SOLO UNA PAROLA…


La mia lettera ha dieci righe.

La mia lettera ha dieci parole.

Una parola per riga…

Una lacrima per parola…

Un pensiero per lacrima…

E poi, come in un sogno, tutto svanisce. Basta…

Strappo la lettera e ricomincio a scrivere.

Butto i pezzetti di carta nel cestino accanto a me e ricomincio a scrivere.

Ma le parole non mi escono.

Rido della mia stupidità…e mi maledico per la mia scempiaggine.

-Riderai di me…ma non m’importa più ormai…-

Gli occhi vacui…gli occhi rossi…

Lacrime spente…che rigano le guance lente come parole di una canzone.

Una canzone nostalgica, che ha perso le parole e non ritorneranno mai più.

Ma io non riesco a dimenticare quelle parole mute, che graffiano il mio cuore e lo feriscono.

Feriscono il mio animo ormai troppo spaccato per riuscire a vivere ancora…

La mia anima è morta…spaccata in mille pezzi.

Pezzi di uno specchio che non riflette…che brilla di una luce spenta…

Come quella che non riesce a risplendere nei miei occhi.

Una luce spenta.

E navigo, con la testa fra le braccia conserte, in un paradiso senza fine in cui tutto ritorna alla memoria.

Il mio passato, il mio presente ed il mio futuro mi paiono scomposti…

Lasciatemi dire e scrivere cose sensate…fate in modo che il mio dolore sparisca.

Ancora una lacrima ed un singhiozzo…ed io la smetterò.

Lasciatemi scrivere la mia ultima lettera…la mia ultima canzone.

Non ha suono, questa canzone…non ha musica.

Non sono capace di lasciar volare le note. E come potrei…?

Non sono musicista, dopotutto…

E neanche scrittrice.

E allora, mi viene da pensare…per cosa scrivere questa lettera…?

E a chi?

A te che mi fai piangere…? O che mi fai ridere…?

A te che mi fai soffrire…? O che mi rendi felice…?

A te che mi proteggi o…

Non posso scriverti questa lettera. Non posso proprio.

E allora questo foglio bianco lascio che rimanga tale.

Mi accorgo di non avere tante parole in mente, mi accorgo di non riuscire a scrivere una lettera.

Mi accorgo che la mia testa scoppia…e che non ho la forza di prendere in mano la penna.

Però questo foglio bianco mi ferisce…e voglio scrivere almeno una frase, una soltanto.

Prendo in mano la mia penna…e lascio che sia il mio braccio stanco a scrivere.

Un tratto deciso, ma sbiadito, poi sempre più scuro. Un punto.

Ho scritto solo una parola…ma quella parola vale come mille e mille frasi.

Vale come una lettera lunga un’eternità.

Sorrido…faccio di quel foglio un aeroplanino.

Apro la finestra…mi accorgo che è notte. Una notte senza luna.

Guardo quel foglio che ormai non è più nulla.

Non è una lettera…ma nemmeno un foglio bianco.

È il mio cuore, che adesso ha forma.

Un cuore che ha le ali per volare, per vivere e sognare.

L’aeroplanino inizia il suo volo, non appena le mie dita lo lasciano fare.

Una linea dritta, poi il vento lo smuove…

Cade, verso terra…però il vento lo sospinge di nuovo verso l’alto.

Chiudo la finestra…chissà quanto lungo sarà il volo di quella parola…

Quella parola importante…

Volete sapere cosa ho scritto su quel foglio di carta, che ormai ha imparato a volare?

Inuyasha.