" Yho-hooo. La spada, il corvo in mare.." Un bambino di circa nove anni correva in un’immensa distesa verde, canticchiava una strana canzone agitando le braccia avanti e indietro.

"Phil! Torna indietro per favore!!" Lo richiamò una voce dolce "Lo sai che non voglio che ti avvicini al dirupo. Potresti scivolare!!"

"Si mamma…!Yho-hoooo..." Piliphe cominciò a correre in direzione della madre ma, improvvisamente, si bloccò. Si guardò intorno, sempre continuando a cantare. Di scatto si infilò una mano nella tasca dei pantaloni e cominciò a frugare…cercava…cercava…ma nulla, non riusciva a trovare nient’altro che piccoli fili "Mamma, mamma!" Urlò riprendendo a correre in direzione della sua meta, era visibilmente agitato "Mamma l’ho perso, l’ho perso…" Ansimava "Ho perso il tesoro!" Dai suoi occhi cominciarono ad uscire delle lacrime e le sua mani, ancora lisce e paffute, si aggrapparono con foga all’ampia gonna della donna, strattonandola verso il basso.

Elizabeth si accasciò al suolo, stringeva il figlio forte tra le braccia "Ma sei sicuro di non averlo lasciato a casa?" Disse con tono amorevole.

"No, lo avevo messo in tasca, ne sono sicuro!!" Replicò sempre continuando a piangere "Mamma!" Stringeva forte con i pugni le spalle della donna.

"Phil dai…" Cercò di rassicurarlo "Era solo una moneta! Uno stupido pezzo da otto!" Sorrise allentando la presa per poter ammirare il piccolo in volto.

"Uno stupido pezzo da otto?" Replicò lui, ma questa volta era leggermente arrabbiato "Quello stupido pezzo da otto, come dici tu mamma, era l’unico legame con mio padre!"

"Sappi signorino" Continuò Elizabeth fingendo un tono di voce arrabbiato "Sappi che quella moneta apparteneva a me, la grande regina dei Pirati!" Sorrise ripensando a quel periodo "Sei tu che vuoi credere che sia l’unico legame con tuo padre! Dai, devi attendere solo due giorni…" Si bloccò per un istante; erano già trascorsi dieci anni dalla loro separazione, e benché il tempo fosse effettivamente volato, se non fosse stato per Philip, loro figlio, ogni giorno si sarebbe trasformato in agonia, il suo ricordo non l’abbandonava mai. Lui, William Turner, era sempre e costantemente nei suoi pensieri…

"Mamma cosa stavi dicendo?" Il bimbo la riportò alla realtà, distogliendola dai suoi tristi pensieri.

"Hai ragione, perdonami! Dicevo che mancano solo due giorni e potrai finalmente incontrarlo, e poi" Lo trascinò a sé stringendolo per i fianchi "Potrai chiedergli di darti qualcosa di suo che te lo possa ricordare!"

"Inoltre" Continuò lei "In quale tasca avevi ben nascosto la moneta?"

"Eh bravo il mio smemorato! E questo cos’é?" E sorridendo estrasse dalla piccola tasca destra la vecchia moneta arrugginita.

Il volto del bambino si illuminò a quella vista ed afferrando il soldo con una mano, abbracciò subito la madre con l’altra.