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Autore: StarishRen    12/11/2012    3 recensioni
E' una storia inventata semplicemente tramite una role ed in particolare è una fiaba che vede tutti i personaggi dell'anime Uta no prince-sama citati.
Spero vi piaccia e che vi divertiate anche perchè sarà parecchio divertente individuare i personaggi man mano che si leggono i dialoghi. Questo vi fa capire che non ci sono nomi scritti durante i discorsi,ma solo descrizioni. Starà a voi capire chi sono.
Buona lettura e buon divertimento!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era buio e faceva tanto freddo,ma nonostante questo c'era un piccolo bambino dai capelli rossi che camminava per la foresta. I suoi abiti non erano per niente adatti a quella stagione e per questo rischiava di morire di freddo... 

"Ah...Che freddo!"

Disse il bambino mentre si stringeva nelle braccia sfregandosele per riscaldarsi. Ovviamente la cosa era totalmente inutile.
Si trovò in quella situazione costretto a lasciare la sua casa, dove abitava da solo. Era sempre stato preso in giro per i suoi capelli e chiamato addirittura "demonio", ma lui non si era mai scoraggiato non perdendo mai il sorriso.  Ma in quel momento tutto gli sembrò diverso e iniziò davvero a credere di doversi arrendere e che tutti i suoi sforzi fossero stati vani.

Camminava e camminava fin quando stremato non svenne nella neve...

Fortunatamente però un uomo si aggirava da quelle parti e lo prese con sè portandolo nella sua casa. Il bambino rosso si svegliò in un letto caldissimo.

"Oh, ben sveglio."

Disse l'uomo mentre gli portava del latte caldo. Il bambino, che aveva una fame da lupo, si avventò subito sul latte bevendolo quasi tutto d'un fiato scaturendo la fragorosa risata del suo salvatore.
In quella casa fu accolto come un principe e un dono del cielo visto che l'uomo, avendo perso la sua vecchia famiglia, era rimasto da solo e attendeva un miracolo. Quel miracolo aveva i capelli rossi.
Il bambino dimenticò la sua infanzia infelice lasciando posto solo all'affetto e alla felicità. 

Sembrava tutto tranquillo, un lieto fine coi fiocchi ma...accadde una disgrazia.

Pochi giorni dopo l'uomo morì in circostanze sconosciute e  il bambino si ritrovò di nuovo senza una famiglia e senza una casa. La strada divenne nuovamente la sua nuova dimora.

Ritornò sul sentiero incamminandosi fin quando non trovò una piccola casina, attratto dall'odore che proveniva dal forno dell'abitazione. In quella casa però lui non sapeva che si nascondeva una temibile presenza e i cartelli ,da lui ignorati, lo affermavano:

"Attenzione! Stare alla larga! Non avvicinarsi!"

Tutte cose che lui non vide  giacchè troppo impegnato ad inebriarsi del profumo di dolce nell'aria.

Il bambino camminava sorridendo preso dalla curiosità per poi bussare alla porta. Aveva un pò di timore non conoscendo il luogo, ma il suo stomaco gli fece prendere parecchio coraggio.

"Avanti."

Rispose una voce femminile abbastanza sensuale.
Il bambino entrò per poi notare che la porta alle sue spalle si chiuse da sola e di botto facendolo sobbalzare.
La voce si rivelò mostrandosi: era una ragazza bellissima dai capelli corti sul rosa pesca. La ragazza si avvicinò al bambino accarezzandogli la testolina.

"Oh,ma chi c'è qui? Un bimbo tutto solo? Sarai affamato. Vieni pure in cucina."

Sorridendo lo fece accomodare per poi tirare dal forno una calda torta alle mele. Il bambino non fece complimenti e iniziò a mangiare tranquillamente mentre la ragazza lo osservava.
La ragazza però controllò l'orario e disse al bambino.

"Per fortuna sei arrivato qui ora e non più tardi...Però non puoi restare o tornerà!"

Disse preoccupata mentre il bambino finiva di mangiare la torta. Però tutto d'un tratto si sentirono dei rumori e la ragazza subito si allarmò.

"Oh no! Devi nasconderti!"

Prese il bambino per chiuderlo nella grande cassa della cucina sperando che stesse zitto. Il piccolo rosso vide da una piccola fessura della vecchia cassa sopraggiungere un ragazzo dai capelli biondi piuttosto arrabbiato.

"Ah che noia oggi! Donna mi hai preparato qualcosa o poltrisci come tuo solito?!"

"N-no...Ho preparato una torta..." 

Il bambino però vide il piatto sul tavolo con la forchetta dove aveva mangiato lui e si preoccupò per la ragazza. Voleva tanto uscire, ma la cosa  non avrebbe  fatto altro che peggiorare la situazione.  La sua attenzione però fu portata di nuovo verso il ragazzo che afferrò per il collo la giovane come per strozzarla.

"Sento uno strano odore...Bambini?!"

Sorridendo sadico le stringeva il collo, mentre la ragazza tossiva stringendo le mani intorno a quelle del ragazzo per fargli mollare la presa La giovane donna era nettamente e chiaramente in difficoltà, ma l’altro non accennava neppure minimamente a mollare la presa.

"T-ti prego...Lasciami..."

Tossendo cercava di fargli allentare la mano al suo collo.

"Ho...Mangiato io...La torta. Mi dispiace...Avevo fame..."

Disse per poi essere lasciata e buttata per terra. Il biondo in modo sadico le diede uno schiaffo che la fece cadere con il viso per terra.

"Non hai il permesso di mangiare prima che non l'abbia fatto io."

Il ragazzo andò via nuovamente, mentre la ragazza iniziò a singhiozzare per la paura.
A questo punto vedendo che la situazione si era calmata il ragazzo uscì dalla cassa ma...si vide afferrare per un braccio e strattonato al muro, facendosi molto male . Subito si susseguì l’urlo della ragazza:

"NO! LASCIALO ANDARE!"

Ma ciò non fece altro che scaturire la risata del biondo, che al momento gli stringeva il collo tenendolo fermo contro il muro.

"Sapevo che c'era qualcuno. Non sai proprio dire le bugie.  Ahah."

La ragazza restò per terra stringendosi le mani al petto preoccupata, mentre guardava il povero malcapitato con i suoi occhi color ambra. Sembrava spacciato, ma in realtà il piccolo rosso riuscì a liberarsi mordendogli la mano con tutta la forza che aveva in corpo. Aprì la porta fuggendo a più non posso da quella casa, sentendo l'urlo frustato del ragazzo che attentava alla sua vita seguito da rumori di oggetti lanciati per la casa. 
Il bambino voleva tornare indietro per salvare la ragazza, ma la paura era troppa e le sue gambe non riuscivano a fermarsi. Correva correva senza una meta precisa finchè stremato non cadde in un prato fiorito.

Il bambino aveva avuto tanta paura da avere la vista annebbiata per le lacrime, ma riuscì ad intravedere una figura non poco distante, che pian piano si avvicinò a lui. Era davvero bellissima e il suo candido viso era contornato da dei capelli lunghi biondi portati sciolti che scendevano morbidi sulle spalle contornate da un grazioso vestito rosa.

"Ehi,tutto bene?!"

Chiese  con un tono di voce alquanto strano per una ragazza, ma non rozzo.  Il bambino non fece tante storie su questo dettaglio e annuendo si rialzò.

"Vieni dalla foresta oscura, eh...? E' una fortuna che tu sia ancora vivo. Vieni con me, ti porto al mio castello." 

Quella ragazza lo portò al suo castello dove fu accolto, servito e riverito. Una volta riposatosi fece un giro per il castello curioso di esplorarlo per poi andare alla sala del trono trovando un bambino come lui. Sorrise tantissimo avvicinandosi.

"Ciao! Sei un bambino come me?! La principessa dov'è?!"

Il ragazzino biondo con viso imbronciato lo guardò.

"NON SONO UN BAMBINO!"

Scese dal trono puntandogli la spada contro.  "Non sono mica uno stupido come te?!"

Il bambino sentendosi attaccato indietreggiò, senza capire il motivo di tale reazione.

"Ma io...Non ho fatto niente...Volevo solo giocare."

"Non ho tempo da perdere e ora sparisci!"

Il rosso triste calò il viso e andò fuori al castello trovando un ragazzo dai capelli blu che si apprestava ad allenarsi con la spada. Ovviamente quello non si accorse della sua presenza, almeno fin quando non gli rivolse lo sguardo per poi distoglierlo quasi subito  come se non avesse visto nulla e senza accennare il minimo sorriso, riprendendo così l'allenamento.
Agli occhi del rosso era piuttosto strano, però non si arrese andando incontro al blu facendo attenzione a non avvicinarsi troppo.

"Ciao!"

Gli urlò sorridendogli come suo solito, ma il blu non accennò neppure a guardarlo in faccia se non che ripose la spada e iniziò a proseguire in avanti diretto chissà dove. Notando però che il rosso non perse mai la sua curiosità e continuava a seguirlo, il blu si fermò di colpo.

"Non ho tempo per i bambini. C'è una guerra in atto. E' meglio se sparisci."

Disse freddo rientrando nel castello.
Il bambino lo guardò perplesso stando fermo per un po’, ma poi sentì uno strano rumore provenire alle sue spalle. Il cielo si oscurò improvvisamente e in lontananza vide una massa nera sopraggiungere ad una velocità spaventosa. Non fece neppure in tempo a rendersi conto della situazione che fu tirato via e riportato nel castello.

"Ohayo!"

Sorridendo mostrando tutti i suoi denti bianchi salutò il bimbo.
"Per fortuna ti ho beccato eh?!"

Il ragazzo era uguale all'antipatico blu di poco fa e la cosa lo rese parecchio perplesso.

"M-ma...Ma tu non eri...Cioè...Non eri entrato...?"

Il blu lo guardò stranito abbassando il viso e poi gli scompigliò i capelli.

"Su,su. Ci sono io va tutto bene. Però non dovresti gironzolare di qua e di là sai? Potresti imbatterti in qualcosa di spiacevole tipo quella roba nera lì fuori!"

Il rosso annuì per poi sentire un altro rumore provenire dal piano superiore del castello.

"Oh. Eccoli qui. Sono entrati."

Stranamente il blu non sembrava per niente preoccupato anzi rise piuttosto divertito.

"Aspettami qui, chiaro?" Accarezzò nuovamente la testa del rosso per poi correre via.

Il rosso era davvero preoccupato e la sua curiosità gli impediva davvero di starsene fermo lì in un posto e così decise di correre lungo il corridoio. C'era melma nera ovunque che lo costrinse a camminare lentamente per non scivolare. Cercò in tutte le stanze quel blu che gli aveva detto di starsene al sicuro e la bionda principessa che lo aveva salvato inizialmente ma, ovviamente, non trovò nessuno. La cosa lo fece allarmare pesantemente e raggiunse la sala del trono: la ricca lucentezza di quella stanza aveva fatto posto alla sporcizia di quella melma nera. 
Sentì dei passi e, pensando fosse uno degli amici incontrati in quello strano castello, si voltò di scatto ma i suoi occhi rossi videro una nuova presenza: un ragazzo dai capelli blu elettrico che camminava a passo lento ed elegante con un moschino in mano. Questi era completamente vestito di nero il che faceva risaltare ancora di più la sua pelle bianca. Dal suo fare il piccolo rosso capì che era parecchio ostile, ma il coraggioso piccolo non fuggì neppure questa volta.

"Dove sono finiti tutti?!" Urlò al ragazzo che si fermò accennando un sorriso cattivo.

"Ti aiuterei a trovarli,sai? Peccato che tu sia indispensabile." Con cattive intenzioni si avvicinò al rosso, ma la cosa fu totalmente inutile perchè subito si parò dinanzi al bambino il blu che prima lo aveva salvato.

"Peccato che tu non sia il benvenuto al castello." Disse questo sfoderando la spada per proteggere il rosso. "Faresti meglio a fuggire."

Riferendosi al bambino che ovviamente lo prese subito in parola vedendo che tra i due partì una dura lotta. 
Corse il più veloce possibile, ma si trovò dinanzi ad una spiacevole realtà: il portone d’ingresso era sparito.
Si guardò intorno avvicinandosi al muro per toccarlo come se potesse apparire nuovamente la porta. Iniziò ad avere davvero paura credendo di morire in quel posto. La melma nera stava iniziando a prendere il sopravvento e la situazione era davvero pessima. Le lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi rossi rigandogli le guance.

"N-no. Non voglio! NON VOGLIO MORIRE!"

Subito dopo delle risate si levarono per il castello e il bambino allarmato si voltò appoggiandosi con la schiena al muro.

"C-Chi va là?!"

Ai suoi occhi si manifestò un ragazzo alto dai capelli biondi-rossicci,un lungo mantello gli copriva metà petto facendo risaltare il suo colore di capelli. Fece un inchino alla presenza del bambino.

"Piacere. Sono qui per ucciderti."

Il rosso si preoccupò talmente tanto che cercò in giro un qualcosa per difendersi, ma non c’era altro che melma in giro.

"Sei spacciato. E' inutile che ti guardi in giro. Tu appartieni a me." Dicendo questo si avvicinava sempre di più al bambino.

Stando abbastanza vicino tese la mano verso di lui ,il quale preso dalla paura chiuse gli occhi lasciando che le lacrime scendessero. La mano del biondo-rossiccio però non arrivò e si sentì un sibilo di una spada sguainata.
Il bambino aprì un occhio vedendo che il suo cacciatore era rimasto bloccato in quella posizione e che aveva una goccia di sangue che gli scendeva lungo le labbra con gli occhi spalancati. Il rosso aprì anche l'altro occhio vedendo nuovamente il blu, che lo salvava sempre, alle spalle di quel ragazzo.

"Cosa..." Disse il ragazzo tossendo, mentre si vide la spada nello stomaco. Volse lo sguardo all’indietro leggermente per vedere chi fosse stato a colpirlo. "Tu..." Dopo di che cadde per terra trasformandosi anche lui in melma nera. 

Il bimbo tremante continuava ad osservare il blu che stremato cadde con un ginocchio per terra.

"Ehi!" Corse subito verso il suo salvatore reggendolo con la forza che aveva.

"Stai bene...E questo è l'importante. Va alla radura selvaggia...E uccidi il suo padrone." Dicendo questo perse i sensi accasciandosi per terra.

Il rosso iniziò a piangere, ma non poteva infrangere le aspettative che aveva riposto in lui quel ragazzo che lo aveva salvato più e più volte.  Per questo si asciugò le lacrime con un braccio e prese la spada incastrata nella melma nera.

"Tornerò vittorioso!"

Dicendo questo cercò un uscita vicina per poi correre verso la radura selvaggia.

Ovviamente la radura non era impresa facile. La strada era piena di rovi ovunque e la spada decisamente pesante. ma il suo coraggio era davvero immenso e non si sarebbe lasciato battere certo da quegli ostacoli insignificanti? 

"Nh! Non posso deluderlo! Mi ha salvato più volte!" 

Dicendo questo continuava ad andare avanti passando tra i rovi approfittando della sua minuta statura. Essendo un bambino riusciva a passarci senza problemi. Superati i rovi però c'era ad ostacolarlo un bivio. 

"E ora..? Destra...o sinistra?"  Si chiese il bambino mentre teneva con entrambe le mani la grossa spada. Grossa per lui ovviamente.

"Beh...Questo sta a te deciderlo. Segui il tuo cuore."

Una strana voce aveva risposto alla sua domanda e di scatto si voltò senza trovare nessuno.

"Chi sei?!" Chiese curioso il rosso.

"Sono ciò che c'è ma ciò che tu non vorresti che sia."

"Che stupido indovinello...Sai che è educato presentarsi di persona prima di parlare con gli altri?!" Rispose di rimando il bimbo.

"Oh,hai ragione. Infatti sono ai tuoi piedi."

Il bimbo abbassò il viso vedendo un gatto ai suoi piedi. Alzò un sopracciglio fissandolo stranito.

"Un gatto..."

"Non sono un semplice gatto. Se mi darai dell'erba gatta ti porterò a destinazione!" Muovendo sinuosamente la coda.

Il bambino sospirò chiedendosi dove potesse trovare questa erba gatta,  ma ovviamente non ottenne risposta e per questo fu costretto a tornare indietro cercandola per la radura. Ma si perse.

Il bambino era stremato ma non perse la forza d'animo e ,attratto da una luce, svoltò a destra dove uno strano ragazzo, completamente vestito di bianco, lo attendeva.

"Sei giunto ormai qui...Eh?" Dicendo questo si voltò con aria seria per poi abbracciarlo forte forte facendogli cadere la spada. "Ah sei la tenerezza fatta a bambino! Lo sapevo!"

Il bambino cercò di scrollarselo di dosso anche se invano. "Non so chi sei ma...Lasciami per favore."

"Oh vero! Perdono!" Sorridendo gli scompigliò i capelli lasciandolo andare. "Cercavi questa?" Gli mostrò l'erba gatta.

"Oh si! Grazie!" Il bambino fece per prenderla, ma il suo polso fu bloccato da una strana corda. Una trappola?

"Ah...Sempre i soliti stupidi bambini eh?"

"Andiamo, lascialo andare! Non ti ha fatto nulla. Per una volta aiutiamolo."

"Sta zitto. Quello stupido gatto serve a questo dopotutto no?"

Non era un unica voce, ma bensì tre voci diverse erano sopraggiunte.

Il rosso guardò il ragazzo dai capelli castani e gli abiti bianchi stranito cercando però di liberarsi dalla corda che sentiva stringersi sempre di più.

"Stupido. Se continui così potresti perderla la mano." Ridacchiando la voce si fece avanti: era un ragazzo dai capelli grigi e gli occhi bicolore. Di fianco a lui un ragazzo dai capelli lunghi biondo platino.

"Cosa...Cosa volete farmi?!" Chiese preoccupato il rosso.

Il castano gli rispose gentilmente :"Vogliamo solo tenerti con noi...Sai è pericoloso dove vuoi andare."

"LASCIATEMI STARE!!" 

Sembrava nuovamente indifeso e in pericolo e la situazione stava peggiorando. Il grigio iniziò a lanciargli corde intorno alla vita e alle caviglie facendolo cadere per terra.

"Quante lagne." Disse il grigio che però fu ammonito dal biondo.

"Vedi di smetterla. Uccidilo e facciamo la finita."

"M-ma non potete! E' così tenero! Teniamolo come cagnolino.. o come servo! Posso tenerlo?!" Frignava particolarmente il castano che fu ammonito da un quarto ragazzo la cui espressione era statica e i suoi capelli di un colore mai visto prima: celeste come il cielo.

"Il capo ha detto che deve morire."

Il castano si era rassegnato, ma il rosso era decisamente stufo di seguire i loro discorsi. Ora non c'era neppure il blu e ricordandosi della promessa che gli aveva fatto non poteva arrendersi. No, non doveva piangere e per questo chiuse gli occhi cercando di calmarsi. Tuttavia la paura era tale da farlo comunque piangere e si mordeva le labbra per la rabbia di mostrarsi così debole.

"Non posso morire!"

Dicendo questo dal suo cuore apparve una luce tanto accecante da far scappare i quattro e di conseguenza le corde sparirono. Singhiozzando si rialzò per poi prendere l'erba gatta lasciata dal castano e la spada caduta in precedenza. Se la trascinò con una mano mentre con l'altro braccio si strofinava gli occhi per vederci meglio e far sparire le lacrime. Per fortuna il terreno era piuttosto morbido e non ci mise molto a ritrovare la strada di prima ritornando così al bivio, ma non trovò il gatto.

"Eccotela la tua stupida erba!! Te l'ho portata! Ora portami a destinazione!" 

Non ricevette alcuna risposta e per questo lanciò via l'erba e decise di seguire l'indicazione datagli dal gatto :"Segui il tuo cuore." 
Prese la strada di destra trascinandosi la spada e rigando il percorso di modo che potesse tornare indietro se avesse voluto.
Passò oltre il tronco che divideva le due strade e al suo retro vi era il gatto nero morto, ma ovviamente il rosso non lo notò.
Proseguiva avanti senza mai fermarsi scorgendo all'orizzonte un castello spaventosamente meraviglioso e inaspettatamente tenuto bene e lucido, tanto da fargli chiedere se fosse nel posto giusto.

Quel castello era davvero bellissimo però non si lasciò ingannare facilmente e prendendo la spada con le due mani si incamminò sprezzante del pericolo. Il portone era enorme ma aperto, quindi non fece fatica a intrufolarsi all'interno del castello. Le mura erano tanto grandi da farlo sentire davvero piccino, ma era stranamente vuoto.
Di fronte a lui vi era solo una porta.  Si fece coraggio e alzando la spada aprì quella porta,  ma cadde in un buco nero che lo risucchiò. Nell'impatto perse la spada e cadde al suolo in uno stagno. Aprì gli occhi rialzandosi e si vide tutto sporco, assumendo un espressione disgustata. Cercò di alzarsi cadendo più e più volte a causa della viscosità della melma nello stagno, ma alla fine dopo un ennesimo tentativo riuscì a stare in piedi. 

"Che schifo..." Disse il rosso accorgendosi solo dopo un pò di aver perso la spada. "NO! E ora?!" La cercò ovunque senza risultato e sospirò abbassando il viso per poi proseguire.
Il fango iniziò ben presto ad asciugarsi sui suoi capelli e sui suoi abiti permettendogli di camminare meglio. Ormai stufo di quella situazione iniziava a perdere fiducia in sè stesso e si sedette su un tronco cavo lì vicino. Gambe penzoloni e mani sulle sue guance.

"Sono stufo...Non riuscirò mai a raggiungere il padrone del castello e ora che non ho una spada non posso difendermi. Sono...Sono un fannullone, ecco!"

Iniziò nuovamente a piangere e a singhiozzare coprendosi gli occhi con entrambe le mani. Non sapeva dove andare ed era rimasto solo. Come poteva ora cambiare la situazione?

Dei passi si sentirono in lontananza, ma lui era troppo impegnato a singhiozzare per sentirli.

"Oh...Ma che ci fai piccolino tutto solo? Vieni con me."

Il rosso alzò il viso ormai rosso per le lacrime e guardò in avanti: c'era una ragazza dai capelli lunghissimi rosa che gli sorrideva con indosso un abito giallo.

"Chi...sei?" Strofinandosi il viso per poter vedere meglio.

"Non importa. Ciò che importa ,invece, è che ti abbia trovato io! Dai su, seguimi."

Dicendo così si voltò camminando e il rosso non avendo scelta la seguì. Fu portato nuovamente a quel castello meraviglioso. Pensando al motivo per il quale fosse lì la ragazza dall'abito giallo sparì di colpo. Si guardò in giro e vide che il castello era nuovamente sparito. In lontananza si udì il nitrito di un cavallo.

"C-cosa!"

Iniziò a correre senza un motivo ben preciso verso il castello senza mai riuscire raggiungerlo e come se non bastasse inciampò nuovamente.

"Ahah. Sei proprio buffo sai? Forse non vale neppure tanto la pena."

Un altro ragazzo? Non riconosceva la voce, ma non ebbe tempo di pensarci che fu preso per il colletto e iniziò a dimenarsi.

"EHI! LASCIAMI"

"Ehi...Stiamo calmini."

Dicendo questo lo poggiò sulla spalla come se fosse un sacco di patate tenendolo fermo. Una forza sconosciuta lo aveva immobilizzato, ma riuscì a vedere che era un uomo dai capelli corti arancioni e che lo stava portando nel castello dove, una volta entrati, lo lanciò sul pavimento.

"Sta buono." Dicendo questo uscì dalla stanza chiudendo la porta a chiave.

Il bambino sospirò stando seduto sul pavimento e pensando che almeno era riuscito ad entrare anche se non aveva armi per difendersi. La stanza in cui stava era completamente vuota e iniziava a farsi sentire il freddo che scendeva lungo quelle pareti vuote. Si strinse nelle spalle guardandosi intorno sicuro che sarebbe morto lì in quel modo schifoso. Sospirò per poi abbassare il viso, ma appena lo fece sentì la porta aprirsi nuovamente. Vide il blu che lo aveva salvato e sgranò gli occhi per la felicità. Si alzò andandogli incontro, ma il blu sfoderò la spada trafiggendolo.
Il rosso spalancò gli occhi sputando sangue non riuscendo a capire cosa e perchè lo avesse fatto. Allungò la mano verso il ragazzo tremando per poi cadere e chiudere gli occhi.

Dopo un pò riprese i sensi e riaprì gli occhi ritrovandosi disteso per terra sul pavimento di quella stanza. Si toccò lo stomaco nel punto dove era stato trafitto, ma non vide neppure un segno. Era vivo, ma senza capire come fosse stato possibile. Si alzò piuttosto stranito.

"Sono vivo..." Sospirò per poi andare vicino la porta notando che era aperta. Girò la maniglia. Ora non c'era più il corridoio, ma una foresta magica. Lasciò la porta aperta iniziando a camminare per la foresta seguendo il sentiero indicato tra l'erba. 
Stremato riuscì a raggiungere una piccola casina: la stessa che aveva incontrato all'inizio della sua avventura. La cosa lo fece incuriosire e aprì la porta.  Si, era proprio la stessa casa, ma era messa in ordine e non c'era nulla fuori posto. Sperava di trovare la ragazza che gli aveva offerto quel buonissimo dolce, ma niente da fare. Vide delle scale e decise di salire. Sembrava di stare in un immenso palazzo cosa che dal di fuori non si poteva neppure minimamente immaginare. Il corridoio affacciava su moltissime stanze e in più vi erano parecchie scale. L'unica cosa da fare era nuovamente seguire il proprio cuore. 
Decise di andare dritto e proseguendo per quella strada entrò in una stanza dove vi era una teca con una spada bellissima al suo interno. Appiccicò le sue manine sul vetro ammirandola con i suoi occhioni rossi.

"Che bella spada..."

Disse come incantato per poi staccarsi cercando il modo di prenderla. Almeno avrebbe avuto nuovamente una spada e poi quella sembrava proprio essere adatta a lui. Tuttavia non c'era nessuna serratura.

Si era rassegnato ma una vocina gli disse: "Leggi sulla teca."

Assecondando quella voce notò che c'era scritto: "La voce ti porterà lontano."

Si sedette per terra rassegnato senza capire cosa volesse dire per poi ricordarsi che la musica poteva essere la soluzione.

"Si! La musica!"

Sorridendo si rialzò per poi iniziare a cantare e la teca si attivò. Soddisfatto prese la spada uscendo dalla stanza. Questa a differenza di quella del blu era più maneggiabile e leggera, tanto da permettergli di correre. Nel momento in cui iniziò a correre per il corridoio ogni volta che superava una stanza gli si formava una specie di armatura come se il suo coraggio stesse prendendo forma.
Arrivò al capolinea: la stanza del padrone di casa. Doveva essere sicuramente quella, se lo sentiva.

"Vieni fuori!"

Urlò come se ormai non avesse più paura di nulla e tenendosi in guardia sentì una strana voce.

"Ooooh eccoci qui. Hai superato taaaaante coseeee maaaa ora è giunta la tua fineeeee."

La sua voce dava abbastanza sui nervi e apparì il padrone di casa dall'alto come se fosse un’acrobata: scese perfettamente in piedi sul pavimento. Era un uomo abbastanza robusto se non proprio grasso e anche lui aveva i capelli rossi. Il suo volto però era coperto da una maschera.

"Ormai non mi spaventa nulla e ho fatto una promessa! La manterrò!" Disse coraggioso il piccolo rosso.

L'uomo gli fece un applauso, ma poi schioccò le dita e lo rinchiuse in una gabbia.

"Ma cosa..?! LIBERAMI!"

"Viiiiisto? Ora come farai a superare anche questo ostacolo?" Ridendo come un matto lo osservava.

"Io non mi arrendo!"

Dicendo questo iniziò a cantare nuovamente e l'uomo stranito iniziò ad accasciarsi per terra urlando di smetterla. La musica lo stava sconfiggendo tanto che la gabbia sparì e il bambino sguainò la spada.

"E' giunta la fine."

Uccise l'uomo e tutto il castello sparì lasciando posto ad un meraviglioso paesaggio. Tutto ritornò come prima e lui fu in grado di mantenere alla promessa fatta al suo salvatore solo grazie alla sua forza di volontà. In realtà si scoprì molto forte e questo non fece altro che accrescere la sua autostima.
Una volta sconfitte le sue paure e averle superate con il sorriso, il blu che inizialmente si era mostrato parecchio ostile e antipatico nei suoi confronti lo raggiunse abbracciandolo forte. Con lui visse una vita felice e spensierata in compagnia degli amici che aveva incontrato nel primo castello. Finalmente poté davvero dire di avere una casa.

 
  
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