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Autore: The_mad_poet    13/11/2012    1 recensioni
Questa poesia tratta un tema abbastanza famoso e topico anche di altre poesie e trattati. Cerca di sviscerare, in modo ironico e divertente, l'effetto unificatore della morte. Si tenga in conto il fatto che questa poesia è stata scritta all'età di 14 anni.
Genere: Comico, Poesia, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco un’analisi non troppo amena
fatta dal macabro dottor Ajena:
 
preso un cadavere, l'ha decomposto
con molto scrupolo, stimandone il costo.
 
L’ossa forniscono tanta calcina
da far l’intonaco d'una cucina,
 
E si recupera alquanta graffite
da fare al massimo cento matite.
 
 
I grassi abbondano, strano contrasto,
pure in chi è solito saltare il pasto.
 
In oltre distillasi dal corpo vile
d’acqua potabile pieno un barile.
 
 
Nel corpo di ferro non ve n’è poco
anche in quel fisico un poco fioco
 
fatto stranissimo perché da vivi
di ferro, in genere, non ne siam privi.
 
 
Di quanto si immagini più sorprendente
è che non abbiamo un solo dente,
 
ne ottieni un numero fenomenale
sicchè un legittimo dubbio t’assale:
 
fece l’analisi quell’alchimista
sopra lo scheletro d’un giornalista?
 
 
Volendo vendere questi elementi
ai pochi modici prezzi correnti,
 
ci si ricavan venti lirette:
alcune scatole di sigarette.
 
Che cifra misera! Solo conforto,
se si considera che l'uomo morto
 
oscuro o celebre, ricco o pezzente,
stolto o filosofo vale ugualmente!
 
Ed è ridicolo, in fondo in fondo,
che, mentre vivono su questo mondo,
 
si dian cert’arie tanti mortali,
se poi gli scheletri son tutti uguali.
   
 
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