Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Larriesh    12/11/2012    1 recensioni
Kurt Hummel e Blaine Anderson, divisi, cresciuti, ritrovati. Per non lasciarsi mai.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Ema, Pè e Giusy. Senza di voi, mi sarei già persa. Grazie per avermi preso la mano e per accompagnarmi tuttora.

 

 

 

Erano passati esattamente 11 mesi. 11 mesi dalla sera in cui lui e Blaine avevano passeggiato a Battery Park, quella sera in cui Blaine gli aveva detto di voler rompere. Kurt se lo ricordava ancora perfettamente.

 

Aveva avuto un cattivo presentimento fin da quanto Blaine gli aveva chiesto di fare due passi da soli, lasciando soli anche Rachel e Finn. 

Lo aveva fermato dopo pochi metri di passeggiata, ed era rimasto in silenzio.

"Cosa succede, Blaine?" gli aveva chiesto più volte Kurt, non capendo cosa affliggesse il suo fidanzato.

Blaine aveva mantenuto capo chino, e quando finalmente aveva alzato lo sguardo verso di lui, aveva gli occhi pieni di lacrime.

"Kurt.. io credo che sia meglio se ci lasciamo." aveva detto. Poche semplici parole avevano spezzato il cuore di Kurt in mille frammenti in pochi secondi. Non sapeva cosa fare. Sembrava che il mondo tutto intorno a loro fosse scomparso. La vita frenetica di New York che scorreva vicino a lui sembrava essere diventata improvvisamente silenziosa. Si riscosse dal buio, dal vuoto che quelle parole avevano scatenato in lui solo perché Blaine lo stava fissando con quei suoi occhioni lucidi dal pianto.

"Ma.. Blaine, cosa stai dicendo? No, io non voglio.." aveva iniziato a dire Kurt, con un groppo in gola e le lacrime che già si facevano strada sul suo volto, senza che lui riuscisse ad impedirlo, ma Blaine lo aveva interrotto.

"Nemmeno io Kurt. Ma è meglio così, credimi.. Pensaci un attimo. Tu stai letteralmente brillando qui a New York, Kurt, brilli di luce tua. Ti stai avviando verso una brillante carriera, nessuno può più umiliarti o trattarti con inferiorità: stai realizzando il tuo sogno, amore. E io sono solo una palla al piede, al momento. Ti tengo ancorato a Lima, e so quanto tu voglia fuggirne. Ti prego, Kurt, non.." 

Blaine avrebbe continuato a parlare, ma Kurt era fuggito via, in lacrime.

"Ti amo, Kurt. Ti amerò sempre." pronunciò Blaine al buio newyorkese.

 

 

Kurt aveva passato il mese successivo a piangere. A trascorrere le sue giornate, piangendo, a letto, uscendo solo quando doveva recarsi a lezione alla NYADA. E soprattutto, non aveva mai smesso di amare Blaine. Lo amava ancora come la prima volta che lo aveva visto, sulle scale della Dalton. Lo amava come l'istante che aveva capito di amarlo: quando lo aveva visto esibirsi per la prima volta, in divisa alla Dalton, in Teenage Dream. Lo amava come prima, più di prima. E dal Natale passato separati, aveva iniziato a tenere un quaderno dove ogni giorno lasciava un messaggio a Blaine. Un messaggio, per ogni giorno della sua assenza. Sperava di poterglielo regalare un giorno. Quando sarebbero tornati insieme. Lui ci credeva ancora. Credeva ancora in loro. 

Si erano rivisti solo due volte: a Natale, quando lui era tornato a Lima per trascorrere le vacanze con la famiglia, ed era uscito con tutti i suoi amici del Glee Club, e in occasione della festa del 4 luglio, sempre a Lima.

Entrambe le volte, si erano parlati poco, e con imbarazzo. 

Gli amici del Glee che non si erano ancora diplomati gli avevano scritto molte volte, per aggiornarlo sugli stati d'animo di Blaine. Quindi lui sapeva tutto: come Sebastian avesse tentato di avvicinarsi a Blaine ora che lui non c'era, e come Blaine lo avesse allontanato immediatamente; come era triste ogni volta che entrava nell'aula del coro e ogni volta si sedeva in un angolo, e vicino a lui una sedia vuota, con una sciarpa azzurra sopra, la sua sciarpa; come Blaine avesse scelto il college. Della scelta che avrebbe condizionato la sua vita, alla quale lui non aveva contribuito con i suoi consigli. E Kurt sapeva, grazie a Tina, che Blaine sarebbe atterrato a New York, perché aveva scelto la NYADA. E Kurt sapeva che non era lui il motivo della sua scelta, perché quando stavano insieme entrambi sognavano di entrarci, per poter vivere insieme a New York. Il semestre sarebbe iniziato la settimana seguente. Quindi, lo avrebbe rivisto presto.

 

 

Erano passati esattamente 11 mesi. 11 mesi dalla sera in cui lui e Kurt avevano passeggiato a Battery Park, quella sera in cui aveva detto a Kurt di voler rompere. Blaine se lo ricordava ancora perfettamente. 

Aveva avuto modo di pensare alla scelta che aveva preso, ed era davvero convinto che, per quanto dolorosa, fosse giusta.

Aveva guardato Kurt, e gli aveva chiesto di fare due passi da soli, lasciando soli anche Rachel e Finn. 

Lo aveva fermato dopo pochi metri di passeggiata, ed era rimasto in silenzio. Doveva trovare il modo di iniziare a parlare. Dannazione, perché la sua bocca non si muoveva?

"Cosa succede, Blaine?" gli aveva chiesto più volte Kurt, non capendo cosa lo affliggesse.

Blaine aveva mantenuto capo chino, e quando finalmente aveva alzato lo sguardo verso di lui, aveva gli occhi pieni di lacrime. Perché faceva così male?

"Kurt.. io credo che sia meglio se ci lasciamo." aveva detto. Poche semplici parole che gli avevano spezzato il cuore nel momento esatto in cui le pronunciava. Kurt era rimasto sconvolto, pietrificato. Negli occhi, il nulla. Quando Kurt si riscosse, Blaine lo stava fissando con gli occhi lucidi dal pianto.

"Ma.. Blaine, cosa stai dicendo? No, io non voglio.." aveva iniziato a dire Kurt, con un groppo in gola e le lacrime che già si facevano strada sul suo volto, ma Blaine lo aveva interrotto, facendosi forza per finire lo scempio che aveva iniziato. Glielo doveva. Doveva lasciarlo libero. Lo amava così tanto, che il dolore che gli stava attanagliando il petto fin dal momento in cui aveva preso la sua decisione non contava.

"Nemmeno io Kurt. Ma è meglio così, credimi.. Pensaci un attimo. Tu stai letteralmente brillando qui a New York, Kurt, brilli di luce tua. Ti stai avviando verso una brillante carriera, nessuno può più umiliarti o trattarti con inferiorità: stai realizzando il tuo sogno, amore. E io sono solo una palla al piede, al momento. Ti tengo ancorato a Lima, e so quanto tu voglia fuggirne. Ti prego, Kurt, non.." 

Blaine avrebbe continuato a parlare, ma Kurt era fuggito via, in lacrime.

"Ti amo, Kurt. Ti amerò sempre." pronunciò Blaine al buio newyorkese. Ed era vero. Lo avrebbe amato ogni singolo istante della sua vita.

 

 

 

Kurt aveva rifiutato ogni tipo di invito ad uscire, ogni cena, ogni tentativo di Rachel di fargli fare vita sociale in quegli 11 mesi. 

Derek, il suo compagno di stanza aveva sopportato all'inizio la sua reclusione, ma poi non aveva più retto: quando non era a lezione, Kurt passava le sue giornate steso nel letto, a piangere o a cantare canzoni deprimenti, e mangiava solo quando Rachel si fiondava in camera e lo costringeva a mettere qualcosa nello stomaco. Lui e Derek non erano mai andati particolarmente d'accordo, e alla prima occasione, il suo coinquilino era andato alla segreteria dei dormitori della NYADA, e aveva chiesto un cambio di stanza.

Per questo Kurt non si era stupido di essere chiamato in segreteria, quel giorno. Si aspettava di dover accogliere il suo nuovo compagno di stanza. Per questo rimase basito quando Nellie, la gentile signora che faceva la segretaria da più di trent'anni, gli comunicò che sarebbe stato lui a doversi spostare in una nuova camera. Non tentò nemmeno di protestare. Ormai non ne aveva più la forza, e soprattutto la voglia.

Si fece dire il numero della stanza, senza avere la forza di ribattere. Sarebbe andato in camera sua, avrebbe radunato le sue cose, e avrebbe salutato freddamente il suo ex coinquilino. 

 

 

Blaine era entrato alla NYADA con la speranza di incontrarlo.

Si guardava intorno, e a prima vista poteva apparire come un nuovo studente molto curioso di esplorare il suo nuovo ambiente, la sua nuova vita. Ma non era così. Lui cercava solo il pezzo di cuore che aveva lasciato dietro di sè.

"Blaine?" una voce, che lo chiamava. Ma per quanto fosse contento di risentirla, non era quella che voleva sentire in quel momento.

So voltò, e vide una sorpresissima Rachel Berry corrergli incontro.

Rachel gli saltò praticamente addosso, e lo abbracciò forte. "Oh Blaine, sei davvero tu! Quanto mi sei mancato!"

Blaine non poté fare a meno di sorridere. "Rachel! Come stai?"

Rachel si staccò dall'abbraccio, e lo scrutò. Blaine si sentì indifeso: quella ragazza aveva sempre avuto il potere di leggere il suo stato d'animo.

"Io sto bene ora. Ma non potrei dire lo stesso di te, Blaine."

Blaine sospirò, sapendo dove volesse andare a parare l'amica. "Ti prego, Rachel, non iniziare nemmeno il discorso. Sono stanco, sono appena arrivato da Westerville, e tutto ciò che vorrei è sistemare le mie cose nella mia stanza, e conoscere il mio coinquilino, cercando di farmi almeno un amico qui. Possiamo rimandare?"

Rachel ci pensò su, poi annuì, facendogli un cenno con la mano. "Va bene. Ma non credere di averla avuta vinta."

Blaine alzò gli occhi al cielo e riprese il cammino verso la segreteria.

Quando arrivò davanti alla porta di quest'ultima, alzò gli occhi, e attraverso il vetro, riconobbe il ragazzo girato di spalle che parlava con la segretaria. Era Kurt. Il suo Kurt. Che in quel momento aveva preso una chiave dalla donna, e si stava voltando.

Blaine prontamente si nascose dietro la macchinetta del caffè lì vicina, sperando che a Kurt non prendesse proprio in quel momento voglia di caffè. Fortunatamente il ragazzo girò l'angolo, e si allontanò. Blaine si accasciò a terra. Kurt se possibile era ancora più bello, anche con quell'aria dannatamente triste che aveva. Blaine sperò che non fosse per causa sua; nel rivederlo il suo cuore aveva avuto un balzo, e Blaine aveva avuto la conferma di amare ancora Kurt.

"Sarà difficile." pensò solo Blaine, prima di rimettersi in piedi ed entrare in segreteria per ritirare la chiave della sua stanza.

 

 

Kurt tornò in camera, e iniziò a radunare le sue cose. Rimise i suoi vestiti nella valigia, e ripose le sue cose nelle scatole che l'avevano accompagnato durante il trasloco.

Mentre si occupava delle sue foto, entrò Derek. Kurt non lo degnò di un'occhiata, finchè il ragazzo non gli si pose davanti. 

"Cosa vuoi?" gli chiese Kurt sgarbatamente. 

Derek si grattò la testa, in imbarazzo. "Ecco, Kurt, mi dispiace per tutta questa storia, ma.."

"Si, Derek, non sprecare fiato, tranquillo." rispose il soprano freddamente.

"È tutto a posto?" chiese allora Derek.

"Tutto splendidamente!" disse sarcastico Kurt, roteando gli occhi.

"Oh, ma allora nessun rancore! Ciao bello!" sorrise Derek uscendo, senza accorgersi di ciò che in realtà intendeva l'altro. 

Kurt rimase sorpreso un attimo dalla stoltezza del ragazzo, poi scosse la testa e tornò a dedicarsi al trasloco.

In poco tempo finì di inscatolare tutto, e, prese la valigia e alcune scatole, si diresse verso la sua nuova stanza. 

 

 

"La sua camera è la 394, signor Anderson." comunicò Nellie, la segretaria, a Blaine consegnandogli la sua copia della chiave.

"Devo però avvisarla" continuò mentre Blaine stava già uscendo "che dovrà dividere la stanza con uno studente del secondo anno, in quanto ci sono stati alcuni disguidi." 

Blaine scrollò le spalle" Non si preoccupi, non è un problema." 

Blaine raccolse le sue valigie e a passo svelto raggiunse la sua camera. 394. Aprì la porta, e si trovò davanti una bella stanza, spaziosa, ariosa, molto luminosa. Sorrise. L'ambiente per lo meno non era tremendo come segretamente temeva.

Decise di disfare subito i bagagli, che essendo troppi, avrebbero richiesto un periodo di tempo notevole per essere sistemati.

Sistemò per prime le cornici sulla scrivania: una in cui era con i suoi genitori nella loro villa di campagna, una che lo ritraeva con i Warblers, una con il Glee Club, e infine quella che non era ancora riuscito a buttare e che si era portato dietro a New York: ritraeva lui e Kurt che si fissavano amorevolmente, mentre si tenevano per mano. L'aveva scattata Santana, un giorno due anni prima, alle prove del Glee Club, mentre cantavano un duetto, e Blaine se ne era innamorato subito. 

Mentre riponeva i vestiti nell'armadio, tirò fuori dalla valigia la sua divisa della Dalton. Proprio non era riuscito a liberarsene, l'amava troppo. 

Senza pensarci, indossò il blazer, e iniziò a saltellare per la stanza, intonando "Teenage Dream".

 

You think I'm pretty 

Without any makeup on 

You think I'm funny 

When I tell the punch line wrong 

I know you get me 

So I let my walls come down 

Doowwn 

Before you met me 

I was alright but things 

Were kinda heavy 

You brought me to life

Now every february 

You'll be my valentine 

Valentine 

Let's go all 

The way tonight 

No regrets, just love 

We can dance, until we die 

You and I 

We'll be young forever 

 

 

 

Non si accorse che qualcuno stava girando la chiave nella toppa, e che la porta si era aperta. Si voltò solo quando udì un tonfo.

Kurt era sulla porta, con la bocca spalancata dalla sorpresa, con una valigia davanti a sé e una scatola, quella che aveva provocato il rumore, a terra, aperta, e il suo contenuto sparpagliato sul pavimento.

 

 

You make me 

feel like I'm living a 

Teenage Dream

The way you turn me on

I can't sleep

Let's run away

Don't ever look back

Don't ever look back

 

Blaine cantò il ritornello, quasi sussurrandolo, senza riuscire ad impedirselo e senza riuscire a staccare gli occhi da Kurt. 

Kurt, che in quel momento era lì in piedi, di fronte a lui, con una valigia e degli scatoloni accanto a sè.

Quindi era con lui che avrebbe dovuto dividere la camera?

 

Kurt non riusciva a credere ai suoi occhi. Era davvero Blaine quello che aveva davanti? Blaine, che stava saltellando per la stanza con il suo blazer dei Warbler cantando Teenage Dream?

Perché proprio quella canzone? 

E in un attimo Kurt si ritrovò sedicenne, spaventato, in un aula in una scuola bellissima, accerchiato da studenti in divisa che acclamavano il loro Glee Club, e di fronte a lui Blaine, raggiante nella sua divisa, a cantare fissando solo lui. 

E con un semplice battito di ciglia era di nuovo lì, alla NYADA, di fronte allo stesso Blaine, solo un po' cresciuto, che cantava solo per lui, senza folla acclamante intorno.

Ed era sempre bellissimo. Quegli occhi cangianti, color miele, quei capelli ricci, finalmente lasciati liberi dal gel, e quei jeans fascianti, Dio! 

Quanto gli era mancato. Aveva sentito dolore sì, ma mai quella sensazione che provava ora. Dolore, perché se lo ritrovava davanti senza potergli saltare addosso, stringerlo, baciarlo, e nonostante ciò, felicità, perché era di nuovo lì, con lui.

 

Fu Blaine, senza staccare gli occhi da lui, che ruppe il silenzio.

"Kurt.." sussurrò, facendo un passo in avanti, tendendo una mano, come a voler prendere la sua, ma ripensandoci, poiché la tirò indietro subito.

A quel punto Kurt lasciò che le lacrime scorressero sul suo volto. "Blaine.."

Gli occhi di Blaine, che non riusciva a vedere Kurt in quello stato, presero a tremare, e in poco tempo una lacrima scorreva giù per la sua guancia. 

E per Kurt fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Si gettò su Blaine, stringendolo forte a sè. Non passarono troppi secondi prima che sentisse le mani di Blaine su di se, che lo tiravano sempre più vicino. 

Le loro ginocchia non ressero, e caddero a terra, continuando a stringersi, e lasciandosi andare ad un pianto liberatore.

 

 

 

 

"Blaine, dobbiamo parlare lo sai." esordì Kurt, quando, dopo aver pianto l'uno nelle braccia dell'altro per quasi un'ora, si erano separati, imbarazzati, e si erravo divisi, sistemando i loro oggetti nella loro nuova stanza.

Blaine sospirò, poi si voltò verso di lui. "Vuoi farlo ora?" chiese.

"Sì. Non rimandiamo troppo.." asserì Kurt. 

Blaine annuì. "Aspetta un attimo allora." disse, e detto ciò, prese la sua tracolla e uscì.

Kurt rimase perplesso. Dove era andato?

Mentre aspettava il ritorno di Blaine, lasciò vagare il suo sguardo tra gli oggetti di Blaine, e la vide subito. La loro fotografia. Quella che aveva scattato Santana di nascosto al Glee. 

Si avvicinò, e la prese tra le mani. Si perse ad osservare loro due, più giovani. Il loro sguardo innamorato, le mani intrecciate.. avrebbe dato qualsiasi cosa per riavere tutto indietro.

 

Era ancora incantato ad ammirare la fotografia quando Blaine rientrò, con due caffè.

"Ho pensato che volessi del caffè, mentre parliamo" disse semplicemente, con un'alzata di spalle. 

Kurt sorrise. "Grazie". Prese il caffè, e si sedette sul letto, incrociando le gambe, invitando Blaine a fare lo stesso.

Blaine lo fece, sedendosi di fronte a lui.

 

Ci furono un paio di minuti di imbarazzante silenzio, prima che Blaine prendesse la parola.

"Kurt, iniziamo dal principio, ti va?"

Kurt annuì. "Quello che mi preme sapere, Blaine, almeno per la mia sanità mentale.. è perché."

Blaine sospirò, prima di passarsi una mano nei capelli.

"Sai, quando partisti ci pensai a lungo. E davvero mi sembrava la cosa migliore. Tu dovevi sentirti libero di realizzarti, insomma, eri qui a New York, nella città dei tuoi sogni, alla scuola dei tuoi sogni, con il lavoro dei tuoi sogni.. io sarei stato un intralcio che ti teneva ancorato a Lima, credevo."

"Lo sai che non lo saresti stato affatto, vero, Bee?" disse Kurt, chiamandolo con quel nomignolo che gli aveva dato tempo prima.

Blaine annuì, sorridendo per come lo aveva chiamato Kurt. "Ora lo so. E mi sento un coglione, Kurt. Perché ho buttato al vento l'unica cosa bella della mia vita.

E sai cos'è che mi faceva davvero male? Non sapere che avevo causato un dolore così grande a te. Ma sapere che tu potevi avere la forza di superare tutto e andare avanti. Perché diciamocelo, Kurt, tra noi due quello più forte sei sempre stato tu. Non ho mai conosciuto una persona più forte di te. Che si piega, e si può piegare tante volte, ma che non si spezza mai. Non hai mai lasciato che qualcosa ti spezzasse."

Kurt sorrise, un sorriso falso, tirato, sarcastico. "Tu ci sei andato molto vicino." gli disse solo.

 

E Blaine si sentì morire. Perché sapeva che aveva il potere di distruggere Kurt, e in quel momento avrebbe solo voluto poter tornare indietro e non rifare quell'enorme sciocchezza. Si sentiva malissimo, il dolore che gli opprimeva il cuore al pensiero di quello che aveva fatto a Kurt, il suo Kurt, era insormontabile.

 

Poi Kurt riprese a parlare. "Però sai una cosa Blaine? Non mi hai spezzato. Non ci sei riuscito. E sai perché? Perché io, in questi 11 mesi, non ho mai sentito venire meno quel legame che ci lega. Anche nei momenti dove il vuoto della tua assenza sembrava incolmabile, se scavavo dentro il mio cuore, mi sentivo incredibilmente legato a te. E sentivo che per noi non era finita.." Kurt tacque per un minuto, prima di dire "E non lo è nemmeno ora."

 

Blaine alzò lo sguardo e lo piantò nel suo. Vide un sorriso sul viso di Kurt, e non riuscì a trattenere una lacrima. "Kurt, tu.. dici sul serio? Saresti disposto a ricominciare?"

Kurt annuì. "Sì. Io non ho mai smesso di amarti Blaine. E ora tu sei qui, e io.. io mi sento di nuovo quel ragazzino che si è preso una cotta enorme per te la prima volta che ti ha visto. Quindi, io sì. Voglio ricominciare. Sempre che anche tu.." 

Blaine non lo lasciò terminare la frase. "Kurt, io ti amo. Certo che voglio ricominciare."

Kurt sorrise. "Ricominciamo allora." Si avvicinò a lui per baciarlo, ma Blaine lo fermò.

 

"Ehm, scusami, ciao, posso farti una domanda? Sono nuovo qui."

Kurt lo guardò sbigottito, poi ricordò. Blaine aveva detto le stesse cose che gli aveva detto lui quando si erano incontrati. 

Sorrise, commuovendosi. "Piacere, Kurt."

Blaine sorrise nel vedere che Kurt aveva capito. "Blaine. Ora suppongo che mi toccherebbe chiederti cos'è tutta questa confusione, vero?" disse guardandosi intorno.

"Oh, sai com'è, un Usignolo è appena diventato il mio compagno di stanza.. e di vita."

Blaine gli prese una mano, e lo guardò negli occhi. "Ti amo, Kurt. Non ho mai smesso."

Kurt gli strinse la mano, e si avvicinò al suo viso. "Ti amo anche io, Blaine." disse, prima di baciarlo. E questa volta Blaine non lo fermò. 

 

Si scambiarono un bacio che sapeva di dolore, di tristezza, di lacrime, di vuoto; un bacio che sapeva di futuro, di speranza, di voglia di ricostruire; un bacio che sapeva d'amore, un bacio che sapeva di loro.

Ora che si erano ritrovati sapevano che avrebbero dovuto rimettere insieme i cocci dei loro cuori non ancora del tutto guariti, ma lo avrebbero fatto, insieme.

 

 

 

 

Angolo di Bonnie:

 

Ciao ragazzi!

I'm baaack!

E se rileggo la FF che ho scritto solo poco tempo fa mi verrebbe da mettermi le mani nei capelli. Non la cancellerò, perché fa parte di me, era nata come valvola di sfogo, ma non ne vado fiera.

Ma parliamo di questa One shot!

Da dove arriva. Dovete sapere che è un bel po' che ce l'ho qui sul pc, salvata, ma non ho mai avuto il coraggio di pubblicarla. L'ho scritta di getto quando era uscito lo spoiler che i Klaine si sarebbero lasciati nella tanto odiata 4x04, e non si sapeva ancora del tradimento.

Beh, questo è quello che ho immaginato. In realtà tutto questo l'ho sognato, e l'ho trascritto.

Beh, spero vi piaccia, e spero di tornare a pubblicare presto. In fondo, ho una cartella piena di FF che attendono solo di vedere la luce.

Alla prossima!

Bonnie;

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Larriesh