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Autore: sososisu    04/06/2007    10 recensioni
Smelltown era un piccolo paesino a sud di Parigi. Non si trovava nemmeno sulle cartine. Ma ai suoi abitanti andava bene cosi. Seicento anime. Relativamente poche, anzi, pochissime. Non ci vivevano famiglie, per lo più anziani in cerca di tranquillità. Tuttavia, in un angolino buio del paese una giovane ragazza trascorreva la sua misteriosissima vita...Misteriosa solo fino a quando un ragazzo non le lasciò un marchio, le labbra del mezzo-sangue.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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-SMELLTOWN-

Smelltown era un piccolo paesino a sud di Parigi. Non si trovava nemmeno sulle cartine. Ma ai suoi abitanti andava bene cosi. Seicento anime. Relativamente poche, anzi, pochissime.
Effettivamente al sindaco del paese era venuta l’idea di inserirlo almeno nelle piantine turistiche per attirare un po’ di gente per guadagnare qualche soldo. Ma l’iniziativa fu subito abbandonata.
A Smelltown vivevano poche famiglie, per lo più anziani in cerca di tranquillità. Tuttavia, in un angolino buio del paese una giovane ragazza trascorreva la sua vita. Abitava in un appartamento al quarto piano. Classico: caminetto, stanza da letto, tipico bagno alla parigina e un bel cucinino. All’apparenza niente di particolare, ma chi ha avuto la fortuna di entrarci, ha raccontato che quel minuscolo appartamentino conteneva molti segreti.
La misteriosa padrona di casa si chiamava Kagome Higurashi. Si era trasferita da poco. Non era stata ancora accettata date le sue origini giapponesi. Purtroppo Smelltown era un paese molto tradizionale…di conseguenza gli stranieri venivano considerati diversi. Ma in fin dei conti, in quale parte del mondo non vengono ritenuti tali?
Tuttavia la ragazza pareva non farci caso. La mattina andava a comprare il pane nel negozietto sotto casa e il pomeriggio girava per le vie sorridendo ai passanti.
Niente di particolarmente strano.
Un giorno però, la vecchia Julie, la pasticciera della piazza centrale, vide Kagome coperta con un mantello nero. Sembrava la Signora Oscura. Sotto il braccio, al posto della tipica baguette, portava un grande rettangolo di tela mentre con le mani sorreggeva una borsa nera.
Vestita cosi pareva quasi irriconoscibile. I capelli corvini erano raccolti in un alto chignon nascosto dal cappuccio. Gli occhi erano fissi sul terreno. Un ciuffo scivolato fuori dalla pettinatura cadeva morbido lungo la guancia pallida.
Attenta a non essere vista la ragazza svoltò l’angolo e saltò una staccionata per raggiungere le rive del fiume. La vecchia Julie continuò a fissarla con lo sguardo finchè la giovane non scomparve dietro la fitta nebbia mattutina che avvolgeva il torrente.
Nessuna sapeva dove passava le giornate Kagome. Ma tutti erano insospettati da questo suo atteggiamento.
Ma non c’era tempo per pensare a queste stupidaggini. Bisognava preparare la festa per accogliere i giovani. Entro poco sarebbero arrivati in paese i nipoti delle donne più anziane del paese. Una specie di usanza di Smelltown. Non chiedetemi perché si faccia questa festa perché non l’ho ancora capito nemmeno io!
Comunque sia…il sindaco stava cercando di rendere il paese un tantino più accogliente visto l’arrivo dei ragazzi abituati alle comodità di Parigi.
Le donne potavano le piante e sistemavano le aiuole mentre gli uomini aiutavano a pulire le strade e le pareti delle case. Lavoro di gruppo, era su questo che Smelltown si basava, sulla comunità. Ecco perché Kagome non era mai stata accettata in due mesi che si era trasferita. Non aveva mai partecipato alle assemblee del comitato del paese o alle riunioni dei vari condomini.
Fatto stà che era sempre sulla bocca di tutti, compresa la mia, a causa del suo atteggiamento misterioso e chiuso verso tutto e tutti. C’era nel paese anche chi la riteneva una strega. Accusa molto grave nella Francia dell’ottocento. Certamente Io, che sono una persona razionale, non ho mai avuto certe idee. Ma il sindaco invece, che era una delle persone più credulone e superstiziose che avessi mai incontrato, era convinto che la poverina fosse davvero una maga crudele e che stesse portando nel paese il malocchio o robe simili. Teorie assolutamente infondate secondo me, ma non secondo gli abitanti che, tale e quali al sindaco, erano dei fessi assurdi.
Il pomeriggio del 13 dicembre arrivarono finalmente i giovani nipoti. Ragazzi forti, valorosi, muscolosi, belli. Tutte le donne erano affascinate da loro, anche se erano già tutte sposate e non più in età di amante.
Tutti erano riuniti in piazza per accoglierli. Tutti tranne Kagome ovviamente. Nessuno la vedeva più comprare il pane o girare per le vie. Era sempre coperta con quello strano mantello nero per poi scavalcare la staccionata.
Comunque…stavo dicendo…il pomeriggio del 13 dicembre eravamo tutti riuniti. Il nipote del sindaco era seduto ad un tavolo circondato da signore pronte a versargli il tè e a offrirgli croissant ripieni. Non l’ho mai sopportato quello strafottente d’un ragazzo. Sempre con quel sorrisetto che ti fa venir voglia di prenderlo a schiaffi. Sempre vestito perfettamente. Sempre impeccabile. Anche oggi, camicia bianca con pizzi e merletti, gilet grigio e pantaloni dello stesso colore mentre ai piedi stivaletti in pelle nera. Per vestirmi cosi avrei dovuto lavorare per anni e anni.
I lunghi capelli argentati raccolti in una coda bassa lasciando sempre due ciuffi ai lati ad incorniciare il volto. Occhi profondi e ambrati e sul capo un paio di orecchiette tipiche della sua razza bastarda. Con questo non voglio dire che io sia razzista…chiariamoci.
Comunque sia mi sto dilungando…quel dannato pomeriggio Kagome stava attraversando la piazza pronta per scavalcare la staccionata. Era leggermente impaurita da quell’eccessiva presenza di ragazzi. Lei effettivamente non sapeva che una volta all’anno avveniva questo raduno. Un’anziana signora le si avvicinò offrendole un pasticcino ma lei spaventata si allontanò. Sollevò lo sguardo dal terreno per osservare meglio la situazione quando i suoi occhi color del ghiaccio scorsero la figura di Inuyasha. I piedi poggiati rozzamente sul tavolo e il tipico sorriso beffardo stampato in faccia. Non aveva mai visto un uomo cosi. Terrorizzata indietreggiò ma andò a sbattere contro un signore facendo crollare un vassoio per terra. Inuyasha voltò la testa verso di lei e smise di ridere. Kagome si era chinata per raccogliere i vetri rotti e aveva alzato lo sguardo freddo incontrando quello di lui. Trattenne il respiro spaventata. Si coprì meglio il capo col cappuccio nero del mantello e corse via scavalcando la staccionata.
Il mezzo-demone tornò a sorridere alle signore.-
-Padre, mi sapreste dire chi era quella strana fanciulla?-
-Kagome Higurashi. Stalle lontano figliolo. È una strega. Si è appena trasferita e vive da sola nella parte pioù buia di Smelltown-
Inuyasha ovviamente scoppiò in una fragorosa quanto maleducata risata. Si alzò e spolverò la camicia e il gilet dalle briciole del croissant.
-Non prendetemi in giro padre, ve ne prego. Voglio salutare la nuova arrivata-
Il padre prontamente cercava di fermare il ragazzo ma lui era talmente convinto che nemmeno una tempesta avrebbe potuto fermarlo.
Usò il suo fiuto per rintracciare l’odore di Kagome. Era una fragranza particolare, quasi inesistente. Faticò non poco per riuscire a fiutarla. Aveva lasciato dietro di sé un leggero profumo di pioggia.
Lo seguì, scavalcò la staccionata finchè non si trovò immerso nel bosco. Davanti a lui il fiume scorreva lento mentre gli alberi verdi coloravano l’atmosfera. Come sempre in quella zone della Francia la nebbia avvolgeva il paesaggio. Ma lui poteva contare sui suoi occhi particolarmente scaltri.
Camminò a lungo fra la vegetazione fino a quando non intravide una figura accovacciata per terra.
-Ehi
Sobbalzò. Si girò di scatto incrociando ancora i suoi occhi.
Cercò di scappare ma alzandosi il mantello nero cadde a terra. Spaventata cercò di raccoglierlo.
-Ehi…non spaventarti non voglio farti nulla di male.
Lei deglutì rumorosamente. Cercò ancora di fuggire ma lui prontamente le prese la mano.
Lei sospirò e cercò di sfuggire alla sua presa.
Le alzò il mento per guardarla negli occhi ma Kagome continuava a guardare verso il basso.
-Di che hai paura?
-…
-Non avere paura di parlarmi…
Sorrise
-…Non ti mangio mica.
-I…Io…
Alzò lo sguardo. I suoi occhi freddi incontrarono quelli caldi di lui. Ma i visti di quel colore.
-Non…non ho mai visto…occhi come i vostri
Subito si tappò la bocca con le mani timorosa di essere stata scortese e maleducata.
-Grazie. Anche i tuoi sono molto particolari…ma, sai, ciò che mi piace di più sono i tuoi capelli…perché li tieni legati?
Lei arrossì come una ragazzina e di nuovo abbassò lo sguardo per terra.
-B…beh…p…perché…io…non saprei
Inuyasha portò la mano destra allo chignon e con un colpo secco tolse il fermaglio facendo cadere i lunghi capelli corvini sulle spalle. Si rivelarono più lunghi del previsto. Arrivavano al fondoschiena. Leggermente mossi.
-Ecco…cosi stai meglio
Le si avvicinò maggiormente abbassandosi un po’ e poggiando le labbra sul collo bianco di lei. Subito fu invaso da quello strano profumo di pioggia.
Kagome si staccò spaventata.
-C…cosa state facendo? Io…io…voi non mi conoscete…è meglio per voi se mi state lontano!
-E sentiamo…perché mai dovrei?
Una scintilla di fuoco attraversò lo sguardo della ragazza. Prontamente si portò le mani alle tempie soffocando un urlo.
-Stai bene?
-State lontano! Non vi avvicinate!
Un brivido di paura attraversò il corpo del mezzo-demone. Mai provata prima una sensazione simile.
-E’…è meglio se…me ne vado…
Kagome raccolse il suo mantello e si mise a correre fra gli alberi premendo con forza la mano destra sul collo.
Arrivata nel suo appartamento lanciò il mantello nero sul letto e corse verso il bagno. Accese una candela e si guardò l’incavo del collo.
Lì, proprio nel punto in cui Inuyasha aveva poggiato le sue labbra, due segni rossi come il sangue bruciavano la bianca pelle della ragazza.
-Dannazione…

*

Ed eccomi qui! Inizialmente era nata come una one-shot ma poi ho capito che sarebbe venuta esageratamente lunga indi ho deciso di creare qualcosina di più lungo!
Aspetto qualche commentuccio!
Baci!
Giuls!

  
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