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Autore: Christina Violet    12/11/2012    0 recensioni
Aurora Virginia Rota è una ragazza di sedici anni che è stata costretta a lasciare la scuola per qualcosa di spiacevole che ha fatto, incontra Logan O'Connor che si dimostra già da subito interessato, poi c'è Rose , la sua ex, che tenta di riconquistarlo, e lei? Lei è stranamente attratta da un alieno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Aiuto il mio ragazzo è un alieno
Capitolo I
Primo giorno di scuola, la campanella era suonata già da un quarto d'ora e una ragazzina bassina con la frangetta castano chiaro e un piercing al naso camminava a gran passi con i libri stretti al petto prosperoso, i suoi occhi azzurri marcati di matita nera e mascara scrutava circospetti ogni porta finché non trovò l'aula di storia e con un sospiro di sollievo girò la maniglia.
<< Sei in ritardo >> disse meccanicamente il professore, indossava un discreto completo marrone e aveva le tempie grige, aprì il registro e disse.
<< Tu dovresti essere Aurora Virginia Rota >>
<< Io sono il professor Auguste Spencer e sono abbastanza insofferente ai ritardatari cronici >>
<< Mi dispiace ma mi sono persa >> ammise la ragazza ingenuamente
Qualcuno della classe rise, il professore Spencer la guardò accigliata.
<< La nostra scuola non è poi così grande, vai a posto >> la intimò indicandole l'unico banco libero che guarda caso proprio davanti.
<> le bisbigliò con una faccia schifata una ragazza biondina e con le lunghe unghia rosa che sedeva proprio dietro di lei.
"Fantastico" pensò Aurora aprendo il suo nuovissimo libro di storia alla prima pagina.
Il tempo sembrava non finire mai e il ticchettio dell'orologio sopra la cattedra era diventato molto irritante e ogni volta si sforzava al massimo di tenere gli occhi bene aperti e di guardarlo fisso fisso negli occhi, cosa che però suscitò nel professore un po' di disagio.
<< Signorina Rota, quando è stata scoperta l'America? >> sbottò all'improvviso
<< Ehm... >> borbottò la ragazza imbarazzata
La bionda dietro di lei con un gesto fulmineo alzò la mano e disse << Nel 1492 ad opera di Cristoforo colombo che raggiunse il 12 ottobre l'isola di Guanahami con tre caravelle dopo 71 giorni di navigazione quando l'equipaggio era sul punto di fare un ammutinamento >>
In quello stesso momento suonò la campanella e magicamente tutti quanti si alzarono all'unisono dai banchi e chiusero i libri e i quaderni.
Aurora sgusciò fuori dalla classe in punta di piedi come una ladra e ripescando il foglio dove c'erano l'orario e le aule decise di accartocciarlo e buttarlo nel primo cestino a portata di mano, poi chiese indicazioni.
Fermò un gruppo di ragazza che avevano l'aria di divertirsi davvero tanto insieme le dopo aver attirato la loro attenzione le chiese dell'aula. Le ragazze la squadrarono da capo a piedi e si soffermarono sul suo seno.
<< Ma sono rifatte >> disse quella con il viso ovale e gli occhi grandi da cerbiatto
Aurora scosse la testa
<< Ma qual'è la tua taglia? >> le chiese quella che sembrava la più antipatica
<< Una quarta >>
<< Mia madre ha una quarta ma le sue sono molto più piccole >> replicò lei
<< Bé, ecco, io vorrei sapere dov'è l'aula di biologia >>
le ragazze alzarono le spalle
<< Non lo sappiamo >> disse un'altra e poi se ne andarono.
Aurora rimase sul posto interdetta se darsi alla fuga o seguire gli altri come una pecora nel gregge. Quanto avrebbe voluto ritornare nella sua vecchia scuola dove c'erano la sua migliore amica Emily e naturalmente la sua tutor Dakota, ormai era da più di un mese che non le sentiva.
Si fece forza e incominciò a camminare in mezzo alla folla di studenti. 
La mattina passò molto lentamente e Aurora non riuscì a parlare più con nessuno e ad ora di pranzo in mensa fu costretta a mangiare il suo tramezzino vagano con le zucchine da sola. Masticava molto lentamente e nel frattempo notava che anche lì c'era una netta divisione, già a prima vista aveva individuato il tavolo delle cheeledears accanto a quello dei giocatori di football, poi c'è il tavolo dei benestanti-fighetti-snob tra cui riconobbe la biondina di storia e quello dei secchioni che avevano tutti i libri aperti sul tavolo e poi c'era anche quello dei vegetariani, lo notai dalle inalatone e fui tentata per un attimo di unirmi a loro, poi vidi che mangiavano dello yogurt e desistetti.
<< Posso sedermi accanto a te >> le disse un bel ragazzo moro e ben proporzionato.
<< Sure >> disse spostando la sua borsa, lui si sedette accanto a lei e prese dalla sacchetto un grosso panino con la pancetta, pomodoro e formaggio.
<< Mangi tanto tu >> gli disse arricciando il naso.
Lui guardò mi guardò, poi fece scivolare gli occhi marroni sul panino che avevo in mano.
<< Rispetto i vegetariani, la mia ex ha tentato in tutti i modi di non farmi mangiare carne, ma mi dispiace sono un tipo sportivo è ho bisogno di tante proteine. Comunque io rispetto la tua decisione >>
<< E stata lei a lasciarti? >>
<< Assolutamente si >> rispose lui con un tono stranamente orgoglioso
Un sorriso spontaneo le si dipinse in volto.
<< Comunque io non sono vegetariana, ma vegana e... >> posò sulle gambe il panino e tese la mano << Mi chiamo Aurora Rota e odio le persone che uccidono e impartiscono sofferenze atroci agli animali, ma convivo da cinque anni con una famiglia di carnivori >>
Il ragazzo le strinse la mano << Piacere io sono Logan O'Connor e convivo con mia madre e il mio cane Woody >>
<< Di che razza è il tuo cane? >>
<< è un labrador di tre anni >>
<< carino >> disse lei dando un grosso morso al panino.
<< Sei nuova? >> disse ad un certo punto
<< Si, ma non mi va di parlarne... >> disse lei non riuscendo a mascherare il tono triste della sua voce.
<< Stasera c'è una festa a casa di un mio amico. Ti vengo a prendere se vuoi >>
Gli occhi di Aurora si illuminarono tutto d'un tratto <> disse prendendo la su agenda e scrivendo il suo indirizzo e numero di telefono, poi glielo dette e lo salutò con una bacio sulla guancia.
<< Ci vediamo >> disse allontanandosi da lui. 
 
 
 
Si controllò per la milionesima volta allo specchio. Aveva le converse grigie, un vestitino giallo di zara e le calze nere a palline, poi una collana con un ciondolo a spirale e un paio di pendenti di swarovski; si era arricciata le punte dei capelli e aveva un make-up neutro con un po' troppo rosso sulle gote, quando sentì il campanello suonare da sotto. Come un fulmine si scaraventò lungo le scale ma fu troppo tardi suo padre andò ad aprire e si trovò davanti proprio Logan.
<< Oh, sei tu che devi uscire con mia figlia >> gli disse il signor Rota che era magro quanto uno stecco e aveva dei grossi baffoni marroni.
<< Si, non l'ha avvertita, signore? >>
<< Stai dando della bugiarda a mia figlia >> disse il padre montando su tutte le furie
<< Oh, no, mi crede non volevo... >> cercò di giustificarsi
<< Papà >> esclama Aurora afferrando il braccio del padre << mi ha invitato ad un festa ed è stato così carino da offrirsi come autista privato >>
<< Sono Logan O'Connor e le giuro che non ho cattive intenzioni con sua figlia >> sbottò dopo aver acquistato un po' di fiducia
<< Hai la patente? >> insistette il padre
<< Certo >> disse prendendo il documento dal suo portafogli e mostrandolo orgogliosamente  << ho preso in prestito anche la macchina di mia madre >> disse indicando alle sue spalle una Audi A1 rossa fiammante.
<< Non bevete >> disse lui statico
<< No, di certo >> rispose Aurora passando sotto il braccio del padre ed avvicinandosi a Logan.
<< Il coprifuoco è alle undici e mezza >>
<< Okay ciao >> disse lei dirigendosi verso la macchina parcheggiata sul vialetto.
<< Arrivederci signor Rota >> disse Logan.
I fari della macchina si accesero di botto e abbagliarono il signor Rota che rasegnato chiuse molto lentamente la porta di casa e raggiunse la sua secondo genita, Daisy, in salotto mentre stava innocentemente mangiando gli orsetti gommosi e guardando un vecchio film di Lizzie Mecguire.
<< Sei bellisima >> disse Logan appena furono entrati in macchina.
<< Grazie >> disse lei abbassando lo sguardo, incominciò a giocare nervosamente con la sua pochette nera. << Il look ape mi dona >>
Logan rise <>
Il ragazzo accese gli abbaglianti e si avvicinò al viso di lei, ma Aurora si strinse nelle spalle e spostò la faccia - è troppo presto - pensava.
<< è troppo presto >> disse lui automaticamente.
<< Già >> ammise lei accenando un piccolo sorriso.
 
 
La musica si sentiva anche fuori, le luci erano tutte accese e la gente circolava anche nel giardino. Logan trovò un parcheggiò poco lontano da lì.
<< Spero che non ti dispiaccia fare due passi >>
<< Anche io sono una tipa atletica >> rispose lei indicando le sue scarpe.
Finalmente arrivarono sul pianerottolo e bussammo alla porta, una ragazzo con i capelli pieni di gel e la camicia abbottonata male aprì la porta e subito riconobbe Logan.
<< Ciao, bello >> disse e poi i suoi occhi a mandorla guardarono intensamente Aurora.
<< Carina la tua ragazza, un po' bassina forse  >> disse abbozzando un sorriso sarcastico
<< è una mia amica, e molto timida >> disse Logan afferrandola per la vita e accompagnandola dentro.
<< Ti porto qualcosa da bere >> le disse prima di lasciarla sola.
Aurora si sentì abbastanza a disagio e incominciò a farsi lentamente cullare dalla musica, un passo a destra, uno a sinistra, muoveva le braccia in modo scomposto ma ondulatorio come se fossero la corrente stessa di un fiuome o del mare. Ad un certo punto il volume della musica si abbassò di poco e lei sentì da dietro le spalle il suono cristallino di due campanelle. Fece un paio di passi in avanti e addentrò nella folla, la musica era comunque forte da assordarle le orecchie, ma le luci tutte ad un tratto erano diventate più opache, continuava a ballare e non distingueva le perone che aveva attorno, poi il ritmo a poco a poco diventò sempre meno pressante e più armonioso, le note erano sempre più definite e le parve anche di sentire nell'orecchio destro il canto di un uccello, poi un'altra volta il suono cristallino delle campanelle e lei si voltò dietro di se e incrociò lo sguardo con un paio di grandi occhi bianchi molto magnetici. Quel ragazzo le afferrò delicatamente la vita e le fece ballare un lento merengue. Sembrava che muovesse le labbra, ma dalla sua bocca con uscivano parole, ma solo musica, una musica soave e limpida. Perse la cognizione del tempo, non sapeva da quando tempo stava ballando né chi era quello strano ragazzo dalla pelle verdognola e la folta chioma blu, ma c'era qualcosa nella sua stranezza di totalmente normale per lei. Il ragazzo si avvicinò al suo orecchio e le baciò l'incavo del collo, un fitto brivido le percosse la schiena. Qualcuno la afferrò per la spalla e la portò fuori dalla folla, quella mano apparteneva a Logan.
<< Aurora ho trovato solo del succo di frutta >> le disse porgendole uno dei due bicchieri di vetro.
<< Grazie, io adoro la frutta. Mi piacciono sopratutto le fragole, però visto che sono quelle più piene di pesticidi ho deciso di coltivarle dietro casa >>
<< Hai il pollice verde >>
<< No, in verità mi dimentico quasi sempre di annaffiarle, però c'è la mia sorellina Daisy >>
<< Andiamo ti faccio conoscere un po' di persone >> disse prendendola per il polso e trascinandola in un'altra stanza. Seduti sul divano c'erano due ragazzi che limonavano e altre due ragazzi che giocavano alla playstation.
Un folto gruppo di ragazze si avvicinò a Logan << Chi è? >> chiese una ragazza asiatica
<< Lei è Aurora Rota >>
<< Oh, ciao, io sono Kimiko Matsumoto, la sorella di Akita >>
<< Akita è quel ragazzo che ci ha aperto la porta, questa è casa sua >> precisò Logan
<< Sei giapponese? >>
<< Da parte di padre >>
<< è tu italiana? >>
<< Si >>
<< Mi piacciono gli italiani >> << I love Italy >> disse una ragazza con una vocina acuta.
<< Sei mai stati in Italia? >>
<< Si in vacanza parecchi anni fa andai in sicilia, a Siracusa >>
<< Bella Sicilia. Sai parlare italiano >>
<< Un po', ma comunque non capisco niente perché parlano quasi tutti in dialetto >>
<< Sai cucinare? >>
<< Abbastanza, ma non bene quanto mia madre >>
<< Oh, che cucina tua madre >>
<< Di tutto pasta, spaghetti, pizza, lasagne, polenta, tortelli, zuppa di cozze... >> incominciò ad elencare Aurora sulle punta delle dita.
<< Tutte queste cose fanno crescere il seno >> disse Kimiko scoppiando a ridere << A Logan piacciono le ragazze con il seno, anche la sua ex è molto dotata >>
<< Chi è la sua ex? >> sbotto la Aurora
Kimiko indicò la stessa ragazza con cui adesso Logan stava parlando ed era la stessa della classe di storia con le stesse unghia rosa.
<< Si chiama Rose Mecdonald ed ha tutte A+ >>
<< Sei invidiosa? >> le chiese Kimiko vedendo che Aurora la stava fissando intensamente, ma la ragazza scosse la testa.
<< No , è solo che non mi sembra il tipo Logan... insomma quello che va con le snob >>
Kimiko scosse la testa << Si vede che non lo conosci abbastanza perché lui è uno dei ragazzi più popolari della scuola >>
Aurora trasalì e Kimiko si fece una bella risata.
La coppietta si divise e Logan si avvicinò a loro due. 
<< Allora di cosa stavate parlando? >>  chiese Kimiko a Logan
<< Mi ha detto che ti conosce >> disse rivolgendosi ad Aurora << Lo so che il professor Spencer è troppo pignolo, ma tu non arrivare in ritardo, altrimenti sarà difficile fargli cambiare opinione >>
<< Oh, grazie, sei davvero molto carino a preoccuparti per me >> disse con voce lusingata Aurora, che non poteva credere di aver conquistato il cuore di un così bel ragazzo.
<< Per favore non farmi essere troppo sdolcinato, ho una reputazione da difendere io >>
Kimiko rise coprendosi la bocca con la mano, anche Aurora si sforzò di ridere.
<< Sei bellissima >> le dissi accarezzandole lievemente la guancia.
<< Hey Logan, vieni a bere con noi >> esclamò un ragazzo con le braccia grandi e i capelli rossi e radi.
Aurora gli dette un piccolo bacio sulla guancia e gli disse di andare. Logan si dileguò e lei individuò subito Rose Macdonald.
<< Ciao Rose >> disse Aurora avvicinandosi
<< Sei qui per infierire >> disse la bionda per nulla felice di parlare con lei.
<< No,no volevo solo fare amicizia >>
<< Bene allora perché non cominci da qualcun'altro >> disse alzando gli occhi al cielo e voltandole le spalle.
Aurora si sedette sul guanciale del divano e vide i due piccioncini che limonavano ancora e pensò che forse lei non avrebbe avuto neppure il coraggio di sfiorare le labbra di Logan perché tutto sommato non aveva mai avuto un ragazzo e tutto sommato il fatto stesso che Logan O'Connor si comportasse in questa maniera lo insospettiva abbastanza. Insomma, per diciassette anni non aveva avuto nessuno e adesso tutto ad un tratto era arrivato lui. Si chiese se forse non aveva sbagliato a non cogliere la palla al balzo o semplicemente sapeva che non era ancora del tutto sicura di cosa lei provasse. Alla fine decise di tornare a ballare perché stare seduta da sola era davvero molto deprimente. Ma mentre camminava lentamente tra le persone, una ragazza le butto addossò un bicchiere pieno di birra.
<< Hey, sta attenta >> disse la ragazza e poi andò a sghignazzare insieme al suo gruppo di amiche tra cui c'era guarda caso anche Rose.
<< Tutto bene? >> le chiese Kimiko avvicinandosi
<< A meraviglia, mi sto divertendo un mondo >> disse ad alta voce << mi accompagni in bagno >>
<< Certo >> disse lei.
Il bagno era davvero molto piccolo, ma del resto era l'unico non occupato. Aurora aprì i rubinetti e si sciacquò il vestito.
<< Accidenti avere Logan come ragazzo non deve essere facile >> disse ad un certo punto Kimiko
<< Diciamo che non è neppure il mio ragazzo >>
<< Ti piace fare i giochetti? >> le chiese Kimiko guardandola con un po' di malizia
<< No, no... il fatto è che non ho nessuna esperienza >> ammise lei
<< Vuoi un paio di preservatici? >>
La faccia di Aurora si fece paonazza, Kimiko scoppiò a ridere << I just kidding >> disse facendo uno smorfia allo specchio.
Aurora notò che Kimiko aveva un orologio da polso che segnava quasi la mezzanotte.
<< Accidenti >> disse
<< Che c'è? >>
<< Ho il coprifuoco alle undici. Ci vediamo presto >> disse lei uscendo in fretta e furia dal bagno.
<< Tanto siamo nella stessa scuola >> rispose lei, ma ormai Aurora era già corsa da Logan.
Lo trovò in cucina a petto nudo mentre stava tentando attraverso un imbuto di far bere un intero barile di birra ad un suo amico.
<< Logan, il coprifuoco >> disse Aurora
<< Oh, me ne ero dimenticato >> disse perplesso, i suoi occhi avevano perso di lucidità e puzzava tremendamente di birra.
<< Accidenti, sei ubriaco marcio, non puoi accompagnarmi a casa >> si lamentò Aurora.
<< Tu non sai guidare, vero? >> le chiese 
Aurora scosse la testa disperata, lui le mise un braccio attorno al collo e afferrando la sua camicia al volo la condusse fuori da quella casa.
<< Prendiamo un taxi >> propose lei
<< Non preoccuparti c'è la faccio >> disse reggendosi a lei per non perdere l'equilibrio.
Arrivarono alla macchina e Logan la mise in moto, fece retromarcia e tamponò il muso della macchina dietro facendo azionare l'allarme.
<< Non preoccuparti >> disse Logan al volante, ma Aurora era fin troppo agitata e non smetteva di muovere le mani nervosamente.
La macchina guidava piano , ma non riusciva a stare nella corsia. << Accendiamo lo sterio >> propose Logan con lo stesso entusiasmo di quando si ha un'idea geniale.
Una macchina a tutta velocità veniva verso di noi, un moneto prima dello scontro aveva suonato rumorosamente il clacson più volte, l' Audia A1 era uscita fuori dalla strada e si era capovolta. Aurora sbatte violentemente la testa sul tettuccio e delle grosse schegge di vetro le perforarono la carne del braccio destro, il sangue usciva copiosamente. Tutto quel rosso la fece svenire.
 
 
 
Chissà quando sarebbe passato questo dolore? Chi poteva saperlo. Era sempre stata una ragazza timida con poche amiche ed adesso si sentiva ancora più sola perché anche Emily si era fidanzata. Si Emily si era fidanzata con lo stesso ragazzo che piaceva anche a lei. Non odiava Emily perché sapeva che lui aveva scelto lei, ma il dolore al petto aveva causato anche un vuoto, un vuoto che lei aveva il disperato bisogno di colmare.
Una mano calda e rassicurante le scompigliò i capelli. Aurora aprì lentamente gli occhi e lo vide; era di una bellezza eterea. Era esile e indossava una mantella nera, ma ciò che più colpiva era la sua pelle, bianca come la luna sembrava trasparente nei punti in cui la luce della lampada lo illuminava di più. Riconobbe immediatamente i suoi grandi occhi bianchi che la fissavano con curiosità. Non era umano. No non lo era. Ma come mai sembrava che nessuno si fosse accorto della sua presenza alla festa. Era forse diventata pazza?
<< Chi sei? >> le chiese l'alieno
<< Un alieno >> sospirò lievemente lei <>
L'alieno scosse la testa << No, sei in camera tua >> disse continuando ad accarezzarle la testa.
Aurora si scosse dal torpore del suo letto e alzò il busto verso di lui, si guadò in giro e si accorse di essere davvero a casa sua, poi tutto ad un tratto si ricordò di Logan e dall'incidente.
<< Come sta Logan? >> gli chiese preoccupata
<< Anche lui sta bene, anche se l'ho punito >>
<< Cosa, lo hai punito! >> disse sconcertata la ragazza
<< Sta bene ma non l'ho guarito completamente, adesso è in ospedale, così la prossima volta impara a guidare in stato di ebrezza >>
<< Ma sei un angelo custode >> sbotto lei del tutto sconcertata
<< Sono chi tu mi dirai di essere >> rispose lui
<< Bene, allora sii te stesso >>
L'alieno rise.
<< Sei un alieno? >> chiese Aurora
<< Se vuoi >>
<< Oh, bene, allora come vi chiamate tra di noi >>
<< Kafcopi >> disse lui
<< Siete tutti Kafcopi, le avete le Nazioni >>
<< Si abbiamo qualcosa di simile, ma sono qui da poco tempo e conosco poche cose di voi >>
<< Ti hanno inviato per sapere se ci possono sterminare e schiavizzare >>
<< No, non mi ha mandato nessuno qui, sono io che sono fuggito perché tutto il mio popolo è andato distrutto >>
<< Fantastico, allora sei l'ultimo della tua specie >>
<< No, non proprio, hanno conquistato la mia Axion e adesso sono un rifugiato politico >>
<< Ah, ma allora sei protetto dal nostro governo >>
<< No e sarebbe bene che tu non lo dicessi a nessuno >>
<< Perché la terra e non un'altra parte del tuo pianeta >>
<< Siamo stati sterminati >>
<>
<< Esatto, però se torno lì mi uccidono, nessuno mi ospiterà mai perché sono l'ultimo della mia famiglia e i miei avi sono stati dei despoti sanguinari. Non mi restava che fuggire in un altro pianeta. Per noi è una cosa normale, voi non aveva ancore la tecnologie necessaria>>
<< Oh I see. Ti devi sentire molto solo >>
<< Ho degli amici >>
<< Alieni anche loro >>
<< Te li farò conoscere prima o poi >> disse sforzandosi di mantenere il tono serio e si alzò dalla sedia su cui era seduto.
<< Chi sei? >>
<< Mi chiamo Enea come l'eroe troiano >>
<< Perché mi hai salvato Enea? >>
<< Perché sei una umana e a me piacciono gli umani. Adesso devo andare >> disse uscendo dalla porta.
 
La signora Rota aveva visto sua figlia stranamente felice quella mattina, fresca come una rosa, stava mangiando avidamente la sua macedonia con il sorrisetto stampato sulle labbra che non diceva niente di buono. Il suo visetto aveva preso un po' di colore e si era anche vestita di rosa. Anche quando era entrata tutti a tavola avevano capito che stava camminando due metri sopra il cielo.
<< Sei innamorata >> disse la mamma con tono dolce ed enfatico, il papà grugnì indispettito-
<< Com'è? >> chiese Daisy
<< è un kafcovo >> rispose Aurora
<< Non è divertente >> disse la bambina mettendole il muso.
<< è Logan oppure quel ragazzo che ti ha accompagnato ieri sera a casa? è stato molto convincente e ci ha impedito di metterti in punizione per il ritardo >> disse la mamma
<< era un ragazzo >> disse stranita
<< si era un bel ragazzo, ma vedendo il modo in cui papà ha borbottato per tutta la sera anche Logan deve essere un bel ragazzo >>
<< Oh, si Logan è davvero molto carino >>
Il papà si schiarì la voce. 
<< Però si è ubriacato, per fortuna che te ne sei andato via con quell'altro >> disse il papà.
<< Come lo sai? >>
<< Ha chiamato questa mattina la madre. è in ospedale e voleva sapere se stavi bene, ma noi le abbiamo detto che ti ha accompagnato a casa un altro ragazzo >>
Aurora si sentì svenire, adesso Logan sarà molto confuso e penserà che lei abbia fatto la civetta con qualcun'altro.
<< Ha lasciato il suo numero di telefono? >>
<< Si e anche l'ospedale, in caso tu volessi andare >>
Aurora si alzò da tavola. << Però prima vai a scuola e poi ne riparliamo >> disse il papà.
 
Erano le cinque e mezza ed Aurora era appena uscita dall'autobus, per fortuna l'ospedale era ben collegato ed era stato facile trovarlo. Entrò dentro e chiese subito alla reception di un certo Logan O'Connor.
Una gentilissima infermiera alta un metro e novanta si offrì di accompagnarla. Appena entrata vide, tutti i letti vuoti eccetto quello di Logan che era vicino alla finestra.
<< Logan >> disse Aurora avvicinandosi al sua guanciale << Mi dispiace così tanto che tu ti sia fatto male >>
<< Sono solo un po' indolenzito, però hai ragione, avrei dovuto ascoltarti >> disse con un fil di voce 
<< Ma tu come hai fatto... >>
<< Mi ha dato un passaggio il fratello di Emily, la mia migliore amica, sai >>
<< Lo hai chiamato? >>
<< Era in zona >> rispose vaga, poi si sentì una carogna per avergli mentito, ma effettivamente la storia dell'alieno era poco credibile anche per lei.
All'improvviso entrò nella sala anche Rose Macdonald, aveva le lacrime agli occhi e un bel cesto di frutta e biscotti.
<< Oh, Logan, appena ho potuto sono venuta >> disse correndo ad abbracciarlo.
Aurora si sentì stranamente a disagio.
<< Grazie a Dio stai bene, quando Aurora me lo ha detto a scuola ho davvero pensato al peggio >>
<< Non preoccuparti, sto bene >> le disse toccando la sua mano affusolata e piccola.
Il telefono incominciò a squillare ed entrambi si voltarono all'unisono in direzione di Aurora.
<< Scusate vado un attimo a rispondere >> disse uscendo dalla stanza.
<< Pronto >> disse appena fu in corridoio.
<< Aurora, sono Emily >>
<< Oh, Emy, da quanto tempo. Adesso però non è il momento un mio amico è in ospedale >>
<< Devo parlarti per favore è urgente >>
<< Dimmi >>
<< Sono incinta di Matt >>.
  
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