Wings of Desire
You... you, whom we love... you do not see us... you do not hear us.
You imagine us in the far distance... yet we are so near.
We are messengers... who bring closeness to those who are distant.
We are messengers... who bring the light to those who are in darkness.
We are messengers... who bring the word to those who question.
We are neither the light, nor the message. We are the messengers.
We... are nothing.
You are, for us, everything.
«Castiel, ho deciso.» disse una presenza conosciuta alle sue spalle.
Castiel, l’interpellato, non si voltò neanche, continuando a scrivere sul suo taccuino.
«Cosa, Balthazar?» chiese, senza mai perdere di vista il giovane che, davanti a lui, cantava tranquillo riparando una macchina.
«Ho deciso questo.»
E in un attimo il taccuino non era più nelle sue mani.
«Balthazar.» lo richiamò con tono duro l’altro, girandosi verso di lui.
«Castiel» lo scimmiottò l’altro, per poi improvvisamente cambiar tono. «Voglio cadere.»
E se Castiel avesse avuto fiato, l’avrebbe trattenuto.
«Ti sei scordato che il nostro compito è—»
«So benissimo qual è il nostro compito, fratellino, sono un angelo da molto più tempo di te, cosa credi, e forse anche per questo mi sono stufato di tutto questo grigio.»
Balthazar lo affiancò e, se avessero avuto consistenza, avrebbero avvertito lo sfiorarsi lieve e confortante delle loro ginocchia.
«Noi siamo i custodi delle memorie dell’umanità, eppure non siamo, ma esistiamo! Raccogliamo tutto, ogni informazione che loro potrebbero dimenticare. Da una semplice risata al colore dei loro occhi. Ma cosa serve? Cosa serve se non possiamo realmente parlare, se tutto ci appare grigio, se neanche possiamo toccare veramente gli oggetti di cui siamo i custodi. Che… che senso ha trascrivere un’intera canzone se non potrai mai cantarla, se non avrai mai la voce per cantarla?» concluse, stringendo tra le dita il taccuino dell’amico, ma non avvertendolo davvero.
Castiel spostò lo sguardo nuovamente sul giovane davanti a sé, che imperterrito continuava a battere i piedi a ritmo di musica, e lasciò che le sue labbra si stirassero dolcemente.
«Qualcuno deve proteggerli, deve ricordagli che non sono soli. Questo è il nostro lavoro, Dio ha detto—»
«Lascia nostro Padre fuori da questa storia, Castiel.» lo interruppe Balthazar, «sai benissimo che se Lui ha fatto sì che esistesse la possibilità di cadere, vuol dire che è ammesso farlo.»
L’altro angelo non disse niente, si riappropriò solamente del proprio taccuino e lo fissò combattuto.
«Immagina, fratellino, tutti i colori che ti circondano… la sensazione del vento sulla pelle… il sesso!»
E qui Castiel non poté fare a meno di aprirsi in un piccolo sorriso.
«Sapevo che saremmo arrivati a questo punto.»
«Ovvio, mica siamo tutti frigidi come te!»
L’angelo inclinò leggermente la testa, confuso.
«Frigidi?» domandò perplesso.
L’altro rise e gli passo un braccio intorno al collo, desiderando di sentire realmente la presenza dell’amico.
«Nuova parola, ti spiegherò poi» promise con un occhiolino, e si appoggiò ancora di più a lui, cercando ostinatamente di avvertire un vero contatto con l’altro, «ma in ogni caso, voglio seriamente provarlo. Deve essere fantastico, almeno stando a quello che dicono gli umani e alle loro facce durante.»
Castiel scosse la testa divertito, continuando a scrivere.
«Guardone.»
«Disse quello che passa tutte le sue giornate fissando questo ragazzo!» lo stuzzicò Balthazar, indicando il giovane ignaro di fronte a loro.
«Non ci spendo tutto il giorno.» ribatté risentito l’angelo.
«Passi almeno tre volte al giorno a vedere come sta, poi rimani qui a guardarlo lavorare, e lo fai praticamente da quando aveva quattro anni, se questo non è essere uno stalker…»
«Aveva bisogno d’aiuto, al tempo c’era stato un incendio e— ma cos’è uno stalker?» chiese lievemente innervosito Castiel, muovendo la testa un po’ disorientato.
Balthazar non poté impedirsi un sorriso affilato.
«Altra parola nuova, ma non è questo il punto. Il punto è che, certo, aveva bisogno d’aiuto in quel momento, ma sono passati ormai 25 anni.»
Castiel s’irrigidì e strinse le labbra, accarezzando con lo sguardo le gambe del giovane che spuntavano da sotto la macchina su cui stava lavorando, e se non fosse stato un angelo, il rimorso gli avrebbe colorato gli occhi.
Balthazar sospirò, stringendosi di più al suo fratellino.
«Non sto dicendo che stai sbagliando, Cassie-poo» gli ricordò, «dico solo che… non vorresti parlargli? Non vorresti cantare con lui? Non vorresti anche solo per una volta dirgli ciao Dan, sono—»
«Dean.»
«Sì, Dean, Dan, è uguale. La sostanza non cambia, Castiel.» tagliò corto per poi riprendere il suo discorso, «Potresti veramente conoscerlo, parlargli, stargli vicino.»
«Lo faccio già.» rispose calmo e piccato l’altro.
Balthazar avrebbe voluto essere umano in quel momento solo per fare quello strano verso di mal sopportazione che a loro veniva tanto bene.
«E come, nei sogni? Andiamo, fratellino, sappiamo benissimo che quel portale è inaffidabile, gli umani spesso dimenticano i sogni o non sanno rielaborare le nostre parole, se cadessi invece…»
«Dean ha bisogno di me qui.» concluse Castiel, alzandosi in piedi e fissando determinato negli occhi l’amico.
Si voltò velocemente e fece alcuni passi per andarsene, ma
si fermò –il suo trench che ondeggiava
illusoriamente.
«Balthazar.»
L’altro angelo si girò.
«Voglio esserci.» disse solo, e volò via.
E Balthazar sorrise alle sue ali.
Nonostante tutto, il suo unico rimpianto sarebbe rimasto non aver mai
potuto vedere realmente quale fosse il colore di quelle ali, ma Balthazar
sapeva che non potevano essere che blu, lo stesso blu che loro Padre aveva
scelto per abbracciare l’universo.
***Angolino del cambia-colore***
Ebbene sì, questa è un AU di Wings of Desire, ossia il Cielo sopra Berlino, e di Faraway so Close, ossia Così lontani, così vicini. Ammetto la mia ignoranza e confesso di non avere mai visto il remake americano di questi meravigliosi film, ossia City of Angels, quindi qualsiasi riferimento ad esso è al di là del mio volere.
La long non sarà un ripercorrere gli eventi del film, ma semplicemente l’utilizzare l’universo creato dal film, quindi non penso ci saranno grandi spoiler sulla trama, però per chi avesse intenzione di vederlo a breve io avviso comunque :)
Per il resto, bhe, non c’è molto da dire:
1)Il titolo di questo prologo, perché di prologo si parla anche se la definizione non è precisa in questo caso, è Little Wing, un assolo del mitico Jimi Hendrix che io ho scoperto come cover di Kirk Hammett, chitarrista dei Metallica. Ho scelto questo splendido assolo proprio perché è strumentale, non ci sono parole, non vere almeno. C’è solo la vibrazione della chitarra, come in questo capitolo c’è solo la vibrazione delle Grazie di Balth e Cass.
2)I Metallica avranno un ruolo in questa storia e aleggeranno intorno ai nostri eroi, ovviamente accompagnati dai sacrosanti Black Sabbath, ACDC, Motörhead, Kansas, Queen, Asia, Survivol, Europe, U2, Rolling Stone, Beatles e tanti quanti ve ne vengano in mente. I Metallica però avranno sempre un posticino particolare e faranno praticamente sempre da titolo ai capitoli.
3)In alto, scritto tutto in corsivo e in inglese, il pezzo che introduce Faraway so Close, quindi niente di mio.
Basta, mi fermo qui, ho già parlato troppo per un capitolo come questo xD
Ringrazio chiunque abbia letto/ricordato/preferito/commentato le mie precedenti storie sul fandom e chi è arrivato fin qui.
Alla prossima!