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Autore: Anthea Love    12/11/2012    1 recensioni
Videl ha smesso di parlare con Gohan. chiusa nel suo silenzio si trova costretta a riflettere sui suoi sentimenti verso "l'amico".
Questa fan fiction partecipa al contest "The Winner - Second Round" indetto da Nede.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
Ho scritto questa ff per lo splendido contest “The Winner – Second Round” indetto da Nede dove tutti sono vincitori.
È meglio se ora vi lascio alla storia. Fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto
Anthea Love   <3


Autore (su Efp e Forum): Anthea Love
Pacchetto: Giove
Coppia: Gohan/Videl
Rating: Verde
Genere: One-Shot
Avvertimenti: Nessuno
Note: Questa fan fiction ha partecipato al contest “The Winner – Second Round” di Nede vincendo il Trofeo Classico e il Trofeo Miglior Coppia Sviluppata e Trofeo Miglior Suspense Sviluppata.
Nella fan fiction i dialoghi sono tra «  », mentre i pensieri sono in corsivo e tra “  ”.
Nel testo quando dice: “L’amore – pensò – […] lui…” ci sono alcune ripetizioni che sono una scelta stilistica.





TRE PAROLE, CINQUE SILLABE, SETTE LETTERE


“Strano il mio destino che mi porta qui
a un passo dal tuo cuore senza arrivare mai
chiusa nel silenzio sono andata via,
via dagli occhi, dalle mani, da te.
Che donna sarò se non sei con me
E se ti amerò ancora e di più.
Strano il mio destino mi sorprende qui”


Strano il mio destino - Giorgia


Videl aveva passato i sette giorni precedenti cercando di escludere il Saiyan dai suoi pensieri, fallendo miseramente.
La coltre spessa di silenzio nei confronti del ragazzo aveva vacillato, si era incrinata, ma non si era mai spezzata.
Non una parola, non una spiegazione.
Uscita da scuola Videl si diresse al parco poco lontano.
Aveva bisogno di un posto tranquillo per poter dare un ordine ai suoi pensieri.
Perché le faceva così male che Gohan ed Erasa si fossero baciati?
In quei giorni spesso avrebbe voluto piangere per sfogare almeno un po’ il suo dolore.
Piangere? Io? Insomma Videl, che diavolo ti prende?
Malgrado lo sconforto, non una lacrima aveva mai solcato il suo viso.
Nemmeno allenarsi le dava più le stesse soddisfazioni. Non l’aiutava a scaricare il tumulto di emozioni che, spesso, la sorprendevano a tradimento.
Sperava che stare in mezzo alla natura l’avrebbe aiutata “Almeno un po’” – si augurò con un sospiro.
Le sarebbe piaciuto andare sui Monti Paoz. Lì aveva imparato a trovare una calma rara e preziosa, ma non poteva andarci. Essere in quei luoghi senza Gohan… Lo percepiva come una specie di… tradimento.
Perché “tradimento”? Come? Noi siamo amici, anzi, forse ormai nemmeno più quello!
Arrivata a destinazione s’immerse nella quiete della natura, che riuscì a calmarla per un po’.
Giunse ad un piccolo laghetto al centro del parco e ne contemplò la calma quieta e piatta.
Una lacrima spezzò l’apparente indifferenza del volto bagnandole il viso e cadde, rompendo la superficie del laghetto. L’acqua s’increspò in piccole onde concentriche e Videl vide il suo riflesso sfocarsi.
Lei non piangeva. Dopo la morte di sua madre aveva promesso a se stessa di non piangere più. Per nessuno.
Eppure negli ultimi giorni hai pensato di piangere e ora lo hai fatto davvero. Devi cominciare a preoccuparti, Videl, seriamente.
E poi tra te e Gohan non c’è nient’altro che un’amicizia. Un’amicizia bella e profonda, ma non sei mica innamorata…
Videl sbarrò gli occhi.
Era andata lì per mettere ordine tra i suoi pensieri, ed ora si scopriva intenta a ragionare sull’amore.
Lei e l’amore non facevano parte dello stesso pianeta, assolutamente no.
Aveva imparato a conoscere l’amicizia, ma l’amore… quella era tutta un’altra storia.
L’amore era un sentimento che vedeva bene per Gohan e… no, non per Erasa.
Gohan lo vedo più con una ragazza forte, una persona che sappia stargli vicino. Un po’ come Great Saiyaman e Great Saiyaman 2. Ma cosa vai a pensare, Videl! Quelli sono i vostri alter ego! Quelli siete voi!
Videl riuscì a staccare gli occhi dalle profondità del lago e si rese conto che tutte le sue elucubrazioni la stavano portando ben al di là di dove si sarebbe aspettata di arrivare.
Videl e Gohan… ma perché devono venirti in mente questi pensieri quando nemmeno vi parlate più?” – rifletté la ragazza, confusa.
E perché io continuo a rivolgermi a me come se a parlare fosse un’altra persona?

Tutto questo solo per colpa di Erasa.” – pensò con uno sbuffo.

Una settimana prima, non appena era arrivata a scuola, aveva incontrato la bionda e lei le aveva detto di aver baciato Gohan.

Basta con questa storia del bacio. Non può darti fastidio che due tuoi amici scoprano di provare qualcosa di… più!

Eppure non appena Erasa le aveva dato quella notizia…
Gelosia?
Frustrazione?
Tradimento?
Erano sentimenti che non le si addicevano, ma, in quel momento, erano le uniche parole adatte a descrivere i suoi pensieri.
Lei, Videl Satan, il maschiaccio combattivo e orgoglioso che manteneva l’ordine in città insieme alla polizia, si era dovuta controllare per non fare una sfuriata davanti a una sua amica.

Dopo la frase di Erasa, aveva smesso di parlare con Gohan.
Si era allontanata da lui.
L’aveva tagliato fuori da sé e si era tagliata fuori dalla sua vita.
Non una parola, non una spiegazione.
Solo silenzio.
Tu sei fuggita.” – le disse una vocina interiore.
Era così.
Era stata una codarda.
Ma da cosa stava scappando?
Da un dolore che non avrebbe dovuto provare?
Da un senso di perdita che non ci sarebbe dovuto essere?
Da due occhi neri, dalle mani che l’avevano curata, dal sorriso avvolgente che le stava scavando dentro il cuore?
Era quello l’amore?
No.
L’amore – pensò – è quando non riesci a smettere di pensare a lui. È quando non riesci a respirare se lo sai in pericolo. È quando ti sembra che tutta la tua vita sia legata alla sua. È quando ti sembra che il mondo esista solo perché c’è lui…” – il filo dei suoi pensieri fu interrotto da una consapevolezza che la investì, improvvisa.
Per lei, tutte le cose che si era appena detta, erano vere quando si trattava di Gohan.
Il Saiyan era entrato nella sua mente la prima volta che l’aveva visto, e non ne era più uscito.
Quando aveva creduto che fosse morto, il dolore l’aveva letteralmente paralizzata.
Se pensava a lui, un sorriso le affiorava spontaneo sulle labbra, e quando stavano insieme si sentiva libera, libera di essere se stessa, con il suo caratteraccio e i suoi ideali.
E poi quando volavano insieme… non sarebbe mai voluta tornare a terra.

«Mi sono innamorata di Gohan.» – si ritrovò a sussurrare Videl.
La sua non era un’esclamazione stupita, era un’affermazione.
Stava prendendo atto del fatto che l’amore esisteva, anche per lei.
Quelle parole, appena sussurrate e già cancellate da un lievissimo alito di vento, avevano un sapore dolceamaro.
Come poteva il suo destino averla condotta a un passo dal cuore della persona che amava, per poi spezzarle le gambe e negarle per sempre l’opportunità di compiere quel passo?
Ed ora?
Videl poteva anche aver capito di amare Gohan, ma cosa ne sarebbe stato di lei?
Il ragazzo stava con Erasa.
Come si doveva comportare?
Non sapeva un granché di faccende amorose.
Forse doveva solo continuare con il silenzio.
Alzò gli occhi al cielo, esasperata da quei ragionamenti senza né capo né coda.

Una mano, un tocco leggero le si posò sulla spalla.
Quella era una scena già vista e già sentita.
Videl si girò di scatto e si ritrovò tra le braccia di Gohan.
Alzò lo sguardo e finì incatenata a dei bellissimi pozzi di ossidiana.
Ma… sembravano addolorati… profondamente tristi.
«Che ti succede piccola? Perché non mi vuoi parlare?» Gohan le pose quelle domande con voce tremante, come se gli costassero un’immane fatica.
Videl si strinse a lui, esitante, e continuò a mantenere il contatto con i suoi occhi.
«Parlami Videl, ti prego!» le chiese, come se quella fosse la cosa più importante che lei avrebbe mai potuto concedergli.

«Credevo che fossi con Erasa. State insieme, no?»
Gohan la guardò confuso… poi un breve lampo di comprensione gli balenò negli occhi.
«Videl, chi ti ha detto questo?»
«Erasa mi ha raccontato di quando vi siete baciati.»
«Ti sbagli. Noi non… aspetta, vuoi dire… quando mi ha stampato un bacio sulla guancia?»
Il cuore di Videl sussultò.
Un pensiero s’insinuò nel suo cervello: “Potrei avere una possibilità…
«Era per questo che non mi parlavi più?»  lo sentì chiedere dalla lontana galassia dei suoi pensieri.
Videl non sapeva cosa rispondergli: se gli avesse dato una risposta affermativa, avrebbe ammesso di essere gelosa, ma se gli avesse detto di no, si sarebbe dovuta inventare qualcos’altro.
Forse per la prima volta i suoi occhi azzurri la tradirono.
Gohan sorrise e, diventando completamente rosso, ma senza abbandonare mai il suo sguardo, disse: «Tre parole, cinque sillabe, sette lettere…»
Videl assunse un’espressione decisamente interrogativa.
Si rese conto di essere ancora appoggiata a lui e provò a scostarsi un po’. Ma la stretta gentile e avvolgente delle sue braccia la bloccò.

Gohan avvicinò il suo viso a quello della ragazza e le parlò piano, come se le stesse rivelando un segreto: «…Io ti amo.»
Videl gli sorrise.
Finalmente aveva capito come comportarsi in quella situazione.
«Due parole, quattro sillabe, sette lettere…»
Reclinò la testa all’indietro e concluse la frase che aveva lasciato in sospeso: «…Anche io.»

Dolce, inesperto, tenero, bellissimo:il loro primo bacio.

  
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