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Autore: Sarn    31/05/2007    4 recensioni
...sentire il vento tra le ali e poter andare dove voglio...sentirmi veramente libero...poter arrivare a sfiorare il sole...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce del pomeriggio era davvero troppo intensa per poter dormire.
La donna si mise a sedere sul letto, scostando dal viso i lunghi capelli castani.
La crisi sembrava passata, almeno per il momento.
Dalla finestra aperta entrava il tepore della calda giornata di Aprile.
Trisha scese dal letto. Ultimamente perfino reggersi in piedi le risultava faticoso.
Anche stavolta non ricordava come fosse successo. Probabilmente era svenuta come la volta precendente. Dui sicuro i bambini si erano spaventati.
Si guardò attorno nella stanza. Da lì poteva vedere la bellezza del cielo azzurro fuori dalla finestra. Era davvero una bella giornata.
Tutto era così silenzioso.
Insolito, senza dubbio.
Uscì dalla stanza e attraversò il lungo corridoio la separava da quella porta.
Era lì, come sempre, quella porta di legno massiccio.
Quello era lo studio.
Nemmeno ricordava quante volte aveva varcato quella soglia nel cuore della notte e aveva trovato lui, placidamente addormentato su un libro di alchimia, i biondi capelli sparsi sulla scrivania. Il solo ricordo la faceva sorridere dolcemente.
"Temo proprio che alla fine non potrò mantenere la promessa che ti ho fatto. Sarò io la prima a morire, amor mio."
Eppure appariva serena. Aveva due uniche preoccupazioni, che stranamente quel pomeriggio erano fin troppo silenziose.
Aprì la porta con decisione, preparata allo spettacolo che avrebbe trovato.
Infatti lo studio era decisamente un disastro e ai suoi occhi non apparve l'uomo imponente seduto alla scrivania nei suoi ricordi di poco prima, bensì un mare di fogli e libri sparpagliati pressochè ovunque e , proprio al centro di quella confusione, un bambino biondo che tracciava sul pavimento segni con un gesso.
"Alphonse, guarda come hai ridotto lo studio di tuo padre."
Il bambino guardò la madre che si sforzava di assumere un atteggiamento severo, tradita da un sorriso indulgente.
"Dov'è tuo fratello?" chiese, non vedendolo nei dintorni, altro fatto incredibilmente insolito. I due fratellini erano praticamente inseparabili.
"E' in giardino a fare una trasmutazione" rispose distrattamente Al.
"Avete litigato?"
"Sì" mormorò il bambino, con i grandi occhi pieni di lacrime.
La madre lo abbracciò con tenerezza.
"Ti va di raccomtarmi cos'è successo?"
Il babino annuì, stretto nell'abbraccio della madre.
"Vuole costruirsi delle ali con l'alchimia. Mamma, è assurdo! Crede di poter volare!
Se l'uomo fosse stato fatto per volare, Dio l'avrebeb creato con un paio d'ali...no?
Io gliel'ho detto e lui si è arrabbiato"
La madre si fece pensierosa.
"Va bene, non ti preoccupare. Vado io a parlargli."
Trisha uscì di casa e dopo aver girato un po' per il giardino riuscì a trovare il figlio sdraiato nell'erba all'ombra di un albero.
Si sedette accanto a lui.
"Edward, che stai facendo?"
"Guardo il cielo"
Anche lei sollevò lo sguardo.
Quell'azzurro infinito era così intenso da far male agli occhi e la brezza che spirava faceva venir voglia di spiccare il volo.
"Mamma, non ci riesco."
Trisha rimase in silenzio, aspettando che il bambino andasse avanti a parlare.
"...non riesco a volare" disse, indicando un cerchio alchemico tracciato poco lontano.
"Ed, perchè vorresti volare?"
Il volto di suo figlio si illuminò di un sorriso e i suoi occhi dorati brillarono mentre parlava.
"Per andare in alto, sopra tutte le cose stupide di questo mondo, vedere come gli ostacoli insormontabili diventano insignificanti, osservare l'umanità farsi minuscola...sentire il vento tra le ali e poter andare dove voglio...sentirmi veramente libero...poter arrivare a sfiorare il sole..."
Trisha guardò il bambino, piena di orgoglio ma avvertendo al tempo stesso un senso di gelo.
"Un mito greco"  disse a Ed  "racconta di un uomo chiamato Dedalo che, per far fuggire il figlio da un labirinto nel quale entrambi erano stati imprigionati, costruì per lui un paio d'ali.
Aveva avvisato più volte il figlio di non volare troppo in alto e lui l'aveva ascoltato attentamente e aveva promesso di fare ciò che il padre gli aveva detto.
Però, una volta spiccato il volo, la tentazione del cielo azzurro e del vento erano troppo forti e il desiderio di raggiungere il sole impossibile da contrastare...volò in alto, sempre di più...proprio quando stava per raggiungerlo, il calore del sole sciolse la cera che teneva insieme le sue ali e il ragazzo precipitò in mare."
Ed rimase in silenzio per qualche minuto, interrogandosi su ciò che aveva appena udito.
"Mamma, come si chiamava il ragazzo?"
"Icaro"
Ed si alzò in piedi, in faccia aveva stampato un sorrisetto di sfida.
Si voltò verso la madre.
"Vado a cercare Al." disse, e corse via, recuperato il buon umore.
Trisha rimase seduta a guardare il cerchio alchemico disegnato dal figlio e le due ali bianche create dal bambino.
"Hohenheim, tuo figlio assomiglia sempre di più a te..." mormorò, con gli occhi che brillavano per l'orgoglio.
  
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