Storie originali > Commedia
Ricorda la storia  |      
Autore: Anle    16/11/2012    0 recensioni
Quella dove è seduta Olive è la panchina più sgangherata del cortile.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
spn

 

 Alla Sis. Per tutto ciò che riesce a fare senza nessuna domanda.

 

 

 

 

 

E poi arriva la musica.

 

 

 

Quella dove è seduta Olive è la panchina più sgangherata del cortile. Con l’unghia del dito scrosta via un po’ di verde laccato da un’asse di legno divelta.

<< Ho visto come la guardi >> dice quando sa che Josh è a pochi passi da lei. << Dovevo immaginare che- >> si blocca, le dita che si chiudono a pugno. Poi impreca e basta.

<< Posso sedermi? >> chiede invece lui subito dopo, senza davvero sembrare di aver valutato la cosa. Olive continua a non guardarlo e Josh non sa come interpretare il silenzio prolungato che segue; alla fine opta per appoggiarsi lateralmente alla panchina, mani in tasca.

<< Non capisco perché te la prendi tanto, Ive… >> comincia osservandola da dietro gli occhi semichiusi per via del riverbero della luce. Lei in risposta prende a calciare un ciottolo poco lontano dalla sua caviglia destra. << È solo un- >>.

<< Non dirlo! >> Olive lo guarda adesso, le guance rosse e gli occhi scuri. << Non ti azzardare >>.

<< A fare che? >>.

<< Lo sai >>.

<< … >>

<< … >>

<< È vero però. >>.

<< Ti ho detto sta’ zitto >>.

Josh sospira piano. << Non capisco perché ti dà fastidio, lo- >>.

<< Ti dia >>.

<< Eh? >>.

<< Ti dia fastidio >>.

<< … cristo, non ti sopporto quando vai fuori di testa >>.

<< Vuoi fare tu il rimbrotto a me ora? >>

<< No, dico solo che->>.

<< Fottiti >>.

<< Okay, d’accordo, scusa >>.

<< … >>

<< Senti, non pensi dovrebbe essere lei a scegliere? >>

<< … >>

<< E poi era davvero solo un >> pausa << gioco >>.

<< Non lo sai >>.

<< Cosa? Non so cosa? >>.

<< Non sai cosa farei se morisse >>.

<< Quanto cazzo sei melodrammatica, Ive… >>

<< Ne hai una vaga idea, eh? >>

<< … >>

<< Sono tutta orecchie, Josh >>

<< Non lo so, posso immaginarlo. Credo >>.

<< No che non puoi, chi cazzo sei, un sensitivo? >> ora è scesa dalla panchina e lo fronteggia. Ha i pugni serrati e se non fosse per l’uniforme scolastica sembrerebbe una bambina di cinque anni cresciuta troppo in fretta. Ma appare solo come una che si è fatta adulta troppo tardi.

Josh rimane in silenzio stavolta, e davvero non può evitare di tenere gli occhi fissi sul petto di lei che si alza e si abbassa con forza esagerata, per una mingherlina qual è Olive. Nonostante tutto, continua a pensare che ha un bel seno.

<< Vuoi ancora parlare, sì? Mi vuoi sputare addosso la tua correttezza il tuo bel senso degli ideali la tua cazzo di falsa empatia e la pretesa di avere ancora le palle sotto le mutande? >> inspira solo alla fine del vomito di parole. << Coraggio, Josh, spara >>.

Lui calcia il terreno a vuoto. << Volevo solo chiederti scusa >>.

Segue un silenzio strano. Che porta il ragazzo ad alzare lo sguardo verso l’altra quando la sente singhiozzare.

<< A me, davvero? >> Olive tiene strette le braccia sullo stomaco tentando di frenare i singulti. << Vuoi… vuoi sentirti meglio? È questo? >>.

Josh sembra confuso; rinfila le mani nelle tasche dei pantaloni, ferito quasi, e non la guarda. << Che hai da ridere? >>.

La ragazza abbassa di colpo gli zigomi. << Avrei cominciato a prenderti a schiaffi, o a calci, o qualunque altro fosse riuscito a sovrastare la tua cavolo di voce. Ecco che >>.

Lui vorrebbe dire qualcosa di sarcastico, capace di farla ridere magari, ma non trova nulla di adatto e perciò finge fastidio roteando gli occhi.

<< Non stiamo a fare terapia di gruppo e smettila di vomitare esami di coscienza. A te non dispiace >> continua ignorandolo come ha fatto per tutto il tempo. << Non ti dispiace di un bel niente >>.

<< È vero >> replica allora Josh senza davvero aspettare molto dopo per farlo, << non mi dispiace affatto >>. E subito dopo invece capisce che non è l’assenza di colpevolezza a farla voltare di nuovo verso di lui, quanto quella di incertezza nella voce. << Direi allora che il tuo tentativo di scuse è partito con il piede in un puttanaio >> commenta solo alla fine, seduta ora più scomposta di prima.

Josh riflette che non sta davvero aspettando un mi dispiace. In effetti, non si aspetta nulla se non che lui la lasci in pace. E solo ora realizza completamente perché la cosa lo faccia stare male.

<< Anne si fa mettere da tutti le mani nelle mutandine. Cosa ti fa credere che con te sia diverso? >>.

Lo schiocco finale della lingua è suo. Sta anche a rimuginare qualche istante sul mordersela o meno, ma alla fine non fa nulla. Quando poi Olive ricomincia a parlare sembra sia passata una vita e mezzo.

<< Conosci la storia dell’anima divisa a metà in due persone? Per me e Anne è lo stesso >>.

Josh non dice nulla; si limita a guardare l’altra pizzicarsi le ginocchia sbucciate con la punta delle dita.

<< Lo sai che è come se avessi cercato di farti me? Insomma, io e lei siamo la stessa persona >>.

<< Io non ti scoperei mai >> Josh quasi prende a ridere senza che però gli angoli della bocca si sollevino per davvero. << Mi sembrano un mucchio di stronzate >>.

Olive fa spallucce, la testa rivolta dall’altra parte. << Beh, ma ci hai provato >>

 << Quando? >> replica lui troppo rapidamente. << Io non voglio provarci con te, Olive >> ora la sta guardando anche se lei può solo immaginarlo. << Mai >>.

<< Josh, sta bene così, non m’importa >>.

<< … >>

<< … >>

<< Non ti seguo. Davvero non riesco >>.

<< Hai una bella nuca >> riprende lei. << Ce l’ho sempre davanti a lezione di storia. Probabile che sei più intelligente di quanto vuoi far sembrare… anche se forse i capelli li taglierei un po’ >>.

<< Olive >>.

Ha preso a farneticare come quando finge di sapere cose o non vuole affrontare persone. Josh lo capisce dal modo in cui inciampa nei non-congiuntivi.
<< No, seriamente, stanno prendendo una lunghezza assurda e fidati che è un consiglio da amica. O qualsiasi cosa sono, insomma >>.

Lui sospira.
<< Mi imbarazzano tutti questi pensieri spinti su di me >>.
Olive non ride.

<< Ce ne sono un sacco che ti vanno dietro. Ma no, tu hai scelto Anne >>. Ora gesticola con le dita, come a dar forza alle proprie parole, anche se sembra più un sottolineare la propria impotenza. Probabile gli rivolgerebbe anche uno sguardo pieno di risentimento se non fosse che Josh è in controluce rispetto a lei.

<< Sai cosa? Penso tu lo faccia apposta. È così? >> inspira in fretta nel dirlo. << Non rispondere. Lo so che è così >>. Si volta dall’altra parte ora.

<< Non stai dicendo nulla >>.

 Josh continua a rimanere in silenzio.

<< Di’ qualcosa >>.
Il suono della campanella intanto si propaga per tutto il cortile ma nessuno dei due accenna ad alzarsi; la fiumana degli studenti attorno dirige verso le classi senza badare a loro. Josh osserva le nocche della mano destra di lei farsi bianche nello stringere forte le dita a pugno.

<< Dobbiamo rientrare >>.

<< Olive, io- >>.

<< Ti ho detto che accetto le tue scuse >>.

<< Non mi sono scusato >>.

<< Fa niente, prima o poi l’avresti fatto >>.

<< Lo sai >>.

<< Sì, sei prevedibile… >>

<< No, intendo lo sai che non è vero >>.

<< Fammi sognare allora >>.

<< Dove vai? >>.

Olive sposta lo sguardo sulla mano di lui ora attorno al proprio braccio.
<< Ho detto che puoi andare in pace >> cerca di scrollarselo di dosso.

Josh stringe la presa e non si allontana.

<< Mollami >> insiste guardandolo meglio. << Ti prendo a morsi. Sono capace, lo sai? Posso iniziare dalle dita fino ad arrivare al gomit- >>.

<< Tu >> l’interrompe, prendendo comunque una pausa prima di sovrastare la sua voce, << vuoi che ti lasci andare? >>.

Si acciglia. << Che razza di domanda cretina è? Certo >>.

Lui non fa ancora un passo indietro, come se stesse aspettando qualcosa. Ed è dalle guance accaldate, che Olive capisce non stia parlando di ora.

<< Faremo tardi >> insiste poi quando comincia a sentire un formicolio salire lungo tutto l’avambraccio, ma suona più una supplica di altro. Non lo guarda nemmeno: adesso ha gli occhi rivolti al cancello venti metri più in là.

<< Lasciami >>.

Stavolta è la voce di Josh. Le ci vuole qualche secondo per capire di avergli stretto il polso per gran parte del tempo. Ma Josh non aspetta che sfili la mano, semplicemente lascia cadere il braccio lungo il fianco liberandola.
Olive fa per aprire un paio di volte la bocca, la richiude, infogna le mani nella tasca della giacca e solo quando la schiena di lui è a diversi metri di distanza si incammina.

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

 

storia nata come sfida con Lady Anteres Degona Lienan, aka la Sis, e morta sei mesi dopo in un'incidentale one-shot polpettone. Altro esperimento originale che le dedico perché lei fa un sacco per la mia terapia, e vorrei fare altrettanto. Un giorno.

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Anle