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Autore: _17M_    13/11/2012    4 recensioni
Compiègne, 09/07/2011
Gli applausi riempiono l'aria circostante. Mika sorride, fiero di sé.
“Grazie, grazie a tutti.”
Aspetta che cali il silenzio tra il pubblico per riprendere a parlare.
“Ora voglio cantare una canzone a cui tengo molto. È in francese. Si chiama Karen.”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Karen

82, Rue des Martires

 

Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.

 

Sono quasi le sei di sera, la strada è deserta. È luglio inoltrato, e in quella elegante via parigina tutti i ricchi abitanti sono partiti per le vacanze. Tutte le case sono chiuse e vuote, tranne una.

Una figura appare in fondo alla via. Il suono dei suoi passi risuona sull'asfalto bagnato dalla pioggia che fino a un'ora prima batteva sulla città. Cammina piano, finché non si ferma di fronte all'unica casa abitata.

Una finestra al primo piano è spalancata. Si sente il suono intermittente di un pianoforte.

Chi sta suonando sta cercando di comporre una canzone, ma non ci riesce, perché ogni volta dopo poche note si interrompe e per la rabbia sbatte le mani contro i tasti, provocando un suono fastidioso.

La figura si avvicina alla casa. Sale le scalette di fronte alla porta e suona il campanello.

Cala il silenzio all'interno. Un cane abbaia. Dopo qualche secondo la porta si apre.

Un ragazzo alto, moro, con i capelli spettinati e un principio di barba appare all'ingresso.

Ha i piedi scalzi e l'aria un po' trasandata. Tra le sue gambe spunta fuori un cane color crema.

Resta a bocca aperta alla vista della persona di fronte a lui.

La squadra dal basso verso l'alto, dalle ballerine azzurre fino ai capelli biondi raccolti in una coda.

Hanno tutti e due un'aria imbarazzata.

La ragazza prende la parola:

Ciao Michael, forse non ti ricordi di me, io sono...”

Karen?” la interrompe.

Sì.”

Si guardano per altri secondi, poi il ragazzo si ridesta:

Vuoi entrare?” chiede visibilmente a disagio.

Se non disturbo...”

N... no... solo, non scandalizzarti per il disordine, sono solo a casa.” dice spostandosi per permettere all'ospite inaspettata di entrare.

Siediti pure... vuoi... vuoi bere qualcosa? Dovrei avere qualcosa... del vino rosso va bene?”

No... non bevo più.” risponde arrossendo la ragazza.

Oh... aspetta guardo in frigorifero, qualcosa devo averla per forza” dice prima di sparire dietro ad una porta scorrevole.

Riappare un minuto dopo grattandosi la testa: “Okay, ho solo vino rosso, scusa.”

Fa niente, tranquillo.”

Il cane continua a girarle attorno.

Melachi, vai via un attimo. Karen... come mai da queste parti?”

Non è la prima volta che vengo qui, ma non ti trovo mai, sei sempre in giro per il mondo...”

È il mio lavoro...”

Lo so... ti ho disturbato per caso?”

No, no... stavo solo suonando...”

In quel momento si sente un telefono squillare.

Michael guarda lo schermo e fa una smorfia: “Scusa un attimo” e sparisce dietro ad una porta.

Karen si guarda attorno.

Una bella casa, davvero. Predomina il bianco, le pareti e molti mobili sono di quel colore, tranne qualche dettaglio nero.

Melachi le si avvicina e comincia e leccarle una mano.

Si lascia sbrodolare mentre osserva una teca di vetro piena di premi e targhette.

La ragazza prova in tutti i modi a non ascoltare la conversazione ma non ne può fare a meno:

No... sì, certo che ci sto provando... non ci riesco, non mi viene in mente nulla di originale... tutte melodie banali, e anche le parole... in che senso entro un mese? E se non ci riesco? No, in un mese non ce la farò mai! No mai! Va bene, sai che ti dico? Digli che non ho bisogno dei suoi soldi, se voglio fare un disco lo faccio a spese mie, può anche andare a farsi fottere!”

Due secondi dopo riappare, con un sorriso forzato sulle labbra.

Scusa, era mia mamma...”

Sta mentendo. Karen capisce che è meglio andare.

Senti, Michael, forse è meglio se torno un'altra volta, va bene?”

No, per favore, resta.” La guarda dritto negli occhi. Le fa tenerezza, diamine.

Va bene...”

Subito il viso del ragazzo si illumina: “Perfetto! Oh, è da tanto tempo che non ho ospiti a cena!”

Chi ha detto che resto a cena?”

Oh, dai, sono quasi le sette, mi sembra ovvio che resti a cena!”

D'accordo... vuoi una mano a cucinare?”

Lui non le risponde, perché ha già il telefono sull'orecchio.

Pronto? Jean, sono Michael! Cosa mi consigli oggi? Bouillabaisse? Va bene, due porzioni. No, non ho più fame del solito, ho un'ospite. Perché sei così sorpreso? Non è colpa mia se sono mesi che non ho più una vita sociale. Fai una cosa, torna a lavorare, e fai in fretta a mandarmi la cena.”

Karen lo guarda divertita. Se lo doveva aspettare, non è mai stato un bravo cuoco.

Dicevi?” le chiede con un sorrisetto sulla faccia.

Niente.”

Dimmi un po', Karen. Cosa hai fatto in questi anni?”
“Non immaginarti grandi cose, non sono arrivata al tuo livello...”

Dai racconta” - la incoraggia. Si siede sul tappeto con le gambe incrociate e le indica il divano di fronte a lui - “Non volevi fare la cantante, no?”

S... sì, è così.”

Michael si ricorda ancora tutto. Conosce Karen da quando era un ragazzino e abitava a Parigi.

Quando si è trasferito a Londra ha perso i contatti con lei, ma anni dopo, quando avevano entrambi ventidue anni, si sono rivisti e hanno avuto una storia di quasi un anno.

Non è stata una storia perfetta, l'ha lasciata lui, con una lettera, e un po' se ne vergogna, ma ispirandosi a quella lettera anni dopo ha scritto Rain.

Che cosa è successo, allora?”

Niente. È proprio questo il problema. O meglio, qualcosa è successo. Ti ricordi il bistrot di Rue des Martires?”

Sì, quello dove passavamo ore a parlare.”

Esatto. Ho cominciato ad esibirmi lì circa quattro anni fa.”

Wow ma è fantastico!” esulta il ragazzo.

Frena l'entusiasmo Michael. Mi piace cantare, ma non era lì che volevo essere.”

Certo, mi ricordo ancora quando mi ripetevi che volevi diventare una star...”

E tu mi dicevi di non volare troppo con la fantasia.”

Già.”

Alla fine sei tu quello che è diventato una star.”

Non sono una star.”

Karen alza un sopracciglio.

Per favore. Sei famoso ovunque, hai pubblicato due album di successo, sei una fabbrica creativa...”

Non è vero.” Michael ha lo sguardo basso, sembra arrabbiato.

Come no? Scrivi canzoni, su canzoni, su canzoni...”

Ti ho detto di no!” urla sbattendo un pugno contro il pavimento.

Karen sussulta. Non se lo aspettava.

Scusa, non volevo alzare la voce... è che... non è il periodo giusto.”

Michael cerca lo sguardo della ragazza, ma lei guarda da tutt'altra parte. Forse l'ha ferita.

Karen... senti... io ho un... un blocco creativo, ecco. Non riesco a scrivere più niente, va bene? Non ho nulla da raccontare. Sono un fallito. Non pubblicherò più nulla. Finirò nell'oblio.”

Che coglione che sei.”

Il ragazzo resta sbigottito.

In... in che senso scusa?”

Karen si alza e va verso la porta.

Come definiresti uno che se ne sta tutto il giorno chiuso in casa, non vede gente, e si lamenta anche di non avere storie da raccontare? Uno che beve solo vino rosso e va in giro a dire di essere bisessuale, perché non ha le palle di dire che è gay? Un coglione, ecco come le definirei io.” dice prima di sparire sbattendo la porta.

Michael resta a bocca aperta sul tappeto.

Lo ha davvero ferito. Come si permette?

Insomma. Lui pensava che fossero... amici, come minimo. E gli amici non si trattano in questo modo. Affatto.

Quindici minuti dopo si ritrova sul divano a guardare un quiz demenziale ingozzandosi con le due porzioni di bouillabaisse e una bottiglia di un vino rosso australiano che aveva in ballo in cucina da un po' di mesi.

Continuava a pensare a quanto fosse stata maleducata Karen. E anche volgare, tra l'altro. Eppure le cose che ha detto erano schifosamente vere.

La pubblicità parte a tutto volume.

Una bella signora elegante guida il nuovo modello di un'auto tedesca.

Un pianoforte l'accompagna di sottofondo.

Michael abbassa il volume al minimo.

Mentre guarda lo schermo in silenzio un'illuminazione lo colpisce all'improvviso.

Lasca cadere il cucchiaio e sale correndo le scale.

Si fionda sul pianoforte e comincia a suonare una melodia.

Intanto che suona pensa alle parole.

Dovrebbe raccontare una storia vera... come... sì, come quella di Karen.

 

Compiègne, 09/07/2011

 

Gli applausi riempiono l'aria circostante. Mika sorride, fiero di sé.

Grazie, grazie a tutti.”

Aspetta che cali il silenzio tra il pubblico per riprendere a parlare.

Ora voglio cantare una canzone a cui tengo molto. È in francese. Si chiama Karen.”

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE

 

Buon giorno/pomeriggio/sera/notte a tutti.

Ecco a voi la mia ultima creazione su Mikuzzo bello.

Non trovate che “The origin of love” sia un album WOOOOOOOOOOW?

Davvero, quel ragazzo ha fatto un salto di qualità eccezionale.

Insomma, non si nasconde più dietro ai personaggi che ha inventato con gli anni, le sue canzoni non sono più delle fiabe.

Non parla più di un “One foot boy”, un “Toy boy” o un “Billy Brown”.

Parla di sé senza paura, non si fa problemi a urlare al mondo che può vivere sott'acqua grazie al bacio della persona che ama, che tutto ciò che vuole è renderla felice, che vuole che tutto il mondo celebri il loro amore. E, soprattutto, che questa persona è l'origine dell'amore.

Ah, che romanticone che è diventato.

Niente a che vedere con il tipo che ballava in mutandoni gridando “We are golden”.

So che ci sono dei nostalgici del vecchio Mika.

Si dà il caso che sia stato il vecchio Mika a scrivere “Over my shoulder”.

Con questo ho detto tutto.

Non so voi, ma io sono contenta per lui come se fosse mio fratello o il mio migliore amico. O il mio fidanzato.

Comunque.

All'inizio avevo in mente di scrivere una vera e propria fanfiction, parlando capitolo dopo capitolo di tutte le tracce dell'album.

Ma poi ho cambiato idea. (hihihi che burlona).

Okay, ora vi dico perché ho scritto questa storia di 1437 parole (esatto, proprio 1437).

È per una persona a cui voglio un bene che neanche immagina (o forse lo immagina, non so, è molto intelligente).

Non voglio che creda che mi sia dimenticata del suo regalo di compleanno, stavo solo cercando qualcosa di fantapignoso.

Volevo fare qualcosa di unico, che nessuno le ha mai fatto, che avesse un valore non materiale.

Spero di esserci riuscita.

Già, Celeste, tutto questo è per te. (YO!)

 

Con tanto LOVE (detto anche AMMOOOORE):

 

-Manal.

 

(Ovviamente mi farebbe piacere se lasciaste una recensione, cari ragazzuoli. Volendo insultarmi anche su altri siti oltre a EFP io sono @mika_is_yeah su Twitter)

  
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