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Autore: Shichan    13/11/2012    3 recensioni
[K Project]
[Mikoto, Kusanagi, Totsuka; spoiler episodio 6]
Il loro era sempre stato un delicato equilibrio fatto di un filo consunto, prossimo ormai allo spezzarsi.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: i personaggi sono proprietà dei rispettivi autori.
Note: io mi sono semplicemente innamorata di questo trio dopo l’episodio 6 – e ancora prima, in effetti, leggendo il prequel alla serie animata. E questo succede quando il tuo personaggio preferito (che mediamente essendo il mio preferito giustamente muore), in una serie parte già morto. *soffre*

 

 

Li vedevi insieme, e di certo la prima cosa che pensavi non era che quel trio fosse a suo modo “scontato”.
Capitano, queste cose, quando vedi le persone stare le une con le altre: le guardavi e ti dicevi “lo sapevo”, quando erano individui simili che ben si accompagnavano, oppure “immaginavo fossero amici”, quando il legame era ovvio e radicato nel tempo. Di quelle amicizie che nascono ancor prima di chi le coltiva, e non sono destinate a finire se non per cause di forza maggiore.
Con loro no, anzi: li guardavi e ti chiedevi come fosse possibile.
Una persona che ad osservarla sembrava destinata a restare sola: lo sguardo di chi dentro non ha saputo portare altro che rabbia per tutta la vita, di chi sa che le proprie mani non sanno fare altro che distruggere, e che a proteggere non impareranno mai.
Una persona che, a passare oltre l’aria di chi va potenzialmente d’accordo con tutti, sembrava interessata a niente più della tranquillità della propria esistenza; se ciò comportava non instaurare legami e se ne fosse cosciente, non sembrava importargli.
Infine, una persona che passava inosservata, di quegli individui senza arte né parte, che passano per la strada e non attirano la tua attenzione; di quelli che non sono importanti, che non saranno mai al di sopra di quella classificazione vecchia quanto il mondo che è la “norma”.
Singolarmente, lui non era granché; poi lo vedevi con quel gruppo strano, che definirlo gruppo era persino ironico ed ilare, e in quel momento più che in qualunque altro, una cosa li accomunava.
In Mikoto Suoh, era appena accennato.
Kusanagi Izumo gli dava semplicemente una connotazione diversa dal solito.
Ma Totsuka Tatara, il ragazzino che con quel duo sembrava semplicemente fuori luogo, l’aveva luminoso e bello, di quelli contagiosi, che ti ritrovi ad imitarlo dicendoti “non ci si può fare niente”.
Totsuka sorrideva.
Agli altri due come non sorrideva a nessun altro, allora.
E se li guardavi, in quel momento, capivi: quel ragazzino tanto deboluccio all’apparenza, era ciò che teneva a suo modo unito quel trio singolare.
Con il passare del tempo, non sarebbe cambiato: quel legame su cui nessuno mai avrebbe scommesso neanche per gioco si sarebbe rivelato molto più stretto e duraturo di quanto chiunque – forse persino loro tre – avrebbe mai potuto credere.
Dopotutto c’erano cose che le persone non riuscivano a vedere: che il loro rapporto si basava su un reciproco e personale modo di proteggersi, ad esempio.
 Mikoto era di quelle persone che ti proteggono facendosi male al tuo posto senza dirtelo.
Izumo era di quelli che ti protegge nell’ombra, sembrando quasi disinteressato, ma trovando il suo personale modo di tenerti lontano dai guai… rischiando molto più di quanto sembri.
Tatara ti proteggeva finendo nei guai al posto tuo, uscendone e sorridendoti quando gli rimproveravi troppa incoscienza.
Era un legame forte. Di quelli che, senza sapere perché, fanno paura.
Il loro era sempre stato un delicato equilibrio fatto di un filo consunto, prossimo ormai allo spezzarsi.

   
 
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