Picture Day
Due grandi e
innocenti occhi azzurri si aprirono di scatto puntandosi verso il soffitto. La
luce del sole illuminava la stanza e una piccola mano andò a stropicciarsi la faccia mentre la bambina si alzava seduta sul suo letto.
Si stiracchiò
dolcemente e si guardò attorno sorridendo, osservando la sua cameretta rosa.
Era piena di giocattoli e disegni, e la bambina ne andava fiera.
Si alzò dal
letto con gioia e andò alla finestra, scostando le tende ricamate, anch’esse di
colore rosa, e puntò lo sguardo verso il giardino. Spalancò le ante della
finestra e, con un grande sorriso e un piccolo e acuto urletto, agitò la manina
verso la figura poco distante.
“Ciao papà!”
gridò la piccola attirando l’attenzione del genitore.
Vegeta si
girò rapidamente alzando lo sguardo per incontrare quello azzurro della figlia.
Senza mutare di espressione la osservò, salutandola con gli occhi. La bambina
rise di gioia e rimase a fissare il suo adorato papà mentre
si allenava.
Restò nella
stessa posizione – gomiti puntati al poggiolo e testa fra le mani – per
parecchi minuti finché non sentì la porta della stanza aprirsi. Bra trotterellò
su sé stessa e si ritrovò a guardare due occhi del suo stesso colore.
“Buongiorno
principessa” disse Bulma avvicinandosi alla bambina per darle un bacio sulla
fronte. La piccola rise di gioia e abbracciò la sua mamma. Adorava quel
soprannome, la rendeva orgogliosa.
“Hai dormito
bene?” continuò Bulma accarezzandole i capelli scarmigliati. Bra era
esattamente come lei e si agitava molto tra le lenzuola, percui usciva sempre
parecchio spettinata dopo ogni sonnellino. La piccola annuì con forza e si
rigirò per tornare ad osservare il suo papà.
Bulma le si accostò e sorrise: c’era un legame particolarmente
forte tra la piccola Bra e Vegeta. La donna era consapevole come al suo
principe non piacesse essere fissato, eppure ogni
mattina, invece di rinchiudersi nella camera gravitazionale come aveva fatto in
tutti gli anni precedenti, il saiyan si recava in giardino, proprio sotto la
finestra di sua figlia. “Preferisco l’aria fresca, la mattina” aveva detto lui
come scusa. In realtà desiderava solo che la sua principessina lo guardasse.
“La colazione
è quasi pronta, devi vestirti adesso” disse Bulma con un sorriso. Bra mise un
piccolo broncio ma si riscosse subito correndo verso
il suo grande armadio e spalancandone le ante. Adorava scegliere i vestiti.
Bulma la
lasciò fare e si sedette sul letto dopo aver sistemato le lenzuola. Con un
grande sorriso Bra afferrò i vestiti e corse dalla sua mamma domandandole quale
tra il completo bianco a pois rossi e quello blu a strisce fosse più carino. La
donna non ebbe neppure il tempo di rispondere che la piccola iniziò un monologo
su quali colori le stessero meglio. Fatto sta che in pochi minuti la bambina
scelse da sola di indossare il vestito bianco a pois rossi.
Bulma la
aiutò a disfarsi del suo pigiamino rosa confetto e le fece mettere il vestito
prescelto con tanto di calzini abbinati. Bra corse verso il suo grande specchio
e prese ad ammirarsi facendo varie giravolte. Poi tornò correndo dalla madre.
Iniziarono
quindi ad acconciare i capelli e dopo qualche minuto Bra si trovò vestita di
tutto punto con una grande coda alta che le alzava la chioma blu.
“Chissà se a
papà piacerà come mi sono vestita?” si domandò ad alta voce la bambina
sorridendo. “Perché non vai a chiederglielo?” disse Bulma incitando la figlia.
Gli occhi della bambina si illuminarono e in un lampo Bra corse al piano di
sotto.
Bulma sorrise
e scese con calma in cucina. La loro secondogenita era piena di energie. E
nonostante non combattesse, Vegeta la adorava comunque. Era strano vederlo
tanto gentile con qualcuno. Ma il principe era cambiato tanto negli anni…e solo
in meglio.
Bra non
sapeva quanto era stata fortunata a conoscere suo padre dopo l’avventura di
Majin Bu. Ma era meglio così. Aveva un papà più gentile e più tranquillo
rispetto a quello che aveva avuto Trunks, ma il loro primogenito poteva vantare
il fatto di avere in qualche modo cambiato suo padre.
Bra si stava
solo godendo i risultati.
Vegeta diede
un ennesimo pugno in aria bloccandosi poi ritenendosi soddisfatto. Non si era
ancora abituato a quel periodo di pace, ma stava comunque cercando di godersi
la vita, in particolar modo la sua famiglia.
Alzò lo
sguardo verso la cameretta di sua figlia: Bra era una delle cose più belle che gli fossero mai capitate. La gioia e l’amore che la
piccola dimostrava nei suoi riguardi era quasi dissetante. Era sempre stato a
secco di affetto per tutta la vita: la sua bambina gli stava donando tutto
quanto a grandi dosi.
Si era quasi infuriato quando, cinque anni prima, Bulma aveva dato alla
luce la loro secondogenita. Una femmina…bah!
Sperava di
avere un altro erede maschio da allenare. Trunks, probabilmente sotto
l’influsso negativo della famiglia Son, si allenava sempre meno ed avere un
nuovo bambino da seviziare e affrontare era a dir poco allettante per Vegeta.
Ma Bra non
era fatta per combattere. Era piccola, carina e viziata, esattamente come la
madre. E assomigliava troppo a Bulma per prenderla a pugni. A Vegeta mancava il
coraggio di fare una cosa simile.
“Sono un rammollito…” pensò con stizza il
principe facendo una smorfia. Poi sospirò. L’incontro con Majin Bu era stato
molto utile, ormai non era più assetato di sangue e vendetta, fortunatamente
per Bra. Desiderava fare le cose per bene con lei. L’avrebbe per sempre
trattata come una principessa intoccabile e avrebbe cercato di dimostrarle in
qualche modo il suo amore per lei.
Puntò gli
occhi al cielo e respirò a fondo l’aria. Il pianeta Terra ormai era la sua casa
e aveva definitivamente accettato di apprezzarlo.
Si lasciò
cullare dalla dolce brezza attorno a lui finché il silenzio non venne interrotto dal rumore di piccoli e veloci passi di
scarpette di vernice.
“Papà! Papà!”
gridò una voce squillante correndo verso il principe dei saiyan. Vegeta abbassò
lo sguardo per puntarlo sul tornado blu al suo fianco.
“Che c’è
Bra?” chiese lui con voce dura e sguardo imperturbabile. “Ti piace il mio
vestito?” chiese la piccola facendo una giravolta.
Vegeta
incrociò le braccia al petto e scattò con il mento verso il vuoto, ammettendo a
voce bassa che le stesse bene.
La piccola
saltellò felice e si aggrappò tipo koala alla gamba del genitore. “Grazie papà,
ti voglio tanto bene!” disse la bambina sorridendo dalla gioia. Vegeta le
ordinò di staccarsi e Bra ubbidì, tenendo però una manina stretta ai pantaloni
di suo padre.
“Andiamo a
fare colazione!” disse allora la bambina e Vegeta annuì, incamminandosi verso
la cucina con Bra sempre aggrappata a lui.
In cucina
Bulma era indaffarata ai fornelli e Trunks era al telefono con Goten. Stavano
discutendo del torneo Tenkaichi di quel giorno.
Bra
trotterellò verso il suo fratellone staccandosi dal padre e il giovane si
abbassò verso la bambina, sorridendo e dandole un piccolo bacio sulla guancia
cui la piccola rispose allo stesso modo. Nonostante la differenza di età tra i
due, si volevano molto bene ed erano molto legati. Trunks aveva capito
esattamente cosa provava Gohan nei confronti del fratello minore ed era anche
consapevole che l’affetto che Bra provava per lui era lo stesso che legava
Goten a suo fratello.
Vegeta si
sedette senza dire una parola al tavolo aspettando la sua colazione. Quel
giorno ci sarebbe stato il torneo Tenkaichi a cui
avrebbe partecipato anche la reincarnazione di Majin Bu, o almeno così aveva
detto Kakaroth.
Era
impaziente di incontrarlo. E, se sarebbe stato fortunato, magari il principe
dei saiyan avrebbe avuto modo di scontrarsi nuovamente con il suo acerrimo
nemico. Solo per quello aveva deciso di partecipare.
Bulma portò
il cibo in tavola e Vegeta iniziò a strafogarsi, imitato da Bra che però,
essendo una signorina, manteneva un certo contegno e rispettava le regole di
galateo insegnatele dalla madre e dalla nonna.
Trunks si
sedette con la famiglia dopo aver salutato Goten e si abbuffarono tutti in
vista della giornata che avrebbero avuto.
Era
un’occasione come un’altra di incontrare tutto il gruppo di amici dopo molto
tempo. La famiglia Brief aveva mantenuto i contatti soprattutto con Goten,
Chichi e la famiglia di Gohan. Gli altri invece non si erano più fatti sentire.
A Vegeta la
situazione non dispiaceva, anzi; gli amici di Bulma non gli erano mai piaciuti
e la donna era stata troppo impegnata con il lavoro per mantenersi in contatto
con quel branco di smidollati. Meglio così.
Per una
volta, però, poteva fare un eccezione: avrebbe
combattuto, sarebbe riuscito a sopportare i terrestri amici di Bulma per
qualche ora. Ne valeva la pena.
Era sicuro
che l’incontro con la reincarnazione di Majin Bu sarebbe stato interessante.
Finirono
rapidamente di fare colazione e partirono subito a bordo dell’ultimo modello di
automobile costruito da Bulma. Trunks aveva lo sguardo fisso fuori
dal finestrino e il lettore mp3 alle orecchie con tanto di musica rock a
tutto volume: non vedeva l’ora di trovarsi con Goten e magari incontrare
qualche bella ragazza da rimorchiare.
Bra, seduta
al suo fianco, era emozionata di uscire e parlava a raffica, facendo domande
continue ai genitori riguardo al torneo. Saltellava delicatamente sul posto,
agitava forte i piedini, si lisciava continuamente il vestito: sembrava essere
piena di energie.
Bulma rispose
positivamente a tanto entusiasmo, dando tutta l’attenzione alla bambina.
Vegeta, seduto accanto a lei, non diceva una parola, piuttosto rimaneva
concentrato sullo scontro che avrebbe avuto nel pomeriggio.
Era ormai
abituato alle chiacchiere continue di Bra e Bulma, sembravano quasi solo un
rumore di sottofondo, per lui, che non disturbava più molto. Anni prima,
invece, non sarebbe riuscito a sopportare tanto rumore e avrebbe sicuramente
spiccato il volo e raggiunto il luogo del torneo da solo.
Arrivarono in
poco tempo e i quattro si incamminarono all’entrata dove avrebbero incontrato
tutti gli altri.
Vegeta, con
una mano in tasca e lo sguardo corrucciato, precedeva gli altri con Trunks poco
dietro di lui che si guardava attorno; Bulma, poco più indietro, teneva Bra per
mano che continuava a ridere e osservava ogni bancarella che passavano
domandando alla madre di comprarle qualcosa.
Avvistarono
Goku e famiglia poco più avanti e Pan, la figlia di Gohan e Videl, corse
incontro alla piccola Brief. Bra si staccò rapidamente dalla mano materna e
andò incontro alla bambina. Si abbracciarono poi, saltellarono, risero e
domandarono ai genitori di andare a fare un giro prima
dell’inizio del torneo.
Goku non
riuscì a rifiutarsi e Bulma costrinse anche Vegeta e Trunks ad andare con loro
per badare a Bra, mentre lei sarebbe andata in un bar con Chichi e Videl.
I guerrieri più
forti dell’universo furono quindi costretti a fare da balia a due bambine.
“Papà mi
compri questo? Papà mi compri quello?” continuava a dire Bra tirando i
pantaloni di Vegeta che, con le braccia incrociate al petto, continuava a
maledire mentalmente la moglie per averlo costretto a quella tortura. Odiava lo
shopping.
Bra sembrava
essere inesauribile: non smetteva un secondo di parlare e di correre. Vegeta si
sentiva quasi più stanco di lei.
Con sguardo
vacuo, Vegeta osservò Goku alle prese con la nipotina e, notando il suo
comportamento decisamente poco adulto constatò che la stupidità del suo ormai
poco nemico era davvero senza limiti. Si era lasciato convincere così
facilmente da Pan a comprarle un gelato e continuava a giocare con la bambina.
Patetico.
Sbuffò
silenziosamente, pregando che la competizione iniziasse a breve, quando sentì
delle piccole manine aggrapparsi nuovamente ai suoi pantaloni e tirarli
leggermente. Abbassò lo sguardo: mossa sbagliata.
Bra, accanto
a lui, lo osservava con i suoi enormi occhi azzurri e, inarcando il piccolo
labbro rosso verso il basso e posizionando un dito contro di esso,
domandò con voce sottile di avere un po’ di zucchero filato alla fragola.
Vegeta
indietreggiò leggermente spaventato e arrossì. Conosceva bene quello sguardo,
sicuramente era stata Bulma ad insegnarlo a quella piccola peste. Era l’unica
cosa a cui Vegeta non sapeva resistere e la piccola lo
sapeva bene.
Avrebbe
desiderato rifiutarsi, urlarle di chiederlo a suo fratello, magari lasciarla lì
da sola e andarsene: ma non ne aveva il coraggio. Distolse lo sguardo da lei e
mise una mano in tasca, prendendo i soldi datigli da Bulma. Li porse poi alla
bambina dicendole di cavarsela da sola. Non poteva certo umiliarsi del tutto!
Bra non fece
caso all’imbarazzo in cui aveva messo il genitore e corse alla bancarella
tornando poi con uno zucchero filato quasi più grande di lei. Prese a mangiarlo
di gusto e, incurante, alzò la manina e cercò di afferrare quella del padre.
“Scordatelo”
disse duro Vegeta incrociando le braccia al petto. Bra si rabbuiò leggermente e
gli afferrò nuovamente i pantaloni, borbottando un “Cattivo!” che diede un po’
di fastidio al padre.
Trunks notò
la sorella alle prese con lo zucchero filato e rise: era davvero buffa! Le si avvicinò e si inginocchiò di fronte a lei,
domandandole se voleva una mano a finire il suo dolce.
Bra sbattè le
palpebre per un momento, poi disse, offesa e orgogliosa tirando fuori la lingua:
“Ce la faccio da sola!” Trunks sorrise e si rialzò in piedi.
Il ragazzo
osservò il padre che, con la testa voltata di lato, gli domandò
quando sarebbe iniziato quello stupido torneo. Era impaziente.
Trunks
rispose tranquillamente che mancava ancora più di un’ora e rise sentendo il
padre sbuffare. Una piccola voce, poi, colse l’attenzione di entrambi,
“Fratellone?
Mi vinci un peluche?” domandò la bambina puntando con
il dito la bancarella accanto. Trunks seguì l’indicazione e accettò. Vegeta
borbottò qualcosa riguardo a come quel luogo non si addicesse
al principe dei saiyan ma fu trascinato da Bra, entusiasta invece.
Trunks
afferrò il fucile ad aria compressa e abbatté facilmente le lattine impilate.
Bra saltò dalla gioia e si arrampicò rapidamente in braccio a suo padre che non
riuscì a scansarsi in tempo. La gentile signora alla bancarella chiese a Bra di
scegliere il peluche che preferiva e la piccola,
eccitata, si strinse forte al collo del padre afferrandogli la testa e
girandola in modo da indicargli quali le piacevano di più chiedendogli anche un
consiglio. Vegeta si sentì esplodere. Le disse malamente
di sbrigarsi a scegliere e la piccola optò per un grande orso rosa.
La commessa
glielo diede in braccio e la piccola lo strinse forte, forte con gli occhi che
brillavano. Poi si voltò verso il fratello, allungò le braccia e si fece
abbracciare, stampandogli poi un grosso bacio appiccicoso di zucchero filato sulla
guancia.
“Grazie
fratellone!” disse la bambina continuando a stringere il suo orsacchiotto.
Trunks si grattò il naso e fece l’occhiolino alla sorella. Gli piaceva il suo
ruolo di fratello maggiore.
Vegeta tuonò
a Bra di scendere da lui visto che era rimasta in braccio e la bambina
tranquillamente ubbidì. Il saiyan era tutto rosso in volto, non gli piacevano
quei gesti di affetto in pubblico.
Goku e Pan,
con Goten giusto dietro di loro, raggiunsero la famiglia Brief. I due ragazzi
si salutarono calorosamente con la particolare stretta di mano da loro
inventata, poi Goten salutò Bra accarezzandole leggermente la testa. La bambina
sorrise, ma poi si allontanò leggermente sgridando l’amico di suo fratello dicendogli
che rischiava di spettinarla. Il ragazzo si scusò e la piccola lo perdonò
immediatamente, Goten le piaceva troppo come persona per essere arrabbiata con
lui.
“Dobbiamo
andare ai cancelli, fra poco ci faranno entrare” disse Goku. Pan gli ricordò
anche che dovevano andare a salutare il suo nonno
Satan.
Si
incamminarono tutti quanti, quindi, e Vegeta ordinò a Bra di correre da sua
madre da sola. La piccola annuì. Goku si avvicinò, spaventato, e chiese a
Vegeta se non fosse troppo pericoloso per lei andare
da sola. Il principe non rispose e Bra disse con voce squillante che aveva già
sentito l’aura di sua mamma e che non ci sarebbero
stati problemi perché avrebbe corso veloce. Salutò strillando tutti gli altri e
partì in un lampo da sua mamma stringendo forte al
petto il peluche rosa.
“Urca! Ma sa
sentire le auree?” chiese Goku. “Non pensavo sapesse combattere!” disse
confuso. Vegeta gli disse che non solo lui aveva una bambina in gamba in
famiglia, e che Bra era in grado di percepire le auree anche
se nessuno glielo aveva mai insegnato.
Goku sorrise,
dicendosi mentalmente che era un vero peccato che Bra non fosse interessata
alla lotta, altrimenti ci sarebbe stata sicuramente un’ottima guerriera molto
potente in più in circolazione.
Il torneo
Tenkaichi si svolse come previsto, o quasi. Aveva partecipato anche Uub, la
reincarnazione di Majin Bu, esattamente come tutti si aspettavano: ma la
partenza di Goku non era assolutamente in programma.
Pan aveva
chiesto più volte al padre una spiegazione domandando, con la classica
ingenuità dei bambini, se non fosse colpa sua se il
nonno era partito. Gohan le aveva assicurato che non era così e Chichi, in
lacrime, aveva confermato.
Vegeta aveva
appreso tranquillamente la notizia: si aspettava una situazione simile, Goku
non avrebbe certo resistito ad allenare un giovane tanto promettente. Dato che il suo rivale aveva
finito con ritirarsi, anche Vegeta l’aveva imitato e, dopo essersi cambiato, si
era recato al piano superiore dell’edificio accomodandosi nella stessa stanza
in cui si trovavano gli altri.
Si posizionò
in un angolo, con le braccia incrociate e in silenzio, sperando che almeno
l’incontro tra Trunks e Goten sarebbe stato emozionante come quello di tanti
anni prima.
Bra corse
immediatamente dal padre e si sedette accanto a lui, sempre con
in braccio il suo peluche. Vegeta non la degnò di uno sguardo.
“E’ proprio
carino il mio peluche, vero papà? Stavo pensando ad un
nome da dargli ma proprio non mi viene in mente…”
iniziò Bra. Vegeta grugnì qualcosa, del tutto disinteressato. La piccola iniziò
a muovere le zampe dell’orsetto e giocò con lui. Suo padre la guardò di
sfuggita, chiedendosi perché la sua bambina non fosse più interessata alla
lotta tra suo fratello e Goten invece che a giocare con uno
stupido peluche.
La bambina
continuò imperterrita a giocare anche quando Trunks si garantì la vittoria e Vegeta sbuffò leggermente domandandosi se sua figlia avesse
davvero sangue saiyan nelle vene.
Di scatto il
saiyan si alzò in piedi e si diresse rapidamente fuori dalla
stanza e giù dalle scale: ora che Trunks aveva battuto Goten non ci sarebbero
più stati incontri interessanti.
Bra sbattè
forte le palpebre e corse dietro al padre, desiderosa di stare con lui.
Corse giù
dalle scale e avvertì la sua aura allontanarsi velocemente: sicuramente stava
volando.
La bambina
sbuffò e prese a camminare nella direzione del padre: prima o poi lo avrebbe
raggiunto.
Vegeta planò
delicatamente in un grande prato e si distese, rilassandosi.
Chiuse gli
occhi e sospirò: Kakaroth era partito. Chissà per quanto tempo non l’avrebbe
più visto…
Non che gli
dispiacesse. L’odio per lui non era certo scomparso, si era solo trasformato in…fastidio.
Sì, Goku lo infastidiva e basta.
Forse
perché era sempre considerato un eroe nonostante il fatto che per la terza
volta avesse lasciato di proposito la sua famiglia; forse perché tutti si erano
concentrati sul ringraziare lui dopo la sconfitta di Majin Bu e nessuno si era
preoccupato di ringraziare anche Vegeta; forse perché aveva un cuore talmente
puro che tutti lo adoravano e lo cercavano.
Per questo
non gli piaceva Goku.
E adesso, per
anni, sarebbe rimasto senza di lui. La piccola Pan
sarebbe cresciuta senza suo nonno, Chichi avrebbe ripreso a vivere come una
vedova e Gohan e Goten sarebbero nuovamente rimasti senza un padre e un
modello.
Ma forse
tutti i sentimenti di Vegeta nei confronti di Goku potevano essere riassunti in
una sola parola: invidia. Invidiava Goku della sua potenza, della sua libertà,
della sua ingenuità.
Lui non
avrebbe mai potuto lasciare la sua famiglia come aveva invece fatto così tante
volte il suo nemico: Bulma non glielo avrebbe mai permesso, Trunks aveva
bisogno di una guida e Bra avrebbe sofferto troppo.
Vegeta
sorrise ironicamente: alla fine era lui più terrestre di Goku e più attaccato
ai sentimenti! Tutti quegli anni erano stati deleteri per lui…ma,
in fondo, non gli dispiaceva.
Fissò il
cielo azzurro sopra di lui: probabilmente ora poteva definirlo il suo colore
preferito. Tante, troppe cose erano associate a quel colore. Prima era stato
l’amore e comprensione di Bulma, poi gli occhi e l’anima di Trunks, infine la
luce e la pace di Bra.
“Mi sono rammollito…” pensò Vegeta, sospirando. Ma andava
bene così.
Si alzò a
sedere e cercò le auree della sua famiglia. Ecco quella di Trunks, accanto a
quella di Goten: probabilmente i due erano in giro a chiacchierare o a
rimorchiare le ragazze. Erano decisamente cambiati in quegli anni, gli
allenamenti non erano più al primo posto per loro. Ma non poteva neanche
biasimarli: erano giovani e vivevano in un periodo di pace, era giusto che si
godessero la vita.
Ecco quella
di Bulma, tranquilla e pacifica accanto a quella della moglie di Kakaroth:
probabilmente la stava consolando.
E infine…un
momento! Dov’era Bra? Era convinto che fosse con Bulma…
Vegeta scattò
a sedere e fluttuò in aria, concentrandosi sull’aura di sua figlia. La captò
decisamente distante da quella di Bulma o Trunks, anzi era molto più vicina a
lui! Cosa succedeva?
Rapidamente
Vegeta volò verso l’aura di sua figlia, leggermente preoccupato. Una bambina
così carina e piccola poteva essere in grave pericolo se girava senza meta.
Bra si guardò
attorno, spaesata. Aveva perso le tracce dell’aura di suo papà. Strinse forte,
forte il suo peluche rosa e fece qualche piccolo passo
in avanti, spaventata. Avrebbe potuto tornare
indietro, questo era vero, ma desiderava troppo trovare il suo papà.
Girò l’angolo
e si infilò in un piccolo passaggio, camminando incerta. Un gatto le passò
accanto alle gambe e la bambina rabbrividì, colta di sorpresa.
“Dove sei
papà?” domandò con un filo di voce accarezzando il suo orsacchiotto.
Abbassò la
testina e camminò piano finché non andò a sbattere contro qualcosa
di veramente duro. Cadde all’indietro e si sporcò il vestitino di polvere.
“Ahi!”
gemette piano accarezzandosi il sederino. Alzò gli occhi e si trovò davanti due
bestioni altissimi che osservavano la gioielleria poco distante. Probabilmente
erano due ladri pronti a svaligiarla.
Un omino
piccolo e paffuto si fece spazio da dietro i due omaccioni e si fermò davanti a
Bra, osservandola. Non presagiva nulla di buono.
“Ma guarda
che bella bambina abbiamo qui!” esclamò l’uomo allungando la mano per
afferrarla. Bra si allontanò e un energumeno la afferrò per il vestitino e la
alzò. La piccola strillò e gli ordinò di metterla a terra.
La bambina
continuò a stringere il suo orsacchiotto rosa e il capo della banda lo afferrò
con forza strappandoglielo dalle mani e gettandolo lontano. Bra gridò,
rimproverandolo per il gesto appena compiuto.
Il gangster
rise di gusto e ordinò ad uno dei suoi scagnozzi di finire quello
stupido peluche. In pochi minuti dell’orsacchiotto rosa non restò che
tanta stoffa e piume sparse ovunque.
Bra abbassò
la testa e iniziò a piangere, disperata. Il gangster rise di gusto e anche i
due omaccioni lo imitarono.
Il sangue
saiyan di Bra iniziò a ribollire e la piccola, arrabbiata, alzò la sua aura
facendo tremare il pavimento e allontanando l’energumeno che ancora la teneva
sollevata in aria.
L’asfalto
sotto i suoi piedini si ruppe, l’elastico che le teneva legati i capelli si
spezzò e i muri iniziarono a creparsi. La bambina stava lasciando sfogare la
sua potenza.
Arrabbiata
come mai lo era stata prima, Bra alzò lentamente un
braccio e imitò uno dei colpi classici che aveva visto fare al suo papà. Una
grande sfera di energia si formò nel suo palmo e lo scagliò contro i tre che lo
evitarono per miracolo.
Vegeta sentì
improvvisamente l’aura di sua figlia alzarsi in maniera esorbitante e si voltò
verso quella direzione. Un grande fascio di luce illuminò un vicolo e Vegeta
riconobbe un Big Bang Attack. Possibile che si trattasse proprio di Bra?
Vide tre
uomini uscire correndo dal vicolo e atterrò rapidamente, volendo assicurarsi
che si trattasse davvero di sua figlia. La vide lì, in piedi, avvolta da una
luce blu, i capelli dritti e gli occhi colmi di lacrime.
Le
si avvicinò e si
guardò attorno. Notò il peluche distrutto e il
vestitino sporco della bambina e intuì il motivo della sua rabbia. Abbassò lo
sguardo su di lei e le disse con voce bassa di calmarsi.
Bra ubbidì,
la luce blu scomparve e la piccola iniziò a singhiozzare, triste per il suo peluche. Si strofinò gli occhietti, cercando di
smettere di piangere e Vegeta le appoggiò una mano sulla testa,
accarezzandogliela goffamente. Era fiero di lei.
“Oh papà!”
gridò la bambina andando ad abbracciargli le gambe. Vegeta la lasciò fare, poi
le disse che avrebbero fatto meglio a ritornare al torneo.
Bra annuì, ma
rimase triste per il suo peluche. Con un sospiro il
padre le assicurò che gliene avrebbe vinto un altro. E Bra tornò a sorridere,
ringraziando di cuore il padre.
“Eccoli!”
gridò Bulma avvistando Bra e Vegeta in lontananza. Si era accorta tardi che la
bambina era scomparsa e quando Trunks le aveva detto che non era insieme a suo
padre si era molto spaventata.
“Oh,
piccolina!” gridò la donna andando ad abbracciare forte la bambina. “Non fare
mai più una cosa simile!” la sgridò. “E cosa ti è successo?” domandò osservando
i capelli sciolti e il vestitino un po’ sporco.
“Dei brutti
cattivi mi hanno fatta cadere e hanno distrutto il mio orsacchiotto! Ma io li
ho spaventati tanto sai? E papà ha detto che mi
vincerà un altro peluche!” disse Bra, gasata.
Bulma alzò
confusa lo sguardo verso Vegeta che, imbarazzato, si era voltato per darle la
schiena. La donna sorrise e disse allora a Bra di sbrigarsi e andare con suo
padre alla bancarella.
Prima però le
pulì leggermente il vestitino e le rilegò i capelli con un altro elastico. Bra
poi afferrò la mano del padre e lo trascinò verso la famosa bancarella.
Di
controvoglia Vegeta abbatté le lattine e Bra, emozionata, scelse un peluche anche più bello di quello che aveva prima.
“Perché dici
che questo è più bello?” chiese Trunks leggermente offeso. Bra sbattè le
palpebre, e sorrise. “Perché questo l’ha preso papà!” disse candidamente.
Trunks capì subito che aveva ragione lei.
“Vi va di
fare una foto?” chiese Bulma ricevendo un’occhiataccia da Vegeta. Il momento
era talmente bello per tutta la famiglia che la donna aveva pensato bene di
immortalare Vegeta in atteggiamenti più o meno felici.
Il saiyan
voleva fuggire ma Bra fu più lesta di lui e, dopo aver
dato a Trunks il peluche si fiondò in braccio di suo padre e si mise in posa
per la foto aprendo una manina e salutando la madre.
Vegeta si
agitò leggermente e Bra si appigliò al suo labbro tirandolo in giù senza
volerlo. La foto era fatta.
Con stizza
Vegeta fece scendere la figlia e, con le mani in tasca, si allontanò dal gruppo mentre Bulma sorrideva felice e Bra riprendeva il suo
peluche dalle mani di Trunks per poi correre dietro al suo papà.
FINE
Piccola one-shot che mi auguro vi sia
piaciuta!
Da tanto
volevo scrivere qualcosa su Bra e Vegeta, finalmente ci sono riuscita! So che
non è niente di speciale, ma è tutto quello che la mia mente è riuscita ad
elaborare! Che pena!
Ho descritto
ovviamente la giornata del torneo Tenkaichi dopo Majin Bu, quando cioè vediamo
Bra per la prima volta! E la foto finale non è certo presa dal nulla!
Se aguzzate
la vista e utilizzate quel meraviglioso pulsantino
del videoregistratore o del lettore DVD chiamato pausa, in una puntata di
Dragon Ball GT si vede questa famosa foto! Mi sembra sia nell’episodio 26 ‘Il cambiamento di Goten’ ma non
ne sono sicurissima…comunque c’è il momento in cui alla Capsule Corporation
Chichi prende a schiaffi Goten e lo scaraventa contro il mobile della sala
facendo ribaltare tutte le foto…ed ecco lì che si vede la famosa immagine!
Beh, fatemi
sapere se vi è piaciuta o no!
Ah, ho deciso
di fare in modo che Bra percepisse già le auree perché secondo me è una cosa possibile anche se non è mai stata
allenata…del resto anche Goten inizialmente era senza esperienza di lotta, anzi
ne aveva molto poca, eppure è subito riuscito a diventare super saiyan. Quindi
perché non anche Bra? Però la piccola non sa ancora volare, esattamente come
Goten all’inizio!
Bene, direi
che è tutto!!
Grazie per
aver letto e grazie se recensirete!!
Baci, tsubaki!!!