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Autore: Elepinkina    02/06/2007    8 recensioni
Song-fic sulla canzone dei McFly. La one-shot é su uno di loro, ma anche non conoscendoli, può benissimo essere letta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dougie DISCLAIMER:Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo. Io non conosco (purtroppo) Dougie e tutto questo é frutto della mia mente.

BUONA LETTURA!
Photo Sharing and Video Hosting at Photobucket <-- Dougie!!



Me ne sto sdraiata sul letto. Ho appena comprato il nuovo CD ‘Motion in The Ocean’ e lo sto ascoltando... Piango ogni volta che sento la sua voce. Appena percettibile sotto le altre. Finché, non parte la quinta canzone e la prima frase mi cattura, così come tutto il resto...

I wish I could bubblewrap my heart
In case I fall and break apart
I’m not God I can’t change the stars
And I don’t know if there’s life in Mars
But I know you hurt the people that you love and those who cares for you
I want nothing to do with the things
you’re giong through

Non é lui a cantare, ma Tom. Però posso essere abbastanza sicura che l’abbia scritta lui. Sono cose che ha detto a me. La canzone ha note dolci, ma quando sento il ritornello capisco che é arrabbiato, come l’ho lasciato l’ultima volta.

This is the last time
I give up this heart of mine
I’m telling you that I’m
a broken man who’s finally realised
You’re standing in moonlight
But you’re black on the inside
Who do you think you are to cry?
This is goodbye


Le lacrime scendono più forte di prima. Non é vero. Non sono così. Ho voluto farglielo credere però. Volevo fargli vedere che ero forte e invece avevo ottenuto che pensasse che fossi senza sentimenti.

I’m a little dazed and confused
But life is a bitch
And so are you


Non é vero. Perché ha scritto queste cose? Perché mi ha voluto ferire così? Perché non ha capito? Adesso le note si fanno più dure. Disperate, quasi.

All my days have turned into nights
‘Cause livin without without without you in my life
And you wrote the book
On how to be a Liar and lose all your friends


«E’ quello che ti ho fatto credere!» urlò verso lo stereo, con le lacrime che mi rigano le guance. Pensavo che il distacco sarebbe stato più facile così. Io avrei sofferto. Avevo pensato solo a me. Non ho messo in conto che anche lui poteva rimanerci male. Ma come poteva dirmi una cosa del genere? Bugiarda? Avevo passato 4 anni ad osservarlo da lontano senza il coraggio di avvicinarmi, poi finalmente c’ero riuscita, ma lui era troppo impegnato con i McFly. Pensavo di fare la cosa giusta nel chiudere.
Lizzie, resisti, non chiamarlo. Sopporta, un giorno capirà... Spero.

Did I mean nothing at all?
Was I just another ghost that’s been in your bed?


La voce di Danny mi arriva come un coltello nello stomaco. Mi alzo dal letto senza pensarci troppo e indosso le all star rosse. Mi infilo le cuffie del lettore CD nelle orecchie e continuo ad ascoltarmi la canzone.
«Dove vai?» mi chiede mio fratello vedendomi pronta per uscire.
«Devo sistemare una cosa. Non so quando ritorno.» uno sguardo e lui ha capito. Ha capito dove vado e immagina che cosa sia successo.
Esco e il freddo mi ghiaccia il viso ancora bagnato. Tiro fuori una mano dalla tasca del giubbotto e mando un sms.
“STO VENENDO A CASA TUA”
so che é a casa e so anche che non risponderà al messaggio. Non importa. Chiederò a sua sorella di farmi entrare.

This is the last time
I give up this heart of mine
I’m telling you that I’m
a broken man who’s finally realised
You’re standing in moonlight
But you’re black on the inside
Who do you think you are to cry?
This is goodbye


Mi chiedo quando abbia scritto questa canzone. Probabilmente subito dopo che gli avevo detto che non volevo niente con lui. Rido fra le lacrime. Dopotutto dovrei essere contenta se sono stata talmente importante da portarlo a scrivermi una canzone.

Yeah!
Turn on the radio honey
‘Cause every single sad song you’ll be able to relate
This one I dedicate
Don’t get all emotional baby
You could never talk to me
You’re unable to communicate


Altre lacrime. Se solo sapesse. Non gliel’ho mai detto che erano 4 anni che cercavo di conoscerlo. Non gli ho mai detto che al solo pensare di parlargli mi veniva male. Non gli ho mai detto che ad ogni suo ‘ciao’ mi sentivo la ragazza più felice della terra. Non gli ho mai detto quanto sono stata contenta quando abbiamo cominciato a frequentarci da amici. Non ho potuto descrivergli come mi sentivo quando mi ha baciato la prima volta.
Eccomi, sono arrivata davanti alla villetta che ho visto tante volte. Cerco di asciugarmi le lacrime. Non voglio che, in caso ci fosse sua madre, si spaventasse. Mentre attraverso il piccolo giardino guardo verso l’unica finestra con la luce accesa al piano di sopra. So che é lì e che mi ha visto. Salgo gli scalini e suono il campanello. Dopo poco mi apre una ragazza. Jazzie. Io ho un anno in più di lei, ma siamo diventate molto amiche.
«Dougie, ha detto di dirti che non é in casa...» mi dice. Poi mi guarda meglio: «Ma comunque é in camera sua che non sta facendo niente come suo solito.»
Mi fa entrare e mi incita ad andare di sopra.
«Mia mamma non c’é e io sono qui che mi guardo un film, se hai bisogno...» sorride per incoraggiarmi. Io salgo i gradini piano. Non so più cosa devo dirgli.
Apro la porta di camera sua e lo trovo sul letto, con il basso in braccio. Mi guarda. Oddio se é bello. Il mio stomaco si chiude nel vederlo. Quei capelli biondi spettinati, quelle braccia, quel fisico e poi, quegli occhi azzurri, irresistibili. Riabbassa lo sguardo verso lo strumento, ma dice:
«Cosa fai qui?»
Mi avvicino un po’, titubante.
«Ho sentito la canzone che hai scritto tu.» lui non risponde «Bubblewrap»
«Non l’ho scritta io.» so che mente. Lo so. Non me lo dice guardandomi negli occhi. Poi prende il libretto dentro il CD e lo apre all’ultima pagina, dove ci sono i ‘credits’ me lo porge e dice: «Guarda te, l’ha scritta tutta Tom»
Sono ancora convinta che stia mentendo anche quando leggo che effettivamente é così. La canzone parla delle stesse cose che mi ha detto lui.
«Dougie, lo so che sei stato tu a scriverla.» dico mentre una lacrima mi scivola lungo la guancia. L’asciugo, lui non se ne accorge. Si alza, appoggia il basso per terra e mi viene incontro, arrabbiato:
«Allora mettiamo che l’abbia scritta io, ad un certo punto mi sembra che dica di non venirmi a parlare, giusto?»
La sua voce é gelida, mi fa male. Questa volta abbasso io lo sguardo incapace di sopportare il suo.
«Mi hai dato della troia.» affermo. «Non é vero che non sei stato niente per me.»
«Ah, sì?» scatta lui «Ho visto proprio come mi hai trattato.»
«Come sarei stata senza di te, tutto il tempo in cui saresti andato via con i McFly?» dico, senza guardarlo ancora. «Io ti ho detto quelle cose per non soffrire... Io... credevo che sarebbe stato meglio per tutti e due, ma poi mi sono accorta che avevo solo peggiorato le cose»
Dougie scuote la testa incredulo. «Tu non puoi dirmi questo. Tu sei entrata nella mia vita, mi hai fatto innamorare di te e poi mi hai detto che era meglio chiudere tutto. E adesso mi vieni a dire che l’hai fatto solo per non soffrire??»
Ho sentito bene? Lui... lui é innamorato di me? Altre lacrime mi rigano il viso e questa volta lui se ne accorge, ma non si avvicina. Sta lì fermo davanti a me a guardarmi.
«Non ti ho usato. Io ti volevo veramente. Chiedilo, chiedilo a chi vuoi: per 4 anni ti ho guardato da lontano senza aver il coraggio di avvicinarmi. Poi per uno scherzo del destino ci siamo conosciuti ed é stato splendido. Io non posso nemmeno descriverti come ero felice.» Lui mi guarda tristemente, ascoltando ogni singola parola che dico «E quando mi hai baciata... Dio, io non potevo essere più felice di così. E quando l’abbiamo fatto io.... Beh, non puoi darmi della troia. Tu sei stato tutto per me. Tu sei tutto per me.»
A quest’ultima frase, Dougie scatta verso di me e mi abbraccia forte. Sento il suo profumo dolcissimo e la felpa umida per le mie lacrime. Lo sento che mi bacia i capelli.
«Scusami, Liz.» dice stringendomi di più «Io non avevo capito. Io avrei dovuto pensarci. Invece ho scaricato tutta la mia rabbia su quella canzone e su di te.»
«Non importa.» gli dico e abbozzo ad un sorriso mentre con le dita mi solleva il mento per guardarmi negli occhi. Poi si avvicina e mi stampa un bacio sulle labbra. Mi asciuga alcune lacrime di gioia dal viso e mi scosta i capelli: «Sei la cosa più bella che mi sia capitata, piccina.»
Mi sento così bene in questo momento. Lo abbraccio forte appoggiando la testa sul suo petto. Sento il suo cuore battere e sento che mi accarezza teneramente i capelli. E’ bellissimo. Tiro un sospiro profondo adesso. Sono sollevata. Tutto é risolto.
Finiamo per fare l’amore anche adesso. E alla fine siamo sfiniti. Distrutti. Ci copriamo con il lenzuolo del suo letto e stiamo a guardarci. Io mi perdo in quegli occhi azzurri che sembrano divertirsi sempre. Mi scosta i capelli dal viso e mi dà un altro bacio sulle labbra.
«Non abbandonarmi più, Liz» dice.
Poi mi abbraccia ancora.
«Devo andare...» sussurro cercando, con malavoglia, di staccarmi da lui. Dougie non molla la presa:
«No, resta qui.» risponde con voce roca. E vorrei dirgli di sì, ma so che devo tornare a casa prima che chiamino i carabinieri per sapere dove sono finita.
«No, devo proprio andare, Dougie...» gli dò un bacio e poi mi alzo, cominciando a vestirmi. Anche lui si alza e si riveste.
«Ti accompagno.» dice «Le strade a quest’ora non sono raccomandabili.»
So che lo fa solo per rimanere con me ancora un po’, anche se non lo dice. Non sarebbe la prima volta che mi faccio la strada da sola a quell’ora. Quando l’ho lasciato me l’ha fatta fare tutta senza problemi.
Sorrido mentre mi prende la mano e usciamo da casa sua affrontando il freddo. Non mi lascia. Mi tiene stretta. Ad un certo punto mi mette il braccio intorno alle spalle e io mi sento veramente protetta. Lo guardo e gli sorrido.

  
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