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Autore: Bryluen    02/06/2007    12 recensioni
il caldo soffocante, uno strano sogno, due morti a confronto...
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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incubo assassino

Buio,
solo la  luna illuminava tetramente una camera da letto, in una grande casa antica di provincia. Una ragazza con dei lunghi capelli castani sciolti sul cuscino, tentava di prendere sonno senza riuscirvi, lottava contro il sottile lenzuolo non trovando una posizione comoda. Era inquieta, si guardava attorno nella camera buia, pregando perché le fossero concesse un po' di requie, ma questo peggiorava soltanto le cose, i sensi all'erta, contro un' improbabile pericolo, gli occhi scrutavano ciò che l'attorniava soffermandosi sulle tende bianche della finestra e del grande letto a baldacchino, immobili data l'assenza di vento, che nell'oscurità emanavano strane luci, come fossero dei fantasmi provvisori di una notte insonne.
Faceva caldo, l'aria era ferma. La giovane sudava, i capelli e tutto il corpo si inumidivano del fluido corporeo. Era una notte di inizio estate, la calura era più insopportabile quanto subitanea e soffocante, davvero soffocante; la ragazza si portò le mani al collo, boccheggiando, cercando di afferrare l'aria che le sfuggiva dai polmoni.
d'improvviso il sonno.

Luce,
una stanza illuminata, una ragazza dalla pelle diafana e i lunghi capelli corvini, premette l'interruttore della luce, con lei entrarono altri tre ragazzi, uno aveva i capelli rossi, il viso lucente, non si sarebbe saputo dire perché ma attirava l'attenzione, gli altri due ragazzi, invece, erano sfocati, nel sogno, come facessero parte dello sfondo.
"
"Splendido horror, vero?""chiese la ragazza, mentre l'uomo dai capelli rossi accendeva il camino, che subito illuminò la stanza con fiamme danzanti, lei si versò da bere, da una bottiglia di vetro, probabilmente una bevanda fortemente alcolica.

"Si, è piaciuto anche a me" rispose lui, sorridendo "le due vittime erano davvero strazianti
" un riso canzonatorio mise fine alla frase.

"Una strangolata"

"Una sgozzata"

dissero a turno i due ragazzi, seduti agli angoli opposti della camera, la loro voce atona e impersonale sembrava provenire dalla parete

"Già
!" esclamò lei, come fosse trionfante, mentre versava da bere al rosso, che sedeva dinnanzi al camino "due morti, entrambe collegate al collo, così simili, eppure così diverse, estremamente diverse" la bruna girava attorno all' uomo seduto accarezzandolo sensualmente, sembrava un serpente quando circonda la propria preda, ma lui continuava a sorridere compiaciuto. Fino a quando lei  si immobilizzò davanti a lui. "il soffocamento è un arte, ci sono dei killer che uccidono solo così le proprie vittime, un metodo perfetto, senza grida, senza sangue," accentò le ultime parole come fossero le più importanti, guardava l'uomo fisso negli occhi, si sedette imbraccio a lui e sorrise, ma in un modo innaturale, inquietante "solo un segno rosso"disse lentamente,e  passò la mano affusolata, lungo il collo di lui poi premette con due dita la trachea, cosìcchè lui avesse problemi nel respirare "si esercita una leggera, ma costante pressione, in modo da sorprendere la vittima, poi si stringe tutto il collo, in modo da non far passare l'ossigeno, si aumenta la pressione facendo lesionare i tessuti circostanti la carotide oramai schiacciata " così disse, cingendo il collo del rosso, con tutta la mano, i capelli corvini brillavano al fuoco, mentre gli occhi chiari di lui erano accesi dal terrore. Gli altri due ragazzi continuavano a sedere immobili, con lo sguardo fisso, inerti come senza vita, silenti come fossero due bambole.
"
a questo punto, sopraggiunge la morte" lei lasciò la presa sul collo di lui, il cui corpo era sconquassato dalla tosse, e dai profondi respiri, si portò le mani al collo come  per tentare di  recuperare l'ossigeno perduto, ma nessuno se ne preoccupava. La ragazza si alzò e percorse a lunghi passi la stanza, "ah, il soffocamento è il più nobile dei crimini, compiuto solo con la propria forza, senza l'ausilio, di armi, nè veleni solo le proprie mani " disse iniziando a giocare con le lunghe dita bianche ed affusolate, "come un perfetto strumento, che dà forma ad ogni arte...., anche all' assassinio" un lungo sorriso enigmatico le illuminò il volto, poi la stanza echeggiò di  un riso acuto, penetrante, femminile.
"invece lo sgozzamento, è un altra cosa, meno artistico, meno puro, così vile, e poco pratico... si abbisogna di uno strumento, che sia acciaio, argento,oro o ferro poco importa, l'importante è la lama che sia sottile e ben affilata, tagliente e mortalmente incisiva
." Detto questo sotto gli occhi del compagno, che spossato, era tornato a sedersi presso il camino, la donna aprì un cassetto, si diffuse un tintinnio chiaro, metallico; la giovane ne trasse un coltello, era d'argento perfettamente lucido, la lama scintillava al chiarore delle fiamme, il manico appariva finemente lavorato, il filo della lama lasciava intendere quanto quel semplice oggetto potesse essere terribilmente pericoloso.  "Eccolo il protagonista dell'uccisione, quanto potere può dare all'uomo una semplice lama, il potere di togliere una vita" la bruna si girò verso il compagno, che stavolta lo guardava sospettoso, ma lei sorride affettuosa, non voleva fargli del male, non stavolta almeno, ed era ben cosciente che un -esempio- del delitto, come precedentemente aveva fatto poteva essergli fatale. "Anche se ogni attrezzo che sia esterno al corpo umano è così poco perfetto, la pistola copre di polvere finissima, lo stesso per i fucili,  il coltello fa defluire il sangue, tutto così poco puro " guardò a lama come se ne fosse irresistibilmente affascinata.

"La seconda vittima"

"Sgozzamento"

ancora una volta quelle voci atone, dei due bambocci, sempre più inquietanti , come tutto in quella stanza.

"Lo sgozzamento è immediato, prima la vita e poi un netto taglio: la morte. Piuttosto antico come metodo, molti uomini, nelle battaglie più piccole e più grandi del mondo, sono morti per un semplice taglio alla gola " la donna giocava col coltello, stando ben attenta a non tagliarsi, attorniava il compagno, o girava per la stanza come fosse sola con i suoi pensieri assassini; "il nemico ti corre contro, gli occhi fuori dalle orbite, in quello che per lui è un segno di estremo coraggio, povero stupido, un banale movimento del braccio, una spada e zac" mimò il gesto fendendo l'aria , il suo sguardo accecato da una battaglia invisibile  "così semplice, lo vedi morire, affogando nel suo sangue, che infame destino" un sorriso malefico, una carezza al lato piatto della lama e continuò a parlare abbassando la voce, catturando l'attenzione del rosso, con quel tono sensuale, "ma a volte è tutto diverso,  la vittima è distratta, girata, allora la si immobilizza, e con un solo movimento, un colpo da maestro, un operazione quasi chirurgica, si recide la giugulare, tutto il sangue defluisce, e la vita esce fuori dal corpo come i grandi fiotti di sangue ."  Detto questo, la bruna si tagliò la mano con il coltello, ma non ci fu nessuna ferita, non sgorgò nemmeno una goccia di sangue.

Buio,
era ancora notte fonda, in una vecchia casa di provincia il silenzio fu squarciato da un urlo di profondo raccapriccio, e di immane terrore.

Luce,
in tutta la casa si accesero le luci, il grande letto a baldacchino  era inzuppato di sangue, una giovane dai lunghi capelli castani era stata uccisa da un grande taglio sul collo, preciso alla giugulare, sembrava fosse stata sgozzata.

  
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