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Autore: Tanuki    17/11/2012    1 recensioni
Una scommessa, una settimana, due gemelli.
Uno timido e anche un po'secchione, l'altro rubacuori e scapestrato.
Il rubacuori si troverà davanti ad un arduo compito: trasformare il fratello in un vero tombeur de femmes, non sarà facile, ma sarà una settimana in cui i due fratelli si sosterranno a vicenda, si aiuteranno e (perché no?) ogni tanto si prenderanno pure a parolacce; ma una grande festa li attende sabato sera...sarà una serata magica? Dipende solo da loro...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemelli, Tachibana/Derrick, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ave a voi, cari lettori, se avete aperto questa pagina, vuol dire che amate i gemelli Tachibana tanto quanto li amo io, e questo è beneXD, comunque, in attesa delle millemila storie che devo ancora aggiornare *attende incudine in faccia* pubblico questa storiella che pubblicai su Endless Field con il nick "Camilla" tempo addietro, e a cui devo ancora aggiungere l'ultimo capitolo *attende attentato di Melanto e/o ennesimo incudine*.
Si collega direttamente all'altra mia storia Homozygous, che descrive il carattere delle mie adorate scimmiette di montagna, e descrive il rapporto tra i due fratelli.
Intanto mi impegnerò a terminarla...nel frattempo...godetevela!^^

Ringrazio tutti coloro che leggeranno, recensiranno, preferiranno, ricorderanno o seguiranno questa storia!
I personaggi (tranne gli OC) appartengono a Yoichi Takahashi.






Una settimana per cambiargli la vita – “Sono o non sono un buon fratello?”

 



Lunedì

 



Un lunedì mattina come tanti nell’istituto commerciale di Akita,  alunni e insegnanti dall’aria sonnolenta si avvicinavano a passi lenti verso il portone d’ingresso.

Masao e Kazuo Tachibana camminavano l’uno di fianco all’altro:

“A che ora sei tornato ieri sera, Masao?” chiese Kazuo con sguardo stanco e indagatore.

“All’una” rispose il fratello “Ma a te cosa ti importa?”

Kazuo sbuffò sonoramente: “Mi importa sì, perché lasci quella cazzo di finestra aperta quando ritorni dalle tue scorribande! Cosa ti costerebbe chiuderla?”

“Ero accaldato! E poi l’ho lasciata SOCCHIUSA, giusto per far entrare un alito di vento, come sei rompipalle!” concluse Masao incrociando le braccia.

Il fratello gli scoccò un’occhiata colma di disapprovazione: “Comunque penso di sapere perché eri così accaldato…”

 Masao cercò di distogliere lo sguardo, con aria innocente.

“Sei stato con Rumiko, dì la verità!” disse, tagliente “Ieri pomeriggio avrà chiamato una ventina di volte a casa! Ma quando la pianterai di giocare con il cuore della gente!”

Il fratello scrollò le spalle: “Invidioso, eh?”.

“Ma fammi il piacere!” sbottò Kazuo.

Mentre battibeccavano, i gemelli arrivarono davanti alla porta d’ingresso, e sul muro accanto alla porta era attaccato un manifesto colorato che attirò l’attenzione di Masao, che agganciò il fratello per la manica per farlo fermare.

“Era ora che attaccassero i manifesti, temevo fosse solo una voce di corridoio!” disse Masao, sollevato.

“Ma che roba è?” chiese Kazuo grattandosi la testa, si avvicinò al poster per guardarlo meglio.

La locandina diceva:

“TRENTESIMO ANNIVERSARIO DEL CAMPIONATO NAZIONALE DI CALCIO PER SCUOLE MEDIE – Grande veglione per festeggiare – Sono invitati calorosamente tutti gli alunni e gli ex alunni delle scuole che hanno partecipato a questo campionato – Cerimonia di premiazione per gli elementi più meritevoli di sempre -- Questo sabato agli impianti sportivi di Akita dalle ore 20:30”

Masao diede una lieve gomitata al fratello:

“Allora, ci andiamo?”

Kazuo lo guardò come se fosse un marziano:

“Ma tu sei tutto scemo!”

“Ma dai!” mugolò il fratello per cercare di convincerlo “La festa è di sabato sera! Meriti di divertirti dopo la testa che ti fai sui libri! Rivedremo tutti i nostri vecchi amici dell’Hanawa! E poi sarà pieno di ragazze!”

L’altro continuava a guardare con sguardo confuso il manifesto:

“Chi te lo dice che voglia rimorchiare?” chiese.

“Chi me lo dice? CHI ME LO DICE? Me lo dice il numero di Playboy che mi hai fregato! Non vorrai mica trascorrere tutta la tua adolescenza a strozzarti il pollo????”

“MA CHE PAROLE USI???? CAVERNICOLO!!!!” gridò Kazuo arrossendo violentemente.

Masao fece per tapparsi la bocca con sguardo malizioso, e mormorò: “Mi scusi, Principe!”

Il fratello lo guardò imbarazzato, e bisbigliò:

“Vai a fare in….”

La campanella coprì il resto della frase, e i due gemelli si precipitarono nell’istituto per entrare in classe in tempo.

 

 

 

Dopo un’estenuante lezione di letteratura, suonò la campanella della ricreazione.

Masao si avvicinò al banco del fratello, si mise davanti a lui e lo guardò dritto negli occhi:

“Tu sabato sera vieni al veglione con me! Non posso vederti sempre in un angolino! Voglio che tu ti diverta!” disse senza mezzi termini.

Kazuo appoggiò i gomiti sul banco e si coprì gli occhi con le mani:

“Per quanto tempo mi romperai con questa storia?” chiese, sospirando “Non mi interessano le feste! Non mi divertono!”

Masao sbatté una mano sul tavolo:

“Ma se non ci sei mai stato! Ti divertirai un sacco, ne sono sicuro!”

Nessuna risposta da parte del fratello, e allora Masao si giocò l’ultima carta:

“Ti prometto che se vieni alla festa con me, sabato sera troverai una ragazza!”

“E basta!” gridò Kazuo “Ma mica tutto il mondo gira intorno alle ragazze!”

Era troppo.

Masao spalancò le braccia, come per dire “mi arrendo”, e uscì sul corridoio.

Kazuo rimase seduto al suo banco con la testa tra le mani, si voltò per guardare il banco del fratello, pieno di scritte, pieno di cuoricini intagliati.

Sentiva la voce di Masao dal corridoio: alta, ma anche suadente ed impostata; poco dopo sentì anche una risata femminile; non perdeva occasione di fare il piacione, quello lì!

Sembrava assurdo, ma suo fratello aveva ragione: non aveva mai avuto una ragazza, eppure si era innamorato così tante volte…quante poesie aveva scritto per Akane, Kaoru, Yura…quanto le aveva sognate…quanto le aveva desiderate….e quanto gli avevano spezzato il cuore.

Era sempre stato invidioso del fratello sotto questo punto di vista, lui era estroverso, sicuro di sé, carismatico; mentre lui era così schivo, timido, con scarsa autostima.

Forse poteva provarci, poteva andare alla festa con il fratello; in fondo, le cose bisogna anche farle succedere.

Si alzò dal suo posto e raggiunse Masao nel corridoio, il fratello era appoggiato ad una parete e parlava con una ragazza molto carina, dalle lunghe trecce scure.

Appena vide Kazuo, Masao salutò la ragazza e si diresse verso il fratello.

“Allora, caro il mio fratello secchione, ci si va a divertire sabato?” chiese.

Kazuo alzò gli occhi al cielo: “Piantala di chiamarmi così! E comunque vorrei fare un patto con te”

Masao annuì, interessato, adorava le sfide.

“Tu mi insegnerai come conquistare una donna in questa settimana, e sabato sera andremo al ballo” avanzò Kazuo “Se riuscirò a trovare una ragazza ti aiuterò con i compiti per tutto l’anno, ma se non la trovo non mi romperai più le scatole con questa storia del rimorchio, ok?”

Il fratello sorrise: “Perfetto, ma fammi aggiungere una piccola postilla, se rimorchi, mi dirai che sono il fratello migliore del mondo!”

“Ok! Ci sto!” i due fratelli si strinsero la mano.

“Inizieremo questo pomeriggio!” esclamò Masao.

Kazuo lo interruppe: “Ma dobbiamo fare i compiti!”

“PRIMA REGOLA: IL SECCHIONE SENZA VITA SOCIALE NON ATTIRA LE RAGAZZE!” gridò il primo.

 

 

Alla fine delle lezioni, Kazuo aspettò per un quarto d’ora il fratello davanti al cancello; batteva nervosamente un piede a terra, odiava chi arrivava in ritardo, per lui era una mancanza di rispetto.

Ovviamente Masao era di tutt’altra opinione, lui si faceva desiderare, spesso e volentieri arrivava agli appuntamenti con circa mezz’ora di ritardo: “Se le persone tengono a te, ti aspettano!” diceva sempre.

Dopo altri cinque minuti Kazuo intravide il fratello uscire dal portone principale, correndo disperatamente; arrivò davanti al gemello con il fiatone.

“Si può sapere che ti è successo?” chiese Kazuo “Mi avevi detto che dovevi solamente inserirci nella lista del ballo!”

Masao prese un paio di profondi respiri, poi spiegò: “Stavo arrivando da te quando ho visto...Kasumi…”

“Kasumi!? Quella ragazza a cui hai dato buca circa una decina di volte?” Kazuo era stupefatto.

Il fratello si massaggiò una guancia: “Ho scoperto che ha vinto la medaglia d’oro ai campionati interscolastici d’atletica; specialità 100 metri piani! Una saetta, ti dico!  Prima era in fondo al corridoio e dopo pochi secondi era già davanti a me! Mi sono beccato pure un ceffone, che dolore!”

Infatti sulla guancia di Masao era comparso un alone rosso, con la forma di cinque dita.

“Bello schiaffo! Se te lo ha dato, vuol dire che te lo sei meritato!” ridacchiò Kazuo “Non si gioca con il cuore della gente!”

“Che palle! Sembri nostra madre quando fai così!” sbottò Masao.

Kazuo fece spallucce: “Dai, rimandiamo le discussioni a stasera, per questa volta, illuminami con la tua sapienza!”

Masao si sistemò il colletto della divisa, socchiudendo gli occhi: “Non credere che sia così facile! Per far cadere una donna ai tuoi piedi inizialmente ci vuole tempo…ma quando hai imparato diventa tutto più semplice, avrai ragazze a tonnellate!”

“Me ne basta solo una, non sono mica come te!” esclamò Kazuo.

Il fratello si portò una mano alla testa, come se si fosse scordato qualcosa: “Ah, mi ero dimenticato che tu sei per l’amore puro et casto!”

Kazuo lo fulminò con un’occhiataccia, e i gemelli si avviarono verso casa.

La primavera si stava avvicinando, si sentiva nella brezza leggera, nella luce del sole non più pallida, nella temperatura mite e nei virgulti che occhieggiavano sui rami degli alberi; Masao amava quella dolce stagione di transizione che era la primavera, quando era caldo ma non troppo, e naturalmente la cosa che amava di più era vedere gli abiti delle ragazze che si facevano sempre più corti e leggeri, e lentamente si mostravano in tutta la loro bellezza come fiori che sbocciavano.

Kazuo, dal canto suo, amava l’inverno, le giornate che si accorciavano e l’aria pungente, che costringeva ad infagottarsi in abiti pesanti e in sciarpe enormi, quasi ad accrescere la corazza che si era creato per nascondersi dal mondo intero.

Masao si stiracchiò, e chiese al fratello: “Come ti piacciono le ragazze?”

“Perché?” domandò di rimando Kazuo.

“Non rispondere ad una domanda con un’altra domanda! Lo sai che mi dà fastidio! Voglio farmi un’idea del tuo tipo ideale, che ne so, ti piacciono more o bionde, alte o basse?” Masao, anche se era molto istintivo, aveva bisogno di uno schema ben preciso quando voleva fare una cosa per bene.

“Non mi importa, tanto se mi innamoro sarà solo lei la più bella!” fu la risposta di Kazuo.

Il fratello rimase senza parole per un istante, guardandolo fisso, poi riprese a parlare:

“Io non ti capirò mai, fratello! Devi pur avere un tuo tipo ideale?”

Un lungo sospiro da parte di Kazuo: “Se ci tieni tanto…deve essere bruna, castana per la precisione, e i suoi capelli devono avere dei riflessi rossicci”

“Esigente, eh?” sogghignò Masao “Il giorno in cui capirò alla perfezione qualcosa uscito dalla tua bocca ti farò un fischio!”

 

 

Arrivati a casa, Kazuo si buttò subito sui libri, cercando di non ascoltare il fratello che cercava di dissuaderlo.

Per fortuna quel giorno i professori erano stati clementi e i compiti erano pochi, un paio di equazioni differenziali, un esercizio di francese sul plus-que-parfait e un brano di Kafka da commentare: “Davanti alla legge” .

Dopo un’ora e mezza Kazuo chiuse i libri, e si voltò verso il fratello che, sdraiato sul suo letto, stava osservando molto attentamente un giornaletto, non ci volle molto per capire cosa stava osservando.

“Piantala di guardare quelle porcherie, Masao” lo rimbeccò.

“Potrei dire lo stesso di te, caro il mio fratellino…siamo gemelli, dopotutto.” Rispose Masao senza staccare gli occhi dalla rivista patinata “Rivoglio il Playboy di Ottobre!”

Kazuo si alzò dalla sua scrivania: “Fratello…” ridacchiò, misurando a grandi passi il pavimento della stanza “Io quella rivista me la tengo, e sai perché?”.

Masao alzò gli occhi dal giornale, e vide il fratello avvicinarsi alla sua scrivania, e stava tastando sotto il tavolo.

“Cosa stai facendo, Kazuo?” chiese con voce malferma.

“A volte sei un geniaccio, Masao” rispose il fratello, tirando fuori una sigaretta “Attaccare il pacchetto sotto la scrivania è una gran furbata…e di certo non vogliamo che mamma lo scopra, nevvero?”

Così dicendo prese un accendino da un cassetto, e si accese la sigaretta, a quel gesto, Masao sobbalzò:

“Ma sei fuori, Kazuo? Tu fumi?”

“Ogni tanto” rispose il fratello “Mi rilassa,  qualche volta te ne prendo una…”

Masao sorrise: “Sei più furbo di quanto pensassi, fratello…puoi tenertelo…”

Kazuo si mise a sedere sul letto, di fianco al gemello:

“Dai, ora insegnami qualcosa”

Il fratello alzò un braccio per prendere un album di fotografie sul secondo scaffale della sua libreria, lo aprì; e una moltitudine di foto di ragazze apparve sotto gli occhi di Kazuo.

“Allora, prima lezione: imparare ad osservare!” cominciò Masao “Guarda queste foto, da queste si possono capire molte cose!”

“In che senso?” chiese Kazuo, confuso.

“Ti spiego meglio” Masao si mise a sfogliare l’album, fino ad arrivare ad una foto di una ragazza dalla lunga treccia bionda ”Lei è Tanaka, la conobbi un anno fa, da questa foto posso vedere che non è soddisfatta del suo aspetto, che ha un gatto, che gioca a pallavolo e che è dimagrita molto ultimamente.”

“Come hai fatto a capire tutte queste cose?” il povero Kazuo non ci capiva niente.

Il fratello si lasciò sfuggire una risatina compiaciuta: “Osserva” disse, indicando l’attaccatura dei capelli sulla fronte della ragazza “C’è qualche centimetro di ricrescita, in realtà ha i capelli neri, ciò che può significare?”

Kazuo si grattò la testa: “Non le piace il suo colore naturale?”

“Beh…diciamo di si” affermò il gemello “Ma di solito un cambiamento di colore così brusco significa che vuole cambiare totalmente aspetto, perché non si piace, come puoi vedere la divisa le è larga, è dimagrita di circa cinque, sei chili; dentro di lei è in atto una rivoluzione”

“E allora?”

“Per farla capitolare bisogna essere cauti, per non scivolare nella presa in giro, puoi sfiorarle distrattamente i capelli, e notare la ricrescita con garbo, chiederle se il suo colore naturale è in realtà quello; lei si vergognerà e dirà di si, e tu le dici che è molto bello, puoi scommetterci quello che vuoi che il giorno dopo si fionda dal parrucchiere per ritornare al suo colore”

Kazuo era stupefatto: “E come fai a sapere del gatto? E della pallavolo?”

Il fratello fece scorrere il dito lungo la fotografia, fino a fermarsi alle mani, che la ragazza teneva abbandonate sulla gonna della divisa.

“Guarda le dita, si è rotta il dito medio e l’anulare della mano destra, sono fratture comuni nella pallavolo, probabilmente è una schiacciatrice, poi guarda il graffio che ha sulla mano sinistra, è il graffio di un gatto, quindi o ha un gatto, o ha avuto a che fare con un gatto.”

“Quindi?” chiese di nuovo Kazuo, sempre più confuso.

“Mi sembri un pulcino nella stoppa!” esclamò Masao “Le prendi la mano e le fai i complimenti per le dita, lei cercherà di fare la modesta, dicendo che se l’è rotte giocando a pallavolo, e poi il resto va da sé; per stare sul sicuro dici di amare i gatti, perché se una persona odia i gatti col cavolo che gli si avvicina”

Kazuo si portò le mani alla testa: “Così tante informazioni in così poco tempo! La testa mi sta scoppiando!”

“Ok, ok, devo ammettere che è stata un po’troppa roba, ma domani ci eserciteremo sul campo, ora riposiamoci!”

Kazuo si stese sul suo letto, e cominciò a leggere un libro: un mattone di chissà quante pagine.

“Fratello, con quel libro potresti uccidere qualcuno!” rise Masao.

Kazuo gli lanciò un’occhiata divertita:

“E secondo te perché la mia libreria ne è zeppa?” chiese, sghignazzando.

Masao scoppiò a ridere:

“Ti devo rivalutare, fratello!”


  
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