Note
dell’autrice di inizio lettura:
Dopo
la fine di FMA il cuoricino dell’autrice ne ha risentito in maniera
preoccupante, coinvolgendo nel suo dolore anche la mente, che ha reagito
creando questa stramba storia (si vergogna..).
Enjoy!
AVVERTENZA:
leggete fino alla fine-fine.
Disclaimers:
i personaggi non sono miei, ma appartengono di diritto alla Arakawa e alla
Sunrise (Nobumoto).
La storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Per
cortesia chiedere il permesso in caso di citazione.
I
fatti di questa storia non sono reali ed i personaggi non sono esistiti o
esistenti.
LE ELRIC INVARIANZE
di Lisa
Prologo
Qualcosa
di notoriamente risaputo in Amestris era l’indissolubile legame che univa i due
fratelli Elric. Così differenti l’uno dall’altro nei caratteri e nei modi,
eppure indivisibili.
Se
fra loro avveniva un litigio, dopo qualche ora i loro sguardi incrociati
risolvevano spontanei la situazione.
“In
sintonia”. Così si dice di esseri che si comprendono a tal punto da non
necessitare parole, per leggersi dentro. Siano pur’essi dei ragazzini.
Nessuno
riusciva a frapporsi a loro. Si narra che persino il colonnello Roy Mustang,
fidanzato dell’Elric maggiore, non fosse mai riuscito a spendere una vacanza da
solo con l’innamorato, nonostante fosse ben noto quanto lo stesso Elric ne
subisse il fascino.
E
quando a dividere i fratelli ci provò crudelmente la sorte beffarda, il
maggiore, all’epoca un bambino, ma per niente sporco di latte, seppe
-incredibilmente- riparare l’irrimediabile,
e trasformarlo in qualcosa che l’amore fraterno rendeva sopportabile, e
via via più accettabile col passare del tempo.
A
distanza di anni la sorte venne per prendersi la sua vendetta, si ritrovò
innanzi a due ragazzi fortificati nello spirito: in quell’occasione addirittura
il minore si adoperò per la salvezza del maggiore. E daccapo il maggiore ancora
una volta recuperò il minore. E lo salvò.
Questa
è la storia di amore e di coraggio dei fratelli Elric, che ad ogni decennio che
trascorre assume inevitabilmente i toni enfatizzati del mito.
Queste
sono le gesta dei fratelli Elric, che gli amici conservano con malinconico
amore nei loro cuori, e i quali la notte ancora ricordano, mentre le stelle
luminose di quel mondo dai troppo vividi colori scintillano insistenti nel
cielo.
Le Elric Invarianze
-Al.
Ti ..voglio.. bene..-
Ogni
forza del suo vigoroso corpo era infine esaurita nel tentativo che l’aveva
visto a petto nudo, dapprima in piedi, poi in ginocchio, ed infine crollato a
terra, all’interno di un gigantesco cerchio alchemico, la sua dolce pelle
stranamente dipinta. Ed ora, mentre gli occhi si chiudevano lenti, affioravano
le ultime considerazioni consce del Fullmetal.
“Bene.
Sono sicuro, sono certo di aver recuperato e legato l’anima di Al. Non
riesco a rammentare -oh, è tutto così buio, qui- a quale corpo, ma..” la
coscienza di un Ed stordito e confuso si immaginò nell’atto di sorridere
lievemente “..niente più armatura, Al. Bene. E stavolta non mi separerò
da te.”
Mentre
precipitava in un vortice nero riuscì a sussurrare alle ombre:
-
Al.. Ti .. Aspetto..-
*
-
Spike! Vieni a vedere! Ho trovato qualcosa tra i cespugli! -
L’uomo
dalle larghe spalle sembra insolitamente emozionato.
Il
moro alza appena un sopracciglio.
-
..fa..troppo..caldo..- la sua flemmatica osservazione.
-
Però..mi pare che abbia perso i sensi –
Prosegue
l’uomo ignorandolo, mentre si inginocchia, un automail sostituisce il suo
braccio sinistro.
-
Che abbia semplicemente fame? -
Il
moro sopraggiunge svogliato.
-
IO ho fame, Jet-
Sbadiglia,
mani dietro alla testa tenuta alta. Dopo aver dato non più di una sfuggevole
occhiata al ritrovamento , ritorna ciondolando alla nave. E aggiunge:
-
E poi Faye è fuggita di nuovo con i soldi della taglia. E noi non abbiamo più
di che mangiare.-
Ma a questo pensiero si illumina.
-
Jet! Dici che sia commestibile?-
-
Ma smettila di dire sciocchezze , Spike. –
Deluso, il ragazzo dall’aspetto poco curato riprende l’andatura dinoccolata che lo porterà probabilmente sul divano.
Ma non si arrende. Si ferma di nuovo, la testa inclinata di lato, i capelli testardamente scompigliati, le mani ora in tasca. Con aria riflessiva mormora:
- “Lascia ciò che trovi dove lo trovi”. Dov’è che l’ho sentita questa? -
Rivolto più a se stesso che all’amico. Infine alza menefreghisticamente le spalle.
- Bah. Comunque mi sembra un motto ben applicabile a questa situazione. Jet. -
Quasi a sottolineare il suggerimento che il proverbio cela.
- A me sembra che respiri regolarmente-
Jet non presta alcuna considerazione alle perle di saggezza di Spike.
A causa del parlottio fra i due, l’essere ritrovato riemerge dallo stato di svenimento e piano apre gli occhi, sforzandoli per mettere a fuoco.
Ma lo stomaco si risveglia più velocemente rispetto alla vista, e reagisce prontamente, presentandosi in tutta la sua prepotenza (grooann..).
-
Lo dicevo io! Si tratta di semplice fame! -
Così
dicendo il gigante soddisfatto annuisce col capo, prende in braccio il
corpicino con la ferma intenzione di
portarlo a bordo, e si solleva. Il corpicino si rilassa inconsciamente
per le familiari sensazioni evocate a contatto dell’acciaio dell’ automail
dell’uomo.
Nella
cucina, illuminata da fredde luci al neon, i due sono seduti innanzi al tavolo.
Una zuppa calda e dei legumi riscaldati per l’ occasione (era l’ultimo
barattolo, Jet!), possono donare sorrisi agli affamati.
-
Non è un granchè, ma qualcosa sono riuscito a trovarlo. Ti va di mangiare? –
L’uomo è gentile.
“Cibo?”
un urlo nel cervello. ”CI – BO !!”. Si getta sulla zuppa fumante.
Appena
allora le connessioni neuronali riprendono le loro trasmissioni e può infine
cominciare a guardarsi attorno, osservando la stanza ferrosa in cui siede.
L’uomo
ha posato un mano sulla sua testa, facendolo lievemente sobbalzare. Ma è
l’automail, e quindi tutto va bene.
-
Adesso me lo riveli il tuo nome? –
Jet sorride un po’ impacciato.
Con
fare diffidente gli risponde:
-Ed. - La bocca piena.
-Ed?
Un nome da.. maschio? - Jet appare ingenuamente sorpreso.
“Ma
è scemo sto tizio??!!” il commento poco rispettoso di Ed.
-..mentre
tu sembri proprio ..Kawai. Già! Una kawai piccolina piccolin..-
Ed
eccolo. Un’occhiata furibonda, e l’immediata reazione convulsa lo riporta in
piedi, la sedia scaraventata a terra, mentre, sputacchiando verdure poco
masticate sulla faccia dell’uomo chinato innanzi a lui, esplode:
-AAAAAACCCCHHII???!!!?!?!?!
Ridillo! Ripeti chi sarebbe la pulce talmente minuscola da non sembrare
minimante una fagiolin.. una ragazzina!?!!-
Ma
effettivamente c’è qualcosa che non torna, e la mano sollevata a colpire si
blocca improvvisamente. Tutto il corpicino in realtà si blocca all’istante.
-Ho
detto.. Ragazzin..A?? Un momento, autrice, come sarebbe a dire “ragazzinA”?-
“A..utrice?”
Jet attonito comprende come quello che oggi ha rinvenuto fra i cespugli sia
semplicemente una fonte di guai.
Ed
sbatte le mani sul tavolo, impugna la pentola usata per riscaldare la zuppa, la
rigira senza delicatezza rovesciandone i resti, per usarne il fondo a mo’ di
specchio, le umane mani la trattengono tremanti, un po’ per il presentimento,
un po’ per la scottatura che si è procurato.
Gli
appare un volto furbetto, circondato da capelli rossicci, due zigomi
vivacemente colorati. Il tutto appartenente ad un corpo indubbiamente di sesso
femminile.
“No.
No. No. No… Sono finito in una fagiol..ehm! ragazzina??”
“Non
può essere, ah.ah. Certo che no”. La ovvia conclusione.
-NONNO!
Dimmi subito chi vedi davanti a te!- altezzoso, come sempre, Ed.
“..Nonno?
..cominciamo bene..”, ricordando quanto odia dover sempre dar ragione a
Spike.
-E’
quello che cercavo di dirti prima: vedo una carinissima ragazzina, Ed. -
sorride senza rendersi conto che lo sta uccidendo con lente pugnalate.
-Bene,
stramba bimbetta, io sono Jet- aggiunge poi, così sperando d’interrompere lo
stordimento che la bambina dimostra di accusare.
Ma
la bambina non reagisce più. Rimane in
piedi innanzi a lui, lo sguardo fisso al fondo della pentola, ancora sollevata a mezzo busto, ed
imploranti occhi che ora sembrano decisamente troppo grandi Con un filo di voce improvvisamente
supplichevole si scopre:
-Dove..mi
trovo?-
Orgoglioso
di rispondere alla prima domanda sensata della giornata, Jet esordisce fiero:
-
..Ti dichiaro ufficialmente la benvenuta sul Bepop!-
E
le percezioni sensoriali abbandonano Ed ancora una volta.
“Ricapitoliamo.”
Ed
sedeva a terra, davanti a lui stava una grande scatola che emetteva luminose
frequenze, tra le gambe incrociate una tastiera (così l’aveva chiamata Jet),
che utilizzava per interfacciarsi alla scatola. Via via più velocemente.
“La
volta scorsa, quando Dante ha scomposto la mia mente dalla mia anima e dal mio
corpo, sono capitato da papà. Sono stato attirato nel corpo del mio
corrispettivo in quel mondo.” Digitò qualcosa. ”Ora le cose andate
differentemente.”
Sullo
schermo apparve ‘Insert sono Password’. Un ticchettio rapido sulla tastiera e
la scritta successiva lo accoglieva con rispetto all’interno del file.
“Questo
è accaduto perché ho definitivamente sacrificato il mio corpo per trasmutare
Al.
Ed
ho sacrificato quello che di nostro rimaneva per rimanergli accanto.” Non si era
trovato davanti ad una scelta. Sospirò. Questa era davvero l’unica soluzione
per varcare il portale con Al: a malincuore, ma lo avrebbe accettato.
Si
guardò attorno. Certo che quel mondo così carico di lucine e pulsanti appariva
proprio.. grigio. La tecnologia era estremamente sviluppata, e soprattutto era
basata sulla semplice logica. Questo permetteva a Ed di comprenderla
facilmente, ogni giorno che passava sempre più.
“E’
estremamente più semplice aprirne i gate, tutte le chiavi sono disponibili, basta
applicare un po’ di raziocinio.” Nel suo mondo non era tutto così scontato: ci
voleva la mente di un genio, un’infinita conoscenza dell’alchimia, nonché la
fortuna per arrivare a vedere il portale.
“Già..l’alchimia..”
Dove si trovava ora non riusciva in nessun modo ad utilizzarla.
“Al..”
Chissà quando l’avrebbe rivisto. Sospirò di nuovo.
“Al,
non vedo l’ora.”
Si
guardò attorno ripensando agli ultimi giorni trascorsi sul Bepop.
“Con
questi tizi sto bene. Certo,quello dal colore d’occhi spaiato è alquanto strano.
Taciturno, svogliato. E’.. inquietante, direi. E quell’aria di superiorità che
sfoggia forse un po’ mi ricorda il colonnello bastardo.” Abbassò la testa, e il
ricordo della loro prima notte bruciò prepotente. “ Finalmente sono libero da
quel..pervertito!!”si convinse senza grossi risultati. Guardò passare Spike,
diretto ciondolante alla cabina, le mani sempre in tasca, come se pesassero, il
fumo della sigaretta che lo seguiva fedelmente. “Certo non è sensuale come
Mustang. Però possiede un qualcosa che lo rende a modo suo carismatico.. il suo
aspetto trasandato e lo sguardo perennemente annoiato di chi conosce già tutto
del mondo. Quanti segreti nascondi nel tuo cuore, Spike?” Arrossì,
sorprendendosi.
Sentì
canticchiare Jet, che procedeva alla cura giornaliera delle piante.
“Questo
vecchio invece è molto gentile, si prende cura di tutto l’equipaggio. Appare
responsabile e si occupa della cucina e dei suoi adorati bonsai. Non teme
affatto di mostrare il suo lato sensibile. Potrei paragonarlo al maggiore
Armstrong, ih.hi. Però..se non ci fosse lui, saremmo sicuramente allo sbando”.
Serrò
gli occhi di scatto quando l’urlo improvviso di Faye lo raggiunse. Ringraziò di
essere stato seduto, altrimenti la violenza dello spostamento d’aria che generò
il ciclone Faye passando, l’avrebbe sicuramente fatto cadere. Così picc.. così
magrolino e senza automail a zavorrarlo: quel corpicino pesava davvero poco.
-Spike,
dannato! Questa me la paghi!!-
Solita
scenetta: o scappava con i pochi soldi raccimolati, oppure si agitava in malo
modo. “Anche se sono passato alla razza femminile io non mi comporterò mai da
femmina isterica” e mentre rifletteva non rammentava affatto del suo ruolo di
innamorata incazzosa che aveva sempre assunto ai danni del colonnello. “Quella
Faye è esaltata e violenta e calcolatrice proprio come Winry. Scappa sempre e
sempre ritorna quando è riuscita a perdere al gioco tutti i soldi che ha
rubato.”
Fissò
il monitor, ci pensò un po’ e poi abbassò gli occhi alla tastiera. Tic tic tic tic.
“Sì,
però ..è anche molto brava con le pistole e sa agire in maniera fredda, quando
è necessario. Da questo punto di vista è in gamba come il tenente Hawkeye.”. Si
soffermò sull’ultima stringa apparsa sul monitor e dopo aver digitato qualcosa
ed aver superato un altro blocco, i suoi pensieri ripresero a scorrere. “In
ogni caso.. è veramente bella. E determinata. Le sue esperienze debbono essere
state importanti per forgiare un simile carattere.” Apparve un sorriso
sarcastico.
“In
effetti sembra che tutti i membri di questo equipaggio nascondano un passato
particolare. Il mio non fa eccezione. Ho perso il mio corpo e ho manipolato
quello di.. questa ragazzina.” Le labbra si piegarono amaramente verso il
basso. “Chissà chi era.”
La
testardaggine di Ed non si era smentita, e dopo il primo traumatico impatto,
cominciava ad adattarsi e persino ad accettare l’idea di dover vestire i panni
di una femmina. Da un certo punto di vista, questo corpo non era poi dissimile
dal suo: picc, ehm. giovane, dai tratti delicatamente carini. E del resto le
attività di Edward Elric rimanevano per lo più le stesse: 12 ore di sonno al
giorno, necessità costante di cibo, consulta attività fisica improvvisa. Ma
soprattutto, in qualsiasi contesto, la mente di Ed rimaneva geniale.
“Certo,
non riesco ancora ad andare al bagno e riuscire a lavarmi bene (perché evita
ancora di guardarsi!! ndAutrice ^-^) ma ce la potrei sicuramente fare se non
fosse per quella sfrontata di Faye, che addirittura se ne frega se sono seduto
sulla tazza ed entra a farsi il bagno.. Non conosce il pudore, quella!”
Rilesse
l’ultimo avviso apparso, questa volta senza vederlo.
“..Al
mi manchi.
Al,
arriva presto..”
Finchè
Al arrivò.
Il
giorno in cui Ed lo rivide e capì che quello era proprio il suo adorato
fratellino, comprese che ce l’avevano fatta: gli Elric si erano riuniti.
Era
un fatto, ed era reale. Sarebbe stato così per sempre, qualunque universo loro
avessero solcato.
Ma
c’era dell’altro: Ed capì anche che non sarebbe riuscito a rivederlo più.
Almeno, non nelle sue originarie sembianze. E Questo era il infine il
vero prezzo per il loro peccato, il fardello pesante che sempre li avrebbe
accompagnati, il fardello dal quale non sarebbero mai riusciti a scappare.
*
-
Spike, vieni a vedere! Ho trovato qualcosa fra i cespugli!!-
Spike
fece roteare gli occhi. “Ci risiamo..”
-
Che abbia fame? -
Spike
sopraggiunse svogliatamente.
-
Jet, ricordami ti prego, è forse la settimana della carità? –
Gli
diede un’occhiata sfuggevole, - Okey Jet. Lascialo lì. - e sbadigliando si
mosse verso la nave.
-
Come se non bastasse Faye ha preso il volo con i nostri incassi. Non le è
bastato perdere nelle corse tutti i soldi rubati qualche giorno fa.-
Un
sorriso tremendo gli apparve sulle labbra.
-
Jet.. credi che sia.. commestibile? -
Offeso
dall’amico che lo stava ignorando totalmente, ritornò sui suoi passi.
-
“Non guardare al piatto sporco di salsa del vicino, quando è la tua dispensa
che piange”. Giusto detto. -
Ma
che non sortì alcuna attenzione da parte di Jet.
-
Bah! Poi non dire che non ti avevo avvisato. -
-Eddai,
Spike. Lo faccio solo mangiare un po’. Poi lo lascio andare.-
-No
Jet, fa mangiare me! Ho fame, ti dico!-
*
Il
giorno in cui Ed lo rivide comprese istantaneamente che quel basso cane buffo
era suo fratello. Ne rimase scioccato. Aprì la bocca per chiamare Al, ma
la sua voce tentennò, lo stomaco incredulo fece un balzo, dando il suo
contributo, e quello che infine ne uscì fu un suono in tre tonalità: un ansimo
preoccupato, un convulso singhiozzo mal controllato, ed infine una nota di rassegnazione:
- AA..Hh?? - silenzio carico di stupore..
-
HIIII !! - singulto di comprensione..
-..Nnh...
- primo sintomo di paralisi mentale in Ed.
-BAU!
(“nii-san!”)
-Ein?
- Chiese sorpreso Jet.- Ein, mi piace! Va bene Ed, lo chiameremo Ein!
Allibito,
le braccia cadenti, Ed rimase a contemplare il fratello scodinzolargli attorno,
mentre abbaiava felice il suo nome a modo suo.
Il
fiume si sa, scorre nel suo letto seguendo sempre lo stesso verso.
Contro
ogni aspettativa, non fu estremamente complesso l’adattamento degli Elric alla
stramba situazione. In fin dei conti, tutto il loro passato era costellato da
accettazioni. E da realtà ben peggiori.
Nota
caratteristica di Al era la sua proverbiale pazienza, fortificata grazie al
carattere irascibile del fratello, e nello scambio di corpo aveva infine
guadagnato sensazioni che la vecchia armatura non gli permetteva di percepire.
Del
canto suo Ed era abituato ad essere amato dai cani, e inoltre valutava un buon Touka
Kouka l’obbligo del bagnetto ad Al ed il rito della spulciatura
settimanale, in cambio della soddisfazione tacitamente coccolata nella sua
mente di poter, dopo molti, moltissimi anni, guardare Al dritto negli occhi.
Dalla posizione più elevata in altezza, ovvio.
Nessuno
fra l’equipaggio diede segno di stupore quando apparve fin da subito che il
cane seguiva fedelmente la ragazzina, e per quanto essa potesse compiere pazzie
incomprensibili ai membri del Bepop, Ed riconosceva nella costante compagnia di
Ein il suo tacito appoggio. Quel cane era dotato di un intelletto fin troppo
sviluppato, sebbene Jet, Faye, figuriamoci
poi Spike, sembrassero accorgersene.
Ma
se loro fossero stati davvero Roy Mustang, Luis Alex Armstrong, Riza Hawkeye o
Winry Rockbell, avrebbero capito e non si sarebbero minimamente stupiti quando
infine, approdati sul pianeta Terra, Edward, improvvisamente abbandonò il Bepop
per intraprendere la sua strada, seguito come sempre, docilmente, da suo
fratello Alphonse.
Epilogo
Possono
cambiare mondi e circostanze, ma i due fratelli Elric si attireranno
indiscutibilmente l’uno all’altro.
E’
questo che rende unico il loro legame, indissolubile. Degno di una leggenda.
Al
rimarrà sempre devoto al suo nii-san e paziente con lui, seppur con un corpo
non umano a cui adattarsi.
E
Ed.. qualsiasi corpo egli rivesta, Ed rimarrà sempre una mente indiscussa e
geniale per la scienza del tempo.
Nonché,
bè, siamo franchi.. un fagiolino!!
Lisa
J
Note
dell’autrice di fine lettura:
Sono passati pochissimi giorni da quando ho assistito
alla fine di FMA, mentre sono passati molti anni da quando ho seguito col cuore
in mano Cowboy Bepop.
Vi
chiedo dunque perdono per la stramberia che ho generato, troppo scossa per la conclusione di FMA, e vi chiedo
perdono se la caratterizzazione dei personaggi e l’ambientazione del Bepop non
sono proprio fedeli (“proprio fedeli”? Ma tu..sei una disgraziata!!).
Quello
che cercavo di trasmettere è che per quanto ridicola, strana o imprevista la
vita possa essere con i due fratellini adorati, il loro legame va al di la
della comune comprensione e logica, in qualsiasi situazione loro si presenti.
Come
avrete capito, mi piace sperimentare.
Dimenticavo:
chi trascrive nei commenti la lista di tutte le citazioni presenti nella
One-Shot, vince un pupazzetto di ‘Al versione Ein’ !! J
(..e quindi nessuno scriverà, sigh!)
Grazie
per aver letto,siete state molto gentili e pazienti!
Love, Usa.
Ps. Ed in Bepop
è alta 136 centimetri!! ^-^’
Ed in FMA è alto 100 centimetri e x.
*o*
Ringraziamenti
per i commenti di ‘Unione’:
Elyxyz:
ti ringrazio per i gratificanti commenti e per il suggerimento
sull’introduzione
BeMine:
sei troppo gentile, davvero. Però.. ehm! (imbarazzata) no.. 95, non è il mio
anno di nascita (purtroppo). Ti rivelo non senza una punta di vergogna che..
potrei essere la zia del fandom..(zia?? sei troppo generosa con te stessa..)
KeiSaiyu:
grazie, in effetti nell’indecisione ho scelto il raiting maggiore
SteelRoseAlchemist:
sei carina a dire così ^-^ , grazie del commento!
Fuuma: grazie,
sei molto gentile, ma..tipregotipregotiprego!! Fammi leggere il proseguo di
Because of you!! J
Infine:
perdonatemi tutte se ho cambiato genere rispetto alla precedente ‘Unione’, ma
necessitavo di una fic dai toni più leggeri, che risollevasse almeno in parte
il mio cuoricino gonfio di lacrime (oo
che dramma!!)
Love, Lisa.
***
BONUS
-Taisa,
me la diresti una cosa?
-Mm..(un
bacio.) ogni cosa tu voglia, Mame-chan. (AYA! La mia proporzionata,
meravigliosa, testa!!)
-Taisa..
Mi.. porteresti nel tuo letto anche se fossi..una picc..una movimentata
ragazzina?
-Mm?(bacio).
Ma certo. Non è forse quello che sei, Fullmetal? (AYA! Un altro bernoccolo,
noo!!)
-E
se fossi una.. bestiolina?
-Non
so se sia ..mm..(bacio) tecnicamente possibile (Ma che skifo, Roy!!), ma ti accarezzerei
in ogni caso per tutta la notte.
-Mpf.
Taisa depravato.
Si
accoccola al petto caldo del colonnello. Confortato, per quanto possibile.
-Edward?
(carezza) Da dove nascono questi nuovi incubi?
-Non
sono incubi.
-Meglio
così.
-..Roy..
-mm..?
(bacio)
-portami
in vacanza. Da solo.
Uno
sguardo interrogativo di Roy alla direzione del biondo.
Ma
il FM trattiene gli occhi chiusi e respira lento l’odore del colonnello, lo assapora.
Ora si sente al posto giusto, protetto dalle braccia calde del suo uomo.
Mormora:
-Taisa sapessi.. A volte il fandom è così crudele.
(J Sorry, Ed!)