Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Mrs_Malik    14/11/2012    0 recensioni
L'amore a diciassette anni, era un maledetto tormento.
Prendeva il petto e lo spezzava come pane, trafiggendolo con sottilissimi aghi.
Prendeva gambe e braccia e le trasformava in creta, riducendo il cuore a un rottame di plastica.
L'amore per un vampiro era un tormento ancora peggiore.
SE L'INTRODUZIONE VI E' PIACIUTA NON ASPETTATE E ANDATE A LEGGERE LA STORIA! SONO SICURA CHE NON VE NE PENTIRETE!!!
CIAO! -ALE-
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo notturno aveva il colore dell’asfalto nuovo, senza una stella e senza neanche il fantasma della luna. Una nebbia pesante riempiva le strade, faceva freddo, e in giro non c’era nessuno. Quasi nessuno in verità.

Sfidare un simile tempo sarebbe stata un’ audacia per chiunque ma Jodie non era una ragazza facilmente impressionabile, e dopotutto qualcuno doveva pur portare fuori il cane.

Quella sera Fido tirava come un mulo e non accennava a voler tornare a casa.

Arrivarono persino alla casa dei fantasmi, una vecchia casa abbandonata che metteva paura a tutti i bambini. Fino a li Jodie e Fido non si erano mai spinti di sera.

La nebbia si fece più fitta e Jodie non riusciva a vedere niente oltre che Fido, il quale improvvisamente si mise a puntare qualcosa; orecchie tese e coda all’insù e sguardo fisso verso qualcosa che Jodie non poteva vedere. Fido si mise ad abbaiare verso qualcuno o qualcosa e Jodie cercò di tirarlo in direzione di casa, ma Fido non si schiodava di li.

In un secondo la nebbia si fece meno fitta e Jodie vide un ragazzo moro seduto vicino alla ringhiera della casa dei fantasmi. Era un bellissimo ragazzo, con la pelle tanto bianca se sembrava ricoperta di borotalco e gli occhi azzurri. Il ragazzo alzò lo sguardo verso Jodie e le sorrise.

-uhm… ciao, scusa per il mio cane non so cosa gli sia preso- disse ******.

-nono tranquilla- rispose il ragazzo accarezzando Fido sulla testa il quale improvvisamente diventò affettuoso con lo sconosciuto.

-Come mai sei davanti alla casa dei fantasmi?-

-Veramente questa casa è mia..ci siamo appena trasferiti qui per venderla, ma sembra che nessuno la voglia-

-E ci credo! Si dice che questa casa sia infestata!-

-E come mai tu sei venuta fino a qui?-

-Il cane continuava a tirare e mi faceva male il braccio così ho deciso di assecondarlo e venire fino a qua… ah che stupida io sono Jodie-

-Molto piacere io sono Noah-

-Senti adesso devo tornare a casa, ci vediamo!-

-Buonanotte Jodie-

-Buona notte anche a te!-

Io e Fido ci dirigemmo verso casa abbastanza velocemente dato che si era fatto tardi. L’incontro con quel ragazzo era stato strano in un certo senso, inquietante ma allo stesso tempo..bello?

 

Il giorno dopo, a colazione Jodie preparò il caffèlatte come tutte le mattine però stranamente Khloe ,sua sorella, non ne voleva.

Per quanto ogni giorno Khloe facesse progetti di dieta, stabilendo che da quel momento in poi avrebbe mangiato solo carote, mele sedano e aria in barrette alla fine il suo appetito vinceva sempre.

Quella mattina però, la sua inappetenza sembrava sincera.

Diede un morso alla fetta con la marmellata e poi la lasciò ricadere nel piatto. Jodie le chiese cosa avesse. Khloe che per vari giorni aveva confabulato con le amiche evitando le domande della sorella le chiese a brucia pelo: -mi spieghi questa faccenda del bacio?-

Jodie tossi come se si fosse strozzata col succo d’arancia e fisso la sorella con gli occhi spalancati

-eh?-

La sorella la zittì in malo modo.

-non gridare così scema! Se ti sente la mamma viene a vedere perché strilli, e se capisce che oggi è il grande giorno è capace di farmi bere latte all’aglio!-

-La mamma non ti scoprirà mai distratta com’è e in ogni caso tu sapresti rifilarle una balla da oscar. Comunque… il grande giorno per cosa?- le domandò Jodie abbassando la voce.

-Bhe all’ultima ora facciamo educazione fisica insieme a quelli della V°B e io ho intenzione di dire a Chaz che mi piace, di portarlo dietro alla palestra e di baciarlo. Solo non so come si fa. Ho cercato su internet, ho chiesto a Christal e Caitlin, ho baciato mani, cucchiai, cuscini e peluche, ma non è la stessa cosa no?-

-mmmm…- mugugnò Jodie

-smettila di stare zitta e dimmi qualcosa. Sei o non sei la sorella maggiore? Per te com’è stato?-

-mah normale- rispose Jodie svogliatamente

-normale?- Khloe la guardò con un’espressione la lo stupito e l’irritato- il primo bacio non può essere normale! Ma come, baci quel gran figo di Justin e dici che è normale? Secondo me hai bisogno di una cura di vitamine…-

-volevo dire che… insomma non pensarci. Bacia e basta, senza farti troppe paranoie-

-perché tu invece quando hai baciato Justin non eri paranoica affatto!-

-non molto. L’ho baciato. Punto. Niente di speciale-

-lo dici solo perché ti ha mollata-

-non mi ha mollata lui, l’ho fatto io!-

-si e io ci credo! Justin Bieber viene mollato da Jodie Cox-

-sei simpaticissima sta mattina, sai?se vuoi ti preparo una spremuta di limone verde così ti addolcisci un po’-

-dai Jo io ti chiedo un consiglio e tu fai finta di niente!Per favore dimmi cosa devo fare per non sembrare una verginella imbranata!!-

-ma tu sei una verginella imbranata!-

-appunto per questo mi servono le tue dritte!-

Jodie sbuffò e sollevando gli occhi al cielo quasi sussurrò –uhm…al momento giusto, bacialo sulla bocca dolcemente, con le labbra appena socchiuse poi delicatamente apri un po’ le labbra ma cerca di non vorticare con la lingua altrimenti rischi di sembrare una lavatrice-

-tu la fai facile!-

-ed è facile fidati!- ribattè Jodie- ma dimmi, Chaz ti piace davvero?-

-un casino!-

-e tu a lui piaci?-

-credo di si-

-e allora andrà tutto bene, vedrai-

L’arrivo della madre che le invitava a sbrigarsi interruppe la conversazione e sollevò Jodie dal disagio di dover rispondere ad altre domande. Meglio non far sapere alla sorella che il suo primo bacio era stato tutto fuorché normale.

Justin Bieber l’aveva attratta fin da quando si era trasferito a Stratford l’anno precedente. Non appena si era iscritto alla Stratford High School, Jodie aveva sperimentato per la prima volta gli svantaggi del sentirsi sull’ orlo del crepacuore ogni volta che lo incrociava.

Tutti i giorni andava a scuola piena di aspettative: forse mi parlerà, forse sfiorerò il suo gomito nei corridoi,forse resteremo chiusi nell’ascensore per cinque ore….Peccato che non ci fosse un ascensore.

Il primo incontro ravvicinato era avvenuto a Novembre. Quel giorno una farfalla blu e oro era entrata nei portoni della scuola e un bulletto si era messo in testa di prenderla. Jodie che era contro il maltrattamento degli animali, gli si era scaraventata addosso riempiendolo di parolacce mentre la farfalla volava abbastanza in alto da poter scappare. Peccato che il ragazzo molto più agile di Jodie si era scansato, così che lei si era ritrovata a tu per tu con il vuoto delle scale. Si sarebbe ritrovata con la faccia spiaccicata a terra e la spina dorsale piegata a meta se qualcosa non avesse fermato la sua caduta.

Solo quando riaprì gli occhi chiusi per la paura, si accorse che non erano stati gli scalini o la ringhiera a frenarla, aveva però atterrato Justin Bieber a causa della sua goffaggine.

In pratica si era ritrovata faccia a faccia con il sorriso divertito di Justin, intrecciata a lui in un modo abbastanza ridicolo e con la mano piazzata sul cavallo dei suoi jeans. Lei lo aveva guardato con aria sconvolta, ma non riuscì a compiere nessun gesto, era rimasta come paralizzata.

-Forse è meglio se ti dai una sistemata i ragazzi la sopra si stanno godendo lo spettacolo- le disse lui sottovoce. Solo in quel momento Jodie si accorse di avere la gonna alzata fino al bacino e di avere la biancheria esposta allo sguardo di quei ragazzi.

-Ti sei fatta male?- le domandò Justin

-Ehm…no…. è tutto ok-

-Tu fai sempre così?- la guardò divertito

-Così come?-

-Rischi di romperti l’osso del collo per salvare le farfalle?-

-Sempre- rispose lei imbarazzata distogliendo lo sguardo per guardare dove fosse finita la piccola farfallina

-e’ volata via dal portone- disse lui intuendo ciò che pensava la ragazza.

-sicuro?-

-si è successo proprio mentre mi rotolavi addosso-

Jodie grugnì

-argomento scottante?- chiese lui sorridendo sotto i baffi che non aveva.

-eh? Scottante? Cosa c’e di scottante?-

-che mi stavi palpando direi…-

Jodie lo guardò male – non ti stavo palpando un bel niente!-

-come vuoi tu!-

-no, non è come voglio io! È cosi e basta!- Lui le sorrise spavaldo e in un attimo i gradini si riempirono di studenti.

 

Da allora, quando la incontrava, Justin la salutava, a volte con gentilezza, a volte con distacco altre volte non la degnava nemmeno di uno sguardo, quasi come se non la conoscesse, non che avesse torto, infatti non si erano nemmeno presentati. Lui non sapeva nemmeno il suo nome! Lei invece il suo lo sapeva, eccome!

 

Il secondo incontro ravvicinato con Justin avvenne qualche settimana dopo in segreteria: Jodie era li per fare delle fotocopie e dopo un po’ entrò anche Justin. All’inizio l’aveva ignorata e lei fece lo stesso, ma poi lui le parlò: -ciao salvatrice di farfalle!-

-ah ciao- mormorò lei come se si fosse appena accorta del suo arrivo nella stanza.

-hai salvato qualche altra creatura vivente da allora?-

-i panda sono ancora vivi per merito mio- Justin rise e le si avvicinò prendendole il libro che stava fotocopiando dalle mani e mettendosi a commentarlo. Passarono mezz’ora cosi senza fare niente a un certo punto Jodie lo fissò con tanta intensità da fargli esclamare :- ehi non fissarmi in quel modo, non puoi mica goderti lo spettacolo gratis!-

-non stavo fissando te, controllavo l’ora ed è tardi, perciò devo andare- rispose lei interdetta

-stai attenta, perché se è vero che le bugie hanno le gambe corte tu potresti diventare nana!-

-stai attento tu, perché se è vero che la madre degli imbecilli è sempre incinta tu potresti avere un centinaio di fratelli-

Jodie era fatta cosi, rispondeva sempre a tono. Su quelle parole lei lascio la stanza.

 

Per diverso tempo non si parlarono ma ad un certo punto Justin, suscitando l’invidia di tutte le ragazze della scuola, aveva iniziato a starle alle costole. Forse era solo incuriosito dall’unica ragazza che non si mostrava interessata a lui, anche se in realtà lei era più interessata a lui che a ogni specie di animale in estinzione.

Lui la aspettava addirittura in corridoio durante la ricreazione regalandole un dolcetto e facendo morire di invidia a millemila studentesse che stavano in quella scuola.

Non che lei ci cascasse: anche se il cuore ancora un po’ le usciva dal petto, si fingeva superiore e pronta a mollargli uno schiaffo nel caso avesse fatto l’imbecille. Justin era fatto così ci provava con tutte le ragazze della scuola.

 

Una volta lui l’aveva accompagnata a casa in moto. Quando arrivarono davanti al portone e Jodie saltò giù, Justin l’aveva presa dal bacino e l’aveva abbracciata forte. Forse troppo forte.

-che ti stringi?!- le urlò lei dopo un attimo di esitazione

-pensi forse che ti stia dietro solo per farmi mandare a quel paese? Stai ferma, ti voglio baciare-

-non ci provare nemmeno!- in realtà lei aspettava quel bacio da un anno.

-hai mai baciato qualcuno Jojo?- jojo, tzè da dove aveva preso quel nomignolo carinosamente orrendo.

-secondo me con questa linguetta tagliente hai leccato solo un bel cono di gelato-

-allenta la presa,Justin, o giuro che….-

L’istante dopo si era ritrovata la bocca di quell’individuo sulla propria. Il cuore di Jodie stava ballando la macarena. Poi Justin era andato oltre abbracciandola fin troppo intimamente finché lei grido –basta!- e lo spinse via con forza, tanto da far oscillare la moto.

Per tutta risposta, lui l’aveva fissata prima con disgusto, poi, quasi con terrore, aveva rimesso in moto e se ne era andato sgommando.

 

 

Mi presento: sono Jodie Cox e ho 17 anni, quasi 18. Ho un fisico normale, i capelli ricci e neri e gli occhi azzurri, ma non mi piacciono perché non sono proprio azzurri, sono un po’ grigi.

Vivo a Stratford da quando sono nata ho una sorella, Khloe, che ha due anni in meno di me e frequenta la mia stessa scuola. I miei genitori si sono separati quando avevo 10 anni e mia madre ha dentro di se una rabbia repressa per questa faccenda che l’unico argomento di cui parla è papà e la sua nuova ragazza. Ho un cane, Fido, devo dire che ho avuto molta fantasia per il nome, e poi c’è la mia migliore amica Michaela che tutte le domeniche mi lascia sola per andare dal suo ragazzo che abita vicino a sua nonna e con la scusa di andare a trovare lei, passa tutta la giornata con Josh.

Poi, ultimo ma non meno importante: Justin Bieber, un figo anomalo, 18 anni compiuti alto, capelli color grano e occhi dorati. Lui è bravissimo in tutte la materie, e anche in tutti gli sport, sa suonare il pianoforte ed è la mia cotta da più di un anno. Adesso non siamo niente anche perché è dal bacio che non mi parla più e io devo cercare di non pensarci perché so che tutti i ragazzi fanno soffrire, e poi da lui sarei dovuta aspettarmelo dato che è una specie di playboy, anche se non sono mai circolate voci sulla sua vita sessuale, cosa strana dato che Amber la capo cheerleader che gli ronza intorno da quando è arrivato, non si sarebbe fatta sfuggire l’occasione di dire a tutti che lei Justin avevano fatto sesso.

 

 

 

 

BUONGIORNO RAGAZZE!

ECCOMI QUI A ROMPERVI CON UN ALTRA STORIA!

E' UN PO' DIVERSA DALLE SOLITE...LEGGENDO CAPIRETE.

PER ORA SPERO CHE VI PIACCIA, E SE ME LO FATE SAPERE TRAMITE UNA PIIIICCOLA RECENZZZIONE MI FARESTE FELICE :')

ORA NON VI ROMPO PIU.

BYE!

  
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