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Autore: NinaNeve    13/11/2012    1 recensioni
Ero li , distesa per terra e priva di sensi . Alla mia vista gli oggetti non avevano più forma. Percepivo solo la freddezza del pavimento mischiata al calore del mio sangue. I battiti del mio cuore ormai sempre più assenti. luci , ombre , grida e poi ... Buio.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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 Ore 4.00 am


Spengo le luci , la casa è deserta , buia , silenziosa , Vuota.  Dalla vetrata del salone filtra la luce fioca di un lampione e a malapena si intravedono gli alberi che danzano veloci a causa del vento che , sbattendo sui vetri , risuona dando voce a poiccoli cani randagi. 
Attraverso con passo svelto la camera da letto , provo a tranquillizzarmi. Mi infilo tra le coperte . E' Inverno. 
Appoggio la testa sul cuscino , socchiudo gli occhi.. UN RUMORE.
Resto in silenzio aggrappata alle lenzuola , occhi spalancati , fiato corto , cuore ormai impazzito.
Mancano poche ore alle luci del mattino , posso farcela.

Ore 6.00 am 

Sono passate ormai due ore.. E per tutto il tempo non ho fatto altro che guardare la lucetta dell'orologio elettronico . Sentivo il tempo passare , ne contavo i secondi , ne percepivo le tracce passare sul mio corpo ormai abbandonato a se stesso .
Un nodo in gola , gli occhi  rossi dalle troppe lacrime diventate ormai intrattenibili .
Un rumore dopo l'altro , un tonfo e poi . . . Silenzio.

 Ore 10.00 am 

 Solo adesso ho avuto la forza di alzarmi e lasciare quello che per una notte ho considerato un luogo sicuro , senza rendermi conto che non lo era affatto. 
Sono stremata , stanca , dimagrita .. 
In cucina la luce rossa del telefono lampeggia , so già chi è. 
31 messaggi tutti da parte dello stesso mittente << " GRIDO " >>.
Li cancello , << " devo restare calma " >>.
<< " Forse provando a parlargli con tono tranquillo , riesco a calmarlo , a spiegargli che è inutile comportarsi così " >> Dico a me stessa.

Ma passando davanti allo specchio , sul mio collo si intravedevano i segni di una persona a cui non si può chiedere di stare calmi.
Ormai va avanti da troppo tempo . Forse TROPPO...
 Sono in trappola , prigioniera in casa mia , luogo in cui non riesco ugualmente a sentirmi sicura .
<< " ha sempre detto di amarmi , volermi sposare , creare una famiglia . Forse era solo un momento di stress.. " >>. 
Eppure per quanto sperassi queste parole non mi tranquillizzavano . 
Tutto aveva avuto inizio un mese fa. 
Eravamo di ritorno da casa di vecchi amici ,cena buonissima  accompagnata ad una serata davvero piacevole , ma a causa del troppo vino dovetti guidare io fino a casa mentre lui dormiva al mio fianco.
Arrivati all'appartamento con un po di fatica lo aiutai a raggiungere il letto . Spensi le luci e andai in cucina a preparare tutto ciò che sarebbe servito l'indomani per andare a lavoro. 
Ma passando davanti alla camera da letto , mi accorsi che era vuota e in un attimo lo trovai in piedi nella penombra davanti a me . Mi fissava senza dire una parola .  Mi ascoltava ridere per lo spavento  in silenzio e dopo un attimo mi diede uno schiaffo tanto forte da farmi cadere per terra.
Ero sconvolta .
 Mi lasciò li e tornò a dormire. Quella notte non chiusi occhio , restai rannicchiata in un angolo del letto con la paura di toccarlo .
La Mattina seguente fu come se non fosse successo nulla . Mi augurò il buongiorno , mi preparò la colazione . Ed in cuor mio decisi di non considerare quell'episodio.
Dopo una settimana ricapitò , stavolta non era ubriaco . Provai ad associare quel comportamento ad uno stato di stress ma ricapitò ancora... E poi ancora, fino a ritrovarmi distesa per terra in una pozza di sangue . 
Nessuno sapeva ciò che accadeva  in quella casa. Giustificavo i miei lividi con incidenti domestici tanto da esserne convinta.
Ma quella mattina in cui pensavo fosse davvero l'ultima della mia vita , lasciò l'opera incompleta per poi finirla chissà quando. Ero li , per terra  senza forze e  forse con qualche costola fratturata , per quanto mi sforzassi , non riuscivo a dare un senso a tutto ciò.
Bussò il campanello , non avevo  nemmeno la forza di parlare ma sapevo di aver bisogno di aiuto. Ci provai , ma dalla mia bocca non uscì suono . Afferrai lo sgabello che era accanto a me e lo strattonai tanto al punto da farlo precipitare. Era la mia vicina di casa , nonchè migliore amica. Ringrazio il giorno in cui mi venne l'idea di affidarle una copia della chiave per curare delle piccole piantine nel periodo estivo. Grazie a lei fui salva. 

Dolori lancinanti all'addome, non riuscivo a respirare.
La vista era offuscata , solo accenni di colori , luci e ombre... La sentì entrare e gridare il mio nome ripetutamente ma non ero quasi più cosciente . Distrutta , mi lasciai andare e poi ... Buio.
Viaggiavo in un lungo tunnel buio come la notte . Pensandoci assomigliava ad una vecchia galleria ferroviaria e dall'altro lato c'era una strana e meravigliosa luce bianca. Camminavo nella sua direzione ma inspiegabilmente , non riuscivo a raggiungerla .
La mia attenzione fu catturata da strani suoni , ritmici . Riecheggiavano nell'aria ma non capivo da dove venissero . Uno in particolare risuonava quasi ad intervalli regolari ...
Beep... Beep... Beep...
Dopo poco mi svegliai in una camera bianca.
La luce che penetrava dalla finestra , non mi permetteva di tenere gli occhi aperti . Provai a muovere un dito ma una fitta di dolore percorse l'intero braccio fino ad arrivare alla spalla. Pian piano gli occhi si abituarono a quel bagliore e in un attimo mi venne in mente quella luce bianca in quel gran tunnel. Sospirando ringraziai di non averla raggiunta, almeno non ero morta.  Mi voltai e sulla mia destra c'era lei , Federica . Era appoggiata con la testa sulla sponda del letto e mi stringeva la mano. Preferì non svegliarla , dall'aspetto sembrava stremata. La Camera era ricoperta di palloncini colorati e fiori, Ne riuscivo quasi a percepire l'odore. Persa nei miei pensieri , fui interrotta dal cigolio della porta. Nonostante lo stordimento non ci impiegai poi tanto ad intuire che era un dottore, ma non riuscì a distinguerne i tratti. Ero In Ospedale.
Lo sentì augurarmi il buongiorno e qualche altra cosa . Ma ero stordita al punto da non riuscire ad afferrarne il senso e poi ...
Al mio risveglio fuori era buio , la stanza era illuminata solo da una piccola luce in cima alla porta. L'orologio segnava le 10.00 pm.
Poco dopo  Federica entrò in camera dispersa in un mazzo di palloncini colorati , solo adesso riuscivo  a distinguerne  la bellezza . Sorrisi emettendo un gemito di dolore . Lei intanto  riuscì a liberarsi e mi guardò con aria preoccupata e felice al tempo stesso.  
Restai in silenzio .
Improvvisamente i suoi occhi divennero lucidi fino a piangere e correndo verso di me mi disse << " Ciao " >> per poi cominciare a stritolarmi con  le sue piccole braccia. 
Mi riempì di lacrime e solo in quel momento mi resi conto di non avere gli stessi indumenti addosso. 
Quanto tempo era passato ?! 



  
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