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Autore: My Vanya    13/11/2012    6 recensioni
[Ragazzo da Parete ]
Patrick è a casa dopo le vacanze di Natale, e non è felice.
Tutti sono innamorati.
Sam e Charie per esempio.
Lui è solo, e forse non ha nemmeno più voglia di provare ad essere salvato.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Frocio, Frocio, Frocio.
 
Stanotte sono tornato al parco dove mi incontravo con Brad, quando ancora stavamo insieme. C'era la neve e la luce della luna sembrava un faretto che illuminava uno sfondo bianco, come in un teatro, le facce di uomini e ragazzi che non avevo mai visto, o che conoscevo, si susseguivano senza ordine logico.
Prima di partire ho salutato Charlie e Sam, stanno ancora insieme nonostante lei, come me, sia andata al college e torni solo per le vacanze. Stanotte, mi ha detto Charlie, stanotte avrebbero fatto l'amore. Lo volevano tanto e sapevo che Sam l'avrebbe guidato a scoprirla e a scoprirsi, perché la prima volta non è mai facile, soprattutto se sei uno come Charlie ed hai bisogno di riflettere anche su come si muove la tua stessa ombra.
 
Mi sono guardato intorno ed ho avuto voglia di stendermi sulla neve, lasciando che qualcuno mi trovasse lì, e forse procurarmi un principio di ipotermia. Non sarebbe stato male, sarebbe stato un modo nuovo per sentirsi intontiti e non presenti.
 
Al college le cose non vanno per niente meglio in realtà, passo il tempo a bere, o suonare strumenti a caso quando sono troppo ubriaco per capirci qualcosa. Ovviamente, senza Sam, senza Charlie, o Bob o Alice o Mary Jane non ho amici. Anzi, è raro che qualcuno mi rivolga la parola.
Mentre camminavo senza una meta reale ho visto il quaterbak appoggiato ad un albero mentre teneva tra le braccia un ragazzino che avrà avuto appena un anno più di Charlie. Si stavano baciando, ma non mi importava, perché lui era lì, ed era anche più bello di come me lo ricordavo. Si è fatto crescere i capelli fino alle spalle, ed ha ancora lo stesso fisico forte, gli stessi occhi blu ghiaccio. Mi è mancato il fiato quando ha alzato proprio quegli occhi e mi ha guardato.
Mi ha riconosciuto, lo so. Perché quello sguardo ha brillato per un istante ed io mi sono sentito vuoto, ed ho invidiato un cazzo di ragazzino poco più grande di Charlie. E, onestamente invidio anche Charlie, e Sam, perché sono tanto felici insieme, e dovrei sorridere per loro ma tutto quello che riesco a fare è affogare nella mancanza che quel ragazzo mi ha lasciato.

Lo amavo davvero e me ne rendo conto solo ora.

 
Ho trovato un ragazzo più grande di me, stanotte. Mi sono lasciato scopare come una bambola, senza amore. Ha fatto male, ma ho lasciato che il dolore fisico scivolasse a sommarsi a tutto il resto. Effettivamente mi ha aiutato. Veramente no. 
Lui aveva i capelli rossi e molta più esperienza di me, si vedeva lontano un miglio. Mi ha preso per puro desiderio ed io mi sono limitato a gridare al momento giusto. Ero un corpo senz'anima, ed avevo solo bisogno di sentirmi tale. Stavo affogando in quel rapporto fatto di frizioni e scontri ed incontri. Ed ero ancora più distrutto mentre mi rivestivo, che ancora non sapevo il nome di quel ragazzo.
Avrei voluto che fosse Brad. Lo volevo di più ad ogni passo dolorante che muovevo verso il fottuto pickup di Sam.
Ma il passato non torna indietro. E allora ho pianto un po', mi sono comprato una bottiglia di vino ed ho bevuto. Non ero ubriaco, non abbastanza da non sentire niente. Ho guardato il sole che sale nel cielo dalla macchina. Ho pensato a quando l'ho guardato qui, insieme a quel ragazzo che adesso non riesco a cancellare, o a mandare via dalla mia testa e da tutti questi riccioli che ho.
 
Sono tornato a casa e mi sono messo su un sorriso, tenendo gli zigomi con le puntine che si attaccano al muro. Sam e Charlie stavano facendo colazione e ridevano tra loro, erano bellissimi, e volevo davvero essere felice per loro. Charlie mi ha abbracciato ed io l'ho stretto, sentendomi in colpa per ogni bacio che gli ho strappato dalle labbra solo per sentirmi meno solo. Sam lo vede e mi posa una mano sulla spalla. Scuoto appena la testa, va tutto bene, o almeno voglio che lei lo creda.
Ogni volta che li vedo mi torna in mente tutto quello che ho perso, perché anche io avevo un amore così. L'ho perso quando mi ha chiamato Frocio, e avrei voluto picchiarlo più forte di come ho fatto. Avrei voluto sbatterlo a terra e dirgli che lo era anche lui, e che non era giusto. Niente era giusto. Da allora non ho più smesso di pensarmi così. Frocio. Non sono altro.
 
Frocio.
 
Frocio.
 
Frocio.
 
Oggi Sam e Charlie andranno al big boy. Mi hanno chiesto di andare con loro ma so che vogliono stare da soli, per questo me ne resterò qui. Magari mi prenderò una birra e metterò su un disco e lo ascolterò un miliardo di volte.
Lascerò che mi salvi, o almeno che ci provi. 
Tutti a volte sentiamo il bisogno di essere salvati, e né i tuoi amici, né tua sorella sono in grado di farlo. Allora metti su un disco e prendi proprio uno birra, come ho fatto io, e ti lasci salvare dall'autodistruzione fino a che un ragazzo, che è l'unico che può salvarti davvero, non arriva e ti lancia i sassi contro la finestra per chiamarti. 
Brad i sassi deve averli finiti da un po'. 
Come io ho finito i dischi da ascoltare, e le birre da bere, e le lacrime da piangere. Ed ho finito anche i sorrisi di plastica. E non ho più voglia di essere salvato.
 
Allora esco di nuovo. Vestito come ieri notte, con le lacrime ancora appiccicate al viso stanco, mi tengo sveglio con il caffè. Torno alla mia vecchia scuola. Scappo dall'amore di Charlie e Sam che non riescono a smettere di guardarsi, scappo dall'amore degli altri uomini che non conosco e torno sugli spalti di pietra dello stadio. Ripenso a quando io e mia sorella prendevamo in giro le cheerleader perché erano le troiette del quaterback, anche se poi sono diventato io la troietta del quaterback. 
Mi rivedo più giovane di un anno solare ma di cento psicologici gridare il motto della scuola sbracciandomi, ed esultare mentre il ragazzo in campo mi rivolgeva appena lo sguardo, e quasi mi sorrideva dopo aver segnato un punto. Ed io sapevo che l'aveva fatto per me. Perché noi eravamo proprio come Charlie e Sam.
Mi scivola qualche lacrima che non ho la forza di portar via, e fanculo la mia dignità. Me lo posso permettere.
 
-Dov'è finito il passivo aggressivo, Patrick?-
 
La sua voce. Devo averla immaginata, sì, deve essere solo nella mia testa. Poi lo sento sedersi accanto a me, passarmi un braccio attorno alle spalle e stringermi piano a se. Non reagisco. Sono qui, statico, spaventato quasi. Non me l'aspettavo.
Vi prego, se è un sogno cestinate la sveglia.
Se non lo è, devo ricominciare ad andare in chiesa e a credere in Dio.
 
-Mi sei mancato. E mi dispiace, di tutto, Patrick, di tutto. - sussurra prima di posare le sue labbra calde sulle mie, alla luce del sole per la prima volta.
Vorrei tirargli un altro pugno in faccia, spingerlo via da me e mandarlo a 'fanculo. Vorrei andarmene.
Vorrei stenderlo su queste gradinate e fare l'amore con lui, vorrei dirgli che anche lui mi è mancato e che l'ho pensato, sempre.
 
Vorrei riuscire a dirgli che lo amo.
 
Invece ricambio il bacio e mi lascio baciare sfiorandogli il viso con la punta delle dita, quasi avessi paura ad averlo accanto. È qui, e mi ha salvato come nessun'altro sarebbe mai riuscito a fare..
 
Evidentemente la vita ha voluto regalargli qualche 
sasso in più.





     
N.D.A.
Prima di tutto vorrei ringraziare Stephen Chbowsky, Charlie, Sam e Patrick per avermi salvato un po' anche me.
E vorrei chiedervi di conoscerli leggendo il libro, che si trova davvero a poco Online.
Mi sono sempre sentita vicina a Patrick, intendo anche psicologicamente.
Ed anche se non credo molto nella storia tra Charlie e Sam, vorrei davvero che Charlie fosse felice.
La scrivo per la mia rossina, che mi ha dimostrato che la vita ti lascia sempre una doppia scorta di sassi.
E la scrivo per me, per ricordarmelo.
Un bacio a tutti voi e a presto,
Maylene     
  
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