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Autore: kioppertoi    16/11/2012    9 recensioni
Ciao a tutti ^^
Questa è la mia prima fanfiction!
Spero che la leggiate e non giudichiate dai primi capitoli. Ho sbagliato perchè ho unito due storie completamente diverse ed è venuta fuori troppo lunga. Ma nell'ultima parte della storia mi sono impegnata di più ve lo assicuro. La storia parla a grandi linee di Pan e Bra all'inizio nemiche che diventano grandi amiche ed entrambe si innamorano rispettivamente di Trunks e Goten. Cinque anni dopo, il giorno dei festeggiamenti per la maturità di Bra, Goten e Goku spariscono per ben nove mesi. La ragazza cade un una crisi depressiva ma con l'aiuto di Pan e dal discorso fatto con Chichi (l'unica donna in grado di capirla, dato l'assenza perenne di Goku) si riprende e conosce un nuovo ragazzo: Tommaso. Perchè sono spariti i due Son e soprattutto,cosa succederà quando ritorneranno? Non vi resta che leggere.
Un bacio
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Pan, Trunks
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 32

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[Il treno aprì le porte davanti alla fermata, tutti e tre trattennero il fiato, ed ecco che lo i loro sguardi si incrociarono... dopo nove lunghi mesi.]

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Pan sgranò gli occhi e le ci vollero un paio di secondi per accorgersi che il nonno era tornato.

“Nonno!” saltò letteralmente alle braccia del nonno e scoppiò a piangere, anche di gioia.

Non diede neanche il tempo al povero Goku di dire qualcosa che si appoggiò una mano sul fianco e iniziò a riempirlo di domande a raffica con fare minaccioso.

“Finalmente sei tornato! Vergogna, dove sei stato tutto questo tempo? Lo sai che abbiamo sofferto tanto? Mi sei mancato molto. Come mai hai preso il treno? Hai tutta la divisa sporca.. da quanto tempo è che non la lavi, me lo spieghi? Sei sempre il solito...” e bla bla bla.

Lui sorrise, Pan era la fotocopia della sua amata Chichi.

Trunks andò incontro al nuovo arrivato a salutarlo ma Goku fissava Bra che aveva lo sguardo vuoto e il volto senza espressione. Si era stretta nelle spalle schiacciandosi letteralmente contro il sedile, non muovava un muscolo.

Le si avvicinò lentamente “Ciao Bra..”

Lei non rispose, non lo guardò neanche.

Scese alla fermata dopo, da sola, e si sedette alle panchine davanti ai binari.

Aveva lo sguardo fisso in un punto non preciso della stazione e la vista le si appannava sempre di più per via delle lacrime.

Sentì una dolorosa fitta al petto ma non potè fare a meno che tirare un sospiro di sollievo, il suo Goten era tornato, stava bene. Ma lo odiava con tutta sè stessa in quel momento.

Aveva le gambe molli e tremolanti, non sapeva più a cosa pensare era disperata.

Però, adesso che ci pensava Goku era da solo e Gotan non c’era...

“Oh no!” si alzò di scatto, il tremore passò immediatamente e iniziò a correre “No, no, no.. non dirmi che..” aveva un brutto presentimento, molto brutto.

Iniziò a rallentare fino a fermarsi, non sapeva neanche il motivo per cui aveva iniziato a correre. Si sentiva spaesata e confusa.

Aveva paura che Goten potesse essere.. morto. Il solo pensiero la faceva rabbrividire.

Che fare adesso?

“Figliola cara, hai bisogno di qualcosa?” Una signora anziana si avvicinò alla ragazza per aiutarla. Aveva tutti gli sguardi dei passanti curiosi puntati addosso.

“Signora, secondo lei, in fondo ne vale la pena? Che la nostra felicità sia così tanto collegata alla vita di un altro essere umano?”disse con un filo di voce per poi spiccare il volo sotto lo sguardo attonito di tutti.

La vecchina rimase imbambolata.

Andò sui Monti Paoz, azzerando l’aurea. Aveva bisogno di sapere se era arrivato e se era vivo, ma non voleva farsi scoprire.. non sarebbe mai andata da lui in cerca di spiegazioni,  mai. Avrebbe lasciato a lui il primo passo.

Non sentiva la sua presenza in casa, ma ne avvertiva un’altra simile però molto più forte di quella di Goten.

Sentì una pentola cadere e si precipitò alla finestra della cucina e vide il ragazzo che abbracciava la madre che piangeva ininterrottamente.

Si sentì sollevata e sospirò profondamente.

Guardava la scena con una mano sulla fronte.

Era tornato, non ci credeva. Solo in questo momento capì quanto gli era mancato davvero. Ma non sarebbe dovuto tornare proprio adesso, adesso che la sua vita aveva ricominciato ad andare nel verso giusto.

Cosa fare adesso? Di sicuro non lo avrebbe mai perdonato, lei era follemente innamorate del suo Tommaso e non aveva bisogno di nessun altro. Ma che fare?

Senza Goten non sarebbe mai riuscita a vivere felicemente, specialmente adesso che era tornato.

Continuava a guardare di nascosto dalla finestra e non voleva neanche sbattere le ciglia per paura che tutto quello fosse un sogno e che sarebbe svanito, non voleva perdersi neanche un minimo movimento del ragazzo.

In qul momento arrivarono a casa Goku e gli altri e sentiva le urla minacciose di Chichi e le risatine di Goku, tra loro succedeva sempre così.. Litigavano per fare pace.

 Staccò lo sguardo dai due  si appogiò con la fronte al muro e chiuse gli occhi.

Dopo un paio di minuti sentì una mano sulla sua spalla ed ebbe un sussulto,  il cuore cominciò a batterle all’impazzata. Si girò senza guardarlo in faccia e lui la abbracciò immediatamente.

Erano più di nove mesi che attendeva questo momento.

Inspirò profondamente sulla maglia del ragazzo, come poteva dimenticarsi del suo inconfondibile  odore.

Cercava inutilmente di trattenere quelle stupide lacrime che continuavano a scorrerle sulle guance.

Lo trovava diverso;  più alto e molto più bello di prima. Forse però era solo un’impressione.

Entrambi non sapevano come comportarsi nè cosa dire. Bra non aveva il coraggio di scollarsi da quell’abbraccio. Lo attendeva da così tanto tempo che non voleva stacarsi da lui. Sentì il cuore gonfiarsi. Notò che anche il suo fisico era più muscoloso e tonico di quanto non lo fosse già prima.

“Bra...” bisbigliò appena, ascuigandole le guance.

“Cosa vuoi, cosa sei venuto a fare?” disse in tono aspro, con la faccia ancora appoggiata al suo petto.

Non rispose. Rimasero abbracciati per tantissimo tempo.

“Ti posso spiegare tutto. Lo so che sei arrabbiata.. mi sei mancata tanto lo sai? Non sai quanto sono stato male io...”

“Ah,io non so quanto sei stato male.. Non lo so proprio.” Disse acidamente, staccandosi dall’abbraccio. “Come ti è saltato in mente di lasciarmi qua sola? Rispondi! Nove mesi, Goten.. nove mesi!” deglutì fortemente, pronunciare il suo nome le sembrava strano.

La rabbia e il nervoso si trasformarono in nuove lacrime.

“NON TI AVVICINARE, SON!” disse con disprezzo, quasi spaventata quando cercò di riabbracciarla.  Li tirò un violento punto sull’addome che Goten a stento  sentì.

Lui si stupì della sua reazione e la guardava amareggiato e triste, aveva voglia di riaverla tutta per lui, ne aveva bisogno.

“Non avresti dovuto trattarmi così! E osi anche dire che io non ho sofferto?! Mi hai rovinato la vita! E adesso non saresti dovuto tornare.. proprio adesso che grazie all’aiuto dei miei amici e del mio ragazzo mi sono ripresa, non puoi permetterti di tornare e di rovinarmi la vita una seconda volta! Non ti voglio più vedere Goten, mi hai quasi uccisa!”

Lui ascoltò in silenzio, Bra aveva perfettamente ragione, ma lui se n’era andato per un motivo che lei neanche poteva immaginare.

“C-come il tuo ragazzo?” balbettò appena.

“Sì, mi sono innamorata di un ragazzo splendido! Di uno che mi merita davvero e che so che non mi farà mai soffrire! Lui è uno che ha le palle di dire alla propria ragazza che deve partire per un anno e parlarne insieme, non è uno che mi scrive due stupide righe su un foglio di carta per avvisarmi che non può venire alla  mia festa del diploma e che dovrà partire per sette mesi in un punto impreciso nell’universo! Senza dare sue notizie a nessuno! Ho vissuto nell’angoscia tutto questo tempo, lo sai?”

Tirò sù con il naso

“Ma sai una cosa? Mi dispiace di non essere stata forte, ma mi dispiace per me.
Per me che ho pianto troppo, per me che ho dato troppa importanza a qualsiasi cosa portasse o si avvicinasse al tuo nome. Per essermi privata di me per così tanto tempo che quasi stentavo a ricordarmi chi fossi e quale fosse il mio sorriso. Ecco, il sorriso.” Lo guardò minacciosamente “Mi dispiace avertelo concesso più del dovuto, un vero e proprio regalo molte volte gettato a terra. Tu non lo sai che i sorrisi non si fanno cadere, che sono fragili? Mi dispiace davvero per tutte le scuse che non mi sono data, per tutte le volte in cui ho scelto te invece di me. Ciao.”

Si asciugò le lacrime e si sollevò in volo.

“No, Bra aspetta! Ho bisogno di parlarti, ascoltami!”

“Allora non hai capito! Non mi interessi più, non mi interessa di cosa hai bisogno! Tu non ti sei interessato ai miei bisogni e io non mi interesso dei tuoi”

Si staccò violentemente dalla sua presa e volò via ma lui, come immaginava, la seguì.

“Perfavore ascoltami Bra! Ti sarà tutto più chiaro! Cosa credi, che sono stato felice di andarmene via e lasciarti sola? Stavo morendo di dolore.”

Lei attese un paio di minuti e si andò a sedere su un prato, lui la seguì.

Si resero conto poco dopo che erano proprio davanti al lago dove si erano scambiati il primo bacio, quattro anni fa.

Lei se ne accorse ma fece finta di niente “Dicono che non si può morire per amore mentre io invece, per te, stavo lentamente morendo...Dicono che l'amore faccia solo male bhè io adesso per amore sto rinascendo e sono orgogliosa di averci creduto e averci provato”

Lui a forza trattenne una lacrima.

“Come puoi esserti innamorata di un altro? Bra, tu sei mia! Io non riuscirai mai a vederti tra le braccia di un’altra persona” disse sfacciatamente. Si aspettava una scenata dalla ragazza che, invece, stava in silenzo ad osservare il luccichio accecante dell’acqua. Si sentiva stupido, doveva aspettarselo che Bra si sarebbe fatta una nuova vita senza di lui ed era anche giusto. Ma il solo pensiero di vederla con un altro lo faceva imbestialire.

Non riusciva a toglierle lo sguardo di dosso. La trovava smagrita ma era sempre bella.

Non riusciva a capacitarsi di come tanta bellezza e perfezione potessero esserci solo in una persona. Più la guardava, più non riusciva a credere di essere stato nove lunghi mesi lontano da lei.

“Bra, credimi, non era mia intenzione farti soffrire. Eri la mia unica e sola ragione di vita... e lo sei ancora!”

Bra accarezzava delicatamente l’erba fresca, con le lacrime agli occhi, ignorando le sue parole.

“Mi hai pensata qualche volta?” chiese ingenuamente con un impercettibile sorriso sulle labbra.

Lui sorrise, era innamorato di ogni parte di quella ragazza specialmente della sua semplicità nel fare o chiedere le cose.

“Se mi chiedessero quante volte mi sei venuta in mente risponderei una... perché in realtà da lì non sei più andata via!”

Ok, forse era stato troppo sdolcinato.

Lei si alzò in piedi “Devo adare, non mi seguire!”

“Bra.. Ti amo”

 

Lo guardò negli occhi, si voltò e andò sui Monti Paoz, aveva bisogno di parlare con Pan.

.

.

.

Ciaoooooooooooooooo!

Mi vergogno troppo! E' passato un mese, UN MESE! Non odiatemi :(

Mi dispiace davvero.. I miei genitori mi hanno tolto il computer per tutto questo tempo perchè i miei risultati a scuola sono un po'...scarsini.

Quindi mi connettevo di nascosto con l' Ipad, ma con questo non posso aggiornare la storia purtroppo!

In compenso, però, mi sono portata un po' avanti con la storia così il prossimo aggiornamento sarà più recente :D

Cooomunque, come vi è sembrato il capitolo?

Non sono proprio soddisfatta, avevo immaginato di farlo sentimentale ed emozionante però è difficile esporre ciò che si pensa.

Fatemi sapere la vostra!

Fra poco la storia finirà, secondo voi in che modo? Mi piacerebbe sentire le vostre ipotesi, sono curiosa...

Adesso la smetto di cianciare, vi ringrazio di aver letto e spero che continuiate a seguirmi!!

Un bacione

-kioppertoi <3

   
 
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