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Autore: Bale    15/11/2012    2 recensioni
ATTENZIONE: SPOILER OTTAVA STAGIONE
Sono rimasta particolarmente colpita dall'SI a cui la BAU dà la caccia nell'episodio 8x01 e ho deciso di scriverci una fic :)
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emily Prentiss
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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THE SILENCER



CAPITOLO I

 

Era domenica. Il sole splendeva timido nel cielo, mentre Emily scendeva dalla sua auto per dirigersi verso l’entrata della prigione.

Come sempre, prima di varcare quella soglia, si impose di rilassarsi. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente.

Non era lui a renderla nervosa, ma quel luogo. Avrebbe di certo preferito incontrarlo altrove, ma proprio non le era permesso. Era un Agente Speciale dell’FBI, ma non poteva avanzare certe pretese. L’uomo per il quale si recava ogni domenica alla prigione della contea era un pluriomicida.

Era il Silenziatore.

Lei si era occupata del suo caso soltanto di recente, quando lui aveva approfittato di un incidente stradale per evadere.

Ad indagare per riportarlo in prigione era stata chiamata proprio la squadra di Hotchner.

Emily aveva da subito provato una strana sensazione, una sorta di inquietante empatia per quell’uomo.

Si trattava di una persona estremamente fragile, impaurita, traumatizzata. Durante le indagini Emily e i suoi colleghi avevano scoperto che si trattava di un sordomuto, al quale da piccolo era stato imposto un impianto sperimentale che gli permettesse di riacquistare l’udito.

Il silenzio era stato il suo elemento naturale fino all’adolescenza e acquistare l’udito non gli era di certo piaciuto.

Era diventato un efferato serial killer con la tristezza negli occhi.

Quando Emily e la sua squadra lo avevano intercettato stava cercando una casa in campagna dove avrebbe potuto vivere serenamente, ascoltando solo i rumori della natura incontaminata. Aveva preso in ostaggio un altro detenuto che aveva conosciuto grazie all’isolamento per farsi dire dove si trovasse la casa che tanto desiderava raggiungere.

Emily e la sua squadra avevano fatto irruzione in quella casa impedendogli di fare del male a quell’uomo.

“E’ un bugiardo!”    aveva detto lui con il linguaggio dei segni, rivolgendosi istintivamente all’agente Prentiss.

“Andrà tutto bene”    aveva risposto lei, gesticolando e guardandolo con dolcezza.

“Il posto che cercavo non esiste e io non posso tornare in prigione”

Emily aveva messo via la pistola, lo aveva guardato dritto negli occhi e alla fine, sempre con i gesti, gli aveva detto che non c’era altro modo per risolvere la questione.

“Invece un modo c’è”    aveva fatto capire lui un attimo prima di puntarsi la pistola alla tempia.

Emily si era gettata su di lui con un gesto repentino, del tutto naturale. Gli aveva salvato la vita.

Lui l’aveva guardata con dolcezza, mentre lei tentava di togliergli la pistola dalle mani.

Chini l’uno sull’altro si erano guardati e si erano visti. Ognuno aveva scrutato nel profondo dell’anima dell’altro.

Si erano capiti, compresi, conosciuti. Da allora Emily non aveva saltato neanche una domenica.

Andava lì, in prigione, a volte solo per poterlo guardare negli occhi stanchi.

Era stanco di ascoltare.

Emily era riuscita ad ottenere per lui un provvedimento speciale. Aveva una cella tutta sua, una di quelle per l’isolamento.

Viveva nel silenzio, navigava nella calma e nella quiete, nel suo ambiente naturale.

Emily lo aveva fatto per lui e da allora era diventata del tutto dipendente da quegli occhi e da quel silenzio carico di bisogno di non dire assolutamente nulla.
   
 
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