13/11/2012
5 recensioniSometimes we just want to be saved
Le labbra di Patrick sapevano di lacrime. Lacrime salate e anche un po’ amare.
Chiusi gli occhi, aggrottando le sopracciglia, e lo lasciai fare, come facevo sempre da qualche giorno a quella parte.
Eravamo stati di nuovo nel parco dove lui e Brad si erano incontrati per la prima volta e lui si era appartato con un ragazzo che doveva essere poco più grande di me. Era anche piuttosto carino, in realtà. Non che io m’intenda di certe cose. Ma secondo me, dal punto di vista di Patrick, era un ragazzo carino. Come l’altra volta, io me ne sono rimasto seduto su una delle panchine, fermo sotto alla chiazza di luce prodotta da un lampione, con lo sguardo basso.
La prima volta che eravamo stati al parco, Patrick mi aveva detto che, se non volevo essere avvicinato da nessuno, dovevo evitare di guardare le persone negli occhi, perché il contatto visivo era come una specie di accordo. “Io ci sto,” dicevi. Quindi, ho passato la serata a fissarmi la punta delle scarpe, e ho pure scoperto che si stavano consumando.
Quando Patrick è tornato aveva una strana espressione sul viso. Non credo che possa essere definita come espressione da sesso, perché il sesso è una bella cosa, mentre Patrick sembrava essere appena stato investito da un camion. Anche se aveva un mezzo sorriso sulle labbra e l’aria spensierata. Forse era un'espressione da ‘ho fatto sesso con un ragazzo mentre pensavo ad un altro’.
Io, però, non ho detto niente. E neanche lui ha detto niente, perciò ce ne siamo tornati a casa con il pick-up di Sam.
Siamo arrivati a casa mia dopo essere passati dal Big Boy, per vedere se Mary Elizabeth o Bob o Alice stavano passando la serata lì, e quando lui ha fermato l’auto davanti al vialetto mi ha guardato negli occhi e mi ha ringraziato. Poi ha iniziato a baciarmi, come ogni sera. E io gliel’ho lasciato fare, come ogni sera.
Sono rientrato in casa con un grandissimo peso sullo stomaco. Vedere quell’enorme buco vuoto negli occhi del mio amico mi faceva stare male, di un male che non credo di avere mai provato. E so che sbagliavo a permettergli di baciarmi, perché non era la cosa giusta da fare. Però Patrick è il mio migliore amico, è il ragazzo buffo del laboratorio che mi ha accolto, dandomi uno scopo.
Io sono innamorato di Sam, dico davvero, e penso che lei sia la persona più importante della mia vita. Ma Patrick… Patrick mi ha fatto capire che sono vivo anch’io.
È per questo che gli permettevo di baciarmi. Anche se forse non era del tutto giusto, Patrick aveva bisogno di me, in quel momento. E se quello era il modo in cui io potevo aiutarlo, non m’importava di ciò che volevo io, l’avrei aiutato come potevo. L’avrei salvato, come lui aveva fatto con me.
Perché ci sono dei momenti in cui tutto ciò di cui abbiamo bisogno è solo qualcuno che riesca a salvarci.
-
Ormai ho preso la decisione solenne di far avere un fandom tutto suo a Ragazzo da Parete, perciò non darò pace a nesusno :) E, sì, è una minaccia.
Quindi, se c'è qualcuno che ha letto il libro e l'ha amato almeno la metà di quanto l'ho amato io, aiutatemi! Diffondiamo questa storia, perché se lo merita e come ha salvato noi può salvare tanti altri. Perché non so voi, ma io mi sono sentita salvata da Ragazzo da Parete, come Charlie è stato salvato da Sam e Patrick.
Questa fic è dedicata alla profonda amicizia che lega Charlie e Patrick, che secondo me è molto più forte di quanto sembri. Ed è anche una mia personale interpretazione del perché Charlie abbia lasciato che Patrick lo baciasse dopo la rottura con Brad.
A chi non conosce il libro consiglio veramente di leggerlo, perché vi sorprenderà e vi lascerà senza fiato, facendovi chiedere come avete fatto a vivere senza leggerlo. Garantito!
Grazie a tutti,
Emily.