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Autore: MissBethCriss    17/11/2012    4 recensioni
[ESTRATTO DAL CAPITOLO]
Non ti preoccupare piccola – le disse con un sorriso – stavo dicendo che vivono a metà perché non avevano ancora trovato quella persona speciale, quella che è il tuo pezzo mancante. Un pezzo di puzzle ti può sembrare anche “felice”, sai ha una forma strana ed è molto colorato, in alcuni casi, però lui è nato per incastrarsi con altri pezzi, e così sono le persone. Ognuno ha bisogno di quel pezzo, i protagonisti della storia non sapevano che uno era ciò che mancava nella vita dell’altro. Si incontrarono per caso e da quel giorno in poi non si lasciarono mai più...
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Blaine e Kurt sfortunatamente non mi appartengono *sigh* ma sono di proprietà del nostro "amato" Ryan Murphy;

questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Buona lettura.

 

In the lovely land of Courage

 

C’era una volta due principi che trovarono il posto a cui appartenevano nella Terra del Coraggio. Il luogo dove potevano essere se stessi e dove non dovevano avere paura di mostrarsi per quello che erano. Dovete sapere una cosa molto importante della Terra del Coraggio prima di pensare di farci un salto. Come prima cosa: nella terra del Coraggio tutto è possibile, nulla è “normale”, tutto è diverso e tutto è perfettamente imperfetto. Secondo: nella terra del Coraggio due principi possono amarsi e avere il loro lieto fine. Dovete tenere in mente anche la regola più importante fra tutte: “Love is love”. Prima di entrare armatevi di rispetto e tanto amore, perché nella terra del Coraggio tutto ciò di cui hai bisogno è l’Amore e con quello dalla tua parte puoi fare tutto . . .

 

«Daddy è tornato!»

A queste parole un bimbo dai splendenti capelli dorati, che non avrà avuto più di 2 anni, andò in contro al suo papà, mosse alcuni passi un po’ traballanti, per il semplice fatto che era tanto felice di poterlo rivedere dopo una lunga giornata di lavoro e per dirla tutta non sapeva camminare ancora benissimo. Gli andò incontro e trovò subito il suo posto sicuro fra le sue braccia.

Il piccolo Erik era il figlio biologico di Kurt, anche se non si erano mai accertati di questo facendo un test di paternità, però Blaine ne era sicuro perché gli bastava guardare negli occhi del loro piccolo Erik e lì dentro ci trovava la stessa vitalità del cielo primaverile tanto simile a quella che regnava in quelli di suo marito, ed avevano la stessa luce che gli aveva rapito il cuore ancor prima di realizzare quando lo amasse realmente. A Kurt e a Blaine non interessava sapere chi era il padre biologico dei loro figli, li amavano incondizionatamente e questo era tutto ciò che contava per loro. Se per Blaine era palese che Kurt fosse il padre di Erik, la stessa cosa valeva per Kurt che era più che sicuro che Roxanne fosse la figlia naturale di Blaine, avevano lo stesso sorriso capace di illuminare l’universo intero e gli stessi meravigliosi ricci ribelli color ebano. Roxanne aveva 8 anni ed era molto intelligente e forse anche troppo sveglia per l’età che aveva, e per la gioia del suo daddy non stava mai ferma un attimo e più di una volta Kurt si lamentava con Blaine del fatto che avesse trasmesso a sua figlia i suoi geni “salterini” che lo portavano a saltare sopra ad ogni tipo di superficie più o meno stabile anche all’età di trent’anni. Amava cantare e più di una volta Blaine si ritrovava ad accompagnarla con il pianoforte, alcune volte si univa anche Kurt ai loro duetti, ma la maggior parte delle volte preferiva rimanere in disparte e bearsi della loro voci che si incastravano benissimo, la voce bassa e dolce di Blaine unita a quella bianca della loro principessa era la melodia più bella che avesse mai avuto il piacere di sentire.

«E a me non mi saluti?»

Gli chiese Blaine appoggiato allo stipite della porta del salotto con quel sorriso che rivolgeva solo a lui. Gli andò incontro e gli lasciò un leggero bacio a fior di labbra, facendo ridere il loro bambino.

«Ciao anche a te, mi sei mancato.»

«Anche tu mi sei mancato amore, ma dopo – aggiunse in un sussurro prima di allontanarsi e abbassò il tono – mi saluti meglio vero?»

«Dov’è Roxie?»

Gli chiese Kurt per poi mettersi a ridere per via dell’espressione di suo marito.

«Lo prendo per un sì. Sta in camera sua, oggi è un po’ strana, di solito quando torna da scuola vuole sempre cantare o fare qualcosa, ma oggi si è chiusa in camera e non ha mai parlato. Ma dice che non ha “niente”.»

«Non ti preoccupare – gli disse accarezzandogli la guancia – ci penso io.»

Diede l’ennesimo bacio sulla testa del loro piccolo Erik e poi lo passò a Blaine che gli mise il broncio.

«Non usare quella carta con me caro signor Anderson-Hummel che non funziona più ormai, continueremo il nostro discorso dopo.»

Poi una manina richiese l’attenzione di Blaine.

«Dimmi Erik»

«Papà vola vola»

«Il “vola vola”? Va bene, ti piace tanto come gioco, eh piccolo?»

Vederli giocare riscaldava sempre il cuore di Kurt, alcune volte sembrava che si divertisse più Blaine che i loro figli, era un papà perfetto.

 

*****

 

«Roxie, posso?»

«Ok.»

Era una cosa strana per Kurt vederla così calma. Stava sul letto a guardare il soffitto e non si muoveva, sembrava tanto triste, e si chiese il motivo di questa tristezza, aveva un’idea che gli frullava in testa ma aveva paura, paura perché quel giorno che speravano non venisse mai forse era arrivato. Lo fece preoccupare ancora di più il fatto che Roxie aveva ancora la divisa della scuola e lei odiava quella divisa. Fortunatamente era riuscito a trasmetterle il suo buon gusto per i vestiti e lei non sopportava l’idea di non potersi vestire come le piaceva, quindi la prima cosa che faceva era togliersela e mettersi i suoi abiti.

«Piccola c’è qualcosa che non va?»

Le chiese mentre si metteva a sedere sul suo lettino. Lei non gli rispose, ma si limitò a fissarlo con i suoi occhioni verdi pieni di un qualcosa che non le apparteneva, sembravano così spenti. Kurt voleva tirarla su di morale perché non riusciva a vederla così.

«Cosa vedo qui! Una macchia di gelato? Siete stati ancora al Grom?»

«Daddy mi dispiace, non mi volevo sporcare..»

«Qual è il problema dolcezza? Ci pensiamo noi, poi hai più di un maglioncino quindi se questo è sporco puoi usare uno di quelli. È tutto ok.»

La piccola annuì, ma non gli sorrise. A Kurt non piaceva vedere il visino di sua figlia spento in quel modo, gli si stringe sempre il cuore quando la vedeva così.

«Mi fai un po’ di posto nel tuo letto, piccola?»

Roxie si spostò un po’ Kurt si stese affianco a lei e l’invitò a mettersi fra le su braccia. Lei lo strinse forte e lui incominciò ad accarezzarle i suoi morbidissimi ricci.

«Che è successo oggi?»

«Niente.» Gli disse tirando su col naso.

«Roxie, sono io, secondo te non capisco quando non stai bene?»

«Oggi Joe ha disegnato due principi, anziché una principessa e un principe, e gli altri lo hanno preso in giro, perché non esistono storie con due principi e che non è una cosa normale – disse imitando la voce dei suoi compagni di classe – Ma perché no? Mi ha detto che l’ha fatto perché tu e papà gli sembrate due principi..»

Ecco il giorno in cui la sua paura più grande si è realizzata. Come si fa a spiegare ad una bambina di otto anni che l’amore non ha nessun tipo di distinzioni, ma che le vede solo l’uomo con i suoi pregiudizi?

«Tesoro, certo che è normale. Nelle favole tutto può succedere. Forse lo hanno detto perché non sanno che storie con due principi esistono.»

«Tu le conosci?» glielo chiese sussurrando, come se fosse un segreto. Lui le fa cenno di avvicinarsi e le sussurra:

«Anche papà la conosce.»

Disse Kurt con un sorriso, dopotutto lui questa favola la stava vivendo. I suoi smeraldi si illuminarono a quelle parole.

«È una bella storia?»

«Oh ma è una bellissima storia, un giorno te la racconterò»

«Perché non adesso daddy? Dai!»

Gli occhi da cucciolo e il labbro tremolante era un atteggiamento “made in Blaine Devon Anderson", un’arma micidiale che faceva tenerezza a tutti e che ti distraeva dal tuo intento iniziale. La figlia pensava che se il suo papà riusciva sempre ad ottenere quello che voleva in questo modo, lei l’avrebbe ottenuto ancora più facilmente, era anche un Hummel e nessuno mette al muro un Hummel, però non aveva capito bene il significato di questa frase del nonno, ma se l’aveva detto lui vuol dire che è vero sempre.

«Prima devo parlare con papà. Che ne dici di andare di là a giocare un po’ mentre io e papà prepariamo la cena? Però lo puoi fare solo se hai fatto i compiti, li hai finiti?»

«Si li ho fatti prima, posso disegnare?»

«Certo principessa, puoi fare quello che vuoi.»

Si alzò e le porse la mano come farebbe un bravo principe per aiutarla a scendere, la sua Roxie adora quando faceva così, e lei si mise in piedi sul letto e gli fece un piccolo inchino, ma dopo anziché prendergli la mano si lanciò fra sue braccia e per poco ecco che entrambi cadevano, perché Kurt non se lo aspettava. Si avviarono verso il soggiorno ridendo e facendosi il solletico a vicenda. E lì trovarono Erik e Blaine che stavano giocando con le macchinine sul tappeto. Entrambi ridevano e sembrava che quello che si divertisse di più era Blaine.

«BROOOOOMMM! Dai Riky! Guarda come va veloce la miaaaa!»

«Papà sembri un bambino come Riky!»

Blaine si ferma con la macchinina verde in mezz’aria nel pieno di un triplo salto mortale all’indietro e il sorriso che rivolge alla figlia è talmente luminoso che potrebbe illuminare New York durante un black-out.

«Noto che le è tornato il buon umore, mi fa piacere piccola, mi hai fatto preoccupare.»

«Scusami papà..»

«Ehi non fa niente, basta che tu ora stai bene. Dai vieni qui.»

Le disse con un sorriso dolce e aprì le sue braccia per abbracciarla e lei rimase fra le sue braccia. E poi Kurt si mise a sedere vicino a Blaine e gli lasciò un leggero bacio sulla guancia.

«Roxie non è vero, papà è più grande di Riky, 6 anni li ha tutti.»

«Molto spiritosi voi due, ma se vogliamo essere precisi ho 6 anni e mezzo e vado molto fiero del mio mezzo.»

«Certo amore, come ho fatto a non pensarci prima! Mi perdoni?»

«Vedremo..»

Tutta la famiglia Anderson-Hummel si mise a ridere. Erano quel tipo di famiglia perfetta, perché l’Amore era alla base di tutto, certo avevano anche loro delle piccole dispute, ma nulla che non si poteva sistemare. Anche se agli occhi dei più conservatori la loro famiglia non poteva essere definita tale, beh loro era la prova che si sbagliavano.

Kurt e Blaine si erano sposati il 15 Marzo del 2014 a nella città dove tutti i sogni si possono realizzare, nel giorno del loro terzo anniversario. Kurt aveva 21 anni, Blaine ci scherzava sempre perché lui era quello che voleva aspettare il suo primo Emmy o addirittura i trent’anni prima sposarsi. Kurt si difende sempre dicendo che non c’era alcun senso aspettare oltre, loro si amavano e lui voleva arrivare al suo ultimo respiro con l’amore della sua vita di fianco a lui.

Si sposarono vicino al Gapstown Bridge. Si innamorarono di quel ponte in un giorno di autunno. Come ogni domenica, non importava se c’era la neve o se c’era il sole, loro prendevano un telo, o una coperta pesante, un cestino e un bel libro e andavano al loro albero. Stavano lì tutta la mattina, alcune volte Blaine si portava dietro la sua chitarra e gli dedicava qualcosa. Era una di quelle cose che faceva impazzire Kurt, lo faceva sentire importante, come se lui valesse la sua musica. Lui era così, era la persona più perfetta in questo mondo, ma non riusciva a cogliere la sua perfezione, come le farfalle che non possono vedere i meravigliosi giochi di colore che rendono speciali le loro ali. Per questa ragione Blaine passava ogni giorno a ricordagli quanto fosse imperfettamente perfetto, dopotutto glielo aveva promesso..

Scegliere quel ponte gli era sembrato giusto, perché quel luogo era il silenzioso spettatore del loro amore che rinasceva. Avevano ricominciato tutto grazie a quel posto, e ne aveva viste tante.

Li aveva visti crescere. Dopo la rottura Blaine non era stato più nella grande mela, ma c’era ritornato per Natale. La distanza era diventata insostenibile e aspettare un altro giorno era improponibile. Di certo non sperava in una riappacificazione o un “e vissero felici e contenti”, sapeva di averla fatta grossa, sperava più che altro di ricominciare, da amici. Ma aveva paura, non sapeva che dirgli e era terrorizzato da quello che poteva aspettarsi varcando quella porta. Si era rifugiato in quel ponte e dopo aver osservato la superficie del fiume leggermente ricoperta dalla neve per un arco di tempo che gli sembrò infinito, decise che era giunta l’ora di affrontarlo e si precipitò a casa dell’amore della sua vita. Non ridivennero amici, non potevano esserlo, perché quello che sentivano andava oltre l’amicizia e non volevano continuare a mentirsi. Entrambi misero le loro paure da parte e si buttarono nel loro Amore, di nuovo. Un Amore fatto a pezzi per un errore, tutto quello che gli era rimasto era della cenere. Ma era un Amore che era talmente forte da poter rinascere dalle sue ceneri. Con tanta pazienza e con la fiducia ritrovata riuscirono ad amarsi come un tempo, forse anche di più perché avevano assaggiato l’assenza dell’altro nella loro vita.

Li aveva visti prima tristi, poi felici e infine innamorati. Aveva visto le loro nuove prime litigate, dovevano abitare lontano almeno fino alla fine del senior year di Blaine e non aveva ancora deciso se andare a NY dopo il diploma, perciò la distanza si faceva sempre più sentire. Un caffè di troppo preso con un amico. Cose non dette e tenute nascoste nel timore di rompersi ancora. Una chiamata mancata. Un tono strano. Un altro ti amo mancato. Ed ecco che la storia si ripeteva e la paura di ritrovarsi spezzati un’altra volta era tanta. Ma questa volta sapevano ciò che gli serviva per non cadere, dovevano parlarsi, dovevano chiarirsi e non lasciar correre tutto, come l’acqua di quel fiume che cullava le foglie fragili e che le trasportava senza badare a dove portarle, non volevano arrivare al punto di non ritorno, il punto che segna la fine anche ai più belli fra gli amori, però il loro amore aveva anche la forza del vento che faceva cadere le piccole foglie, quella forza che supera il timore di cadere, perché la felicità sta in quell’attimo prima di cadere, e  grazie a quella forza loro trovarono quella che gli serviva per superare e loro paure. Tutte quelle piccole cose vennero chiarite a l’ombra del loro albero. Ogni bacio che segnava la fine di ogni disputa simboleggiava anche la fine di quel brutto capitolo. E ad ogni bacio si innamoravano sempre di più.

Ne avevano superate tante in quegli anni di lontananza, ma non si erano mai arresi. Sapevano il peso dell’assenza dell’altro nella loro vita e sapevano anche che potevano essere completi solo con la presenza dell’altro. Erano il pezzo mancante dell’altro..

Loro erano la felicità e a distanza di parecchi anni il loro amore non era cambiato. Era rimasto puro e perfetto. Presero la decisione di avere un bambino due anni dopo il matrimonio. Sapevano che un giorno avrebbero dovuto spiegare ai loro figli il motivo per cui loro avevano due papà e non una mamma e un solo papà. E Kurt sapeva che quel giorno era arrivato, era il tempo per una favola.

«Possiamo parlare?»

«Non dirmi che è quello che penso io?»

Blaine poteva leggere la risposta negli occhi chiari del marito, lui aveva capito. E poi si rivolse alla figlia.

«Ehi principessa, badi te a Riky mentre io e daddy parliamo?»

«Gli posso far suonare il piano?»

«Ovviamente! Con una maestra come te diventerà bravissimo»

«No, con te diventerà bravissimo.»

Gli lasciò un bacio fra i capelli che profumavano di rose e poi si alzò dando la mano al marito per farlo alzare.

«Riki oggi ti insegnerò “Heart and Soul” è stata la prima canzoncina che papà mi ha insegnato.»

 

****

 

«Adora quella canzone.»

«Si era divertita tanto la prima volta che gliel’ho fatta sentire, ma lei era più grande di Erik. Alla fine suonerà solo lei e si arrabbierà perché non le darà retta.»

«E la sentiremo urlare e ti verrà a chiamare.»

«E poi la suoneremo insieme.»

«Blaine..»

«Lo so. Che le hanno detto? Che è figlia di chi? Speravo che questo giorno non accadesse mai. Quanto si sarà sentita umiliata?»

«Ehi, guardami – Kurt gli prese il viso fra le mani e lo obbligò a farsi fissare negli occhi – lei sta bene. Ti ricordi del piccolo Joseph? Ha disegnato due principi perché si è ispirato a noi.»

«Oh»

«Già oh. La maestra ha detto alla classe di disegnare chi secondo loro era giusto per il ruolo di principe e principessa, potevano ispirarsi a chi volevano. Lui ci ha disegnato e gli altri bambini gli hanno detto che non va fatto così. Che non è normale, che le favole hanno solo un principe.»

«Aspetta. Joseph? Oh Joe! Ma quel Joe che ha la cotta per la mia bimba?»

«Sono solo molto amici, non iniziare con questa storia..»

«Ecco perché era così! Gli hanno toccato il suo Joe»

«Sei assurdo! Era così perché hanno detto che non è normale avere due principi, e lei ha addirittura due papà.»

«A me quei du-»

«PAPÀ! Riky non capisce! MI SONO STUFATA! PAAAA VIENI TUUU!»

«Avevi ragione. Senti che ne dici se le parliamo questa sera? Le potremmo raccontare la storia di due principi, uno bellissimo e l’altro normale.»

«Tu sei bellissimo.»

«Lo so, infatti parlavo di me.»

Una delle tante cose che mi amava fare Blaine era portarlo in giro in quel modo, perché sapeva cosa succedeva sempre dopo e lui amava farsi perdonare.

«Ok, tu non avrai il dolce.»

«Ehi! Qui c’è qualcuno che non mi ha ancora salutato bene.»

Kurt gli teneva ancora il broncio, ma sapeva che ci mancava poco prima di accorciare la distanza fra le sue labbra.

Infatti nel quel momento in cui i loro sguardi si incrociarono, trovarono l’aria necessaria per vivere nella bocca dell’altro, scambiandosi quel bacio che ancora oggi gli toglieva il fiato come quella volta all’auditorium. Quel contatto così intimo non aveva perso la sua magia, ogni volta gli sembrava la prima, anche se andando avanti con gli anni l’esperienza aumentava e loro avevano imparato cosa facesse andare fuori di testa l’altro. Durante il bacio il mondo perdeva la sua consistenza e esistevano solamente loro e i loro cuori che battevano all’unisono. Almeno fino a quando..

«Ma papà perché non sei venuto di la prima?»

Almeno fino a quando una bambina dagli splendenti occhi verdi li andava ad interrompere. I due prima di staccarsi si scambiano l’ultimo bacio a fior di pelle e si allontanarono con un sorriso pieno d’amore.

«Non potevi aspettare altri cinque minuti, tesoro?»

«Ma papà! Riky non sa suonare e non mi da retta.»

Blaine si abbassò per poter guardare negli occhi la figlia.

«Va bene, ora suoneremo noi due, ma non arrabbiarti con Erik, lui piccolo.»

«Ok, papà. – disse sbuffando – Daddy vieni anche tu?»

«Certo dolcezza – disse con un sorriso – dopo ti va se ti raccontiamo una storia?»

I suoi occhi divennero ancora più splendenti

«Mi racconterai la storia dei due principi?»

Nell’esatto momento in cui il padre le sorrise e annuiva la bimba iniziò a battere le sue piccole manine perché non vedeva l’ora di sentire quella storia nuova.

«Facciamo vedere a Riky come si suona quella canzone!»

 

****

 

«Lavati i dentini?»

«Fatto.»

«Messo il pigiama?»

«Fatto.»

«Dato il bacio della buona notte a papà?»

Blaine, seduto a gambe incrociate sul tappeto nella camera della figlia, mostrò la guancia alla sua piccola Roxie e lei gli andò incontro sorridendogli e gli lasciò un piccolo bacio sulla guancia.

«Papà mi fai il solletico! Picchi!»

«Mi dispiace piccola, domani mi faccio la barba e non picco più, ok?»

«E a me un bacino non me lo dai?»

Disse Kurt osservandoli dallo stipite della porta, allora Blaine si alzò e gli andò incontro, gli prese le mani e lo baciò dolcemente, stando attenti a non andare troppo oltre, visto che erano in presenza della figlia. Sapevano cosa succedeva quando superavano quel loro piccolo limite e che andava a finire con loro con pochi vestiti, perciò con tanta forza di volontà si staccarono.

«Io l’avevo chiesto a Roxie»

Disse Kurt schiarendosi la voce. Blaine gli rivolse lo sguardo tipo “davvero? Non mi sembrava che questa mia piccola iniziativa ti dispiacesse anzi..” e per risposta Kurt gli disse “no, non mi è dispiaciuta affatto, non potresti mai non farmelo piacere, riprenditi abbiamo una storia da raccontare!”

Mentre i due parlavano con i loro sguardi la piccola Roxie andò verso il suo daddy per accontentarlo e insieme poi si diressero verso la sua cameretta.

«Chi vuole sentire una storia?»

«Ioioioioioioio!»

Rispose molto entusiasta Roxie, mentre saltava di qua e di la battendo le sue manine, poi corse verso il letto e si mise in posizione d’ascolto, Kurt si mise davanti a lei e Blaine di fianco a lui, stavano un po’ stretti, ma non importava.

«C’era una volta, nella bella terra del Courage, un principe e un menestrello che vivano una vita a metà, perch-»

«Ma daddy! Tu mi avevi detto che c’erano DUE – e gli mostrò due ditini – no UN principe e un menestrello!»

«Roxanne, fai finire daddy ha appena cominciato.»

«Scusa daddy..»

«Non ti preoccupare piccola – le disse con un sorriso – stavo dicendo che vivano a metà perché non avevano ancora trovato quella persona speciale, quella che è il tuo pezzo mancante. Un pezzo di puzzle ti può sembrare anche “felice”, sai ha una forma strana ed è molto colorato, in alcuni casi, però lui è nato per incastrarsi con altri pezzi, e così sono le persone. Ognuno ha bisogno di quel pezzo, i protagonisti della storia non sapevano che uno era ciò che mancava nella vita dell’altro. Si incontrarono per caso e da quel giorno in poi non si lasciarono mai più. In quel periodo nella terra del Courage c’erano delle gare canore e tutti potevano partecipare, non importava se tu eri un principe o un menestrello, e nemmeno se eri figlio del fornaio o quello della serva, la musica è aperta a tutti e non fa distinzioni, proprio come l’amore – il suo tono sull’amore si addolcì e guardò negli occhi di Blaine per leggerci la stessa emozione – il gruppo del principe si chiamava “New Direction” invece quello del menestrello si chiamava “Warblers”. Il principe non aveva mai sentito nominare quel gruppo dal nome strano, così come i suoi compagni. Un giorno un suo amico gli disse di andare a spiarli – e qui Kurt ringraziò mentalmente Puck – si, Roxie lo fece, ma tu non farlo mai, non si fa così. Va bene? – la piccola annuì – il principe andò nel posto che gli aveva detto il suo amico e si meravigliò della bellezza del palazzo. Era un palazzo che sembrava esser rimasto indietro nel tempo, nono quel palazzo sembrava magico. Visto che quella era una scuola privata il principe dovette rinunciare ai suoi bellissimi vestiti speciali per mettersi un blazer blu e rosso, con dei pantaloni grigi e una cravatta che riprendeva i colori del blazer. Al principe non è mai piaciuta quella divisa e-»

«Il menestrello, la prima volta che vide quella pseudo divisa, lo trovò molto bello e forse l’unico che riusciva toglierti il fiato anche con una divisa di dubbio gusto, ma gli ci vollero qualche mese prima di capire che quella sensazione che aveva sullo stomaco o quella cosa strana che provò la prima volta che incrociò i suoi occhi era amore. I non membri non potevano entrare nel grande palazzo della Dalton, ma sai un principe è sempre molto intelligente e per questo riuscì ad entrare e mischiarsi con gli altri allievi. Pensa si incontrarono sulle scale, fra tante persone che in quel momento le usavano lui fermò proprio il suo menestrello. Il menestrello non è mai stato tanto attento ai particolare quindi non notò che quella persona dal nome melodioso non indossava la divisa e che sembrava un pinguino all’equatore e per questo lo portò nel posto in cui lui doveva andare.»

«Ma sia ben chiaro, il principe mica gli aveva detto: “tu! Portami immediatamente alla sala prove!” anzi! Fece tutto il menestrello lo prese per la mano e insieme corsero verso il ritrovo dei Warbler. E lì il suo nuovo amico gli dedicò una canzone, si innamorò di lui sentendolo cantare, anzi no, si innamorò prima di lui, forse nell’esatto momento in cui i loro occhi si incrociarono per la prima volta, e da quel giorno divennero degli amici inseparabili, però il principe provava qualcosa di più profondo verso l’altro, ma il menestrello non sembrava accorgersi di questi sentimenti che lui provava per lui, e prima canta una canzone a Sir ho-i-capelli-con-i-colpi-di-sole-però-li-spaccio-per-biondi-naturali – la risata di Blaine esplose nella camera, facendo spaventare la loro figlia che si stava quasi per addormentare, gli vennero anche le lacrime agli occhi perché poi ripensò anche a tutti gli altri nomignoli che Kurt aveva dato a Jeremiah – e poi bacia la migliore amica del principe.»

«Cosa? Ma papà perché hai baciato zia Rach quando avevi daddy?»

I due papà si scambiarono uno sguardo confuso e avevano lo stesso pensiero nella mente: come c’era arrivata a quella conclusione?

«Daddy, papà, non fate quella faccia, lo sapete che sono intelligente e poi una volta ho visto la vostra foto di quando andavate al liceo e avevate quella divisa e poi zio Bastian mi ha detto che facevate parte dello stesso gruppo e che si chiamava Warblers. Tutti ci sarebbero arrivati.»

«Ti racconta tante cose Sebastian eh?»

«Quando ha tempo, è bravo, ma tu di più daddy»

Gli disse sbadigliando la piccola.

«Piccola hai tanto sonno? – Roxie annuì sbadigliando – che ne dici se ora facciamo la ninna e poi domani ti finiamo la storia? E visto che ormai hai capito che stiamo parlando di noi potremmo raccontartela un po’ al giorno»

«Sai Blaine, potremmo fare uno di quei libroni con le foto che ti piaceva tanto fare, ti ricordi quello che mi avevi fatto?»

«Si papà! Così dopo lo faccio vedere a Joey! E poi lo faccio vedere a quelli che dicono che non è “normale”, è brutta come parola. E triste!»

«Si potrebbe fare sai? Però pensiamoci domani, qui qualcuno a sonno.»

Detto questo le rimboccarono le coperte e poi le diedero l’immancabile bacio della buona notte, la proteggeva dal brutto mostro che viveva nel suo armadio, il suo daddy le diceva sempre che fino a quando avrà loro non doveva aver paura di lui. Loro erano i suoi principi che l’avrebbero sempre salvata. E i suoi sogni erano protetti dalla fedele guardia del cane di Margaret Thatcher, a lei piaceva tanto stringerlo perché sapeva del suo papà. La piccola non poteva sapere tutte le lacrime versate da Blaine o tutte quelle volte che l’ha tenuto stretto a sé fino a quando il suo odore prese il posto di quello del suo Kurt..

«È meravigliosa..»

«Quanto te, amore mio.»

«Ce la faremo sai, lei è forte, ha noi.»

«Ti ricordi? Gli altri non ci possono scalfire, non scalfiranno mai quello che abbiamo. Sarà divertente fare quel libro sai? Ho già in mente il titolo perfetto.»

«Sarebbe?»

«In the lovely land of Courage

«Mi piace, quel tuo courage è stato per tanto tempo la mia forza.»

«Tu non avevi bisogno di me, sei sempre stato forte, avevi solo bisogno di qualcuno che ti stesse vicino.»

«Ti amo.»

«Ti amo anch’io, e lo farò per sempre.»

Prima di andare in camera loro rimasero ancora per un po’ a guardare la loro Roxanne che già dormiva tranquilla, aveva il sorriso di chi sta già vivendo un bel sogno, e poi passarono dal piccolo Erik, anche lui era il ritratto della felicità. Si sentivano fortunati ad averli, erano una famiglia e nessuno li avrebbe mai separati.

E quella notte si amarono come la prima volta, sfiorandosi con le mani leggere di chi ha tutto il tempo per amare, di chi non ha fretta e di chi è consapevole di amare l’altro più di sé stesso. E quando i due corpi finalmente si fondono in un unico corpo, quelle due anime separate ed ora riunite posso ritornare alla vita perché si sono ricongiunte all’altro pezzo necessario per far battere il loro cuore a ritmo di quella melodia che gli innamorati hanno imparato a riconoscere.

La melodia dell’Amore, la più bella fra tutte.

 

 

 

Note dell'Autrice:

Salve!

Vi è piaciuta la mia daddy? :) *incrocia le dita*

Bene, dopo le puntate-che-non-vanno-nominate tutto ciò di cui avevo bisogno, e penso di non essere l’unica, era del sano fluff. Mi è venuta l’idea mentre guardavo una manip, ho visto un Kurt che faceva il solletico ad un bimbo, mi sono innamorata e grazie ad una conversazione su twitter e alla beta, che non vedeva l’ora che scrivessi qualcosa su di loro, ecco che “In the lovely land of Courage” prende vita. Partiamo con gradi, che ho un sacco di cose da dire! :)

Roxie e Erik. Erik prende il nome dal “The Phantom of the Opera” e sarebbe appunto il fantasma, a me piace un sacco questo musical. Ho scelto Roxenne perché mi piace.. E va bene ho preso spunto anche da un altro musical che mi piace Chicago.

Blaine e Kurt. Avevo bisogno di tanto fluff e spero di averli descritti bene. Sono la mia OTP ed è la prima volta che scrivo di loro e ho paura di aver sbagliato, sono troppo perfetti e NATI PER STARE INSIEME “capito Mr. Murphy?”

Sebastian. Pesavate che l’avrei rinchiuso in una stanzina al buio nella mia testa? Nah! Sebubu è il mio prezzemolo, c’è sempre. E sarà uno zio fantastico nel continuo.

Ci sarà un sequel! Almeno lo spero.. adesso io mi sto dedicando alla mia long e se questa vi piacerà continuerò la storia del principe e del menestrello. Ho già in mente il continuo l’unico problema è trovare il tempo e spero che sarete pazienti con me.

La canzone “Heart and Soul” è questa. Ed è stata la prima canzone che anch’io ho imparato. A me mi ricorda la mia infanzia e mi sembrava appropriato, così come il vola vola :’)

Il disegno che ha fatto partire tutto! Ci sono due versioni! Quello mio e quello della beta. Non sono teneri?

Per ultima cosa, ma ciò che non significa che sia meno importante vi vorrei far leggere una cosa. Premetto una cosa: me l’ha fatto leggere la beta ieri sera e *sorvola la parte dello sclero* e sono rimasta si stucco. Questo è quello che dice Heather Hogan riguardo la Klaine e ai FInchel (sorvolo questa parte, per chi ama questa coppia, mi dispiace):

“[…] Kurt and Blaine, on the other hand, are the real damn deal, and TEN YEARS from now, they should be telling their DAUGHETER the story of PRINCE WARBLER and his TEENAGE DREAM while walking their Bichon Frise through CENTRAL PARK and eating ICE CREAM.”

Traduzione: Kurt e Blaine, dall’altra parte, sono molto più veri (mi prendo la licenza poetica, non so come tradurlo altrimenti) e dopo dieci anni da oggi, loro potrebbero raccontare alla loro figlia la storia del principe Warbler e del suo Teenage Dream mentre portano a spasso il loro Bichon Frise a Central Park e mentre mangiano del gelato.

Questa è una cosa tenera e inquietante, mi manca solo il cane, e poi è uguale. Forse a voi non interessa più di tanto vi avrò già stancato dopo queste kilometriche note però io quando l’ho letta mi ha fatto uno strano effetto e spero che questa piccola cosa vi sia piaciuta, e giuro io non l’avevo mai letta.

Grazie a chi ha letto e grazie alla beta.

Spero che vi sia piaciuta e spero di sentirvi presto.

 

_Beth :)

 

Se volete I’m here!

Ps a chi ha già letto la ff: Ho modificato la parte inziale per renderla idonea ad un concorso riportando la parte finale all’inizio per introdurla con un “c’era una volta”. Il contest lo trovate *here*. E il capolavoro, è riduttivo chiamarla copertina, è ad opera di I will always love you the most. *inchina* Spero che chi l’ha già letta non gli dispiace il fatto che ho modificato il testo. Scusatemi. Oh e per chi segue l’altra mia ff sto avendo dei problemi, forse non sarò puntuale…

   
 
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