Kurt+Blaine
Blaine stava mollemente stravaccato
sul divano di casa
Hummel, in attesa che Burt e signora tornassero dalla loro cena, in
modo da
poter finalmente andare a casa.
Kurt era a letto, ma tra circa tre
minuti sarebbe corso al
piano di sotto, con la scusa di un bicchiere d’acqua o di un
ultimo abbraccio
prima di dormire, ritardando l’ora in cui, volente o nolente,
Blaine lo avrebbe
definitivamente mandato a nanna.
Quel bambino, per avere solo sei anni
era incredibilmente
furbo e il suo babysitter era stato messo nel sacco più di
una volta.
Come volevasi dimostrare, il tempo di
un altro sbadiglio e
il piccolo Hummel era di fronte a lui, con i capelli scompigliati e il
pigiama
con i papillon spiegazzato.
<< Piccolo, cosa
c’è? >> chiese il riccio
soffocando una risata nel vederlo così conciato. La manina
del bambino smise di
stropicciarsi gli occhi e si posò sul ginocchio di Blaine.
<< Ho fatto un
brutto sogno >> disse con la solita serietà
che lo contraddistingueva, per
una volta sporcata da un velo di paura.
Blaine non perse tempo e lo
sollevò sulle sue gambe,
stringendolo in una morsa di affetto e comprensione. Dopotutto non era
la prima
volta che faceva un incubo, oramai aveva capito come comportarsi: Lo
abbracciava fino a quando le lacrime non si placavano e poi gli
chiedeva se gli
andava di raccontarglielo. Non sempre riusciva nella seconda fase; a
volte Kurt
si calmava e cominciava a raccontargli di quale mostro cattivo provasse
a
mangiarlo nel sonno, altre volte gli diceva di non preoccuparsi, e
tornava a
letto dandogli la buonanotte.
Erano queste le volte in cui Blaine
non sapeva come agire;
era abituato alla totale sincerità da parte del bambino, e
non lo aveva mai
forzato a fare qualcosa contro la sua volontà
perciò quando Kurt evitava il suo
sguardo o era taciturno, nel giovane Anderson scattava il panico.
A questo pensava Blaine mentre
stringeva appena più forte il
piccolo prima di lasciarlo andare. Alzò lo sguardo su di lui
per fargli capire
che c’era e che lo avrebbe ascoltato se se la fosse sentita
di parlarne.
Forse quello sguardo trasmise tutta
la sua preoccupazione, perché
vide Kurt abbassare lo sguardo e sospirare, prima di cominciare a
raccontare.
Certe volte sembrava davvero più grande della sua
età, fin troppo maturo. Ma
era anche questo che Blaine adorava di lui.
<< Ho sognato la mamma
>> un piccolo brivido lo
attraversò, mentre gli occhi si riempivano di lacrime
<< lei.. lei non c’era
più, e papà piangeva >>
tirò su con il naso, mentre lo sguardo si velava
delle immagini dell’incubo. Poi scoppiò in pianto,
aggrappandosi a Blaine.
Il più grande lo
abbracciò e stette lì, confortandolo, fino
a quando non sentì i singhiozzi del bimbo scemare, e degli
umidi occhioni
azzurri puntare su di lui il loro sguardo. Abbassò i suoi e lasciò
una dolce carezza sulla
guancia paffuta, asciugando le lacrime con la punta delle dita.
Degli occhi
così belli
non dovrebbero piangere, pensò
all’improvviso.
<< Non mi abbandonare,
Blaine.. >> mormorò
ad un certo punto Kurt, guardandolo
dritto negli occhi con voce disperata, quasi a voler cercare
lì una risposta. E
Blaine a quella supplica non potè fare altro che sorridere
dolcemente
posandogli un bacio sulla fronte, per sussurrare << Mai
>>.
A quel punto il piccolo si
rilassò contro di lui, come se la
sua vita fosse dipesa da quella parola.
Blaine sorrise di nuovo a quella
reazione poi si alzò,
portando il bimbo con sé << Ora è
davvero il momento di andare a letto
>> disse
e, come previsto, Kurt
cominciò a scalciare, supplicando il moro di poter stare
alzato un altro po’ e
che se si fosse riaddormentato avrebbe rifatto l’incubo e che
aveva paura.
Con l’ormai familiare
sensazione dell’essere stato messo nel
sacco, il ragazzo lo mise giù, chiedendogli cosa gli andasse
di fare.
E no, non si stupì neanche
un po’ nel vederlo correre in
camera e tornare con la scatola rossa delle LEGO.
Sospirò rassegnato e si
sedette sul tappeto, mentre il
piccolo rovesciava tutti i pezzi delle costruzioni davanti a lui e gli
si
sedeva sulle ginocchia, battendo le manine, pronto a cominciare.
Ad un tratto si fece serio e lo
guardò << Blaine.. mi
canti qualcosa? >> chiese.
Il giovane Anderson si
rilassò e sorrise; per un attimo
aveva temuto che avesse da ridire sull’abbinamento dei suoi
mattoncini.
<< Ah, e comunque non
puoi sul serio costruire una casa
blu, verde e gialla, Blaine! >>
aggiunse, continuando ad assemblare i suoi pezzi. La sua casa era tutta
rossa,
con qualche mattoncino bianco messo strategicamente qua e là.
Il moro sospirò,
cominciando cantare mentre smontava la
casetta dai colori improponibili, un po’ abbattuto, fino a
che una manina
paffuta non lo fermò. << Guarda che mi piaceva
la tua casetta, Blaine
>> disse Kurt con un sorriso << Ti..
Rappresenta, credo >>
Blaine si illuminò e
continuò a lavorare e canticchiare,
soddisfatto.
*°*°*°*
Quando i signori Hummel rientrarono a
casa, quella sera
tardi, si stupirono non poco di trovare il tappeto del salotto coperto
da
mattoncini colorato, ma ancora di più vedendo Blaine
addormentato contro il
divano con Kurt in braccio che reggeva ancora qualche LEGO.
Davanti a loro campeggiava la scritta
“Kurt + Blaine”. E no,
non si stupirono più di tanto nel vederla.
Vaneggiamenti:
Ciao a tutti, miei cari :) Questa
piccola OS è nata da me e
mio fratello che giochiamo a chi crea il miglior Puck-inator.
Aggiungeteci la
mia insana passione per i Klaine e per il fluff e otterrete questa cosa
u.u
Per prima cosa, perdonatemi per il
titolo imbecille, ma non
avevo idee e alla fine è
la scritta con
le LEGO che mi ha fatto venire l’ispirazione :)
L’ho scritta di getto,
senza neanche rileggerla, perciò mi
scuso per eventuali (probabilissimi) errori *’*
Per il resto, vi ringrazio se siete
arrivati fin qui, e non
avete deciso di chiudere questo scempio prima: You make me happy :D
Se mi lasciaste un commentino, per
sapere se avete vomitato
nel leggerla, se vi è un minimo piaciuta o se faccio meglio
a ritirarmi, per
intenderci u.u Qualsiasi sia il vostro parere fatemelo sapere, ci conto
;)
Alla prossima,
Baci, L.