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Autore: _ruth    13/11/2012    2 recensioni
[Secondo prompt dell Gwent Week, negozio di dischi]
-Ciao, come ti chiami, bella bambina?- disse tentando di sembrare più dolce possibile.
-Sono Elise, e credo di essere tua figlia
Rimase un secondo interdetto per la decisione e l'audacia con cui la piccola aveva formulato la frase,
ci mancava solo una bambina che pensasse di essere sua figlia per far salire questa giornata come la peggiore che Trent ricordasse.  
Genere: Malinconico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Trent | Coppie: Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
- Questa storia fa parte della serie 'Gwent Week'
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Carpe Diem

 

È come quando c'è chi crede di essere felice andando a vivere da qualche altra parte, ma poi impara che non è così che funziona. Ovunque tu vada porti te stesso con te.

N. Gaiman

 

 

“Il grande ritorno alle origini” così l'avevano definito i giornali, eppure non avvertiva tutta quella sensazione di familiarità, tutto quell'attaccamento verso quel luogo, in poche parole non si sentiva a casa.

L'idea di andare a presentare il suo nuovo disco proprio nel negozio della sua città nativa dove qualche anno prima lavorava come commesso non era stata infatti sua ma quella del suo agente che lo aveva convinto dicendogli che sarebbe stata una gran mossa per la sua carriera. Lui in realtà da quando se n'era andato qualche anno prima non ci aveva più fatto ritorno, forse perché non voleva più avere legami con il passato, quel passato che lo aveva fatto tanto soffrire, forse perché quella piccola città non gli apparteneva.

Quando la sera prima era montato sull'aereo non aveva smesso un attimo di pensare a come sarebbe stato riveder i luoghi dove era cresciuto, ma mentre autografava cd in un angolo del piccolo negozio nella periferia di Toronto non si sentiva per nulla diverso, non era smosso dalla nostalgia, non gli riaffioravano ricordi alla mente, niente.

Ripeteva quasi con fare meccanico quelle frasi fatte con lo stampino, facendo finta di sorridere per non offendere i suoi fan, non mostrando quella sensazione di noia e insofferenza che provava tutte le volte che faceva una presentazione.

Le ore passavano e la fila continuava ad aumentare, Trent si iniziava a chiedere se mai avesse avuto un momento per poter mangiare o anche solo andare in bagno, a un tratto davanti a lui si presentò una bambina all'incirca di dieci anni, che teneva nella sua esile manina una copia del suo nuovo cd pronta per essere autografata. Trent ebbe subito come l'impressione di averla già vista, ma pensò che con tutta probabilità potesse essere solo uno scherzo dovuto alla stanchezza..

-Ciao, come ti chiami, bella bambina?- disse tentando di sembrare più dolce possibile.

-Sono Elise, e credo di essere tua figlia.

Rimase un secondo interdetto per la decisione e l'audacia con cui la piccola aveva formulato la frase, ci mancava solo una bambina che pensasse di essere sua figlia per far salire questa giornata come la peggiore che Trent ricordasse.

-No, mi spiace piccola io non ho figli..

-Peccato, avrei tanto voluto che fossi tu, sei così bravo..- E così dicendo prese il cd appena autografato e si allontanò correndo.

Trent seguii l'esile figura di quella bambina fino a quando non la vide scomparire, e ancora una volta fu catturato dalla sensazione di averla già vista, rimase per qualche secondo come incantato nel pensare se mai l'avesse già incontrata, ma tutti gli indizi lo portarono alla conclusione che era davvero impossibile, eppure quei lineamenti del viso, il portamento e soprattutto quegli occhi che avrebbe riconosciuto perfino nel sonno, gli riportavano alla mente una sola persona, una persona che era stata davvero importante per lui, una persona che se pur fossero passati molti anni non aveva dimenticato, Gwen.

Le proteste della gente in fila lo riportarono bruscamente alla realtà e, se anche nel resto della giornata non fece altro o quasi di firmare autografi non riuscii a togliersi dalla testa questo pensiero.

 

Tornato nella stanza d'albergo al termine della faticosa giornata si lasciò cadere sfinito sul letto,

ma non poté togliersi dalla testa quella faccina angelica che lo aveva tormentato tutto il giorno. Molti pensieri iniziarono a affiorargli alla testa, era come se il suo cervello stesse in quel momento dando libertà a tutto quello che non aveva potuto pensare durante il giorno. Ripensò all'ultimo incontro con Gwen risalente a dieci anni prima, quando dopo una magnifica notte passata insieme, lei se n'era andata lasciandogli quel biglietto che gli aveva spezzato il cuore per la seconda volta, ripensò agli occhi di Elise così simili a quelli dell'unica persona che avesse mai amato davvero, cercò si trovare altre somiglianze tra le due, ma non ci riuscii, poi finalmente il sonno arrivò a porre fine al suo tormento interiore.

La mattina dopo dormì fino a tardi, niente lavoro, quel giorno lo avrebbe dedicato solo a chiarirsi le idee. Fece per alzarsi dal letto ma un forte senso di vertigine lo colpì e lo fece ricadere all'istante, appena toccò il materasso avvertì che un mal di testa acuto e lancinante piano piano stava arrivando.

I sintomi erano quelli che di solito si avverte dopo aver esagerato con l'alcol, ma la differenza stava nel fatto che Trent non aveva bevuto una sola goccia di quel liquido per quanto allettante fosse stato, l'unica cosa di cui era ubriaco era di pensieri.

Si vestì in fretta e uscii dalla camera d'albergo per incamminarsi lungo le strade affollate del suo vecchio quartiere senza una direzione ben precisa.

Tornò nei posti che aveva frequentato quando ancora viveva lì, e si soffermava a pensare ai momenti belli che vi aveva passato, gli ritornarono alla mente ricordi divertenti o colossali figure di merda che aveva fatto con i suoi amici, e in brave tempo il mal di testa lasciò il posto a quel senso di casa che gli era mancato per tutto il giorno precedente, finalmente si sentiva completo.

Dopo un po', stanco di camminare si fermò a un parco e accese il telefono che aveva tenuto spento per tutta la mattinata per non essere disturbato, subito sulla schermata apparvero tre messaggi della segreteria telefonica che lo avvertivano che il sua agente lo aveva cercato, ma non ci fece caso più di tanto, prima doveva affrontare quello che non aveva avuto ancora il coraggio di fare, doveva chiamare Gwen.

Compose velocemente il numero che nonostante tutto non aveva dimenticato e si sistemò il telefono all'orecchio inattesa di una risposta che non si fece attendere.

-Pronto?

-...

-Pronto?

-Ciao senti mi chiedevo se ti andasse di vederci uno di questi giorni non ti obbligo è solo che dovrei chiederti qualcosa di molto urgente e dato che in questi giorni sono a Toronto mi chiedevo se.. se ti andasse insomma.. Allora?- Recitò tutto senza mai prendere fiato e subito dopo divenne rosso in viso come un bambino che ancora inesperto nella materia dell'amore fa una proposta alla bambina che gli piace.

-Trent così mi spaventi, una cosa urgente hai detto? Okay senti io questo pomeriggio non posso perchè.. perchè devo lavorare, che ne dici di stasera?

-Passo a prenderti alle 8!- Dicendo ciò riattaccò il telefono come per evitare che Gwen cambiasse idea all'istante e trionfante si diresse in albergo.

 

Passò il pomeriggio a decidere a cosa di preciso le avrebbe detto, ma non riuscii a formulare un discorso che stesse in piedi o che non sembrasse troppo diretto e brutale, verso le sette non avendo ancora concluso nulla decise di iniziare a prepararsi con molta calma per non essere troppo in anticipo. Optò per una camicia bianca e dei pantaloni scuri, non voleva sembrare troppo elegante per non farla sentire a disagio, ma era pur sempre un appuntamento no? Una volta pronto constatò che mancava ben mezz'ora quindi decise di uscire e di dirigersi con molta calma da Gwen, non potendo più sopportare di stare chiuso in quella opprimente camera d'albergo ancora a lungo.

Durante il tragitto si fermò per comprare dei tulipani, il fiore preferito di Gwen, dove dovette sottostare all'interrogatorio di un fioraio impiccione che gli fece perdere un bel po' di tempo con le sue domande per poi fare il resto della strada a corsa per non arrivare tardi.

Raggiunta la meta trovò già Gwen pronta alla porta, appena la scorse ne rimase incantato, era notevolmente cambiata, la gotica ragazza che conosceva aveva lasciato il posto a una straordinaria donna che lo stava aspettando in tutto il suo splendore.

-Ciao..

-Ciao, questi sono per te, sei bellissima.- Non poté trattenersi dal dire e subito dopo divenne rosso come un pomodoro.

-Grazie, anche tu non sei niente male, ti trovo bene. Allora dove andiamo?

A quella domanda calò il silenzio, era stato troppo impegnato a pensare a cosa dire che non aveva prenotato il ristorante.

Si poteva essere così stupidi!

-Ehm.. io in realtà non ho prenotato in nessun posto..

-Non ti preoccupare, un mio amico ha un ristorante a pochi isolati da qui, andiamo?

Fece cenno di si con la testa e la seguii.

Subito cadde un silenzio imbarazzante, i due procedevano l'uno a fianco dell'altra in silenzio, troppo imbarazzati e presi dai propri pensieri per parlare.

Arrivati al ristorante chiesero un tavolo per due e si sedettero, per qualche secondo si fissarono indecisi sul da farsi poi entrambi contemporaneamente allungarono la mano per arrivare al menù.

-Oh, tieni, prima le signore- disse Trent porgendole l'unico foglio che era presente sul tavolo.

Mentre Gwen era intenta a scegliere le pietanze da ordinare Trent ebbe modo di osservarla meglio, era davvero perfetta, non aveva mai notato quanto fosse bella, forse perchè quando ancora stavano insieme era troppo occupata a nascondersi dietro vestiti da gotica ed anfibi. Rimase a contemplarla per un po' come estasiato, poi fu bruscamente riportato alla realtà dall'arrivo del cameriere.

 

La cena si svolse le più totale imbarazzo, chiacchierarono del più e del meno, solo alla fine della serata, quando uscirono dal ristorante Trent si decise che era arrivato il momento giusto per parlarle di quella questione che lo stava tormentato dal giorno precedente.

-Gwen, io ti devo parlare.. il motivo per cui ti ho chiesto di vederci è.. non so proprio da che parte cominciare, ho pensato tanto a come avrei dovuto fare, ma in realtà non penso che ci sia un modo giusto ed uno sbagliato, insomma quello che ti voglio chiedere è c'è per caso qualcosa che mi devi dire, qualcosa che magari avrei dovuto sapere molto tempo fa e che non hai mai avuto il coraggio di dirmi, qualcosa tipo che hai una figlia?

-Cosa? E tu come.. è stato Duncan vero? È lui che te ne ha parlato?

-Duncan non c'entra nulla ho scoperto tutto io, ma tu e lui.. quindi siete sposati?

-No, lui.. io sono rimasta incinta dieci anni fa e lui non.. se ne è andato sbattendo la porta.. io non l'ho mai detto a nessuno è solo che..- A queste parole scoppiò in lacrime, Trent per quanto sconvolto fosse la abbracciò le la strinse forte in modo meccanico, ma la sua mente stava ancora elaborando i dati appena ricevuti.

-Gwen, di chi è figlia Elise?- Quest'ultima frase gli uscì di bocca senza neanche pensarci.

-Io.. te lo avrei detto, ma ero sconvolta..io mi dispiace.

Trent rimase come pietrificato a quelle parole, allora tutti i suoi sospetti erano veri, poi trovò la forza di staccarsi da quell'abbraccio.

-Non sai quanto ho aspettato una tua telefonata in questi anni, non sai quanto sono stato male per te, e tu mi hai tenuto nascosta una cosa così importante?

-Avevo paura, non volevo che tu mi rifiutassi, non avevo la forza di sopportare un altro rifiuto.. dove stai andando? No aspetta io..

-Io avrei dato tutto l'oro del mondo pur di ricevere una notizia del genere dieci anni fa, ma tu hai reputato più giusto per te che io non ne sapessi niente! Mi dispiace ma adesso è tardi, per molto tempo ho cercato una ragione per dimenticarti, per non pensare più a te, ma non ci sono riuscito perchè non avevo motivi di odiare te più di quanti non ne avessi per odiare me stesso. Ti devo ringraziare perchè finalmente tu sei riuscita a trovarla per me!

A queste parole se ne andò, e questa volta per sempre.

 


Note dell'autrice:

Ed eccomi con il secondo prompt,
si lo so anche questo è piuttosto deprimente,
ma da domani giuro solennemente che saranno più allegri..
Okay detto questo.. Enjoy it

 

 

 

  
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