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Autore: argentmist    12/11/2012    2 recensioni
[ Vampire!AU, Pruaus] [Sidepairing: Fruk, Spamano, Gerita]
Il proiettile mancò il bersaglio perché quest’ultimo con un agile scatto aveva raggiunto la balaustra del ponte, da cui si lanciò sprofondando nelle scure acque del fiume sottostante. [...]
L’ebbrezza della caccia lo faceva quasi sentire di nuovo vivo, specialmente in quest’ultimo caso. L’ultimo colpo lo aveva quasi preso, un risultato che a molti cacciatori più anziani non era mai riuscito.
Sapeva di star scherzando con il fuoco, ma non riusciva ad ignorare l’attrattiva che una sfida del genere rappresentava.
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando il giovane fece ritorno alla villetta dove viveva con due suoi amici che condividevano la sua stessa condizione, aveva ancora i vestiti e i capelli umidi, come Francis non mancò di fargli ironicamente notare con un:

“Sei andato a pesca nella Senna invece che a caccia, mon ami?”

“Diciamo che ho avuto un contrattempo” rispose Gilbert buttandosi su una delle poltrone libere mentre il divano era occupato da Francis che accarezzava lievemente i capelli biondi del ragazzo che poggiandogli la testa in grembo , stava leggendo.

Ci fu una risata e da dietro una delle poltrone emerse la figura di Antonio, che fino a quel momento era stato sdraiato sul tappeto vicino al caminetto e che appoggiandosi con le braccia allo schienale disse:

“Scommetto che invece hai infastidito di nuovo un cacciatore e hai dovuto farti una nuotatina per salvare l’osso del collo!” a cui seguì un insulto, da parte di Lovino, sull’idiozia di certe persone. 

A quel punto il volto di Francis si fece serio, persino il suo compagno percepì la gravità della situazione, alzò gli occhi dal libro, rivelando tra l’altro un paio di cespugliose sopracciglia, e si mise a sedere vigile.

Con un gesto nervoso, Francis si scostò dal volto una ciocca bionda sfuggita al codino e con uno sguardo penetrante che aveva perso la giocosità di poco prima per lasciare posto ad una glacialità enfatizzata dalla sfumatura azzurra dei suoi occhi, chiese a Gilbert: “Sei sicuro di averlo seminato e che non ti abbia invece seguito?”

Mein Gott! Certo che ne sono sicuro! Non sono mica rinato ieri!” esclamò irritato passandosi una mano tra i capelli scompigliandoli ancora di più.

“Però” intervenne Antonio rivolgendosi a Francis “penso che un giro di ricognizione lo dovremmo fare comunque, giusto per sicurezza.”
Francis annuì e i due si alzarono e uscirono dalla stanza.

Ci fu un momento di silenzio che venne interrotto da Lovino che sbuffando disse: “Che palle! Bah, me ne vado a dormire.” ed uscì dal salotto. 
Arthur, invece, dopo aver rivolto un’occhiata di rimprovero a Gilbert, tornò alla sua lettura.

Fissando le fiamme del caminetto, Gilbert rimase lì seduto cercando di ignorare l’immagine di un paio di occhi violetti che gli comparve in mente e il senso di colpa e l’adrenalina che quell’immagine portava con sé.


 *

Nel quartiere adibito a residenza dei cacciatori non era insolito che il silenzio della notte venisse accompagnato dal suono di un pianoforte.

La musica proveniva dall’ultimo piano di uno degli alloggi che venivano condivisi dalle varie coppie di cacciatori e si diffondeva grazie alla finestra aperta, la cui tenda ondeggiava come un mantello per via della brezza notturna. 

All’interno la stanza era illuminata solo dalla fioca luce della luna e da, poggiato sopra la superfice del pianoforte, un candelabro, le cui fiamme si riflettevano sulle lenti degli occhiali del pianista.

Come ogni volta che qualcosa lo turbava, Roderich cercava attraverso la musica di trovare la tranquillità che gli sfuggiva e che non gli permetteva di riposare. E quella notte in particolare.

La melodia venne interrotta bruscamente da un accordo di note sbagliato e il silenzio cadde nella stanza.

Il giovane, toltosi con irritazione gli occhiali, si stropicciò gli occhi e lo sguardo gli cadde poi sulla divisa da cacciatore che giaceva in un mucchio disordinato sulla poltrona lì vicino.

Nonostante fosse stata una delle sue prime missioni, non riusciva ad accettare di aver ceduto alle sue provocazioni, lasciandosi guidare dalla foga del momento invece che dalla razionalità.

Mentre osservava un rivolo di cera liquida scorrere giù per una delle candele, notando inconsciamente come il corpo ardente delle fiamme avesse la stessa sfumatura di quegli occhi, giurò a se stesso che se lo avesse incontrato nuovamente non se lo sarebbe fatto sfuggire una seconda volta. 

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