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Autore: Giova85    02/06/2007    6 recensioni
Una storia ambientata dopo CoTBP, ma scritta quando avevo già visto il secondo film. Elizabeth si comporta in modo strano, e sta per sposare....Norrington?
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1

Ecco un’altra storia sui Pirati dei Caraibi. L’ho scritta dopo aver visto il secondo film, ma c’è molto poco di quello in questa storia. Però ci sono un paio di nomi che riguardano il terzo. Poco come spoiler, ma se non volete sapere nemmeno questo, allora non leggetela.

 

Pirati dei Caraibi – Il Medaglione di Calipso

 

Capitolo 1: Il Rum Risolve Tutto

 

Da quando era sfuggito al boia a Port Royal, Jack Sparrow non aveva mai fatto visita ai suoi due nuovi “amici” Will e Elizabeth. Ma dopotutto come poteva, loro vivevano nella cittadina che più di tutte probabilmente nei Caraibi odiava i pirati. Non esattamente il posto adatto a lui, specialmente visto che era ricercato.

 

“Immagino siano felicemente sposati ormai” si disse, mentre la ciurma manovrava per portare la Perla Nera nella baia di Tortuga. Pensandoci bene, si chiese come mai avesse pensato a loro, ma non ebbe tempo di rispondersi perché le scialuppe furono messe in acqua e tutti si diressero a terra.

 

La combriccola attraversò la cittadina allegramente, felici di prendersi una pausa dalle loro recenti avventure. Una bevuta di rum era l’ideale per festeggiare i saccheggi di alcune navi ma soprattutto dell’isola di S. Thomas.  E così Jack li condusse alla taverna che preferiva, Lo Smeraldo Verde.

 

Una volta dentro, si sistemarono in due tavoli, e Jack ordinò.

 

“Una dozzina di boccali di rum, per cominciare, grazie Frank” disse al barista, che annuì.

 

Col passare delle ore, la gente lasciò il pub, e anche la ciurma di Jack lo fece, per andare a far baldoria in giro. Il capitano però restò lì, e la sua attenzione fu attirata dall’unico altro uomo rimasto dentro, per quanto col rum che aveva bevuto non è che ne avesse molta di attenzione.

 

Guardandolo a lungo, Jack iniziò a dubitare della sua stessa capacità di reggere l’alcol. Dopotutto, a lui sembrava Will, ma cosa ci avrebbe fatto tutto solo, ubriaco, in un pub di Tortuga?

 

Decise di controllare, e così si alzò, e camminò verso l’uomo, con la sua solita andatura un po’ sbruffona. E fu molto sorpreso quando si accorse che aveva ragione. Era davvero lui.

 

“Will!” lo chiamò, ma quello non rispose. Era svenuto.

 

Jack prese una stanza per la notte, poi si caricò Will e lo portò di sopra. Infine, gli gettò acqua gelata in faccia, per risvegliarlo.

 

Quando finalmente aprì gli occhi, Jack sospirò.

 

“Che diavolo ci facevi tutto solo in un pub a Tortuga quando hai una bella moglie a Port Royal?”

 

Will ridacchiò, ancora ubriaco ma in grado di capire quello che Jack gli diceva. “Non ho nessuno a Port Royal, Jack. Proprio nessuno”

 

“E che ne è stato di Elizabeth?” l’altro gli chiese, preoccupato. Ed era una novità, perché di solito si preoccupava solo di se stesso. “Non siete sposati?”

 

“No” Will disse scuotendo la testa. “Mi ha lasciato durante il fidanzamento”

 

“Oh” Jack disse. “Beh, sei di nuovo un uomo libero, amico. E a Tortuga è pieno di ragazze” gli disse con il suo solito sorriso.

 

Will lo guardò male. “Jack, non voglio altre ragazze! Sono ancora innamorato di lei, per diamine! Ecco perché sono qui. C’ho provato, ma non ce la faccio a vederla ogni giorno sapendo che in pochi mesi sarà la signora Norrington”

 

“E’ tornata da quell’imbecille?” Jack disse, fingendo di vomitare.

 

“Si” Will disse. “E non è tutto. E’ arrivato in città un certo Lord Cutler Beckett, e si comporta come se fosse il padrone di tutto e tutti. E mi ha minacciato più di una volta di sbattermi in galera se osavo oppormi al fidanzamento di Norrington ed Elizabeth. Dice che sono di un livello troppo basso per lei, essendo un fabbro”

 

“Beckett, dici?” Jack chiese, pensoso. “Della Compagnia delle Indie Orientali?”

 

Will annuì, la testa che gli scoppiava. Voleva solo morire in quel momento.

 

Jack camminava per la stanza, inquieto. “Sai, amico, c’è qualcosa che non mi quadra. Lei sta con te, poi arriva Beckett e ti lascia per Norrington…”

 

“Sapessi quanto non mi quadra a me” disse Will. “Ma adesso mi fa troppo male la testa, non mi fare domande, Jack”

 

E così entrambi si addormentarono. La mattina dopo, Jack fece un po’ di fatica a raggiungere la Perla. La luce del sole lo accecava, e la sua testa non aiutava, per quanto gli faceva male. Will era più o meno nelle stesse condizioni.

 

Si buttarono sul ponte, e lì dormirono per tutto il giorno. La sera, di nuovo nel pub, ripresero a parlare di Elizabeth e Norrington.

 

“Così, un giorno si sveglia e comincia ad agire tutta distaccata, chiamandomi signor Turner e cose così. Le chiedo cosa ho fatto per farla arrabbiare, lei si gira, mi guarda male e mi dice, “Sei un fabbro, non posso essere vista con te”” Will raccontò, bevendo il suo boccale.

 

Jack era stupito. Dovette bere mezzo boccale in un sorso solo per riprendersi dallo shock. “Non l’ha fatto davvero…” disse poi.

 

“L’ha fatto, Jack. L’ha fatto” Will disse, bevendo ancora.

 

“Beh, ragazzo, so che sei addolorato, lo sarei anche io al posto tuo, ma sai che mi ha detto un tipo una volta?” Jack disse.

 

Cosa, Jack?”

 

“Beh, ero giovane, e ancora inesperto con le donne. Una ragazza che incontrai a Singapore mi deluse parecchio, e ci rimasi molto male, e questo pirata mi disse, “caro Jack, il rum risolve sempre tutto”. Come puoi immaginare era fissato col rum quanto lo sono io, forse di più…e immagino sia lì che è nata la mia passione per esso. Seguì il suo consiglio, e funzionò. C’ho messo un mese di ubriacature ogni sera, però me la sono tolta dalla testa”

 

Ma certo” Will disse, sarcastico. “Dopotutto sei un pirata, che ne sai tu del vero amore? Tu non mantieni mai le promesse…”

 

“Invece ne so più di quello che pensi, ragazzo. Ecco perché ho deciso di non avere relazioni serie. Ci sono rimasto scottato una volta, mi basta, grazie”

 

Ubriachi com’erano riuscirono a tornare alla nave, e dormirono entrambi nella cabina di Jack. Will su una sedia, e il capitano, ovviamente, nel suo letto.

 

In realtà, nessuno dei due riusciva a prendere sonno. Jack, per quanto non volesse ammetterlo, era turbato dalla storia di Will, e voleva aiutarlo, ma non sapeva come.

 

Will, dal canto suo, pensava a cosa potesse aver fatto per allontanarla da lui. Vedendo che era sveglio, Jack parlò. Non aveva senso stare zitti se nessuno dei due poteva dormire.

 

“Stavo pensando, a volte ho sentito dei marinai parlare di gioielli, posseduti da Calipso, che sembra avessero proprietà magiche, come per esempio irretire qualcuno e fargli amare la persona che glieli regala. Mi chiedevo, per caso Elizabeth ha ricevuto gioielli in regalo da qualcuno, che non fosse te ovviamente, durante il vostro fidanzamento?”

 

Will ci pensò, ma la testa gli girava. “Non ricordo. La testa mi fa troppo male per pensare”

 

Jack annuì, e si rimise a letto. Dopo un po’ si addormentò, e Will se ne andò sul ponte a guardare le stelle e riflettere.

 

Non riusciva a dimenticare tutti i bei momenti passati con Elizabeth, e ora lei lo trattava così male…era quello che lo feriva di più, essere trattato come spazzatura…

 

Però, a pensarci bene, la teoria di Jack che qualcosa di magico l’avesse cambiata aveva un senso. Si conoscevano fin da bambini, perché lei lo avrebbe trattato in quel modo se non c’era qualcosa a influenzarla? Ok, poteva non essere più innamorata di lui, e voler sposare il Commodoro. Ma perché trattarlo così male?

 

Così, si sforzò di far lavorare il suo cervello, finchè non si ricordò una cosa. Un medaglione d’oro, con un grande rubino al centro. E così si alzò e di corsa, beh, almeno quanto il suo essere ubriaco glielo permetteva, entrò nella cabina del capitano.

 

“Jack!” gridò improvvisamente.

 

 

 

 

  
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