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Autore: AcidDragon    30/05/2007    4 recensioni
Tutto può avere uno spirito così come ogni spirito può avere tutti i corpi, perchè tutto è Gaia, tutto il mondo è spirito, frammentato in infiniti briciole di realtà. Ma questa "verità" (sempre relativa) non è sempre positiva e può portare sia gioia che dolore. Cosa proverà il "soggetto", se così possiamo definirlo, della storia? Se vi va di scoprirlo, leggete e mi raccomando recensite, perfavore.
Genere: Triste, Malinconico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voleva uscire, voleva liberare quello che era dentro di lui, voleva liberare la propria anima dall'esilio in quell'oscurità

Voleva uscire, voleva liberare quello che era dentro di lui, voleva liberare la propria anima dall'esilio in quell'oscurità.

Il sangue la voleva, voleva la libertà, voleva possederla,

gioire di lei e del suo essere e voleva che il tempo impotente li guardasse amoreggiare;

implorò con rabbia le sue prigioni , pregò le vene di lasciarlo libero,

vago tra le lande gelide di un corpo deforme, vibrò di dolore all'indegno contatto,

sentì una presenza, la presenza di uno spirito, solo di un'abominevole spirito,

iniziò a mancare il respiro e prima ancora di chiedersi come era a possibile che a un grumo di sangue mancasse il respiro raggiunse la sala, dell'abominio delle gemme gelide era il regno, il regno del cuore, grumo di malvagità, odio, rabbia, malinconia, era il limite estremo dal quale era impossibile fuggire, e da lì proveniva l'eterno monologo, ma vedendolo il monologo del cuore si zittì e divenne

dialogo.

- Perchè non posso morire, perchè nel mondo non vi è posto per la mia morte, perchè, la mia mente, il mio spirito non decidono di morire, cosa ci faccio su questo mondo, la risposta + logica è morire, e soprattutto chi è quell'essere immondo che mi ha dato la vita, che mi ha dato la libertà, chi è che ha osato creare quello che io sono, essere che neanche conosco, io non so chi sono ma so che mi odio e che desidero la sua falce, la falce eccitante di morte, desidero entrare nel tuo letto morte mia adorata, prendimi e portami via da questo gelo, fallo per questo mondo, liberalo dalla mia presenza-

Il sangue riflettè e pensò, come è possibile che un cuore pensi, sia folle, parli a vanvera, desideri, ricordi, e a dirla tutta come è possibile che anche il sangue (cioè io) pensi, questo è impossibile, è un qualcosa che non ha senso.

Era indeciso se parlare, percepiva la solitudine, il freddo di quel luogo lo nauseava, voleva vomitare l'anima ma poi pensò che il sangue non ha anima, che il sangue non può vomitare e per non uscire pazzo parlò:

-Ciao, ma ti rendi conto delle cose che dici, come puoi desiderare la fine, come puoi non desiderare la libertà?-

Ma senza neanche sentirlo il cuore continuò

-Cosa è, chi è che parla?-

-Qualcosa che non sopporta sentire le tue assurdità-

-Strano le altre volte che mi hai dato la vita, non parlavi, non ragionavi con me, i cui pensieri vengono dall'anima che alberga in quest'involucro .Comunque se non vuoi sentirmi devi solo andare via-

-Infatti è questo che voglio, la libertà di andarmene ma non solo da te, da tutto questo involucro come lo chiami tu-

-Niente di più semplice- e rivolto all'infinito freddo che lo circondava dissecontro tutto stesso:-Voglio la realtà-e libertà fu.

Ma appena fu libero il sangue non ebbe neanche il tempo di pensare a quanto era stato facile ottenere la libertà, non parlò più in quanto lo spirito non albergava + in lui, ed invece vi fu qualcuno in cui lo spirito tornò ad albergare, qualcuno che si accorse di essere ferito e disse :

-Cazzo, la devo finire di bere, io odio il dolore-

E poi tornando a ragionare continuò

-Io odio il dolore ma lei è la mia unica casa, il mio unico rifugio, rifiutato dalla morte, osteggiato dalla vita vivo mentre il mio spirito vaga e tornò a far vagare il suo spirito dentro il suo freddo corpo.

Appena uscito lo spirito si ricordò di quanto amasse la velocità e di quanto amasse dare vita a un qualcosa che vita non aveva, e questo solo per separarsi da un corpo-prigione che non aveva il coraggio di distruggersi e che egli non riusciva a distruggere, di un corpo che neanche la morte osasse accogliere, allora lo spirito fuggì lungo i movimenti delle molecole, entro dentro i vari esseri che gli si presentavano davanti, creò storie e mondi che nulla avevano di reale, fraternizzò col suo alter-ego : il delirio, lacrimò lerciume dagli occhi di un gatto nero, si strappò le vene nel corpo di una bambina tormentata, si impiccò come uomo, da scarafaggio fu schiacciato(come sua scelta) dal piede di un contadino, si fece cancellare in quanto romanzo, stonare in quanto musica, avvelenare in quanto pensiero per poi diventare ciò che da sempre era: delirio, suo amico, suo fratello, suo alter-ego (l'unico che veramente potesse essergli amico).

Nel suo girovagare ad un certo punto percepì qualcosa, sentì un tepore rosa, "vide" se stesso, o meglio uno spirito che sembrava egli

stesso, ma aveva un qualcosa di diverso, questo spirito conosceva il suo grande nemico, colui che aveva ricercato perchè oggetto del suo amore e del suo odio, l'Amore era questo grumo informe di sensazioni, "colui" verso il quale egli provava sensazioni contraddittorie, era verso questo che egli provava amore, egli amava l'Amore, odiava l'amore e quello spirito che lo guardava come da uno specchio lo sapeva, lo sapeva perchè gli leggeva dentro.

Per la prima volta lo spirito, protagonista di questi momenti non desiderò la morte e la distruzione di ogni cosa, per la prima volta volle interagire, consapevole dell'energia positiva dell'altro spirito che egli tentò di raggiungere, lo rincorse grazie alla sua amica velocità, lo raggiunse colmo di dubbi, ma prima di poter entrare nel suo campo di percezione, lo vide fuggire in un corpo, un automa umano, egli non vedeva, non sentiva, percepiva solo l'essere che nella materia albergava, e sentendo quel particolare essere, vedendo che non lo poteva possedere decise di sparire, e ritornare nelle varie personalità del suo corpo umano cercando di scoprire il rifugio umano dell'unico altro "spirito" che avesse mai percepito.

 

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Questa è la prima storia originale che scrivo, quindi non so che dire, sicuramente è folle, e mi è venuta in mente leggendo altre fic folli, anche se non ha nulla in comune con queste.

Chiaramente tutta la storia non è altro che la rappresentazione metaforica di un qualcosa che succede solo su un livello spirituale, specialmente il “dialogo”.

Comunque, sempre se vi sono lettori, li ringrazio vivamente, sperando che lascino un commento, altrimenti grazie lo stesso per aver letto questo mio momento di follia ( nd. uno dei tanti)

e sperando che il mio racconto non decida di sparire, ciao a tutti.

  
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