Wisteria – Un momento per noi due

 

 

 

“Zexy!!!”

Demyx correva attraverso il prato dall’erba alta verso il Cloaked Schemer; quest’ultimo si lasciò sfuggire una impercettibile smorfia sul suo viso, altrimenti impassibile, all’uso di quell’irritante soprannome, aspettandosi di vedere il più giovane membro dell’Organizzazione XIII inciampare e cadere fra tre… due… uno…

Esatto. Il Melodious Nocturne scivolò e capitombolò a terra davanti ai suoi piedi.

“Numero IX, devo ricordarti che siamo in missione e *in teoria* dovresti mantenere un comportamento adeguato?” commentò seccato il Nobody dai capelli blu-argentei; la sua voce solitamente atona riusciva ad assumere espressività soltanto in presenza dell’esuberante musicista.

Il sitarista gli rivolse un sorriso luminoso come il sole a mezzogiorno, e l’entusiasmo che s’irradiava dalle sue iridi acquamarina ebbe il potere di far scordare al Numero VI di rimproverarlo per il suo testardo uso dell’aborrito soprannome. Per l’ennesima volta il Nobody dall’aspetto di adolescente nonché la mente più acuta dell’Organizzazione, si trovò a chiedersi senza poter trovare risposta come fosse possibile che l’ingenuo WaterMaster riuscisse a manifestare emozioni tanto pure e genuine, pur sapendo che non era realmente in grado di provarne. A meno che, come il biondo continuava a ripetere, anche esseri come loro potevano…

Le riflessioni del Maestro delle Illusioni furono cancellate in un istante dalla sensazione della mano di Demyx che stringeva la sua:

“Andiamo! Devo mostrarti una cosa!”

Zexion, stordito dalla felicità che emanava dal viso del compagno, non riuscì ad opporsi in alcun modo all’essere trascinato in una corsa lungo il sentiero; prima ancora di scorgere l’oggetto di tanto interesse, il suo olfatto eccezionalmente sviluppato colse un profumo dolcissimo e inebriante. Decise di imputare ad esso la sensazione di leggera euforia che lo pervadeva: criticare il proprio naso troppo sensibile era molto più accettabile che ammettere l’effetto che la presenza di Demyx aveva su di lui.

Davanti ai loro occhi infine comparve un muro altissimo, ma non fu quello ad attirare la loro attenzione: un glicine ricopriva completamente le pietre antiche e umide con i suoi rami in piena fioritura.

“Mi ha subito fatto pensare a te.” Confessò timidamente Demyx, lanciando uno sguardo all’espressione assorta dell’enigmatico compagno, intento ad osservare la nuvola di tenue violetto composta da innumerevoli boccioli delicati, che faceva aleggiare attorno a sé un profumo di paradiso.

“È bellissimo, vero?”

Zexion fissò i suoi occhi blu come la mezzanotte sul viso dolce e solare di Demyx, e forse per la prima volta in tutta la sua esistenza, sia come umano che come Nobody, le sue labbra pronunciarono esattamente ciò che pensava:

“Si. Bellissimo.”

 

 

 

AN: Il titolo significa ‘glicine’ in inglese. È il mio fiore preferito, e il merito (o la colpa) di questa storiella è proprio di un grande pergolato ricoperto da questi fiori in una mattina di primavera. Sulle ali del suo profumo è nata questa flashfic che mi ha attraversato la mente come un lampo. I protagonisti non potevano essere che Zexion e Demyx, naturalmente. I loro caratteri così diversi e complementari, uniti creano la perfezione armonica che mi obbliga a scrivere atmosfere così diverse dal mio solito stile. Ma credetemi, ne vale la pena.