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Autore: AnaNeko94    12/11/2012    2 recensioni
Il sangue, la cosa più prelibata per i vampiri, un umana dal sangue speciale, un'umana a conoscenza di troppo cose.
"Tisha Komori, da quella notte fu lei il mio principale pensiero"
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Senri Shiki, Zero Kiryu
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La guarigione di Zero.

 

Rantoli straziati continuavano ad uscire ferini dalle mie labbra.

Il dolore era sempre più lancinante mentre inerme osservavo il sangue scivolare fuori dalla ferita sotto alla clavicola e da ogni altro squarcio che la guardiana mi aveva inferto.

Le membra non accennavano a smettere di dolere.

Non davano la minima impressione di rimarginarsi e smettere di sanguinare.

Stavo morendo.

Osservai Kuran eretto alla mia destra, il quale mi squadrava con piattezza e superficialità.

Istante dopo istante il dolore aizzava la sete e la bestia al mio interno uccideva irrimediabilmente la mia parte razionale.

Sentivo la mente annebbiarsi come se il vuoto la stesse divorando e per quanto mi opponessi non avevo le facoltà di interrompere quel fatale processo.

La vista era sempre meno nitida, anzi ogni istante che passava essa velava ogni cosa di una patina vermiglia.  Sembrava che le fiamme stessero infervorando il mio presente tramutandolo nel più profondo e ardente inferno.

Avevo appena percepito la voce di Kuran ordinare qualcosa a Shiki, tuttavia ero in una situazione talmente critica da non essere riuscito a capirne una parola.

Con la guancia percepivo il calore del mio sangue inondare ogni cosa: la divisa, la pelle, le mani, il viso.

Tutto era impregnato di quel siero ferroso che inarrestabile continuava a riempire goccia dopo goccia una macabra pozza sotto al mio torace.

Dalla mia bocca uscivano ansimi veloci e spezzati che si sommavano allo spasmodico tremore delle mie membra.

Sentivo freddo, sempre più freddo ogni istante che passava.

Percepivo lo sguardo glaciale e schifato di Kuran sulle mie spalle e immaginavo come mi squadrasse: con lo stesso disgusto con cui si osserva un cumulo di immondizia.

Avrei voluto ribattere, alzarmi, affrontarlo e soprattutto andarmi a riprendere Tisha, avrei voluto sapere dove fosse e perchè si fosse trasformata tanto inspiegabilmente, eppure non avevo la forza nemmeno di parlare.

Sarei morto con il rimorso di essere il fautore della sua maledizione, pregando che quegli occhi di cristallo fossero sopravvissuti senza odiarmi.

-        Cosa dovrei fare Kiryu? Lasciarti morire qui come un cane e cambiare i miei piani oppure lasciarti vivere da miserabile ancora per qualche tempo? – asserì retorico e disgustosamente conscio di essere il decisore della mia vita o della mia morte.

Fottiti.

Se avessi potuto scegliere avrei preferito di gran lunga morire in quell’istante che sopravvivere essendo in debito con lui.

Dentro alla mia mente continuavano a susseguirsi miriadi di cruente immagini raffiguranti la morte del Sanguepuro, più truci e dolorose di quanto credessi che la mia mente potesse elaborare.

Quanto avrei voluto strappargli il cuore dal petto con le mie stesse mani e stringerlo con tanta forza da spappolarlo davanti ai suoi occhi insolenti.

Schifoso Succhiasangue.

Proprio nel bel mezzo dei miei sadici pensieri il rumore di una corsa frenetica attirò la mia attenzione.

-        Oh mio Dio! – esclamò una voce che sentivo di conoscere.

-        Zero! – urlò ancora più disperata.

La proprietaria si avvicinò a me e repentina mi strinse la mano. Immediatamente sentii il calore del suo palmo a contatto con il mio e, sebbene quel tepore mi scaldasse il cuore, non potei fare a meno di continuare a ringhiare ed ansimare.

Alzai quindi il mio sguardo infernale incrociando un paio di innocenti occhi da cerbiatta.

Vidi la proprietaria trasalire come se quello scontro visivo l’avesse sbattuta in mezzo a miriadi di Flashback agghiaccianti, tuttavia in un moto di coraggio avvicinò lentamente la mano al mio viso, forse molto più preoccupata per me che spaventata per il suo passato.

Non appena il profumo della sua pelle mi accarezzò le narici, le mie fauci scattarono, come animate da volontà propria, e fortunatamente si serrarono colmandosi d’aria.

Kuran aveva previsto le mie azioni e l’aveva tirata via prima che potessi azzannarla.

Ancora una volta era stato lui il suo salvatore.

Le voci sibilavano sempre più confuse ed ovattate, tanto da divenire attimo dopo attimo sempre meno percepibili.

-        Kaname, cos’è successo a Zero? Chi l’ha ferito? –

-        Mi dispiace che tu l’abbia scoperto in questo modo piccola, ma come vedi anche Kiryu è un vampiro e oramai sembra che la sua trasformazione sia giunta ad un punto di fine –

-        Allora ti supplico, salvalo –

-        Anche se è una tua richiesta piccola Yuki non credo di poter..

-        Ti prego-

Quelle furono le ultime parole nitide che captai prima di svenire a causa del dissanguamento.

 

Quando riaprii gli occhi ero avvolto dalle bende e l’emorragia che prima non accennava ad arrestarsi sembrava essersi stabilizzata.

Avrei tirato un sospiro di sollievo se non fosse stato che in quel momento l’istinto aveva raggiunto un punto di influenza tale da non permettermi quasi nemmeno di pensare.

Mi gettai in avanti strattonando le catene che mi annodavano i polsi e ringhiando puntai lo sguardo su due ostili rubini fiammanti.

-        Sei fortunato Kiryu, la dolce Yuki si è esposta con decisione per far sì che io ti aiutassi –

Le parole mi scivolarono addosso senza che io ne cogliessi veramente il senso.

Il mio unico interesse, in quell’istante, sembrava essere l’irresistibile aroma del sangue di Kuran, che travolgente sbaragliava la mia sete furiosa.

-        Sei veramente pietoso. Se la tua preziosa Komori ti vedesse in questo stato come reagirebbe? Io suppongo che desidererebbe solo la tua morte. In ogni caso sembra che parlare con te in questo momento sia un’inutile perdita di tempo e d’altra parte se non affrettassi ad aiutarti finiresti per morire –

Dicendo questo si avvicinò di qualche passo a me, tanto che tentai più volte di azzannarlo, continuando instancabilmente a lanciarmi verso di lui nel vano e cieco tentativo di morderlo.

Se fossi stato cosciente, mi sarei morto per la vergogna: mai avrei creduto di poter calpestare così il mio orgoglio.

-        Ricordati chi ti ha voluto salvare, ricordati chi l’ha fatto e salda il tuo debito –

La sua voce suonava solenne ed altera ma come al solito le sue parole si sparpagliarono al vento. Tutto ciò che attirava la mia attenzione era la sua succosa carotide scoperta, ricolma di quel sangue dalla rarità inestimabile.

Terminato il suo discorso altezzoso, finalmente si avvicinò a me tanto da permettermi di affondare i canini nel suo collo e succhiare quell’ambrosia dalle caratteristiche quasi divine che scorreva nelle sue vene.

-        Ricordati di chi è il sangue che stai bevendo – rimarcò con il solito tono estremamente serio e formale.

Come aveva previsto le mie ferite si rimarginarono nel giro di qualche istante e la mia coscienza tornò lentamente al suo stato originale.

Mi staccai solo quando la sete si esaurì del tutto, quindi chiusi gli occhi scarlatti e li riaprii adesso color malva.

Dove sei Tisha?

   
 
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