Prologo

Mi svegliai per colpa di un raggio di sole.
Merda. Perché alle sei del mattino c’era un raggio di sole che mi colpiva in pieno volto?
Mi girai di scatto afferrando il telefono e guardando l’ora: 11 e 45.
Forse ero un attimo in ritardo a lavoro. Ah c’erano anche quindici chiamate perse e 16 messaggi.
Adele. Il mio capo. Merda.
La chiamai immediatamente e le spiegai che ero stata male tutta la notte e dato che era un pezzo che non arrivavo tardi al lavoro, si bevette la scusa.
Lentamente mi alzai dal letto, cercando di ricordare qualcosa della sera prima.
Mi avevano trascinata controvoglia ad un concerto di una band famosa, gli Avenged Sevenfold.
Non li conoscevo e non mi interessavano e soprattutto non avevo voglia di chiudermi in un locale di mercoledì sera. Dimostrazione di quanto me ne potesse fregare? Alle sette ero già ubriaca fradicia e da quel momento in poi non ricordavo nulla.
-Buongiorno splendore. –
Piantai un urlo. Afferrai l’Abatjour che c’era sul mio comodino nel caso dovessi usarla come oggetto contundente e mi voltai.
Bastò un secondo. Un istante, forse meno, per riconoscere quegli occhi color cioccolato. Quell’aria maledetta e strafottente che a distanza di anni mi faceva battere il cuore all’impazzata.
Crash. L’abatjour mi cadde di mano.
Brian Haner Junior era nel mio letto.
Il mio primo grande amore che non vedevo da 13 anni.
-Buongiorno a te, Brian. –

Pov GATES

Sentii del movimento accanto a me. L’unica cosa che ricordavo dopo al concerto era che mi ero portato a letto una ragazza dai capelli blu. Quindi evidentemente era ancora in stanza lì con me.
Provai ad aprire gli occhi, ma un raggio di sole mi acceccò e rinunciai all’impresa. Rimasi in ascolto e in silenzio.
Lei parlava al telefono, diceva di essere stata male e di sicuro stava piantando una giornata di lavoro.
Ma c’era qualcosa in quella voce..
- Buongiorno splendore. – dissi per attirare la sua attenzione e finalmente aprendo gli occhi.
Dalla sua bocca uscì un urlo e prendendo l’abatjour per difendersi (bello, non si era neanche accorta che ero nel letto con lei) si voltò.
Mi persi in due smeraldi verdi che conoscevo a memoria.
I capelli non erano più biondi, ma di un blu elettrico assurdo e dal suo sguardo capii che mi aveva riconosciuto.
Karen Williams. Huntington Beach. Tredici anni fa.
Pensavo di essermi dimenticato di lei e invece ci ero appena finito a letto insieme. Dalla contemplazione di quel volto, mi risvegliarono solo l’abatjour in frantumi e la sua voce.
-Buongiorno a te, Brian.-





Ciao a tutti :D Dopo un po' che avevo smesso di scrivere mi sono decisa a ricominciare.. e codesta cosa mi è venuta fuori a random e non ho ancora idea di come continuarla quindi vedremo cosa Miss Ispirazione avrà in serbo u.u
Detto questo, torno a studiare storia *va a suicidarsi*
Alla prossima <3