandosi a fissare Eric come se fosse un fantasma.

Apre la bocca, balbettando qualcosa di incomprensibile prima di schiarirsi la voce “Eric, ciao!”

“Così è qui che lavori?” Il giovane lo guarda con aria sorpresa e Sean afferra lo straccio, cominciando a pulire macchie immaginarie.

“Già, lavoro qui, però ti sarei grato se evitassi di dirlo ai tuoi accompagnatori.”

L’altro gli rivolge un’occhiata confusa.

“Sai, c’è tanta gente, potrei imbarazzarmi e far cadere qualcosa.” Borbotta velocemente Davies con una smorfia.

“Oh… oh, sì, capisco… beh, allora ritorno al tavolo senza far parola!” Il giovane afferra una bustina di zucchero di canna e si allontana.

“Grazie Eric.” Mormora Sean senza alzare lo sguardo, ritrovandosi a sospirare “Ben fatto, signor coniglio impaurito.” Lancia con irritazione lo strofinaccio nel lavabo e asciuga le mani contro il grembiule.

“Ma poi che diavolo è quella? Un’uscita a quattro? Non aveva detto solo pochi giorni fa che Lilian stava diventando troppo appiccicosa? O forse, in realtà, gli piace farsi desiderare… accidenti!” Il biondo, poggia con violenza due tazzine, rischiando di far cadere il caffè “Se Eric parla lo avveleno.” pensa prima di inspirare profondamente “Non diciamo sciocchezze… sono io che devo darmi una calma…”

Davies fissa con eccessiva intensità il piattino che ha in mano prima di ridacchiare “Un’uscita a quattro? Che razza di cose penso? Sembro una tredicenne gelosa…” Il sorriso scompare dalle sue labbra “Meglio lasciar perdere.” 

Con la coda dell’occhio vede i quattro amici alzarsi; con uno scatto si inginocchia, aprendo il frigo delle bevande, completamente nascosto dal bancone. Nel sentire la porta aprirsi e richiudersi tira un sospiro di sollievo e si lascia scappare un sorriso amaro, ritornando ad occuparsi delle ordinazioni.

“Sean, sono pronti quei caffè?”

“Certo, arrivano!” Esclama avvertendo la presenza della ragazza dietro le sue spalle.

“Ecco i…”

“Ciao Sean.” Yuri gli sorride mentre la giovane accanto a lui afferra le tazze che Davies ha in mano, prima di allontanarsi.

“Ciao…” Borbotta il biondo abbassando lo sguardo sulle stoviglie.

“Così è questo il tuo lavoro part-time.”

“Esattamente… è questo; ora scusami, ma avrei dei cocktail da preparare.”

“Quando sono entrato non mi ero accorto che fossi tu e all’uscita ti ho visto solo per un attimo prima che sparissi sotto il bancone, così sono tornato a controllare.”

“Ma bravo, complimenti Sherlock Holmes…” mormora Davies continuando a prestare attenzione ai bicchieri che ha davanti. “Comunque ti conviene andare o Lilian si stancherà di aspettare.”

“Lilian? Vorrai dire Alissa! Ero con lei in libreria quando abbiamo incontrato Lilian ed Eric.”

“Una vera coincidenza, no?” dice con tono acido Sean alzando lo sguardo su Yuri che si limita a scrollare le spalle con un sorriso “Per Alissa è stato un vero colpo di fortuna, credo.”

“Sì, come no…”

“Ad ogni modo, volevo darti questo.” Miller tira fuori dalla tasca dei jeans un foglio piegato più volte e lo porge a Sean. Gli occhi verdi lo guardano a mala pena prima che il giovane lo poggi distrattamente vicino alla cassa.

“È il volantino di un concerto di beneficenza. Si terrà questo fine settimana.”

Sean annuisce con un mormorio indistinto.

“Bene, ora vado… scusa il disturbo.” 

“Yuri.” Sean spalanca gli occhi rendendosi conto con attimo di ritardo di aver chiamato il ragazzo che ora lo fissa, in attesa.

“E… no, nulla.” Scuote la testa, avvertendo la nota di panico nella sua voce.

Yuri socchiude le labbra e fa per muovere un passo per avvicinarsi nuovamente al bancone ma si ferma “Buon lavoro.” Bisbiglia, allontanandosi, con Davies che rimane a fissare la porta del bar anche quando ormai si è chiusa da un pezzo.

   
 
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