RIZA E' SEMPRE UGUALE

Riza, vestita così non sembra quel tenete tanto rigido e rispettoso. Sembra un’altra, più dolce.

Ella veste un vestito lilla, molto leggero, e non ha freddo anche se è sera, ed è autunno.

I capelli sciolti di lei, biondi e lunghi, scorazzano liberi nell’aria. Che bella sensazione. Che bel vedere.

Le gambe lunghe di lei, fanno girare gli uomini, ma lei non ci fa caso. Lei ama solo uno. Solo lui, anche se egli non ricambia.

Cammina per le strade con la borsetta bianca. Dov’è finita la sua calibro 38? Non c’è la oggi. Oggi è un giorno speciale. Oggi è il compleanno di lui.

Lei, però, per rispetto, come sempre, del suo superiore, sta zitta. Non gli augura buon compleanno, non gli regala niente. Non fa niente. Secondo lei è meglio così.

Cammina per le strade con passo lungo e veloce, come se fosse inseguita da qualcuno, e lo è. La rincorre la sua tristezza e l’amore.

Riza non sembra lei, in quel momento, ma è sempre lei. Ordinata, rispettosa, severa e lavorativa.

Il giorno dopo Riza è cambiata. Non è più quella ragazza con i capelli sciolti e con la gonna. È diversa. Ha capelli legati, imprigionati nella molletta, e veste la divisa blu. Non mostrano le sue belle gambe, ne la rotondità del suo seno.

È diversa, ma sempre uguale.



Riza era seduta dietro la scrivania. Dritta con le schiena, gambe sigillate, gli occhi sempre attenti e vigili sul suo superiore. la sua pisola posta sempre nel cassetto, aspetta l’emergenza. I documenti pronti sul piano a essere controllati e firmati con quella scrittura delicata e precisa, al contrario di quella di Mustang.
Una ciocca si ribella dalla presa della molletta. Lei non lo tocca. Fa finta che non esiste. Non si preoccupa. Non corre, come l’altre donne avrebbero fatto, in bagno per sistemarsi. La ignora.
Continua a scrivere, a firmare, a controllare e a falsificare le firme per Mustang. Per lui che esce sempre con un’altra donna, non con lei.
Si distrae un momento, per guardarlo discretamente, con un filo dell’occhio. Lui leggeva un documento da ore. Aveva la faccia annoiata e stanca per quelle cartacce.
La donna sospirò leggermente, in modo tale da non farsi sentire da lui. Lei doveva lavorare e sorvegliarlo, non riposare. Avrebbe riposato la notte, se sarebbe tornata a casa.
- Buonanotte tenente.-
Erano l’uniche parole che sentì pronunciare dall’uomo, prima che andasse via.
Era rimasta sola nell’ufficio a compilare i documenti fino a mezzanotte, mentre lui stava con una donna, ma non lei. Non lei.

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spero che vi piaccia XD