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Autore: haruis    30/05/2007    3 recensioni
Una ragazza delusa dall’amore ed inappagata della vita….Tifa rimpiange il suo amato Cloud che non si è mai accorto dei suoi sentimenti e alla fine ha scelto Aeris. Si ritrova però ad essere catapultata in un mondo diverso…uno dove non avrebbe mai pensato di metter piede….quello della ShinRa. Forse qui troverà il modo per dimenticare Cloud ? I suoi occhi si rivolgeranno verso altri occhi azzurri…per i quali non avrebbe mai pensato di poter rivolgersi. Che altro dire? La storia è ambientata qualche tempo dopo Advent children ma nn ha quasi alcun legame con la storia in se. Ci sono un po’ tutti i personaggi ( che credo siano un po’ OOC) ma particolarmente importanti sono Tifa e…un altro biondino che è presidente della ShinRa….non vi dice niente?? [RufusXTifa]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tifa Lockheart
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DELL'AUTRICE:
Ecco il primo capitolo della mia fan fiction dedicata a Final fantasy VII! Torno a precisare che i personaggi sono descritti secondo una mia personale interpretazione e alcuni presupposti, come la presenza di determinati personaggi(come Aeris) post il film :Advent Children, non sono giustificati e per presupposti da me a volte accennati e perchè non ho voluto essere fedelissima alla trama originale! Spero che i fatti da me raccontati non rispecchino vicende narrate in altre Ffic. In tal caso, mi scuso sinceramente con i rispettivi autori rassicuradoli che non è stato intenzionale.
Auguro buona lettura a tutti e...recensitemi, mi aiuterà a migliorare!! ciau ciau^^

Haruis.












Quanta pioggia…

A Midgar era appena cominciata la stagione fredda. Dopo una lunga estate calda e afosa, venne puntuale la pioggia, pronta a spazzare via ogni giornata serena e piena di divertimento, accompagnando tutti per riaffrontare la vita di tutti i giorni.
Era oramai fine settembre e un acquazzone inondò la tecnologica città che, anche se ristrutturata, andava avanti faticosamente.
Cloud, dopo essere stato via a lungo, finalmente si decise di ritornare in quella città, così importante per lui.
Erano passati quasi due anni da quando abitava lì.
Per un motivo o l’altro spesso era mancato. La vita da mercenario non era facile… ma alla fine c'era riuscito. Era riuscito a mettere abbastanza soldi da parte per poter acquistare un piccolo appartamento vicino al settore 6.

Raggiunse in fretta il bar della periferia dove avrebbe potuto ripararsi dalla pioggia e… dove poteva andare se non in quello della sua cara amica d’infanzia?


“tlin tlin”

Tifa non fece nemmeno caso al suono della porta,forse nemmeno al fortissimo temporale che c’era fuori; tutt’ altro,era totalmente immersa nei suo pensieri mentre puliva i bicchieri con uno straccetto vecchiotto.

Cloud guardò nel buio e fioco luogo e si rese presto conto di non essere stato notato. Si avvicinò in imperterrita, come faceva sempre.
Sapeva bene come farsi notare, era quasi un maestro nel muoversi e il bello era che spesso non lo faceva apposta, però sembrava quasi a tutti il contrario, che si fosse messo davanti ad uno specchio ed avesse provato per infinità di volte a cercare la posizione più adatta a lui, in modo da sembrare sempre il più figo possibile.

La ragazza alzò svogliatamente lo sguardo e notò solo un biondino con il cappottone marrone tutto bagnato appoggiato davanti al bancone.

“vorrei un bicchiere d’acqua.”

“…sì… certo…”

“Tifa...Davvero non te ne sei accorta? Sono io!”

Sentendo quelle parole, Tifa guardò dritto negli occhi il giovane e a grande sorpresa notò che era proprio lui. Cloud.

“Cloud…? Sei proprio tu? E che ci fai qui?”

“E’ incredibile l’accoglienza che riservi al tuo caro amichetto..! Io ti vengo a trovare e tu a stento te ne accorgi!”

Fece spallucce e poi si abbandonò a braccia conserte sopra al bancone, intento a guardare la ragazza mentre gli prendeva un bicchiere dallo scaffale di legno.

“Scusami… hai ragione. Però anche tu a venire così… lo sai che mi hai sporcato tutto il locale?”

Tifa indicò l’ingresso facendo notare al biondino le grosse impronte di pioggia e fango che le aveva lasciato lungo il piccolo locale vuoto.

“…che antipatica, stai diventando pignola come Aeris”

Tifa si girò verso Cloud e, dopo avergli dato l’acqua, con una mano portò i capelli dietro l’orecchio e gli si rivolse.

“giusto, Aeris. Come sta? Perchè non è venuta con te?”

Cloud assunse una faccia da povera vittima e alzò lo sguardo. Bevve un sorso d’acqua come se stesse sorseggiando un potente liquore per buttare al vento i cattivi ricordi e guardò dritto negli occhi lucenti dell’amica.

“Vi siete lasciati?”

Tifa azzardò una risposta, guardando stupita il giovane. Secondo come la dicevano tutti, tra loro le cose andavano abbastanza bene, nonostante bisticci e incomprensioni, certo, ma andava tutto bene…

“ma finiscila… non esageriamo… l’ho citofonata e mi ha risposto la mamma dicendomi che dormiva ancora… l’ho aspettata giù per almeno un quarto d’ora, ma niente.”

“davvero? Non sapevo che Aeris fosse pigra, anzi, al contrario… insomma, sono ormai le nove e mezza…”

“va beh… tu sei abituata a svegliarti anche alle sei per il bar… io appresso a te… quindi…”

“Ma anche lei lavora, no? Ha un vivaio.”

Cloud fece un sorrisetto malizioso, poi riabbassò lo sguardo, probabilmente ricordando alcune cose fra sé al momento incomprensibili per la giovane amica d’infanzia.

“Macchè… dice che è stufa di vedere sempre persone anziane e quindi non ci va più da almeno cinque giorni. Da allora si sta svegliando anche all’una e non usciamo più!”

Vedendo Cloud chiaramente depresso, per non ridergli in faccia a causa della buffissima espressione da lui perfettamente studiata per l’occasione, si allontanò dal bancone e ritornò a pulire i bicchieri, anche se già perfettamente splendenti, poi sospirò.

“Beh… dai Cloud, lasciala un po’ stare, in fondo, c’è sempre il pomeriggio o la sera, no?”

“Ma io vado alla SOLDIER… quando ci vado,almeno quattro volte a settimana, non sono libero prima delle nove e a quell’orario la madre non la fa uscire!”

“Ma lei oramai ha più di 20 anni!”

Tifa si stupì delle parole del ragazzo, poveretta Aeris, avere una madre così apprensiva… poi ripensò attentamente alle parole del ragazzo e si girò di scatto verso lui.

“Tu lavori alla SOLDIER??”

Cloud rimase scettico.

“E secondo te i soldi per la casa dove li ho presi? Ho dovuto per forza accettare la proposta di Rufus,non mi rimaneva altro…”

Ritornò a guardare nel vuoto e iniziò a sbattere il bicchiere sul bancone, Tifa glielo prese con violenza e lo riempì di nuovo d’acqua, poi ritornò da lui.

“E di cosa ti occupi? Aeris non è preoccupata che vai in guerra?”

Cloud le sfilò il bicchiere di mano e velocemente mandò giù il liquido.

“Non ci sono più guerre. I SOLDIER, per ora, fanno solo missioncelle o al massimo piccole perlustrazioni… e comunque ora non faccio più il soldato…”

“Ah, no?”

“Già… ora il tuo carissimo amichetto è istruttore!”

Detto questo si riordinò dalla posizione abbandonata che aveva e si mise dritto guardando Tifa dall’alto verso il basso trionfante. “beh, niente da dire?” le chiese con un’aria beffarda.

Tifa aggrottò le sopracciglia e mise le mani sui fianchi, poi iniziò a ridere.

“tu, Istruttore?? Ma daiii….! La Shinra deve essere proprio caduta in basso per mettere come istruttore uno come te!!”

Iniziò a ridere e Cloud sbarrò gli occhi vedendola così divertita dalla cosa. Inorridito spalancò la bocca e la guardo malignamente, ma con fare scherzoso.

“Tu ridi di me? Ma chi pensi io sia alla SOLDIER? Un sempliciotto qualunque??”

Si mise di profilo a fare il povero offeso al che Tifa tentò di calmarsi e,da dietro al bancone, si spinse un pochino mettendogli una mano sulla spalla.

“eh,eh! Ma che ti sei offeso?”

Il biondino le rivolse uno sguardo serio, dopodichè non resistette e le sorrise. Si aggiustò la lunga giacca ma essendo tutta bagnata non riuscì a fare granché al che se la sfilò.
Sotto alla giacca aveva il solito maglione a giro manica viola scuro. Gli donava molto secondo Tifa ma, a dire la verità, non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo.

Portando la giacca con due dita, velocemente l’appese all’attaccapanni, poi ritornò verso la ragazza.

“accidenti… fuori piove un casino… non farti venire in mente di uscire, eh? Sarebbe un suicidio.”

Detto questo alzò gli occhi lucenti verso di lei e notò per la seconda volta di non essere ascoltato.
Tifa stava in penombra dietro al bancone con un’aria pensierosa.

La testa era china verso la macchina del caffé e i lunghi capelli neri le penzolavano davanti al volto, liscissimi.
La maglia bianca della giovane spiccava ancora di più la mattina, con quel tempo così grigio.

Cloud la conosceva, ormai conosceva Tifa da anni, sapeva che qualcosa non andava.
Si avvicinò alla finestra bagnata dalla pioggia e le rivolse i suoi occhi celesti grigiastri.

“ehi… guarda che se vuoi vado via…”

“ah? No… e perché dovrei volere che tu te ne andassi?”

“…e allora perché quel muso lungo due metri?”

Chinò da un lato la testa aspettando una risposta dall’amica.

“Io non ho il muso…”

Tifa riabbassò lo sguardo.
Vedendo la sua reazione, Cloud prese a camminare lungo la stanza accarezzando di tanto in tanto i bordi delle sedie poggiate vicino ai tavolini del bar.

“Ehm… hai litigato con qualcuno?”

“Cloud…”

“No… forse ti ha lasciata quello che ti piaceva..!”

“Smettila di tirare a casaccio e in ogni caso non è niente di questo genere.”

Detto ciò, Tifa uscì dal bancone e si diresse verso Cloud, delicatamente si poggiò sopra un tavolino di fronte al ragazzo e sospirò.

“…il problema è il bar…”

Cloud la guardò perplesso.

“Un MANIACO ti ha fatto qualcosa??”

Tifa spalancò gli occhi nocciola.

“ma che maniaco e maniaco! Mancano questi!”

Tifa alzò la mano destra ed iniziò a sfregare il pollice, l’indice e il medio tra di loro.

“…ehm… tuo padre ti ha levato la paghetta?”

Un’altra risposta azzardata di Cloud fece capire a Tifa che lui non aveva capito.

“…che pazienza con te… mancano i soldi! Questo bar negli ultimi mesi è tutto sulle mie spalle! Non ce la faccio più… lavoro un casino, dormo meno di quattro o cinque ore al giorno ma… niente!”

“Davvero è ridotto così male?”

Incurvò la testa verso la sua.

“già…”

Si vedeva chiaramente che Tifa fosse dispiaciuta. È vero, era un bar, ma quello era il suo piccolo mondo, ed era il suo lavoro, dopo tanta operosità vederlo in crisi le faceva così male…

“caspita… non lo sapevo, altrimenti mi portavo un po’ di guil e non prendevo solo l’acqua. Mica chiuderai?”

“non lo so… credo proprio di sì se le cose continueranno...”

Cloud le si avvicinò e si poggiò sul tavolo accanto a lei. Le superò la schiena con il braccio per poi metterle la mano sulla spalla. Non voleva che si sentisse così giù.

“Su… non fare così, perché non… ehm… sì! Un part-time! Cercati un lavoretto finché le cose non vanno bene e…”

Cloud non fece nemmeno in tempo a esporle la sua idea, che il suo entusiasmo fu bloccato da una mano di lei.

“già provveduto. Anche io avevo pensato a una soluzione del genere, pensavo di fare ripetizioni per scolari delle medie o di massimo secondo liceo… che ne dici?”

“uhm… se sei brava certo. Allora qual è il problema?”

Le levò la mano dalla spalla e si alzò in piedi verso di lei.

Tifa accarezzò i suoi capelli, che oggi erano insolitamente sciolti, e se li portò davanti, continuando a toccarseli con entrambe le mani. Guardò nuovamente Cloud dritto negli occhi.

“il problema è che se faccio ripetizioni, le farei private, ma siccome sono poco più di una ventenne anche poco conosciuta, nessuno mi contatta o legge i miei volantini…”

“da quanto stai provando?”

“Da un bel po’…”

Cloud non seppe che dirle, al che andò vicino al bancone e guardò la credenza del bar.


Stettero in silenzio per qualche secondo, entrambi in penombra, dopo di che Tifa finalmente si decise a parlare per prima.

“Non è che mi puoi aiutare?”

“Stavo pensando alla Shinra, sai?”



Sentendo quel nome Tifa si girò perplessa verso Cloud. Nonostante fossero passati due anni o forse di più, provava ancora rancori verso la potente azienda… in fondo… come darle torto?

A causa dei SOLDIER e dell’azienda stessa, lei aveva perso i suoi veri genitori e anche Cloud.
Per colpa loro, era accaduto tutto quel flagello che tempo prima aveva costretto lei, Cloud, Aeris e compagni a salvare il pianeta dall’inquinamento, per poi arrivare fino alla meteora, a Sephiroth e a tutto il resto.
Tutto ciò era rimasto indelebile nella mente della ragazza che non riusciva a perdonare la Shinra, forse alcuni lavoratori di lì come Reno o Rude sì, ma la Shinra, nel complesso, la odiava.

Sì, doveva ammettere che l’azienda chiaramente stava tentando di migliorare Midgar a tutti i costi e di riscattare il suo nome, ristabilendo la sua gloriosa reputazione di un tempo… ma in ogni caso le sembrava spesso inutile. Oramai, anche se era da poco ristrutturata, la Shinra era destinata a crollare di nuovo.

“…che c’entra quella?”

Svogliatamente chiese a Cloud qualcosa, giusto per non fare sempre l’antipatica.

“Lì Vincent mi ha detto che stanno facendo dei settori a parte dove qualcuno può insegnare materie disciplinari utili ai neo SOLDIER o anche a semplici interessati al servizio militare…”

“ah? Uhm… allora si potrebbe fare. Alla Shinra ci va tanta gente, no?”

“Si! Allora, hai visto che sono il tuo angelo custode?”

Cloud si mise a braccia conserte guardando Tifa soddisfatto. Tifa non ebbe il coraggio di smentirlo di nuovo, si alzò, gli si avvicinò e gli diede un bacio veloce sulla guancia.

“hai ragione, sei il mio angioletto con le corna!”

“E cosa dovrebbero simboleggiare le corna??Guarda che io sono adorabile...!”

“sì sì...! In ogni caso ne riparliamo, okay? Poi mi fai sapere dato che tu ci vai spesso e… e poi…”


Tifa tentò di tagliare corto e, magari di cambiare argomento, ma Cloud la interruppe di corsa e le si avvicinò . La ragazza si sentì morire, sentire Cloud così vicino a sé… ma non fece in tempo a notare nessun tipo di emozioni perché lui entusiasta iniziò a parlare.

“No...! Tu ci vieni domani! Anzi no… io lo chiedo a Vincent, sì, che idea! Lo chiedo a Vincent e lui chiederà direttamente al presidente di prenderti, quale materia vuoi fare?”

“Ehm… non so. Stavo pensando a materie storiche o… grammatica… non so…”

“Okay! E’ deciso! Vado, ci sentiamo! Entro domani saprai quando dovrai fare il colloquio! Ciaoo!”

Detto questo Cloud corse via.

“…..”



Ma perché doveva essere sempre così impulsivo?




Ancora frastornata, Tifa ritornò a sistemare il locale sperando che almeno di sera, qualcuno sarebbe venuto.













[……..]






  
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