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Autore: LairaWolf    15/11/2012    3 recensioni
Questa saga racconta (principalmente dal punto di vista di Gwen) un continuo dopo la terza stagione. I ragazzi sono in vacanza su uno yathc, ma questo viene colto da una tempesta, che disperderà alcuni ragazzi e altri li spedirà in un posto sperduto....
Una storia di amori, sofferenza, e di spirrito di gruppo!
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Courtney, Eva, Noah, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il mare è semplicemente stupendo, ed esserci proprio in mezzo, è oltre lo stupendo! Mia madre non vuole che io vada in giro in barca, ma è così bello...
Così ci vado comunque anche se lei non vuole. Vado in mare aperto a pescare. Pescare per modo di dire, non voglio mangiare i pesci. Mi piace solo la sensazione dell’esca che abbocca, infatti i miei ami non terminano con un uncino.
Tipo adesso sto pescando nel mar dei Caraibi. Nella mia piccola barchetta a motore c’è tutto quello che mi serve:le esche, un cestino con il pranzo, una cassetta di pronto soccorso, benzina di riserva, tre litri di acqua più cinque per le emergenze. Per non parlare del telefono cellulare con rintracciatore satellitare, così nel caso di emergenze, possono trovarmi dappertutto: anche perché ho installato un cip sotto la pelle per ritrovarmi ovunque. Ho dovuto installarmeli perché mia madre, dopo... oddio, non voglio pensarci. Mi viene male al solo pensiero. Ma non per questo non ho rinunciato ai viaggi per mare.
Rimango pigramente semidisteso sul fondo della barca, scaldato dal sole. Metto la mano nella tasca dei pantaloni ed estraggo una caramella alla menta, che faccio passare tra la lingua per farla sciogliere. Intanto canticchio sottovoce:
 
We all live in a yellow submarine, yellow submarine...
 
ho sempre amato quella canzone, anche perché non ha granché senso! È divertentissima!
Mi alzo lentamente ritirando la canna da pesca: mi è venuta voglia di andare in giro ad esplorare i dintorni: nel mar dei Caraibi si trovano tantissime isolette nascoste o mai abitate. Sono sei veri paradisi naturali, quelli che preferisco in assoluto! Lontano dall’umanizzazione, io e la natura soltanto...
Che si può desiderare di meglio?
Sistemo per bene la canna da pesca, le cose sparse in giro e avvio il motore. Ma non vado forte, preferisco viaggiare piano, per ammirare meglio il mare...
Molto probabilmente sarò un sentimentale, ma non ci posso fare niente.
Il motore emette un forte ruggito anche se vado piano. Comincio ad avvicinarmi sempre di più a una forma indistinta. Dovrebbe essere un’isola. Non è molto grande, ma si distingue per una montagna, un’ alta collina situata proprio al centro.
Non so perché ma una forza misteriosa mi costringe ad aumentare la velocità. Improvvisamente voglio raggiungere quell’isola a tutti i costi. Quando suono sufficientemente vicino, spengo il motore e tiro fuori i remi. Già, ho anche i remi! Nel caso di motore in avaria, oppure... per avvicinarsi alle isole è secondo me il modo migliore: così non disturbo la fauna dell’isola ed evito di incagliarmi nelle basse o sugli scogli.
Mi sistemo ai posti, infilo i remi e comincio a remare. Il rumore dei remi che fendono l’acqua è così dolce e rilassante che a momenti mi addormento!
Mi giro a controllare. Sono ancora un po’ lontano dalla riva e –giuro!- ho continuamente questa sensazione di sbrigarmi: ora voglio andare sull’isola ardentemente!
Ah, che cosa possono giocare le emozioni! A volte fanno un po’ come vogliono loro!
Dopo circa una ventina di minuti, sono quasi arrivato alla riva. Sento un “tonf” e capisco di essere arrivato. Scendo dalla barca, e la trascino il più possibile verso riva. Recupero dallo scafo una lunga fune che lego sulla prua. Tenendo la fune, mi dirigo sulla spiaggia. La sabbia bianca che mi scivola tra le dita bagnate è una magnifica sensazione!
Trovo uno scoglio e ci lego attorno la fune. Così la barca non potrà andare da nessuna parte!
Ovviamente mi sono portato dietro il telefono satellitare: chissà cosa mi potrebbe succedere...
Ma non dovrei avere niente di cui preoccuparmi: il mare è perfettamente tranquillo, l’isola sembra inabitata e invitante...
Faccio un forte respiro e mi inebrio di questa magnifica aria salutare...
Mi decido a camminare un po’ attorno all’isola, sulla spiaggia. Non noto nulla di strano: solo granchi che vanno avanti e indietro sugli scogli e qualche lucertola che si arrostisce al sole del mattino. Ma poi decido di addentrarmi nella foresta: chissà quali forme di vita animale ci saranno...
Sono sempre stato uno curioso di queste cose. Mi piacciono moltissimo gli animali.
Proseguo nel fitto della foresta. Poi così, quasi di colpo mi ritrovo in una radura. Ma... in questa radura ci sono delle capre! E anche delle pecore!
Ehi! Non sapevo che potessero vivere in questa zona del pianeta! Ah beh, aspetta: il manto è diverso... forse non sono pecore, ma sono camelidi... comunque sia, voglio dare un’occhiata più da vicino!
Detto questo mi avvicino di più, ma stranamente loro non fanno una piega. Mi aspettavo che scappassero, e invece continuano a brucare senza degnarmi di uno sguardo. Forse quest’isola è priva di predatori naturali e quindi si sentono perfettamente al sicuro... un po’ come lo credevano i Dodo. Infatti quando i soldati spagnoli sbarcarono sulla loro isola non ne furono affatto intimoriti, anzi! Giocarono con loro, finché ovviamente non finirono in pentola...
Mi guardo intorno, tra le capre e le pecore, ma mi ignorano completamente. Quando improvvisamente sento un leggero fischio. È piccolo, sottile, ma lo sento benissimo. È come... un ultrasuono.
Forse sto avendo allucinazioni uditive...
-         Su forza, vieni qui testa di rapa! Non muori mica se ti tolgo qualche ciuffo di pelo! –
.
.
.
.
EH????
Questa non poteva certo essere un’allucinazione! Ho sentito benissimo qualcuno parlare! In inglese!
Forse è dall’altra parte della roccia in mezzo alla radura...
Mi ci appiattisco contro e striscio su tutto il perimetro, fino a che non scorgo, anche abbastanza vicino, una figura.
È alta, ma non molto, piuttosto larga, tozza e robusta, vestita con una pelle di capra. I capelli sono una massa informe castana. Sembra tranquillo e pacifico, così tento di avvicinarmi di più.
Quando sono più vicino, noto i profili del suo volto.
Un momento...
Non può essere... lui...
Esco dal mio nascondiglio. Lui si gira. Mi guarda interdetto, immobile, senza dire ne “a” ne “bah”.
Io lo sto squadrando da capo a piedi. Non riesco a parlare, tanto è il mio sgomento. Ma riesco a pronunciare una parola:
-         Ezekiel? –
Gli si spalancano gli occhi. Mi guarda e anche lui parla.
-         DJ? -




Nota dell'autrice
Piccolino il capitolo... ma spero di avermi messo un pò di ansia!Anche piccola piccola.. eheheh!
  
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